Faulk's c-50 crow call e cornacchie imbalsamate

Re: Faulk's c-50 crow call e cornacchie imbalsamate

L’antica arte della tassidermia: storia e tecniche dell'imbalsamazione

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L'imbalsamazione o tassidermia è una di tecnica usata, generalmente, per preservare il corpo animale dalla decomposizione. I cacciatori che vogliono esporre i propri trofei di caccia in casa propria, ricorrono a questa pratica molto antica, ma che ancora oggi riscuote un notevole successo.


La civiltà degli Antichi Egizi fu la prima a sviluppare le tecniche di imbalsamazione. Questo popolo riteneva che la conservazione della salma potesse permettere allo spirito del defunto di riappropriarsene (e quindi resuscitare) in epoche successive. La pratica era conosciuta anche tra gli Inca e presso altre popolazioni del Perù, in aree favorevoli dal punto di vista climatico.
Nella civiltà occidentale l'imbalsamazione fu usata specialmente per soldati e guerrieri di alto rango, deceduti lontano da casa ed i cui corpi si voleva preservare al fine di celebrarne le esequie nella madrepatria. I termini imbalsamazione e mummificazione indicano procedimenti analoghi. L'imbalsamazione (dal latino in balsamum) significa "mettere nel balsamo", ossia in una mistura di resine; il processo di mummificazione era analogo: i corpi venivano trattati con unguenti, oli e resine e successivamente avvolti in strati di tessuto anch'essi impregnati di resine.
Una delle sostanze utilizzate nell'Antico Egitto per l'imbalsamazione era il natron o carbonato decaidrato di sodio. Questa sostanza proveniva dalle rive del Nilo in corrispondenza delle pozze d'acqua che si formavano dopo le piene ed evaporavano successivamente sotto l'azione del sole. Si ritiene che gli antichi egizi, vedendo che i cadaveri abbandonati nella sabbia calda del deserto si disidratavano, diventando meno sensibili alla putrefazione, iniziarono una serie di studi dai quali nacque l’imbalsamazione Oggigiorno, l'imbalsamazione è rivolta soprattutto alla preservazione di animali morti, come trofei di caccia o animali ornamentali, ad esempio i fenicotteri, di gran moda in Italia negli anni trenta del secolo scorso. Questi animali venivano impagliati o proprio imbalsamati per poi essere esposti.
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La tassidermia (dal greco: "mettere in ordine" + "la pelle"), ha lo scopo di conservare pellicce o piumaggio dell'animale morto. Non mancano comunque utilizzi della tassidermia riservata agli esseri umani, come nel caso del fondatore dell’Unione Sovietica Lenin, il quale fi imbalsamto ed esposto al pubblico. La moderna imbalsamazione conobbe una nuova spinta ed innovazione grazie alla scoperta della formaldeide, ad opera del chimico August Wilhelm von Hofmann (1867). Questa sostanza, poi sviluppata nella formalina, andò a sostituire l'allora usato arsenico.
Successivamente l'immersione in liquidi battericidi, alcune sostanze generate dalla formaldeide vengono immesse nel cadavere attraverso dei macchinari, i quali ne riempiono l'intero sistema vascolare e parte di quello linfatico. Per evitare il rigor mortis, i tendini degli arti vengono tagliati, mentre le palpebre vengono cucite per consentire che l'occhio resti chiuso (alcune tecniche vedono l’esportazione dell'occhio e sostituito da globi metallici). Anche la bocca viene cucita per le labbra, ma solo dopo l'otturazione di tutte le aperture del corpo con ovatta medicata. Tutte le chiusure sono poi sigillate con prodotti derivati siliconici, per prevenire la fuoriuscita di liquidi.
