Mi ero perso questa discussione....
Allora provo a dare un piccolo contributo: prima cosa confermo totalmente lo scritto di Fabio al #19, io vedo il passo da più di trent'anni sulla costa livornese/pisana e la situazione è esattamente la stessa.
Negli anni vediamo infatti in generale meno tordi perchè i venti da N NE E son sempre meno frequenti nel periodo della migrazione (cambiamento climatico? boh!). Giornate buone si hanno anche con lo scirocco SE, ma per mia esperienza, solo dopo che "il passo ha rotto", la prima giornata di entratura non avviene mai con lo scirocco ma coi "venti alla terra".
Lo studio sui tordi della costa tedesca che, se prendono il mare fanno più sosta prima di partire (quindi fanno il pieno di cibo) rispetto a quelli che prendono la via lungo la costa è incredibile! Quante cose sui nostri amati migratori non sappiamo!!!!
Altre due considerazioni, Tritex, dici che hai avuto i piccioni viaggiatori, perchè non ti convince il fatto che i migratori possano volare col vento forte di coda? Ai meravigliosi tempi in cui mi dilettavo con la colombofilia, nelle gare o allenamenti dove c'erano venti forti al cul@ i piccioni rientravano facendo medie impressionanti! Magari è anche vero che un colombo viaggiatore ed un tordo non sono la stessa cosa.....
A proposito, lo sapete che i piccioni viaggiatori, che rientrano a casa propria anche da 1000km, si orientano moltissimo anche con l'olfatto?
E poi una considerazione sul fotoperiodo. Vero è che non è che una condizione di "eccitamento" che dice al migratore "ci siamo, quando vuoi puoi partire", nessun dubbio. Però secondo me influisce e molto sulla partenza, se no non si spiegherebbero l'apparire magicamente dei nostri volatori "col tempo avverso"
Tritex, se nascevi tra gli antichi romani, saresti stato uno di quegli àuguri che dal volo degli uccelli leggevano il volere degli dei!


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Forse ho scritto male io o magari ti è sfuggita qualcosa della discussione.
Certamente Colombi e Piccioni viaggiatori volano col vento in coda però loro hanno i mezzi per poterlo fare e lo vediamo nel mese di Ottobre quando i Colombacci passano con venti da Nord anche sostenuti ,hanno un battito di ali continuo e possono mantenerlo per molte ore durante la migrazione e sicuramente riescono ad ottenere un rapporto carburante/ ore di volo e anche velocità migliore dei passeriformi ,quando alcuni branchi che hanno più ore di volo rispetto ad altri andranno in "riserva" come nel caso della costa Tirrenica, ripiegheranno verso la costa/interno.
I passeriformi invece hanno un tipo di volo "intermittente" era questo il motivo per cui ero un po' scettico sui venti di coda, anche perché quasi tutti noi vediamo i Tordi passare nel periodo della migrazione con venti contrari o quasi, e qui ci sarebbe da fare una distinzione tra la migrazione notturna e quella diurna.
In quella notturna al momento dell'involo dallo scalo i venti sono esclusivamente di coda 30°/40° rispetto alla direttrice principale Nord-Est/Sud-Ovest senza questi venti non partono, specialmente prima dell’attraversamento di un lungo tratto di mare, nel nostro caso coste Balcaniche/Adriatico per quanto riguarda le popolazioni provenienti dall’Europa Orientale (4 ore di volo circa per 200 Km medi di mare), per le popolazioni Nord/Orientali si deve fare un discorso a parte per via dell'imponente barriera delle Alpi ,che hanno un’importante “snodo” nella parte Orientale ,anche qui i flussi migratori prenderanno la direzione in base a venti se occidentali verso Sud-Est ,se orientali verso Est attraversamento dell'Italia settentrionale dirigendosi verso la costa Sud occidentale Francese.

Gli studi hanno però dimostrato che vi è comunque un "finestra" che verrà sfruttata anche con venti non favorevoli specialmente se il tempo stringe e bisogna raggiungere i quartieri di svernamento .Questo spiegherebbe i casi che si sono verificati di buone giornate di passo nel mese di Novembre.


A proposito, lo sapete che i piccioni viaggiatori, che rientrano a casa propria anche da 1000km, si orientano moltissimo anche con l'olfatto?

