Stato
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Prima quaglia sentita martedì mattina presto poi sparita, è già il secondo anno che non le sento più 😞
 
Dopo diverse giornate (e nottate) di vento forte, a tratti violento, da N. e temperatura freschetta finalmente i venti meridionali prendono il sopravvento già da ieri sera e così stamattina decido di fare un altro tentativo col cucciolone (credo uno degli ultimi perché i forasacchi ormai sono pronti a colpire e l' erba cresce a vista d' occhio).
Trovo quattro quaglie: una singola, una coppia e di nuovo una singola: solo la prima appena "avvertita" dal bianco-arancio mentre le altre involate al mio passaggio, nonostante il cane non fosse lontano...quasi le calpestavo !
Oggi, finalmente, cantano e credo che nel campo ce ne fossero delle altre ma la vegetazione davvero fitta, alta e bagnata dalla guazza, complica molto il lavoro del cane; inoltre i voli sono stati stranamente lunghi.
Bella mattinata di primavera a contatto con la natura: come colonna sonora il verso il delle upupe (ne vedo diverse), come paesaggio i verdi prati di primavera ed un vento leggero. Vedo pure un rigogolo ma nessuna tortora.
Buon fine settimana a tutti.
 
Uscire i cani adesso è un rischio molto elevato, oltre a stare con l' ansia, due anni fa' un forasacco si ficco' nella congiuntiva dell' occhio dx, e non era ancora periodo parliamo di fine aprile, le madonne per tirarlo fuori che non vi dico, con il cane che non stava fermo e il forasacco che si accorciata sempre di piu' , ad un mio conoscente ne entro' uno nell' orecchio e fece pus alla base del collo con un bel meloncino di pus ,venne operato alla modica cifra di 400€, nella peggiore delle ipotesi si ha la morte o paralisi degli arti. OCCHIO se ne parla nelle fresche mattinate di fine agosto per allenarli e stare tranquilli.
 
Riccardo, non credo affatto che il "grosso" sia passato, anzi ! Nel Lazio le date cruciali sono sempre state le prime due decadi di maggio.
Dico, a scanso di equivoci, che non ho mai praticato cacce primaverili (ovviamente, per requisiti anagrafici) né sono stato mai sulla costa ad osservare le giornate di passo. Ho, tuttavia, letto molto a tale proposito poiché molti autori di cose venatorie dell'ambiente romano hanno scritto pagine "storiche" sui loro testi in merito al passo delle quaglie e sulla loro caccia attiva.
Ho i libri del marchese Franco Sacchetti ( Ricordi di caccia ), Tito Pagliari ( Vecchi cacciatori ), Nino Cantalamessa ( Cacciatori si diventa ), Pietro Chilanti ( Un fucile e una capanna ), Alberto Noghera ( Dal mio diario di caccia ) e , non ultimo, il testo di Giacomo Cretti ( Emozioni di caccia ) che, oltre a dare indicazioni su questa che era una vera caccia romana, molto sentita, ha fatto un "summa" di tutti i volumi descritti prima. Anche il libro scientifico "Migratori Alati" di Mario Rotondi raccoglie i suoi studi di oltre un ventennio di catture del selvatico in oggetto nell'osservatorio naturalistico di Pratica di Mare (anni 50 e 60 del vecchio secolo).
Libri speciali che, ovviamente, hanno il sapore di cacce "antiche" ma che al lettore di oggi non possono non trasmettere un fascino incondizionato né non far desiderare di poter esserci stato.
Le riserve dei nobili aprivano a questa caccia al 20/25 aprile per chiudere alla fine di maggio. Le forme di caccia esercitate dai nembrotti si distinguevano in quelladi attesa : gli "stampini" si appostavano sull'arenile a pochi metri dalla battigia nascosti dietro un piccolo riparo; o con il cane nei campi coltivati retrodunali e comunque entro due chilometri dalla riva del mare. Sogno di ogni cacciatore romano era quello di fare lo "sballo" ossia di raggiungere il carniere di almeno cento quaglie nell'ambito della giornata di caccia
Ogni autore ha descritto l'enorme fermento dei cacciatori dell'epoca, in quelle settimane, nel darsi da fare per l'esercizio di quella tradizione.
Automobili, poche, carretti (dei lattaroli), carrozze, cavalli e i treni erano i mezzi utilizzati per raggiungere le spiagge da Roma e dintorni.
Il telegrafo, negli anni 30 e 40, permetteva di far giungere notizie alla casa reale dove ogni mattina veniva stilato un "bollettino" sullo stato di migrazione delle quaglie; negli anni 50 tutto veniva, invece, riportato da una radio regionale ed infine, un numero telefonico a tre cifre, diramava quotidianamente la situazione del passo: " Civitavecchia assenti, Ostia qualcuna abbondante , Nettuno buon volo, e così a seguire."
Giornate ideali tra gli ultimi di aprile fino almeno al venti maggio; vento gradito, per "l'atterraggio" delle piccole coturne sulle spiagge laziali, il levante ( da qui il proverbio: levante quaglie tante, ponente quaglie niente ).
Scusate per la piccola digressione rispetto al tema centrale che è il passo al giorno d'oggi e le poche possibilità che ancora abbiamo (solo osservandolo) di incontrare questo selvatico ma resta pur sempre essenziale fare qualche percorso a ritroso al fine di dare qualche altro contributo anche alle attuali "esigenze" che sono quelle di creare qualche opportunità in più per i nostri cani.
Auguro a tutti un buon fine settimana.​
 
