Rieccoci si ricomincia. E' venuto il momento delle prime partenze dalle lontanissime latitudini nord orientali (fine agosto),possiamo iniziare a seguire per quanto sia possibile ,le rotte Europee dei nostri Turdidi.

La fondazione spagnola Artemisan che si occupa di ambiente e attività venatoria, è entrata in possesso di un anello applicato ad un Tordo Sassello che è stato inanellato due anni fa in una sperduta Repubblica Russa(Krasnoyarks),cacciato poi a San José del Valle (Andalusia) nel gennaio di quest'anno 2022.



La distanza complessiva percorsa da questo turdide è stata di ben 6714 Km!
Ricordiamo però che il Sassello è più "vagabondo" ed imprevedibile nelle sue rotte di svernamento, rispetto al Bottaccio.
Un dato senza dubbio molto interessante che rivela come i tordi non sempre migrano nel luogo più vicino dove possono trovare cibo in inverno. Questo Sassello in particolare poteva trascorrere i mesi freddi nel sud dell'Asia,come fanno altre specie di Tordi, come quello di Naumann o quello Oscuro (rotte sud-est).

Questo sembra essere un vero record (6714 Km!) rispetto ad altri inanellamenti di Turdidi.

Sassello 6714.jpg
​Su questo dato però com'è mia abitudine ci andrei molto cauto, non abbiamo certezze assolute, perché il rinvenimento dell'anello è avvenuto a due anni di distanza e non nella stessa stagione di migrazione.
La seconda area di nidificazione del soggetto o del gruppo di cui ne faceva parte, potrebbe essere avvenuta molto più ad occidente rispetto alla prima, per ragioni che noi non possiamo conoscere. Una causa possibile sono gli incendi di vastissime porzioni di territorio, che avvengono ogni primavera in quelle estreme terre orientali e che potrebbero modificare il sito abituale di nidificazione.

Purtroppo quest'anno, gli incendi nell'est Russo sono stati contrastati meno, per via dell'assenza dei militari che erano impiegati nella guerra in Ucraina, di conseguenza il territorio bruciato risulta doppio rispetto agli altri anni. A questo si aggiungono anche gli incendi causati dalla guerra in Ucraina, questo potrebbe aver influito sul numero complessivo delle covate andate a buon fine,e conseguentemente sul numero dei migratori che interessa l'Italia(transito/sosta).Spero vivamente di sbagliarmi.



Una precisazione sulla la foto postata, non è detto che quella indicata sia la reale rotta seguita dal Tordo, potrebbe essere transitato sull'Italia (Prealpi).Anzi, a dire il vero penso più probabile il passaggio sul nostro paese, visto il luogo di partenza orientale.
Come già si nota, dai primi e purtroppo pochi tracciati gps Italici,(studio effettuato da Federcaccia)i vari tragitti effettuati (300/800Km) a volte risultano essere leggermente differenti tra di loro. Però la risultante finale della rotta complessiva (nidificazione/svernamento o svernamento /nidificazione)sarà il classico spostamento NE/SO.Le rotte 225°(autunnale) o 45°(primaverile) avranno le dovute tolleranze e scostamenti, il sistema di navigazione geomagnetico degli uccelli non può essere paragonato per precisione a quello degli strumenti umani, tra l'altro quello degli uccelli viene spesso disturbato dagli ambienti urbani(elettrosmog).





 
Determinate zone molto positive in passato per il transito migratorio, qui in Calabria attualmente non lo sono più: luci ,strade ,abitazioni, inquinamento atmosferico e acustico ne hanno decretato gradualmente l'abbandono dei migratori infastiditi dai cambiamenti. Ricordo per chi è reggino l'attuale zona industriale di Campo Calabro che sino agli 80 costituiva una rotta di transito di numerosi migratori, attualmente deserta.
 
Tordi in migrazione.

Probabilmente parecchi cacciatori con tante licenze alle spalle disapproveranno quanto che sto per descrivere. Come già detto, mi limito solo a riportare con le mie indagini (studi e ricerche estere) e con l’aiuto delle testimonianze dei cacciatori, le direzioni che normalmente i Tordi assumono durante il periodo di passo in Italia.