Lo studio dell'Università di Pisa sull'olfatto lo avevo seguito ed è per questo che avevo riempito di escrementi (di piccione)la terrazza ,ti lascio immaginare quanto era contenta la moglie....
Ad essere sincero oggi credo di più alle ricerche con le gabbie di orientamento fatte dagli Svedesi.
L'orientamento negli uccelli migratori è un mix di bussole tra luce polarizzata del sole ,mappe stellari, linee di campo terrestri.
Nei migratori notturni la calibrazione di queste bussole avviene all'alba e al tramonto.
 
Tempo fa lessi che i poli magnetici della terra, e nella fattispecie quello a nord, si stavano spostando. La differenza fra Polo Nord geografico e Polo Nord magnetiico e' aumentata parecchio. Gli scienziati hanno anche detto che e' possibile un'inversione dei poli magnetici, come e' gia' accaduto nel passato preistorico. Mi domando se le variazioni di rotta della migratoria non siano state influenzate da questi cambiamenti nel campo magnetico del pianeta, e che cosa accadra' mai alle migrazioni se davvero i poli si invertissero.
 
Quest’ultimi importanti studi mi aiutano a capire il perché non riuscivo ad interpretare certe rotte/vento della migrazione e chiariscono altri aspetti misteriosi del nostro Turdide a tutti noi e capitato di sentirli zirlare prima all'alba a poi di non vederne nessuno.
Praticamente avviene una fase di transizione (avevo già evidenziato in altri post) tra la migrazione notturna e quella diurna che porta i migratori (specialmente Tordi, e probabilmente Merli e Cesene) in prossimità dell'alba a salire di altitudine e riorientarsi (variando la loro direzione originaria) altre specie di migratori notturni non effettuano questo tipo di variazione e proseguono all'alba nella stessa direzione. Era infatti questo che non comprendevo cioè quando i Tordi passavo dall’utilizzare i venti di coda con quelli frontali.
Gli studi descrivono quando i Radar nel corso delle notti di studio in piena migrazione notturna perdevano le tracce due ore prima dell'alba, questo era dovuto al fatto che gli uccelli scendevano di quota e non venivano rilevati, poi verso l'alba i segnali riapparivano distribuiti uniformemente, chiaramente si trattava delle stesse specie seguite nel corso della notte che risalendo di altitudine stavolta venivano rilevate dal radar, ma non mantenevano più la direzione originaria.
Le tracce radar dello studio sono state rilevate in mare aperto (Isole Shetland) ma il comportamento sarà simile anche sulla terra ferma visto che a 400/800 metri di quota un migratore in piena notte magari senza Luna non può sapere cosa realmente si trova sotto di lui, sicuramente l'abbassamento di quota due ore prima dell’alba serve anche a questo.

Allego file dell'introduzione purtroppo non sono riuscito a scaricare la ricerca completa.
La traduzione è veramente pessima.
 

Allegati

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Li ho seguiti tutti dal primo che hai messo fino a quest'ultimo e pure stampati,quest'ultimo scritto è molto interessante come gli altri del resto che chiude la catena

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Rotte Italiche 1 parte (bozza)

A volte si sente dire: …“andavano contro passo, andavano verso il mare……”(coste Tirreniche e zone interne sino a 60/80 Km).
Veramente quella è la loro direzione naturale! solo magari qualche soggetto perde quota prima di effettuare la virata/inversione.


Ripensando agli studi nelle Isole Shetland.
In effetti un’altra cosa che mi lasciava perplesso sulla misteriosa migrazione del Tordo era la stranezza di come un fronte migratorio (medio) largo circa 10/20 Km e lungo 100/150 Km due/tre ore di passo, potesse apparire così magicamente
dal nulla sulla costa senza essere avvistato in precedenza, e questo può riguardare anche fronti migratori di modeste estensioni.
Gli studi effettuati col radar nelle Isole Shetland più altri studi nelle Baleari, sulle coste Andaluse e su quelle Svedesi hanno fugato gli ultimi dubbi che mi erano rimasti in merito alla migrazione notturna, gli studi delle Shetland un Ornitologo Italiano li aveva riportati solo parzialmente omettendo le parti più interessanti.

Prima di addentrarci nello sviluppo delle rotte Italiche percorse dai Turdidi è necessario innanzitutto accennare alla migrazione “inversa” che vede interessare la nostra Penisola con percentuali molto alte su tutte le coste Tirreniche e Ioniche.