Dalle notizie che circolano l’annata dovrebbe essere nn dico buona, ma almeno decente!
Se parliamo della sicilia il grosso o quasi tutto il passo può considerarsi finito
Qui in Campania nn credo affatto ancor di più chi è nell’interno della regione
Detto questo, in montagna ancora nn sono arrivate
il periodo buono inizia da ora in vanti fino ai primi di giugno, anche perché se nn tagliano l’erba sul mare le quaglie difficilmente si
muoveranno in buon numero per andare a covare sugli altopiani

saluti Antonio
 
Riccardo, non credo affatto che il "grosso" sia passato, anzi ! Nel Lazio le date cruciali sono sempre state le prime due decadi di maggio.
Dico, a scanso di equivoci, che non ho mai praticato cacce primaverili (ovviamente, per requisiti anagrafici) né sono stato mai sulla costa ad osservare le giornate di passo. Ho, tuttavia, letto molto a tale proposito poiché molti autori di cose venatorie dell'ambiente romano hanno scritto pagine "storiche" sui loro testi in merito al passo delle quaglie e sulla loro caccia attiva.
Ho i libri del marchese Franco Sacchetti ( Ricordi di caccia ), Tito Pagliari ( Vecchi cacciatori ), Nino Cantalamessa ( Cacciatori si diventa ), Pietro Chilanti ( Un fucile e una capanna ), Alberto Noghera ( Dal mio diario di caccia ) e , non ultimo, il testo di Giacomo Cretti ( Emozioni di caccia ) che, oltre a dare indicazioni su questa che era una vera caccia romana, molto sentita, ha fatto un "summa" di tutti i volumi descritti prima. Anche il libro scientifico "Migratori Alati" di Mario Rotondi raccoglie i suoi studi di oltre un ventennio di catture del selvatico in oggetto nell'osservatorio naturalistico di Pratica di Mare (anni 50 e 60 del vecchio secolo).
Libri speciali che, ovviamente, hanno il sapore di cacce "antiche" ma che al lettore di oggi non possono non trasmettere un fascino incondizionato né non far desiderare di poter esserci stato.
Le riserve dei nobili aprivano a questa caccia al 20/25 aprile per chiudere alla fine di maggio. Le forme di caccia esercitate dai nembrotti si distinguevano in quelladi attesa : gli "stampini" si appostavano sull'arenile a pochi metri dalla battigia nascosti dietro un piccolo riparo; o con il cane nei campi coltivati retrodunali e comunque entro due chilometri dalla riva del mare. Sogno di ogni cacciatore romano era quello di fare lo "sballo" ossia di raggiungere il carniere di almeno cento quaglie nell'ambito della giornata di caccia
Ogni autore ha descritto l'enorme fermento dei cacciatori dell'epoca, in quelle settimane, nel darsi da fare per l'esercizio di quella tradizione.
Automobili, poche, carretti (dei lattaroli), carrozze, cavalli e i treni erano i mezzi utilizzati per raggiungere le spiagge da Roma e dintorni.