Non sarà facile da chiarire, e spero che nella mia esposizione riesca a spiegare al meglio questo “ritardo” negli avvistamenti durante il periodo del passo, che avviene tra le Regioni Italiane partendo da Nord verso Sud. Per fare ciò bisogna affidarci alle nostre poche conoscenze di meteorologia che farà comprendere parte del fenomeno, più l’importanza fondamentale della latitudine di partenza.
La latitudine.
Il primo ritardo in cui tutti confidano di solito è quello che avviene quando nelle regioni del nord (Prealpi) vengono investite dalla presenza dei primi Tordi, sperando che dopo due o quattro giorni questi Tordi si trasferiranno al Centro Nord (Romagna, Toscana) e, magari che arrivino dopo una settimana addirittura in Lazio o Campania. Cercherò di descrivere le cause che portano a questa differenza di giorni o settimane nel corso degli avvistamenti.
La prima cosa importante da tenere presente è la differenza di latitudine delle varie località di partenza rispetto a quelle di transito o d'arrivo, tenendo sempre a riferimento le rotte canoniche sud-occidentali (In allegato uno studio in 14 aree di migrazione/svernamento in Europa, Nord Africa e Vicino Oriente).
Facciamo un esempio su una singola è ampia area che va dalla Slovacchia alla Bulgaria. Iniziamo dal fatto che le partenze dai Carpazi settentrionali avverranno molto prima rispetto alle partenze dai Carpazi meridionali (1000 km) con differenze anche di quattro settimane, se il 20 Settembre i Tordi saranno avvistati nelle Prealpi dovremo aspettare oltre il 20 Ottobre per essere presenti in Sicilia (accade anche nel Sud della Spagna il ritardo rispetto al Nord).Questo è dovuto alla differenza di latitudine, conseguentemente alla durata del giorno (fotoperiodo) e alle condizioni meteo stagionali per località di nidificazione, nelle varie Regioni dell’Est Europeo.
I primi movimenti migratori autunnali cominciano già a fine agosto, ma solo nelle regioni estreme Nord Orientali Europee e proseguiranno fino alla seconda decade di novembre, ma solo nelle Regioni Europee più meridionali. Spero che a nessuno venga in mente di pensare che i Tordi transitati nelle Prealpi il 25 settembre ci mettano un mese per arrivare a Palermo, oppure due mesi per arrivare in Calabria (prima decade di novembre vi è ancora passo).
Osservando le sole aree di partenza dai Carpazi settentrionali e meridionali, notiamo che tra i due estremi e gli arrivi nelle Prealpi e nella Sicilia vi è una relazione. Durante il periodo della migrazione ci sarà una certa progressività che riguarderà tutta l'Italia, partendo da Nord e andando gradualmente verso Sud, con differenti date intervallate da settimane in cui ci sarà una maggiore presenza (picco di migrazione). Queste date o periodi di solito sono ben conosciuti dai cacciatori locali delle Regioni interessate al passo.



Descritto il primo motivo, ora passiamo al secondo (più ostico) quello meteorologico.

Qualcuno pensa che siano i Tordi a spostarsi lungo l'Italia su un asse da Nord-Ovest verso Sud-Est durante il periodo migratorio, in parte è vero ma solo per brevi tratti mattutini (riorientamento), in alcuni casi avremo addirittura rotte opposte! (SE/NO). Noi invece dobbiamo cercare di analizzare la questione dal punto di vista meteo favorevole al passo, che risulta essere quasi sempre il medesimo nel bacino del mediterraneo. Ecco allora che possiamo notare che saranno costantemente le perturbazioni a spostarsi (non i Tordi), attraversando l'aria Mediterranea da Nord-Ovest verso Sud-Est, spesso ritardate dai rilievi Appenninici che ne impediscono un rapido passaggio sul nostro Paese (il Golfo Ligure ne è un esempio). Dopo il lento passaggio (giorni), queste perturbazioni lasceranno dietro di sé venti favorevoli alla migrazione notturna (venti da Nord-Est e aumento della pressione atmosferica). Questo ritardo nel passaggio delle perturbazioni sull'Italia, porterà ad un ritardo negli avvistamenti nelle varie Regioni Italiane gradualmente partendo da Nord verso Sud, tenendo sempre ben presente il periodo migratorio di riferimento della Regione interessata.