Al riguardo voglio citare un importante passaggio degli studi di B. Bruderer:
“Questo suggerisce che i voli di ritorno osservati sono il risultato di un conflitto motivazionale, l'intenzione originaria degli uccelli è quella di continuare la migrazione su una superficie d'acqua limitata, perché il loro programma notturno/diurno di migrazione e le loro riserve di grasso non prevedono soste, però dopo un periodo sconosciuto di volo sull'acqua e nessuna costa in vista, la loro motivazione diminuisce e li induce alla migrazione inversa”
 
Rotte inverse
Gli studi (Akesson - Karlsson - Walinder - Alerstam 1996) (Bruderer, Liechti 1988 – 1989) hanno dimostrano che la migrazione inversa è un fenomeno diffuso e regolare tra i migranti notturni e diurni.
Per quanto riguarda l’Italia la rotta “inversa” in direzione Nord-Est che si verifica su tutte le coste Mediterranee (isole comprese), esposte a Sud, Sud-Est, Sud-Ovest, è una rotta che potremmo definire di “temporaneo bisogno”.
I Tordi non fanno altro che seguire il normale percorso della rotta Primaverile cioè “puntano” semplicemente il luogo dove sono nati (riflesso istintivo), perché Nord-Est/Sud-Ovest è sempre la loro arteria principale di riferimento, le altre vie secondarie altrettanto importanti per le rotte Autunnali e Primaverili sono: Nord/Sud, Nord-Ovest/Sud-Est, e vengono prese di volta in volta in base a l’orografia dei territori che sorvolano, i venti che si trovano ad affrontare ed alle zone di provenienza ,questo per quanto attiene alla fase “diurna” perché nel caso di migrazione notturna nell’attraversamento della penisola Italica essa sarà sempre la medesima rotta compresa tra 200° e 240°. Gli unici casi in cui si discostano dai tracciati principali (migrazione notturna) ma solo pochi gradi sono dovuti alla presenza di barriere ecologiche di una certa rilevanza, mari, catene montuose, nella fattispecie Alpi e Giura con rotte occidentali tra 240°e 260° nella parte settentrionale e meridionale di esse, e non si può fare a meno di notare come queste siano disposte magistralmente con asse Nord-Est/Sud-Ovest creando un corridoio naturale ed esclusivo verso i quartieri di svernamento Sud/Occidentali Europei. Praticamente l’Italia riceve solo una piccola percentuale dei migratori nidificanti nelle zone Nord/Orientali Europee.
 
Rotte Italiche 2 parte (bozza)

La migrazione inversa viene effettuata da tutti i Passeriformi
comprese le Allodole che migrano durante la notte insieme ai Turdidi e sicuramente anche le Beccacce, le Allodole “accosteranno” dal mare quando all’orizzonte riusciranno a scorgere i bordi pianeggianti della costa, i Turdidi invece saranno attratti più da profili montuosi/collinari o pianeggianti con abbondante vegetazione, alberi, siepi, macchia, dove potranno rifocillarsi e mimetizzarsi (predazione).A quel punto accertato l’obbiettivo la differenza la farà solo la velocità e la direzione del vento, in base alla quale sceglieranno l’affilo giusto di ingresso su quella porzione di costa scelta.
Una precisazione è doverosa in merito all’ingresso sulle coste da parte di questi migratori, noi tutti saremmo portati a pensare che i promontori sulla costa Tirrenica, Piombino, Punta Ala, Argentario o anche il Gargano e il basso Salento per citarne alcuni, possano attirare i migratori in quanto protendendosi verso il mare essi siano costretti ad attraversarli scendendo o risalendo la costa, la realtà è un’altra loro giungendo dal mare saranno attratti più dalla colorazione della costa e dalle zone adiacenti ad essa cioè da masse scure (presenza di vegetazione) e se per diversi chilometri sono assenti essi si concentreranno di più sulle quelle che vedranno disponibili, basta osservare la morfologia Italica per rendersi conto che quasi tutti i promontori e alcune coste sono ricche di vegetazione, questo è uno dei motivi della scelta. Il secondo motivo, importante quanto quello appena descritto e che su alcune rotte di “ritorno” migrazione inversa, o migrazione Autunnale/Primaverile, giungendo dal mare i promontori e le isole prospicenti le coste saranno le prime ad essere avvistate, in pratica le isole serviranno come un vero proprio trampolino di lancio verso la costa e poi verso l’entroterra, alcuni esempi sono Elba – Piombino, Giglio – Argentario, Ischia e Capri per le zone Campane, Favignana per la Sicilia Occidentale.
Infine non possiamo dimenticarci dell'importanza del vento che è l’elemento essenziale che gli uccelli sfruttano a proprio vantaggio permettendogli di raggiungere velocità e quote di volo idonee ai loro lunghi spostamenti migratori.
Quando il vento è propizio al passo cioè da Nord/Nord-Est sul versante Tirrenico/Ionico che solitamente si verificherà dopo l’attraversamento di una perturbazione sull’Italia da Occidente a Oriente , accadrà che in alcune località costiere avremo velocità del vento inferiori perché si troveranno sotto vento coperte da rilievi montuosi questo influirà sulla direzione di ritorno perché loro sceglieranno la via meno dispendiosa inoltre i rilievi in prossimità della costa in presenza di forte vento creeranno delle onde orografiche (venti di risalita) lunghe diversi chilometri che sosterranno in volo i nostri Turdidi facilitandone il “galleggiamento” e di conseguenza diminuendo il costo energetico.
 
