Leggendo alcuni post di questi ultimi gg più che post di caccia sembrano trattati di fisica, metereologia, chimica, psicologia -del tordo- etc etc. Nei miei decenni di caccia cacciata mi sono sempre rifatto a poche semplici regole per programmare la stagione venatoria, in quanto ritengo che il bello della caccia sia anche scoperta, sorpresa, libertà ed imprevedibilità: da metà settembre a tutto ottobre c'è il ripasso della quaglia, dalla prima decade di ottobre inizia la migrazione di tordi e colombacci, dopo il 15 quella delle allodole, dai primi di novembre beccacce e sasselli. L'unica variabile che ho sempre considerato è il vento, spingendomi sulle coste tirreniche se di tramontana, in abruzzo se prevalente quello di scirocco. E così ho fatto anche quest'ultime settimane dividendo le uscite tra piane viterbesi ed abruzzesi alla ricerca di quello splendido migratore che è la quaglia che mi ha regalato 4/5 giornate da urlo, veramente indimenticabili (arrotondate anche da tre lepri ed un fagiano), mentre domenica e lunedi, complice un tempo veramente infame, sono ritornato alla normalità di pochi incontri difficili e sudati, in cui cmq la tigna e costanza di macchia mi ha permesso di fare\avvicinare la quota consentita. Per tornare agli altri migratori nel mio "perenne" vagare visto qualche tordo alle stelle -frattoni ancora vuoti-, tanto cellettame vario -specie sabato-, una ottima presenza di colombi quasi ovunque anche a gruppetti di 7/8, mentre ancora vuote sono le piane viterbesi ed abruzzesi di allodole selvatico cui dedicherò alcune delle prossime uscite di ottobre e novembre. Potendolo fare e come mai in passato sono riuscito ad uscire sempre e cmq in questi primi giorni della stagione venatoria 2021 ed è questa l'unica regola certa ed veramente efficace nella caccia.