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Vediamo in dettaglio la tecnica
Se le penne o il pelo dell'esemplare sono macchiati di sangue è necessario pulirli prima di rimuovere la pelle. La rimozione del corpo interno avviene tramite un'incisione della pelle sufficiente a farlo passare ed avviene lungo la linea mediana che va dalla regione toracica all'area genitale. La pelle di uccelli e mammiferi è rivestita internamente da strati di grasso i quali devono essere immediatamente rimossi, al fine di evitare una successiva caduta del piumaggio o del pelo. La pelle viene poi trattata per preservarla dai processi putrefattivi e per mantenerla elastica
Avendo rimosso il corpo, viene in seguito eseguita una copia utilizzando materiale di imbottitura. In passato si usava cotone, stoppa o segatura, mentre oggi con polistirolo o poliuretano espanso si possono ricostruire accurati "manichini da inserire in sostituzione del corpo. Per mettere in posizione la testa, la coda e le zampe, viene utilizzato filo di ferro resistente e plasmabile nelle porzioni di scheletro ancora presenti sulla pelle (cranio, tibia, radio). Terminata questa fase, si passa alla cucitura, la quale verrà nascosta dal pelo o ancor meglio dal piumaggio.
Si passa alla parte forse più complessa di tutta l'operazione di montaggio, ossia ridare la forma dell'animale scegliendo un atteggiamento il più reale e vivace possibile. La pelle va riassestata sul manichino e fissata con filo o pinzette per mantenere la posizione per alcuni giorni, il tempo necessario ad asciugare almeno parzialmente la pelle. Gli occhi, quest’ultimi tinti in vetro accuratamente verniciato, danno all'esemplare un aspetto particolarmente vivace. Terminata la preparazione, il campione è pronto per essere esposto.
Occorrono circa due mesi perché l'esemplare si asciughi completamente, con i prodotti repellenti presenti nella soluzione conciante che andranno a proteggerlo da infestazioni di parassiti. Trascorso questo tempo, occorrerà invece attenersi a poche, ma precise norme per una buona conservazione degli esemplari. Il pericolo maggiore proviene da alcuni insetti che si nutrono di pelo e penne di animali morti e sono i principali responsabili dei maggiori danni alle collezioni museali. È il caso dei famigerati coleotteri Antreni (Anthrenus musaeorum) e Dermestidi (Dermestes vulpinus, D. frischi, ecc.); vi sono poi le dannosissime tignole (Tinea pellionellà) che depongono numerose uova e quindi altrettante larve in grado di distruggere in una stagione diverse decine di chilogrammi di pelo. Esistono prodotti antiparassitari contro questi insetti, ma una naturale pulizia e l’uso di prodotti repellenti come la naftalina, la canfora o il paradiclorobenzolo, eviteranno la possibilità di una infestazione. Altro pericolo per le collezioni sono le muffe, causate da ambienti umidi.
In Italia, al contrario di paesi come l’Olanda che proibiscono la tassidermia, consentono questa pratica, la quale viene disciplinata dalla legge n. 3 del 03 gennaio 1995. Con tale norma si vanno a regolamentare l’attività di tassidermia ed imbalsamazione; ci sembra giusto citare due importanti articoli della legge n.3 del 1995: l’abilitazione a questa attività (art. 3) ed i limiti allo svolgimento dell’attività e l’autorizzazione per il trattamento di alcune specie (art. 5).
La tassidermia o imbalsamazione è una tecnica che consente ai cacciatori di conservare ed esporre le prede in casa propria. Osservare un’esemplare imbalsamato fa sicuramente viaggiare con la mente sia a chi lo osserva, sia soprattutto a che li ha catturato.