Tritex hai i file in pdf di questi che hai pubblicato, io il meteo con i venti lo guardo su windfender, tu dove che il messaggio non c'è più

Tu avevi accennato alle giornate di vento buono che c'erano state con deludente passo in Calabria. Io sono andato a dare un'occhiata veloce senza approfondire solo i venti senza piogge, nuvolosità e nebbie lo storico di Ventusky di tutto il mese di Ottobre alle ore 4 e le giornate discrete erano state quelle a partire dal 18 notte ,con avvistamenti il 19/20 per cui poche giornate di venti favorevoli per la Calabria, e qualcosina si è mossa in quei giorni anche sul "tacco d'Italia" e la cosa è correlata in quanto se non si vede passo in Puglia non si vede nemmeno in Calabria.
Io da PC per i venti uso Ventusky, Windy , Lamma, e meteo aereonautica (meteoam.it) e spesso li confronto con i dati in tempo reale delle stazioni meteo sparse in tutta Italia le più affidabili sono quelle degli aereoporti. Con Ventusky si ha la possibilità di accedere allo storico cosa che ho fatto per incrociare i dati degli anni passati con gli avvistamenti riportati sul forum e ti assicuro che è stato un gran lavoro.
 
Rimetto il post per chi è interessato visto che è andato perso.

Rotte Italiche 3 parte .Venti, soste e ascolti notturni (bozza)

Nato sullo stretto sono cresciuto osservando migratori veleggiatori (Falconiformi) che tra una corrente ascensionale e l’altra (lontane diversi chilometri) veleggiano con vento quasi contrario, anche il Falco sul pugno di un Falconiere deve posizionarsi sempre contro vento .In primavera seguivo il ripasso Primaverile dei Passeriformi comprese le Tortore (in migrazione diurna) ed avveniva con vento opposto alla direzione percorsa eppure da tutti questi studi effettuati risulta che la parte principale della migrazione dei Turdidi che noi non riusciamo a vedere cioè quella notturna avviene con venti di coda o con venti deboli questo all’inizio della mia indagine mi aveva indotto a commettere qualche errore di valutazione. Vorrei aggiungere anche che molto probabilmente anche la migrazione che avviene ad alta quota diurna (non visibile neppure quella) è presumibile che avvenga con venti di coda. Le altitudini di volo in migrazione meriterebbero un capitolo a parte per capire il rapporto che intercorre tra l’altitudine di volo e la direzione/forza del vento ma, è meglio…. sorvolare.