Piccola parentesi in relazione ai venti utili per la migrazione. Gli studi hanno accertato che gli uccelli riescono a percepire con precisione le variazioni di pressione atmosferica, ed è questo il motivo per cui riusciranno sempre (evoluzione genetica) a prevedere in anticipo la direzione del vento utile alla loro migrazione, sia per quella primaverile che per quella autunnale. Con pressione in aumento i venti saranno dai quadranti orientali, con pressione in diminuzione dai quadranti occidentali.

Una cartina di esempio con un caratteristico passaggio ciclonico sulla nostra Penisola.
Clicca sull'immagine per ingrandirla.   Nome:   Meteo passo.jpg  Visite: 9  Dimensione: 72.9 KB  ID: 1987028
La freccia nera indica un transito migratorio nelle Regioni del Nord dove la pressione e i venti sono più favorevoli, nei giorni seguenti la situazione meteo dopo lo spostamento del fronte verso Sud-Ovest sarà vantaggiosa per le altre regioni centrali. Si possono notare i flussi di aria fredda che saranno una diretta conseguenza dello spostamento verso Sud-Ovest della perturbazione (aria ciclonica antioraria), conseguentemente si formeranno i venti da Nord-Est utili a favorire il passaggio notturno dei migratori.

L’esempio riportato è quello che avviene più frequentemente nella nostra area mediterranea. Nel caso invece di cellule stazionare nell’area del mediterraneo meridionale o con lievi spostamenti di queste verso nord/nord-est, le cose non cambiano poi molto, saranno sempre avvantaggiate le regioni che si troveranno al di sopra di dette cellule cicloniche (venti dai quadranti orientali).


Un piccolo accenno di meteorologia. Se non esistesse la rotazione terrestre, lo spostamento delle masse di aria calda su quelle di aria fredda sarebbe lineare. La rotazione della terra fa sì che nell'emisfero nord (Boreale) le masse d'aria si spostino da ovest verso est, quindi le perturbazioni o cicloni, provengono, nel caso dell'Europa, dall'oceano Atlantico e si dirigano verso oriente (Effetto di Coriolis).

In allegato uno studio importante sulla migrazione del Tordo Bottaccio i dati di recupero degli inanellamenti raccolti in 90 anni nell'Europa centrale, settentrionale e orientale. Sono stati analizzati nelle varie zone di riproduzione e in 14 aree di migrazione/svernamento in Europa, Nord Africa e Vicino Oriente. Non è necessario leggere per intero lo studio, perché la traduzione lascia un po’ a desiderare, avrei dovuto correggerla, osservando solo i grafici comunque è possibile notare i vari settori delle aree di partenza e quelle di arrivo.

Infine una interessante curiosità, nell’emisfero Boreale anche se cambiamo continente, ad esempio la parte Nord Orientale Americana, le rotte dei migratori notturni risultano uguali a quelle Europee, comprese quelle inverse, (riorientamento mattutino) per chi volesse approfondire con gli studi di Richardson.

Richardson, W.J. 1978. Reorientation of nocturnal landbird migrants over the Atlantic ocean near Nova Scotia in autumn. Auk 95: 717-732.
Richardson, W.J. 1982. Northeastward reverse migration of birds over Nova Scotia, Canada, in autumn. Behavioural Ecology and Sociobiology 10: 193-206.
Richardson, W.J. 1990. Wind and orientation in migrating birds: a review. Experientia 46: 416-425.


 

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  • Post breeding dispersal breeding site fidelity and migration wintering areas of migratory popu...pdf
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Tordi in migrazione.

Probabilmente parecchi cacciatori con tante licenze alle spalle disapproveranno quanto che sto per descrivere. Come già detto, mi limito solo a riportare con le mie indagini (studi e ricerche estere) e con l’aiuto delle testimonianze dei cacciatori, le direzioni che normalmente i Tordi assumono durante il periodo di passo in Italia.

