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Ieri pomeriggio ho notato che una tortora ("mourning dove," tortorella americana grande la meta' delle vostre africanelle o di quelle dal collare) era entrata in uno dei recinti delle galline (ho tre pollai) ed era rimasta intrappoalata. Quando, dopo essersi rimpinzate di granaglie, cercano di uscire non trovano piu' il pertugio dal quale erano entrate (i recinti sono coperti da rete metallica, troppi falchi, gufi, e anche qualche aquila) si spaventano, e perdono la ragione, insistendo a cercare di attraversare la rete dove non c'e' nessuna apertura. Quando e' cosi' bisogna aspettare fino a buio, poi andare nel recinto con una torcia elettrica molto potente ed un retino a manico lungo, e acchiapparle col retino dopo averle abbagliate ed immobilizzate. Quando a buio fatto sono andato a chiudere le casette dei polli, ho notato che non c'era piu' una tortora, ma ce ne erano tre. Mentre mi avvicinavo per acchiapparlle non ho visto una buca (le dannatissime galline ne scavano una nuova ogni giorno, ci ho messo un piede dentro e sono caduto in avanti, sbattendo la capoccia contro un palo di sostegno del tetto di rete metallica. Siccome portavo pantaloncini corti da ginnastica, mi sono fatto delle stupende abrasioni alle ginocchia, che poi erano ben coperte di terriccio mischiato con feci di gallina. Vabbe', ho continuato il compito, ed una ad una ho acchiappato e rilasciato le tortorelle fuori del rrecinto. Poi sono andato a casa, mi sono lavato bene e disinfettato le ginocchia e le gambe, e via. Poverelle, avevan la faccia insanguinata intorno alla radice del becco per aver cercato di spingersi attraverso la rete metallica.
Vorrei tanto sapere con che coraggio gli animalari affermano che noi cacciatori non amiamo gli animali che cacciamo. A Settembre forse una di quelle tortore cadra' sotto il mio piombo, ma cio' avverra' in maniera legale, e soprattutto etica. Le tortore qui sono una risorsa rinnovabile, e la scienza ornitologica ha dimostrato che sia che vengan caccaiate o no, i loro numeri rimangono alti e la durata della loro vita piu' o meno la stessa, limitata dalla predazione animale, fattori metereologici, incidenti, malattie, mancanza di nutrizione adeguata. Come con tutte le altre specia animali, pero', cio' che le mette maggiormente in pericolo d'astinzione non e' la caccia sportiva, ma quella (se esiste) commerciale, e soprattutto la distruzione dell'habitat. E gli animalari che ci attaccano continuamente poi non esiteranno a farsi costruire una villa nel mezzo dell'habitat naturale, dove luce, rumore, disboscamento, ecc. daranno lo sfratto a tante specie animali.
 
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