Come noi tutti sappiamo se vi è migrazione diurna questa prosegue, se è una buona giornata di passo fino alle 12.00/13.00 (poi normalmente si arresta) serve appunto ad individuare le aree di sosta adeguate che potrebbero diventare in alcuni casi definitive specie se sono le ultime settimane di migrazione o se i Turdidi conoscono già il nostro paese, buona parte di Bottacci mantiene fedeltà ai quartieri di svernamento.
Ascolti notturni
Certamente se prima dell’alba li abbiamo sentiti e poi all’alba non ve né più traccia e ci troviamo sul versante Tirrenico, sicuramente qualcun altro più a Nord? o a Sud? rispetto alla nostra posizione li vedrà “entrare” dal mare.
Se li sentiamo la sera (sempre sulla costa Tirrenica) quelli sono Tordi che non rivedremo mai più se non in Primavera sempreché passino indenni dalla Sardegna, dalla Sicilia e non periscano durante il soggiorno in Nord Africa o nella Spagna Meridionale, questo perché durante la fase di migrazione notturna seguono esclusivamente la rotta convenzionale Nord-Est/Sud-Ovest compresa tra 200° e 240°.Gli studi effettuati con tracce radar ( Bruderer, Liechti 1988, Nilsson, Alerstam 2014) confermano come nel corso della notte non seguano mai il profilo delle coste quando queste si discostano dalla rotta primaria. Dopo l’alba se saremo fortunati avvisteremo quelli dietro, a patto che nel corso della notte i venti non mutino e che il movimento notturno sia stato cospicuo.
Se invece li ascoltiamo sulla costa Adriatica, anche qui avremo due possibilità se è verso sera c’è il rischio che attraversino l’Italia senza nemmeno fermarsi (ricordiamoci che il nostro Paese non è solo di sosta Invernale, ma anche di transito Autunnale) per attraversarlo bastano mediamente due ore di volo nella parte più stretta dell’Italia, se invece è notte inoltrata probabile che faccino sosta nella nostra Penisola.
. Nel nostro Paese potranno fare sosta anche quegli uccelli che si leveranno a tarda notte dalle coste Balcaniche oppure quelli che provenendo da molto lontano avranno accumulato più ore di volo, bisogna sempre tenere presente il rapporto ore di volo/carburante (grasso).

Per chiudere il cerchio manca da quantificare il raggio di virata o meglio il diametro dell’inversione (lunghezza) oltre la deriva del vento sul volo di ritorno che comporterà degli scostamenti di diversi chilometri in base all’intensità, infine la direzione (Nord? o Sud?). Per quanto riguarda la virata considerando che a volte il “passo” comincia dai 10 ai 60 minuti dopo l’alba potrebbero essere 10 ,25, 50 Km? Invece per la direzione abbiamo un caso quello Laziale che ho osservato con attenzione che ha avuto la fortuna a fine Ottobre di avere venti locali favorevoli per diversi giorni e notti (i venti la notte sono fondamentali per la migrazione), sarei propenso a pensare che in base alla direzione dei venti osservati in quel periodo, che i Tordi prendevano il mare più a Sud per poi rientrare con un cambio di direzione nelle zone in cui si è verificato un discreto passo cioè con una virata verso Nord.
 
Riflessioni sempre in merito alla migrazione del Tordo dopo aver avuto alcuni contatti con cacciatori Spagnoli.
Sappiamo che la migrazione Autunnale per le Regioni più a Sud avviene con circa 2/4 settimane di ritardo rispetto alle regioni che si trovano a latitudini più alte nel caso invece della migrazione Primaverile avverrà l'opposto, le località più meridionali di tutto il continente Europeo saranno interessate per prime a beneficiare dall'arrivo della migrazione riproduttiva.

La migrazione Primaverile in questo caso ci viene in aiuto per capire quella Autunnale, le migrazioni avvengono in lunghi lassi tempo (30/60gg) con lunghe soste e molti chilometri da percorrere che non saranno per tutti uguali, durante la fase della migrazione riproduttiva partiranno prima quelle popolazioni che dovranno raggiungere le Regioni che si trovano alle latitudini più estreme del Continente Europeo.
Porto ad esempio una storica giornata di caccia in Sicilia (Castel di Tusa) era il 19 Marzo trovai tantissimi Tordi che ancora non erano partiti, non avevano ancora lasciato la Sicilia semplicemente perché non erano lontani dai loro luoghi di riproduzione.
 
