Migrazione primaverile interessante

Peccato che fu solo un picco e riguardò solo i turdidi in determinate zone. In realtà in questi ultimi 3 anni il passo complessivo autunnale è stato sempre in calo con l'eccezione dei colombacci.
 
La migrazione primaverile è sempre molto importante anche se la nostra penisola è presa più da quella primaverile che purtroppo per noi autunnale infatti solo quando il tempo lo permette e gli uccelli sfruttano le correnti ascensionali arrivano da noi in maniera più massiccia vedi l'annata venatoria 2012/13 che ha avuto un picco di turdidi altissimo.
 

Alberto 69

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Martedì 06 Maggio 2014

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È sempre importante ai fini di studio osservare e monitorare attentamente l’avifauna che in primavera si muove sul territorio italiano per andare a nidificare nei territori nordici dopo il periodo di svernamento che avviene durante la stagione invernale nei Paesi molto più caldi. Così ogni anno si assiste alla migrazione pre-nuziale, con le svariate specie pronte a trasvolate condizionate dalla meteorologia che, a seconda degli anni, può o meno regalare opportunità di buone osservazioni a seconda degli agenti atmosferici che caratterizzano la stagione. Stagione che, a cavallo tra il 2013 e il 2014, è stata caratterizzata da un inverno umido ma mite, un autunno infinito e molto lungo. I dati del CNR e di Arpa Lombardia sostengono che i primi tre mesi dell’anno (per i meteorologi la stagione più fredda dell’anno va dal 1 dicembre al 28 febbraio) sono stati davvero strani, quasi tropicali: per l’Italia settentrionale i secondi più caldi e i terzi più piovosi dal 1800 ad oggi. E se nella pianura lombarda non si è visto che qualche fiocco di neve, sulle montagne, in particolare sulle Orobie, gli accumuli di neve fresca hanno formato muri di oltre sette metri. Sono sbalzi di umore del meteo a cui dovremmo sempre più abituarci. Negli ultimi anni ogni inverno è stato diverso da quello precedente. Per colpa dell’azione dell’uomo e delle normali fluttuazioni climatiche in questo periodo storico le anomalie del meteo sono sempre più frequenti. E così quest’anno le temperature sono state particolarmente miti, con una media superiore ai 2° rispetto a quella degli anni dal 1971 al 2000. Nella seconda decade di febbraio è continuato il dominio dell’anticiclone, con poche nubi sull’Europa continentale e temperature oltre 25° che hanno procurato un’anticipata primavera. In particolare l’apparizione della nebbia in alcune aree del nord Italia, inusuale per il periodo, che ha impedito al sole di far capolino alle basse quote costiere della Liguria e delle pianure venete fin verso il Polesine. Ciò ha condizionato l’evolversi fenologico di alcune specie che si sono fatte desiderare con la loro quasi totale assenza durante l’inverno alle nostre latitudini, poiché la temperatura nei lidi riproduttivi si è mantenuta al di sopra della norma. Ne sono stati esempio la Peppola, il Lucherino e La Cesena. Tali specie, unite ad un passaggio anomalo e deludente di molte altre nella stagione autunnale scorsa, hanno fatto in modo che le terre, solitamente frequentate, dessero un’impressione quasi desolata a causa dello scarso numero di soggetti presenti. Ma la stagione primaverile ha da subito cominciato a farsi interessante. Un significativo cambiamento meteorologico si è verificato nell’ultimo week-end del mese di marzo con aria fredda di origine polare in discesa verso il Mediterraneo e con precipitazioni nevose sotto i 1.000 m. di quota. Di nuovo il tempo è cambiato e il mese di aprile è stato rappresentato da giornate di bel tempo, soprattutto quella del 25, con temperature sopra la norma, sottolineando ancora una volta il ballerino andamento climatico di queste ultime fasi temporali. Tutto ciò ha influenzato positivamente l’arrivo sulla penisola dei transahariani che arricchisce i territori della nostra bella penisola di biodiversità ornitologica tanto che nella prima quindicina di aprile si è potuta già considerare questa migrazione sotto molti aspetti positiva. Oltre ad alcune specie che sono state notate in leggero anticipo vi sono state quelle con già al seguito la loro prole grazie ad una riproduzione avvantaggiata dalle condizioni meteo. All’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN si è così notata la buona presenza dei Tordi bottacci e delle Balie nere inanellati in numero maggiore rispetto alle primavere passate e con una presenza molto più costante e prolungata. Va sottolineata anche la presenza dei vari Luì, delle Capinere e l’inanellamento poco usuale di una Bigiarella che solitamente alla stazione arosiana è specie tipicamente estivo-autunnale. Ottima la presenza del Merlo, del Pettirosso del Colombaccio e del Codirosso. Tra le autoricatture è interessante segnalare quella di un Merlo in data 13 aprile inanellato il 6 giugno 2007, di un Picchio verde inanellato il 14 agosto 2010 e ricatturato il 20 aprile 2014 e quella di una Cinciallegra inanellata il 17 ottobre 2011 e ricatturata il 9 aprile 2014. L’ultimo periodo di inanellamento che va dal mese di gennaio alla fine di aprile ha fatto registrare 170 soggetti analizzati appartenenti a 23 specie. Nel 2013 furono 268 appartenenti a 29 specie, nel 2012 furono 192 soggetti appartenenti a 21 specie, nel 2011 furono inanellati 255 soggetti appartenenti a 26 specie, nel 2010 furono inanellati 180 soggetti appartenenti a 25 specie, nel 2009 furono inanellati 219 soggetti appartenenti a 19 specie e nel 2008 furono ben 425 i soggetti inanellati appartenenti a 29 specie. Concludendo, all’Osservatorio Ornitologico della FEIN dal 4 di agosto 1977 ad oggi sono stati inanellati 188.551 soggetti. Un numero destinato ad aumentare poiché l’attività di studio continua con il progetto nidificanti, a partire dal 10 maggio 2014, presumendo che nel mese di settembre 2014 verrà toccato il traguardo dei 190.000 soggetti inanellati.

fonte:annu.org
 
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