Scusate, mi inserisco brevemente sui ragionamenti del buon Arturo che, per propria esperienza e per aver , evidentemente, letto dei testi e studi ci indica delle novità o interessanti notizie da sovrapporre ad altri studi e approfondimenti di altri ornitologi e tecnici che nel passato ma anche in tempi recentissimi hanno delineato uno stato generale dell'andamento delle linee di migrazione degli uccelli silvani (tordo in primis) e gli atteggiamenti della specie nel periodo migratorio.
La virtù che gli ornitologi, rimasti sul "pezzo" per tanti anni e con strumenti tutt'ora in utilizzo, hanno maturato è che pur assegnando con una certa approssimazione, corrispondente agli esiti dei loro studi , hanno contemporaneamente posto l'accento che su un fenomeno di così vasta portata (quello della migrazione) e persino sempre in fase di approfondimento e aggiornamento non si possono trarre conclusioni definitive né tanto meno certe.
Non mi persuade affatto la teoria dei "gradi" di svolta verso il nord-est da certi punti della costa né e ancora meno della marcia a ritroso degli uccelli che, una volta valicato l'appennino ripiegherebbero (osservando circa gli stessi gradi di angolo di migrazione), seppure in minima parte, sul percorso appena compiuto (se ho osservato correttamente le cartine pubblicate da Arturo stesso qualche giorno fa) poche ore prima; perplessità anche sulla questione delle ore di volo immaginando che l'animale riesca sempre a mantenere lo a stessa velocità durante il passo con venti diversi, pressioni barometriche che possono cambiare nell'arco di poche chilometri e fattori fisici che impongono agli uccelli soste o atteggiamenti di pastura certamente non programmati dai volatili stessi.
Forse proprio nella sua semplicità cozza la passione dell'uomo di voler necessariamente "incasellare" e avere sott'occhio lo stato di tutto quanto lo circonda.
La migrazione diventa affare complesso solo se ammettiamo idee e contenuti non tanto che questi siano rivoluzionari quanto che siano definitivamente schematizzati e dimostrabili come fatti matematici e assoluti. Non dovrebbe essere così; l'unico teorema possibile sta proprio nel dimostrare che le osservazioni e analisi necessitano di una buona dose di alea, di modifica del fatto che non ci si può impossessare di un argomento affatto scontato e in gran parte ancora irreperibile all'uomo. Se la tecnologia ci ha aiutati e continuerà sempre meglio a farlo, lo stesso non si può dire del fatto che la stessa possa essere organizzata con lo stesso risultato in tantissimi punti contemporaneamente.
Un esempio che per tanti anni ha funzionato è stato quello di dimostrare che le fasi lunari influenzavano fortemente la migrazione dell'avifauna, cosa messa poi in dubbio negli ultimi decenni e mai certificata in nessuno studio di ricerca. Non volendo abusare oltremodo della pazienza di tritex né di chi ha avuto la sventura di leggere da capo a piedi questo commento, dico che quoto Antonio, alias totonno, nella teoria più acclarata inone degli uccelli (o più semplice a dirsi ?) ossia che nulla funziona in modo assoluto in relazione a numeri e fatti "geometrici". Scientemente, in modo generale sono riconosciute tesi che trovo valide da tanti anni e ho già riportato. Vale tantissimo lo sforzo di Arturo che apporta certamente novità e punti sui quali discutere e confrontarsi. Un abbraccio a tutti.