Altra considerazione.
Un cacciatore Spagnolo si meravigliava del caratteristico tipo di passo che avveniva nella sua zona (costa Sud) credendo che fosse particolare e specifico solo del suo territorio, ebbene gli ho spiegato che non è cosi, e che il comportamento e le direzioni di volo dei passeriformi che assumono durante la migrazione notturna e diurna avviene in modo pressoché analogo per tutte le Regioni di Europa e per tutti quei migratori che prediligono l’abbassamento di Latitudine durante la migrazione post-riproduttiva, vi è però un’eccezione una bassa percentuale di migratori che si limita solo a ridotti spostamenti di Longitudine (migratori parziali/corto raggio).
A questo riguardo si potrebbe aprire una breve parentesi sembra che quest’ultimi (migratori parziali) stiano aumentando di numero per via dell’innalzamento delle temperature medie annue in tutta Europa. Chiaramente per modificare la percentuale dei migratori a corto raggio ci vogliono generazioni ma sembra che la tendenza sia già in atto da un decennio. In definitiva è corretto quando qualcuno sostiene che la specie del Tordo non è in calo, ha solo ridotto l’areale post riproduttivo. Basta fare un semplice esempio, prendendo in esame solo i tordi Ungheresi che transitano/soggiornano nel nostro Paese, e se invece di percorrere i loro abituali 1000 km e più cominciassero a farne solo la metà ……?

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Rotte Italiche 4 parte, Eresia (bozza)


Insomma se nel caso non si fosse ancora capito sono un eretico e metto in discussione la famosa “discesa del Tirreno” anche alla luce di questi studi scientifici effettuati con tracce Radar, radiotrasmettitori, ceilometri, telecamere a infrarossi, dispositivi ottici-elettronici (OED), e quant’altro.
Poiché se la teoria della “discesa dal Tirreno” si basa solo sul vecchio studio di A. Andreotti è molto debole, essa fa affidamento soltanto all’inanellamento effettuato nelle Prealpi Lombarde e alle successive ricatture avvenute poi in Toscana e Lazio questo non dimostra in alcun modo la direzione reale seguita dai Tordi in migrazione (non erano radio-tracciati ne radar tracciati), tra l’altro un’importante flusso corre lungo la dorsale Appenninica Nord-Ovest/Sud-Est i migratori in questione avrebbero potuto percorrere tranquillamente quella direttrice, senza dimenticare poi l’abbondante presenza di Tordi “Italici” nidificanti nelle Prealpi e alcuni inanellamenti potrebbero riguardare loro.
Inoltre sarebbe insensato, in Italia, Francia e Spagna la provenienza accertata è da Nord, Nord-Est, Nord-Ovest (a parte quella inversa che avviene anche sulle coste Spagnole) perché sulla costa Tirrenica no? se la direzione realmente corresse parallela alla costa direzione Nord-Ovest/Sud-Est non dovrebbero questi approdare direttamente da Nord, Nord-Ovest come avviene sulla costa Atlantica Francese? (simile morfologia), che scopo avrebbe un Tordo in migrazione ad effettuare una virata e tornare indietro? Quando con una impercettibile variazione di rotta potrebbe più facilmente guadagnare l’interno, che è poi quello che fanno di solito i Colombacci quando esausti abbandonano la costa (evitando la traversata) per dirigersi verso l’entroterra.
I Colombacci infatti discendono il Tirreno e vengono facilmente avvistati con direzione Nord/Sud Nord-Ovest/Sud-Est i Tordi invece no.


Clicca sull'immagine per ingrandirla.   Nome:   Andreotti.jpg  Visite: 0  Dimensione: 19.6 KB  ID: 1954803



Queste osservazioni personali, le segnalazioni raccolte sulla costa Tirrenica e gli studi consultati fino a oggi mi fanno affermare con assoluta certezza che non vi è alcuna direttrice Tirrenica, e visto che ci siamo, ci sarebbe anche da obbiettare sull’improbabile tracciato nella parte Sud/Occidentale Francese verso l’Italia (ipotizzato sempre da Andreotti), perché anche in questo caso altri studi in modo inconfutabile hanno confermato che, in condizioni meteo favorevoli i migratori varcano normalmente le Alpi, in altre parole un Tordo inanellato in Svizzera e ricatturato in Liguria può tranquillamente varcare le Alpi senza aggirarle, addirittura tornando indietro verso l’Italia. In questo caso posso immaginare il perché dell’errore commesso da Andreotti su questo tracciato, in presenza di catture di Tordi “Svizzeri” in Liguria, più le segnalazioni sulla costa Ligure, li ha catalogati come “ritorni” dalla Francia invece si tratta di migrazione inversa dal Mar Ligure. A questo punto visto che Andreotti è stato più volte citato direi di concludere menzionando un’altra sua intuizione (sbagliata), quella del “loop migratorio” del tordo, cioè una gestione oculata delle risorse alimentari con spostamenti circolari. Sono studi datati superati oggi da nuove ricerche sulla migrazione riproduttiva, che vede i passeriformi voler raggiungere i quartieri di nidificazione in un lasso di tempo più breve rispetto la migrazione post - riproduttiva, abbreviando dove è possibile i percorsi e aumentando addirittura le velocità di volo rispetto alla migrazione Autunnale, per cui la motivazione che da Andreotti agli spostamenti circolari sono del tutto errate.