Non sarà facile da chiarire, e spero che nella mia esposizione riesca a spiegare al meglio questo “ritardo” negli avvistamenti durante il periodo del passo, che avviene tra le Regioni Italiane partendo da Nord verso Sud. Per fare ciò bisogna affidarci alle nostre poche conoscenze di meteorologia che farà comprendere parte del fenomeno, più l’importanza fondamentale della latitudine di partenza.
La latitudine.
Il primo ritardo in cui tutti confidano di solito è quello che avviene quando nelle regioni del nord (Prealpi) vengono investite dalla presenza dei primi Tordi, sperando che dopo due o quattro giorni questi Tordi si trasferiranno al Centro Nord (Romagna, Toscana) e, magari che arrivino dopo una settimana addirittura in Lazio o Campania. Cercherò di descrivere le cause che portano a questa differenza di giorni o settimane nel corso degli avvistamenti.
La prima cosa importante da tenere presente è la differenza di latitudine delle varie località di partenza rispetto a quelle di transito o d'arrivo, tenendo sempre a riferimento le rotte canoniche sud-occidentali (In allegato uno studio in 14 aree di migrazione/svernamento in Europa, Nord Africa e Vicino Oriente).
Facciamo un esempio su una singola è ampia area che va dalla Slovacchia alla Bulgaria. Iniziamo dal fatto che le partenze dai Carpazi settentrionali avverranno molto prima rispetto alle partenze dai Carpazi meridionali (1000 km) con differenze anche di quattro settimane, se il 20 Settembre i Tordi saranno avvistati nelle Prealpi dovremo aspettare oltre il 20 Ottobre per essere presenti in Sicilia (accade anche nel Sud della Spagna il ritardo rispetto al Nord).Questo è dovuto alla differenza di latitudine, conseguentemente alla durata del giorno (fotoperiodo) e alle condizioni meteo stagionali per località di nidificazione, nelle varie Regioni dell’Est Europeo.
I primi movimenti migratori autunnali cominciano già a fine agosto, ma solo nelle regioni estreme Nord Orientali Europee e proseguiranno fino alla seconda decade di novembre, ma solo nelle Regioni Europee più meridionali. Spero che a nessuno venga in mente di pensare che i Tordi transitati nelle Prealpi il 25 settembre ci mettano un mese per arrivare a Palermo, oppure due mesi per arrivare in Calabria (prima decade di novembre vi è ancora passo).
Osservando le sole aree di partenza dai Carpazi settentrionali e meridionali, notiamo che tra i due estremi e gli arrivi nelle Prealpi e nella Sicilia vi è una relazione. Durante il periodo della migrazione ci sarà una certa progressività che riguarderà tutta l'Italia, partendo da Nord e andando gradualmente verso Sud, con differenti date intervallate da settimane in cui ci sarà una maggiore presenza (picco di migrazione). Queste date o periodi di solito sono ben conosciuti dai cacciatori locali delle Regioni interessate al passo.



Descritto il primo motivo, ora passiamo al secondo (più ostico) quello meteorologico.

Qualcuno pensa che siano i Tordi a spostarsi lungo l'Italia su un asse da Nord-Ovest verso Sud-Est durante il periodo migratorio, in parte è vero ma solo per brevi tratti mattutini (riorientamento), in alcuni casi avremo addirittura rotte opposte! (SE/NO). Noi invece dobbiamo cercare di analizzare la questione dal punto di vista meteo favorevole al passo, che risulta essere quasi sempre il medesimo nel bacino del mediterraneo. Ecco allora che possiamo notare che saranno costantemente le perturbazioni a spostarsi (non i Tordi), attraversando l'aria Mediterranea da Nord-Ovest verso Sud-Est, spesso ritardate dai rilievi Appenninici che ne impediscono un rapido passaggio sul nostro Paese (il Golfo Ligure ne è un esempio). Dopo il lento passaggio (giorni), queste perturbazioni lasceranno dietro di sé venti favorevoli alla migrazione notturna (venti da Nord-Est e aumento della pressione atmosferica). Questo ritardo nel passaggio delle perturbazioni sull'Italia, porterà ad un ritardo negli avvistamenti nelle varie Regioni Italiane gradualmente partendo da Nord verso Sud, tenendo sempre ben presente il periodo migratorio di riferimento della Regione interessata.

Piccola parentesi in relazione ai venti utili per la migrazione. Gli studi hanno accertato che gli uccelli riescono a percepire con precisione le variazioni di pressione atmosferica, ed è questo il motivo per cui riusciranno sempre (evoluzione genetica) a prevedere in anticipo la direzione del vento utile alla loro migrazione, sia per quella primaverile che per quella autunnale. Con pressione in aumento i venti saranno dai quadranti orientali, con pressione in diminuzione dai quadranti occidentali.