Il telegrafo, negli anni 30 e 40, permetteva di far giungere notizie alla casa reale dove ogni mattina veniva stilato un "bollettino" sullo stato di migrazione delle quaglie; negli anni 50 tutto veniva, invece, riportato da una radio regionale ed infine, un numero telefonico a tre cifre, diramava quotidianamente la situazione del passo: " Civitavecchia assenti, Ostia qualcuna abbondante , Nettuno buon volo, e così a seguire."
Giornate ideali tra gli ultimi di aprile fino almeno al venti maggio; vento gradito, per "l'atterraggio" delle piccole coturne sulle spiagge laziali, il levante ( da qui il proverbio: levante quaglie tante, ponente quaglie niente ).
Scusate per la piccola digressione rispetto al tema centrale che è il passo al giorno d'oggi e le poche possibilità che ancora abbiamo (solo osservandolo) di incontrare questo selvatico ma resta pur sempre essenziale fare qualche percorso a ritroso al fine di dare qualche altro contributo anche alle attuali "esigenze" che sono quelle di creare qualche opportunità in più per i nostri cani.
Auguro a tutti un buon fine settimana.​

Carissimo Giuseppe, ho vissuto quelle giornate quando ancora nel "vecchio secolo" la primaverile era consentita. Prima senza porto d'armi (per la giovane età) accompagnando mio cognato e poi finalmente con il mio schioppo, sento ancora il profumo che saliva dai campi coltivati a piselli e fave, niente veleni tutto curato allo stato naturale, solo stallatico. Dimenticavo, ho compiuto da poco 77 anni e ho avuto la Fortuna di vivere la caccia a 360 gradi. Voglio darmi un vanto, mai prelevato più del necessario e credetemi spesso si era in condizione di fare il "botto".
Un caloroso abbraccio a tutti voi.
piero
 
Giuseppe purtroppo spero di sbagliarmi e che il passo debba ancora riservare giornate generose, ma ribadisco che secondo il mio parere il grosso del passo è ben che passato, anzi dirò di più. Quest'anno le quaglie sono passate specialmente anche nei giorni con brutto tempo, una serie di mattinate a 2 cifre di incontri per poi scemare pian piano. Anni indietro sicuramente ciò che era scritto sui libri era la realtà dell'epoca, ma con il cambiare delle stagioni, della temperatura e soprattutto l'evoluzione della specie, anche loro hanno modificato i loro comportamenti e rotte di migrazione. Detto questo ti lascio una stretta di mano e spero di sbagliarmi e che il meglio debba ancora passare 😀
 
Qualche giorno fa durante una passeggiata in campagna si alzò una coppia di quaglie.
Dopo le abbondanti piogge dei precedenti giorni esco a fare un giro con il cane e non ho trovato nulla.
SI è sentita qualche upupa e rigogolo.
Parliamo del Gargano,agro Monte Sant'Angelo.
Può essere che nella pianura del Foggiano qualcosa c'è già
 
In basso non si può mettere neanche un piede x i forasacchi in alto dato le ultime stagioni hanno preso piede pure la a macchia è non se ne parla neanche, sono rimaste le falde scoscese tipo zone di capre piene di lisare che è un'avventura soprattutto per noi
 
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