Io la butto lì la mia teoria, anche se, come diceva un carissimo compagno, " solo i tordi sanno ".
Quando ho cominciato a frequentare le campagne del basso Salento nei primi anni 90 e sino a pochissimi anni fà, tanti erano i forestieri che battevano quelle zone e molti a rastrellare da mane a sera. Tutto il territorio era bacino incredibile di quantità impensabile di tordi. Ricordo i locali ugentini adirati con le frequentazioni brindisine. Gli olivi rigogliosi di frutti raccolti a terra lasciavano pasture sino alla chiusura della caccia. Ricordo anche su queste pagine utenti che definivano la Puglia la mamma dei tordi ed il Salento con l'affaccio su 2 mari il loro paradiso.
Purtroppo da circa un lustro la xylella ha devastato quel territorio polmone dei migratori che trovavano nelle immense distese dei secolari ulivi ricovero e cib
gni condizione climatica avversa sugli appenini calabresi o nei balcani portava nuovi tordi. La migrazione autunnale poteva interessare maggiormente anche le zone a nord del tacco in una rotta che comunque aveva come tappa di svernamento l'immenso territorio coltivato delle province di Lecce Taranto e Brindisi.
La passata stagione, è stata positiva,ma a macchia di leopardo con presenze anche abbondanti, ma in molte altre zone il deserto. L'abbandono degli oliveti ha favorito l'espansione di sporchi e macchie con pasture appetibili, ma mai come le ghiotte olive e sempre a zone alterne. Mentre L'oliveto garantisce comunque presenza di pasture costanti, la macchia, lo sporco potrebbe non fermare sempre uccelli che causa siccità troverebbero scarsità di cibo a differenza dei coltivati irrigati artificialmente. Ora dopo anni di situazione disastrosa per gli olivi, forse i nostri amici alati puntano per lo svernamento direttamente le coste nord africane e lo fanno probabilmente scartando a anche i territori ai confini con quello che fu il paradiso dei tordi.
Solo chi frequenta il Salento sà quale è la condizione delle campagne diventate da polmone verde a distesa infinita per centinaia di km di tronchi secchi.
Sinceramente se fossi un tordo, ci sarebbe più probabilità di morir di fame che di piombo