Vedi: http://www.migratoria.it/forum/8-ca...394-animali-imbalsamati?highlight=tassidermia
 
per richiamo provate a usare ft3 , tutta un altra storia , l inizio è difficile , ma poi ci parli propio, la differenza che ho notato tra i 2 è sostanziale , col craol 50 le fai venire lo stesso , ma quando sono a un ottantina di metri devi smettere altrimenti girano , con l ft3 riesci modulando il suo a farti rispondere , e proprio in quei casi non smettete di gracchiare , vi verranno sopra come allodole , ma non le sbagliate in quel caso , che quelle furbastre imparano tutto .
 
per richiamo provate a usare ft3 , tutta un altra storia , l inizio è difficile , ma poi ci parli propio, la differenza che ho notato tra i 2 è sostanziale , col craol 50 le fai venire lo stesso , ma quando sono a un ottantina di metri devi smettere altrimenti girano , con l ft3 riesci modulando il suo a farti rispondere , e proprio in quei casi non smettete di gracchiare , vi verranno sopra come allodole , ma non le sbagliate in quel caso , che quelle furbastre imparano tutto .
Imparano e chiacchierano con le altre![thumbsup.gif]
 
Re: Faulk's c-50 crow call e cornacchie imbalsamate

Ciao cappu il faulk's 50 è un buon richiamo, l'abbiamo utilizzato la scorsa stagione e ha dato dei buoni risultati; per le cornacchie invece ti consiglierei degli stampi in plastica (più economici rispetto a quelli in penna) in quanto, per imbalsamare, non basta alcool e cotone ma ci sono determinati passaggi e sostanze che solo un esperto tassidermista può utilizzare.
 
la pelle non viene spalmata con pomata arsenicale, giusto?
perche no ?

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Per poter imbalsamare gli uccelli e i mammiferi bisogna essere tassidermisti autorizzati (quindi aver fatto un'esame). Per imbalsamare un animale bisogna togliere corpo, carne ed ossa ad eccezione del cranio (svuotato) e delle ossa delle ali e delle zampe. La pelle va poi conciata e rimontata su un corpetto fatto con materiale vario (io uso paglia di legna). I bollini sono necessari per tutti gli uccelli non cacciabili in italia, mentre per stampi di uccelli cacciabili non serve.
Di certo l'uso di stampi in penna ha una resa diversa rispetto a quelli in plastica....
IL BOLLINO IN CERTE REGIONI SERVE E COME .CERCHIAMO DI DARE INFORMATIVE CORRETTE . ATTENZIONE LA MANCANZA DEL BOLLINO IN ALCUNI CASI PUO ESSERE ANCHE PENALE

- - - Aggiornato - - -

GLI UCCELLI HO TUTTO CIO CHE SIA PENNA NON RICHIEDE CONCIATURA
 
IL BOLLINO IN CERTE REGIONI SERVE E COME .CERCHIAMO DI DARE INFORMATIVE CORRETTE . ATTENZIONE LA MANCANZA DEL BOLLINO IN ALCUNI CASI PUO ESSERE ANCHE PENALE

CONFERMO
in toscana con un animale impagliato o stampo di penna di origini sconosciute ti strappano il c... porto d'armi! occhio!!!
 
Re: Faulk's c-50 crow call e cornacchie imbalsamate

L’antica arte della tassidermia: storia e tecniche dell'imbalsamazione

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L'imbalsamazione o tassidermia è una di tecnica usata, generalmente, per preservare il corpo animale dalla decomposizione. I cacciatori che vogliono esporre i propri trofei di caccia in casa propria, ricorrono a questa pratica molto antica, ma che ancora oggi riscuote un notevole successo.