Una cartina di esempio con un caratteristico passaggio ciclonico sulla nostra Penisola.

La freccia nera indica un transito migratorio nelle Regioni del Nord dove la pressione e i venti sono più favorevoli, nei giorni seguenti la situazione meteo dopo lo spostamento del fronte verso Sud-Ovest sarà vantaggiosa per le altre regioni centrali. Si possono notare i flussi di aria fredda che saranno una diretta conseguenza dello spostamento verso Sud-Ovest della perturbazione (aria ciclonica antioraria), conseguentemente si formeranno i venti da Nord-Est utili a favorire il passaggio notturno dei migratori.

L’esempio riportato è quello che avviene più frequentemente nella nostra area mediterranea. Nel caso invece di cellule stazionare nell’area del mediterraneo meridionale o con lievi spostamenti di queste verso nord/nord-est, le cose non cambiano poi molto, saranno sempre avvantaggiate le regioni che si troveranno al di sopra di dette cellule cicloniche (venti dai quadranti orientali).


Un piccolo accenno di meteorologia. Se non esistesse la rotazione terrestre, lo spostamento delle masse di aria calda su quelle di aria fredda sarebbe lineare. La rotazione della terra fa sì che nell'emisfero nord (Boreale) le masse d'aria si spostino da ovest verso est, quindi le perturbazioni o cicloni, provengono, nel caso dell'Europa, dall'oceano Atlantico e si dirigano verso oriente (Effetto di Coriolis).

In allegato uno studio importante sulla migrazione del Tordo Bottaccio i dati di recupero degli inanellamenti raccolti in 90 anni nell'Europa centrale, settentrionale e orientale. Sono stati analizzati nelle varie zone di riproduzione e in 14 aree di migrazione/svernamento in Europa, Nord Africa e Vicino Oriente. Non è necessario leggere per intero lo studio, perché la traduzione lascia un po’ a desiderare, avrei dovuto correggerla, osservando solo i grafici comunque è possibile notare i vari settori delle aree di partenza e quelle di arrivo.

Infine una interessante curiosità, nell’emisfero Boreale anche se cambiamo continente, ad esempio la parte Nord Orientale Americana, le rotte dei migratori notturni risultano uguali a quelle Europee, comprese quelle inverse, (riorientamento mattutino) per chi volesse approfondire con gli studi di Richardson.

Richardson, W.J. 1978. Reorientation of nocturnal landbird migrants over the Atlantic ocean near Nova Scotia in autumn. Auk 95: 717-732.
Richardson, W.J. 1982. Northeastward reverse migration of birds over Nova Scotia, Canada, in autumn. Behavioural Ecology and Sociobiology 10: 193-206.
Richardson, W.J. 1990. Wind and orientation in migrating birds: a review. Experientia 46: 416-425.



Ti ringrazio per avere condiviso con noi questo interessante argomento sulla migrazione.
piero
 
Domandona per tritex: sui vari gruppi facebook gira la teoria che correla la migrazione alle fasi lunari. In soldoni la teoria (o meglio, lo studio) dice che la migrazione dei tordi avviene con luna crescente fino ad arrestarsi nei giorni appena precedenti e appena susseguenti la luna piena per poi riprendere dall'ultimo quarto calante.
Ammetto di essere ignorante, di aver però letto diversi libri sulla migrazione, nessuno dei quali, riportava tale teoria, ma è una teoria valida?
 
Secondo il mio punto di vista, che forse non trova tutti d'accordo, si tratta semplicemente di credenze popolari. Il motivo di tale credenza è dovuta dal fatto che durante le notti di luna piena i Tordi sono molto più visibili nel cielo notturno ,rispetto alle notti senza luna. Il meteo/vento è quello che maggiormente influenza la migrazione notturna, l'unica causa che si potrebbe ricercare è l'influenza dell'attrazione gravitazionale della Luna sul meteo, ma al momento gli studi hanno rilevato solo impercettibili variazioni. Se si ha voglia di confrontare la notti di luna piena rispetto ai flussi migratori notturni e togliersi ogni dubbio, basta guardare il sito.https://www.meteo.be/services/birdDetection/#/?lang=en

A completamento del tuo quesito.
Spesso mi sono posto la domanda: se un contingente di Tordi è in sosta da cinque giorni e non può muoversi per cattive condizioni meteo, quando alla fine arriveranno cieli stellati e venti favorevoli per la migrazione, i Tordi cosa faranno, aspetteranno la luna piena o partiranno?
 