Almeno tre ipotesi possono spiegare l'aumento osservato della velocità di migrazione in primavera rispetto all'autunno. In primo luogo, l '"ipotesi della durata del giorno" che suggerisce che l'aumento della lunghezza del giorno durante la migrazione primaverile offre maggiori opportunità di foraggiamento e assunzione di energia per gli uccelli in migrazione. La lunghezza del giorno misurata alla data media (28 aprile) e alla latitudine media (34,6 ° N) di tutte le migrazioni primaverili tracciate (ore diurne 13h 34min) è stata del 19% più lunga in primavera rispetto all'autunno (data 23 agosto, latitudine 36,0 ° N, luce diurna ore 11h 26min). In secondo luogo, secondo l '"ipotesi di arrivo anticipato", l'elevata velocità di migrazione primaverile può riflettere una forte selezione all'arrivo anticipato per i maschi . Questa è un'ipotesi molto rilevante, perché l'arrivo anticipato nel loro sito di riproduzione migliora il successo dell'accoppiamento . In terzo luogo, l '"ipotesi del vento" (fattore predominante a mio giudizio) propone che le condizioni di vento prevalenti sull'Europa centrale siano più favorevoli durante la primavera che in autunno per la migrazione diretta verso nord-est dei migranti notturni, e maggiore frequenza di venti favorevoli significa di conseguenza soste più brevi.
 
secondo l '"ipotesi di arrivo anticipato", l'elevata velocità di migrazione primaverile può riflettere una forte selezione all'arrivo anticipato per i maschi . Questa è un'ipotesi molto rilevante, perché l'arrivo anticipato nel loro sito di riproduzione migliora il successo dell'accoppiamento
Interessante il discorso della migrazione pre nuziale, riguardo il fatto che i maschi anticipino rapporto alle femmine trova conferma nelle mie osservazioni di anatidi durante il ripasso. Ho sempre notato grossi assembramenti di soli maschi che per primi ho modo di vedere al mio chiaro. A volte decine e decine di Alzavole solo maschi, ma anche fischioni che poi spariscono. Quando poi marzo sta per terminare ecco che avvisto solo femmine. Mi ha sempre incuriosito questa situazione e mai avevo pensato alla logica riportata nel tratto quotato dell'intervento dell'amico tritex, seppur riguardante tutt'altra specie migratoria.
Grazie per i pregievoli e preziosi interventi in questa discussione
 
Interessante il discorso della migrazione pre nuziale, riguardo il fatto che i maschi anticipino rapporto alle femmine trova conferma nelle mie osservazioni di anatidi durante il ripasso. Ho sempre notato grossi assembramenti di soli maschi che per primi ho modo di vedere al mio chiaro. A volte decine e decine di Alzavole solo maschi, ma anche fischioni che poi spariscono. Quando poi marzo sta per terminare ecco che avvisto solo femmine. Mi ha sempre incuriosito questa situazione e mai avevo pensato alla logica riportata nel tratto quotato dell'intervento dell'amico tritex, seppur riguardante tutt'altra specie migratoria.
Grazie per i pregievoli e preziosi interventi in questa discussione

In sostanza è lo stesso comportamento delle quaglie, sono sempre i maschi ad arrivare per primi ed occupare il territorio .😉
 
Da qualche giorno è arrivata una sola rondine ad occupare i soliti nidi nel mio garage a finestre aperte. Sarà il maschio?
Sono anni che si ripete questo rito. In genere sono 4 coppie che dopo un mesetto o poco più danno origine ad un via vai "mostruoso" tra nidi e moscerini lasciando il segno su tutte le macchine a riposo in quel posto.
 
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