La civiltà degli Antichi Egizi fu la prima a sviluppare le tecniche di imbalsamazione. Questo popolo riteneva che la conservazione della salma potesse permettere allo spirito del defunto di riappropriarsene (e quindi resuscitare) in epoche successive. La pratica era conosciuta anche tra gli Inca e presso altre popolazioni del Perù, in aree favorevoli dal punto di vista climatico.
Nella civiltà occidentale l'imbalsamazione fu usata specialmente per soldati e guerrieri di alto rango, deceduti lontano da casa ed i cui corpi si voleva preservare al fine di celebrarne le esequie nella madrepatria. I termini imbalsamazione e mummificazione indicano procedimenti analoghi. L'imbalsamazione (dal latino in balsamum) significa "mettere nel balsamo", ossia in una mistura di resine; il processo di mummificazione era analogo: i corpi venivano trattati con unguenti, oli e resine e successivamente avvolti in strati di tessuto anch'essi impregnati di resine.
Una delle sostanze utilizzate nell'Antico Egitto per l'imbalsamazione era il natron o carbonato decaidrato di sodio. Questa sostanza proveniva dalle rive del Nilo in corrispondenza delle pozze d'acqua che si formavano dopo le piene ed evaporavano successivamente sotto l'azione del sole. Si ritiene che gli antichi egizi, vedendo che i cadaveri abbandonati nella sabbia calda del deserto si disidratavano, diventando meno sensibili alla putrefazione, iniziarono una serie di studi dai quali nacque l’imbalsamazione Oggigiorno, l'imbalsamazione è rivolta soprattutto alla preservazione di animali morti, come trofei di caccia o animali ornamentali, ad esempio i fenicotteri, di gran moda in Italia negli anni trenta del secolo scorso. Questi animali venivano impagliati o proprio imbalsamati per poi essere esposti.
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La tassidermia (dal greco: "mettere in ordine" + "la pelle"), ha lo scopo di conservare pellicce o piumaggio dell'animale morto. Non mancano comunque utilizzi della tassidermia riservata agli esseri umani, come nel caso del fondatore dell’Unione Sovietica Lenin, il quale fi imbalsamto ed esposto al pubblico. La moderna imbalsamazione conobbe una nuova spinta ed innovazione grazie alla scoperta della formaldeide, ad opera del chimico August Wilhelm von Hofmann (1867). Questa sostanza, poi sviluppata nella formalina, andò a sostituire l'allora usato arsenico.
Successivamente l'immersione in liquidi battericidi, alcune sostanze generate dalla formaldeide vengono immesse nel cadavere attraverso dei macchinari, i quali ne riempiono l'intero sistema vascolare e parte di quello linfatico. Per evitare il rigor mortis, i tendini degli arti vengono tagliati, mentre le palpebre vengono cucite per consentire che l'occhio resti chiuso (alcune tecniche vedono l’esportazione dell'occhio e sostituito da globi metallici). Anche la bocca viene cucita per le labbra, ma solo dopo l'otturazione di tutte le aperture del corpo con ovatta medicata. Tutte le chiusure sono poi sigillate con prodotti derivati siliconici, per prevenire la fuoriuscita di liquidi.
capriolo.jpg
Vediamo in dettaglio la tecnica
Se le penne o il pelo dell'esemplare sono macchiati di sangue è necessario pulirli prima di rimuovere la pelle. La rimozione del corpo interno avviene tramite un'incisione della pelle sufficiente a farlo passare ed avviene lungo la linea mediana che va dalla regione toracica all'area genitale. La pelle di uccelli e mammiferi è rivestita internamente da strati di grasso i quali devono essere immediatamente rimossi, al fine di evitare una successiva caduta del piumaggio o del pelo. La pelle viene poi trattata per preservarla dai processi putrefattivi e per mantenerla elastica
Avendo rimosso il corpo, viene in seguito eseguita una copia utilizzando materiale di imbottitura. In passato si usava cotone, stoppa o segatura, mentre oggi con polistirolo o poliuretano espanso si possono ricostruire accurati "manichini da inserire in sostituzione del corpo. Per mettere in posizione la testa, la coda e le zampe, viene utilizzato filo di ferro resistente e plasmabile nelle porzioni di scheletro ancora presenti sulla pelle (cranio, tibia, radio). Terminata questa fase, si passa alla cucitura, la quale verrà nascosta dal pelo o ancor meglio dal piumaggio.
Si passa alla parte forse più complessa di tutta l'operazione di montaggio, ossia ridare la forma dell'animale scegliendo un atteggiamento il più reale e vivace possibile. La pelle va riassestata sul manichino e fissata con filo o pinzette per mantenere la posizione per alcuni giorni, il tempo necessario ad asciugare almeno parzialmente la pelle. Gli occhi, quest’ultimi tinti in vetro accuratamente verniciato, danno all'esemplare un aspetto particolarmente vivace. Terminata la preparazione, il campione è pronto per essere esposto.
Occorrono circa due mesi perché l'esemplare si asciughi completamente, con i prodotti repellenti presenti nella soluzione conciante che andranno a proteggerlo da infestazioni di parassiti. Trascorso questo tempo, occorrerà invece attenersi a poche, ma precise norme per una buona conservazione degli esemplari. Il pericolo maggiore proviene da alcuni insetti che si nutrono di pelo e penne di animali morti e sono i principali responsabili dei maggiori danni alle collezioni museali. È il caso dei famigerati coleotteri Antreni (Anthrenus musaeorum) e Dermestidi (Dermestes vulpinus, D. frischi, ecc.); vi sono poi le dannosissime tignole (Tinea pellionellà) che depongono numerose uova e quindi altrettante larve in grado di distruggere in una stagione diverse decine di chilogrammi di pelo. Esistono prodotti antiparassitari contro questi insetti, ma una naturale pulizia e l’uso di prodotti repellenti come la naftalina, la canfora o il paradiclorobenzolo, eviteranno la possibilità di una infestazione. Altro pericolo per le collezioni sono le muffe, causate da ambienti umidi.
In Italia, al contrario di paesi come l’Olanda che proibiscono la tassidermia, consentono questa pratica, la quale viene disciplinata dalla legge n. 3 del 03 gennaio 1995. Con tale norma si vanno a regolamentare l’attività di tassidermia ed imbalsamazione; ci sembra giusto citare due importanti articoli della legge n.3 del 1995: l’abilitazione a questa attività (art. 3) ed i limiti allo svolgimento dell’attività e l’autorizzazione per il trattamento di alcune specie (art. 5).
La tassidermia o imbalsamazione è una tecnica che consente ai cacciatori di conservare ed esporre le prede in casa propria. Osservare un’esemplare imbalsamato fa sicuramente viaggiare con la mente sia a chi lo osserva, sia soprattutto a che li ha catturato.

