Alberto 69

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Martedì 16 Dicembre 2014

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Le cesene, regine del freddo, tengono col fiato sospeso tutti gli appassionati cacciatori che le attendono, implacabili, come l’inverno e il freddo rigido che sembrano inseguire… Puoi aspettarle invano in una stagione dal clima mite, oppure sognare nel gelo inseguendo il loro canto fino all’ultimo giorno del calendario venatorio.


Implacabile potrebbe certamente sembrare un aggettivo appropriato per un grande o pericoloso selvatico, dalle caratteristiche ben diverse da quelle di questo splendido turdide; eppure parlando con appassionati cacciatori che nel freddo dei mesi invernali le attendono nei capanni o cercano le cesene in forma vagante, vedrete se non le definiranno così, per indicare la loro erraticità ai limiti dell’inafferrabile, esclusivamente legata ai mutamenti termici e ai fenomeni atmosferici.

Specie di doppio passo invernale e primaverile, la cesena infatti può diventare in alcune stagioni dal clima regolare e non troppo rigido (come quella in corso finora) un vero miraggio che lascia delusi gli appassionati cacciatori che molto del loro tempo hanno dedicato alla cura perfetta del capanno e dei richiami.
Ma tutto di colpo può cambiare e negli stessi luoghi, con l’arrivo del freddo portato dai venti che soffiano dai quadranti nord orientali, si possono vivere delle giornate di caccia memorabili. Le previsioni per questo selvatico sono quasi impossibili.


Il suo passo di norma si dovrebbe fare intenso a partire dalla fine di novembre, ma questo migratore che alcuni anni sembra invadere le campagne ed i boschi in altri può assentarsi completamente.
Tutto dipende dalle condizioni atmosferiche che più saranno avverse al resto del mondo, più saranno alleate del cacciatore di cesene. Dalle quote più elevate e dai suoi areali settentrionali di nidificazione che vanno dal nord delle Alpi fino alle steppe della Russia, questi turdidi giungono al sud spinti dai venti gelidi di tramontana e dalle abbondanti nevicate che rendono impossibile il reperimento di cibo altrove.


I contingenti in arrivo nel pieno inverno di indole fortemente gregaria, anche per la scarsa conoscenza del territorio, curano estremamente il canto e i vari altri tipi di richiami utilizzati dai cacciatori per allestire la tesa, come giostre o stampi.
L’incantesimo però non dura a lungo perché oltre a divenire presto diffidenti nei confronti delle probabili insidie, le cesene ai primi innalzamenti di temperatura e scioglimento delle nevi, tornano a spostarsi verso i prediletti boschi di montagna in cui il terreno sempre umido e ricco di invertebrati, insieme alle bacche delle essenze spinose, come il ginepro, forniscono le pasture più congeniali.
La forma tipica di caccia è da appostamento fisso con l’ausilio di richiami vivi, sapientemente gestiti dai cacciatori, anche attraverso il fotoperiodo per ottenerne il canto in amore. Eppure non sempre questo tipo di richiamo è necessario o addirittura produttivo come per gli altri turdidi.


La cesena con il suo spiccato istinto gregario, crede spesso più al richiamo forte e corale della batteria, piuttosto che al canto primaverile.
Fondamentali poi risultano le variazioni tonali dei richiami migliori che all’avvicinarsi del branco sapranno alternare al verso, una specie di acuto “miagolio”, una sorta di “ guiii guii guiiii” che nella maggior parte dei casi sembra avere un effetto fatale sui selvatici in buttata.


Tuttavia questi scaltri selvatici imparano dopo le prime insidie a distinguere la voce dei richiami e la posizione del capanno, quindi del pericolo, parliamo ovviamente di branchi “impaesati”. È bene che a questo punto i cacciatori si dispongano in appostamenti temporanei ben nascosti e in posizioni diverse, può essere un valido accorgimento.


