Migliaia gli uccelli migratori fulminati dalle linee elettriche

Alberto 69

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Sabato 09 Maggio 2015

La domanda crescente di energia e la diversificazione delle fonti non sempre hanno tenuto conto di una pianificazione del territorio compatibile con la tutela degli habitat naturali e delle specie che li vivono.

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Nel 2014, oltre 10.000 uccelli sono stati folgorati sulle linee elettriche di ogni Paese toccato dalle rotte migratorie euroasiatiche e africane, mentre oltre 100.000 esemplari sono morti per collisione con le infrastrutture energetiche. Ad affermarlo è l’Unep, il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, che domani festeggia la giornata mondiale delle specie migratorie, quest’anno a tema ”Energia, produciamola nel rispetto degli uccelli!”. Al motto di #keepcalm and save birds, l’evento mondiale fotografa una situazione paradossale: la domanda crescente di energia e la diversificazione delle fonti, non sempre hanno tenuto conto di una pianificazione del territorio compatibile con la tutela degli habitat naturali e delle specie che li vivono, determinando la morte di milioni di uccelli migratori. ”E’ necessario ripensare anche le rinnovabili, che spesso non sono realmente sostenibili per i volatili”, si legge in una nota. ”L’Ibis eremita, la Gru della Manciuria, l’Avvoltoio capovaccaio, il Pellicano riccio o l’Alzavola di Bernier, sono solo alcune fra le 200 specie di uccelli migratori classificate dallo IUCN come minacciate a livello globale”, afferma Cesare Avesani Zaborra, direttore Scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo. ”E queste rappresentano il 10% delle 2.000 specie di uccelli migratori conosciute. Purtroppo però il problema dell’antropizzazione dell’habitat si è verifcato con un andamento crescente che, a partire dal 1988, ha portato oltre il 40% delle specie migratrici a in calo negli habitat naturali”, conclude. Anche il Parco Natura Viva festeggia la giornata, proseguendo nell’impegno del progetto “Reason for Hope” per la reintroduzione in Europa dell’Ibis eremita, migratore scomparso dal oltre quattrocento anni.




fonte:meteoweb.eu
 
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