Vedi: http://www.migratoria.it/forum/8-ca...394-animali-imbalsamati?highlight=tassidermia

Ti ringrazio! xo missa che il procedimento è un pò complicato! opterò per quelle surgelate finchè nn si scongelano!

--- AGGIUNTA AL POST ---

Ciao cappu il faulk's 50 è un buon richiamo, l'abbiamo utilizzato la scorsa stagione e ha dato dei buoni risultati; per le cornacchie invece ti consiglierei degli stampi in plastica (più economici rispetto a quelli in penna) in quanto, per imbalsamare, non basta alcool e cotone ma ci sono determinati passaggi e sostanze che solo un esperto tassidermista può utilizzare.

Grazie per il consiglio! Ho notato che se nn sono disturbate vengono anche solo col richiamo ma sicuramente una tesa di stampi completa l'opera al meglio! per quanto riguarda l'imbalsamazione utilizzerò allora cornacchie surgelate che per un pò di uscite fanno il loro sporco lavoro :)
 
Per poter imbalsamare gli uccelli e i mammiferi bisogna essere tassidermisti autorizzati (quindi aver fatto un'esame). Per imbalsamare un animale bisogna togliere corpo, carne ed ossa ad eccezione del cranio (svuotato) e delle ossa delle ali e delle zampe. La pelle va poi conciata e rimontata su un corpetto fatto con materiale vario (io uso paglia di legna). I bollini sono necessari per tutti gli uccelli non cacciabili in italia, mentre per stampi di uccelli cacciabili non serve.
Di certo l'uso di stampi in penna ha una resa diversa rispetto a quelli in plastica....
 

cappu

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ciao a tutti i cornacchiari!!
viv volevo chiedere se avete esperienze in merito a questo richiamo che ho provato l'altra volta mentre facevo una passeggiata nel bosco ( e devo dire che se ti nascondi bene mi arrivavano in testa) e poi vi volevo chiedere un'altra cosa.... le cornacchie si possono imbalsamare in casa( fai-da-te)? e se si in che modo? avevo parlato con un signore che mi sembra le svuotasse e le riempiva di cotone imbevuto con alcool? sapete niente??
ciao a tutti!!
 
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