L’abbigliamento mimetico in tinta con l’ambiente circostante è un dettaglio imprescindibile in questa caccia che diventa vagante, quindi oltre a una tenuta camouflage, anche un copricapo o una retina mimetica possono essere utili a far durare l’entusiasmante confronto con le cesene il più a lungo possibile, in questa vera e propria gara di astuzia.
Anche le gabbie dei richiami vanno occultate accuratamente, le cesene infatti si fermeranno a debita distanza, solitamente su alberi ad alto fusto e da quel momento bisognerà solo aspettare che si lascino convincere e di ramo in ramo a piccoli voli giungano per noi a tiro utile se non avremo tradito la nostra presenza con minime distrazioni.
Sui rami spogli più vicini al nostro riparo sarà bene piazzare qualche stampo in modo da invitare ad avvicinarsi anche gli esemplari più diffidenti.


Nella caccia vagante, fatta appunto da appostamenti temporanei è importante perlustrare in anticipo i luoghi frequentati dalle cesene, in quanto sebbene erratici, una volta individuati i luoghi di pastura e di rientro prescelti, durante le ore del giorno sono selvatici abitudinari che si dovranno attendere quindi in prossimità dei soliti posatoi o nelle linee di affilo dal bosco alle pasture.
Le zone maggiormente vocate con l’abbassarsi delle temperature sono i fondovalle coltivati, particolarmente frequentati soprattutto nell’Italia centrale e settentrionale i frutteti di melo e pero, ma anche le zone pedemontane dove siano reperibili il sorbo, il biancospino o le bacche di edera.


Come ogni caccia di attesa richiederà non poca pazienza ai suoi seguaci, anche se a differenza degli altri turdidi, la cesena, soprattutto nelle giornate più rigide può dispensare emozioni anche durante le ore centrali della mattinata o del pomeriggio e non solo nei momenti di spollo e rientro, il loro traccheggio è infatti continuo e se avrete scelto luoghi con abbondante pastura potrete star certi che allieteranno l’attesa e il carniere anche tordi sasselli che prediligono ambienti e frutti piuttosto simili. Non abbiate troppa fretta di uscire allo scoperto per recuperare le cesene appena cadute, aspettate i momenti di tregua prolungata, perché molto probabilmente altre saranno ancora nei dintorni ed è facile intuire quale sarà l’esito della mattinata una volta messo in allarme il branco.


Il tiro, fucili, munizioni
Con un selvatico gregario e diffidente come la cesena il tiro è sempre consigliabile a fermo, oltre che da appostamento fisso dove è necessario, anche nella caccia vagante, colpi precisi e cadenzati aiuteranno sicuramente a non far allontanare il branco.
Si prestano benissimo quindi i fucili basculanti di piccolo calibro nella caccia da appostamento fisso che oltre a darci la possibilità di scegliere la strozzatura più congeniale al tiro in base alla distanza, riducono anche il frastuono della fucilata consentendo qualche occasione in più di veder tornare le cesene.



Parliamo di sovrapposti soprattutto o doppiette in calibro 20 o calibro 28, fino ad arrivare al calibro 410 per i posatoi più vicini alle feritoie del capanno. Nella caccia vagante in cui ci si apposta nelle linee di affilo che i turdidi seguono per giungere ai luoghi di pastura il tiro al volo è in molte occasioni obbligato, qui possono trovare impiego i semiautomatici in calibro 12 o anche in calibro 20.


Per le munizioni sono consigliabili cariche medie, non leggerissime dai 32 ai 35 grammi di piombo del numero 9 in prima canna e 8 in seconda per il calibro 12 e 27 o 28 grammi in calibro 20.
Date le tipiche condizioni invernali in cui si svolge questa caccia, meglio utilizzare sempre cartucce con bossolo in plastica con o senza contenitore che si dimostrano sicuramente più costanti e resistenti nelle giornate umide e polveri pensate per garantire la massima efficacia con le basse temperature come la S4.


La lunghezza delle canne e i valori delle strozzature variano in base alle circostanze in cui si caccia, per i semiautomatici una canna 67 *** può andare benissimo nella caccia vagante, qualche centimetro in più di lunghezza non guasta specie se si caccia senza richiami cesene che alle prime fucilate tendono subito a prendere quota.
Da appostamento più che la lunghezza delle canne saranno le strozzature a fare la differenza per ottimizzare le rosate su selvatici mai troppo lontani, consigliabili quindi **** e ** che ci garantiranno un’ottima distribuzione dello sciame dei pallini sul medio range.




fonte:all4shoooters.com
 
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