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SAN VINCENZO. Con una lettera indirizzata al presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e al sindaco di San Vincenzo Michele Biagi, Andrea Moscardini, presidente dell’Associazione Libera caccia di S.Vincenzo, richiede l’aiuto delle istituzioni per i problemi che, a suo dire, provocano le folte presenze di storni e piccioni su agricoltura, igiene e salute.
«I danni provocati – dice Moscardini - in particolar modo da storni e piccioni sono molto superiori rispetto a quelli dichiarati dagli agricoltori. È necessario tener conto dei gravi problemi che provocano alle abitazioni con lo spargimento di guano che imbratta immobili, gronde, facciate, terrazzi, tende, automobili ecc., creando disagi ai cittadini.
È altresì importante tener conto del rischio igienico-sanitario. Con l’aumento incontrollato degli storni e dei piccioni, qualsiasi luogo del paese è divenuto a rischio, specie i giardini e parchi pubblici dove la presenza di bambini e anziani è maggiore».
Moscardini riporta poi i dati di Coldiretti Toscana, secondo cui i danni causati dagli storni alla produzione agricola provocano un 10% in meno nella produzione di uva, frutta e olive in molte regioni d’Italia. La soluzione proposta dal presidente dell’Associazione di libera caccia è quella di inserire storni e piccioni tra le specie cacciabili.
«Gli storni – dice Moscardini – hanno infestato negli ultimi anni tutta la Regione e ogni giorno si alimentano a discapito dell’agricoltura e della biodiversità del territorio. La priorità, insieme alla caccia in deroga attivata con successo dalla Regione, è l’inserimento dello storno, da parte di Bruxelles, tra le specie cacciabili, e ad oggi questa sembra l’unica soluzione per evitare puntualmente si ripropongano tensioni e conflitti tra chi è a favore e chi è contrario. La Toscana sta facendo pressioni sull’Ue per modificare lo status dello storno. Un percorso che condividiamo».
Secondo Moscardini e Coldiretti, lo storno rappresenta un problema serio in quanto specie fuori controllo. Per quanto riguarda S.Vincenzo, Moscardini definisce il paese costiero “assediato” da questi volatili.
«È impossibile – dice – non evidenziare il gran numero di piccioni presenti in tutta l’area urbana, ma soprattutto nell’ex silos Solvay, nel cimitero comunale e in zone limitrofe». I piccioni a San Vincenzo sarebbero circa 2.500, così come considerevole sarebbe il numero di storni. «Bisogna attivare – sostiene Moscardini – tutti quei sistemi che la normativa consente per ridurne drasticamente la presenza, prendendo in esame anche una forma di abbattimento da concordare con le autorità competenti». E per questo ritiene necessario che il sindaco si attivi.