È quello che ho confutato io e mi sono preso una valanga di insulti. A differenza tua io eccepito che se all'improvviso arriva una ondata di freddo nei Balcani e c'è luna piena che fanno? Aspettano al freddo che cali la luna? Questo signore si vantava di aver letto un mare di libri e che il passo si fermava con luna piena perché i tordi erano visibili ai predatori.
Mahhhhh.......
 
Dopo il precedente post sulla percorrenza di un Sassello di ben 6714 km, non accertati perché avvenuti sul rinvenimento dell’anello a due anni di distanza.
Questa volta, siamo di fronte a dei dati sicuri di un Tordo Bottaccio, munito di trasmettitore GPS che ha percorso la bellezza di 3362 Km in poco più di un mese durante la migrazione primaverile, esattamente da una località della Navarra (Spagna), fino in Finlandia (Kuusamo).
Peccato che uno dei due Tordi tracciati si siano persi i segnali, ed era quello secondo me più importante, era configurato per inviare la posizione ogni 24h.

Clicca sull'immagine per ingrandirla.   Nome:   tordo spagna.jpg  Visite: 1  Dimensione: 43.9 KB  ID: 1987795

Il link dell’articolo della Fondazione Artemisan: https://fundacionartemisan.com/proye...spositivo-gps/

La cosa che più mi ha colpito dell’articolo, non sono stati i chilometri percorsi durante la migrazione primaverile, ma i chilometri di dispersione (100 km) nell’areale di svernamento, la stessa dispersione media, circa 60 km l’avevo notata su uno dei Tordi tracciati in Sardegna.

P.s. Capisco che non è questo il momento di interessarsi alle rotte primaverili…😉
 
Sua altezza il Tordo.
Appunti sulle quote di volo dei Tordi in migrazione.


I movimenti migratori del nord Europa di solito ci affascinano e posso essere anche interessanti sotto un certo aspetto, magari possono servire sul monitoraggio della specie, ma andando al sodo, diciamoci la verità a noi interessano veramente poco. Siamo tagliati fuori dalle rotte al di là delle Alpi, a meno che si voglia credere che dalla Francia (Golfo del Leone), tornino indietro. Cosa assolutamente impensabile.
Con altitudini medie di volo di 250/500m (mi tengo basso) le stazioni ornitologiche di trektellen non riusciranno mai, a vedere di giorno o a sentire la notte tutti i tordi che realmente stanno migrano. Possono censire solo una parte della migrazione, quella visibile è quella che si può udire, è questo vale non dimentichiamocelo anche per noi in Italia. Con i conteggi di trektellen non possiamo nemmeno fare raffronti numerici rispetto agli anni precedenti, perché le altitudini di volo variano in funzione ai differenti venti in quota, se confortevoli o meno per la migrazione diurna e notturna (direzione, intensità), e non saranno mai gli stessi anno dopo anno nel mese interessato alla migrazione. Infine c'è da segnalare che gli uccelli in migrazione avranno in alcuni casi differenti quote di volo, per cui vedremo di giorno e udiremo di notte solo quelli più bassi. Insomma un censimento preciso nel periodo migratorio è praticamente impossibile, sia in Europa che in Italia. Il censimento invece nelle aree di svernamento a fine stagione risulterà più veritiero, e se gli abbattimenti saranno stati segnalati e tutti riportati, potranno essere confrontati con i dati degli anni precedenti.
Per quanto concerne i venti in quota mi sentirei di dare un consiglio, se la sera osserviamo la direzione che probabilmente ci troveremo al mattino, importante sarà conoscere anche la sua intensità.
L’ intensità del vento nella maggior parte dei casi, nei bollettini meteo viene riportata a dieci metri. In questo caso, in base all’altitudine del posto che siamo soliti frequentare, sarebbe opportuno controllare il vento rispetto alla nostra altitudine e la posizione in cui ci troveremo rispetto alla direzione del vento (sopravento o sottovento).
Ritornando ancora sulle altezze, se siamo curiosi di sapere a che temperatura viaggeranno durante il corso della notte i nostri Tordi, anche in questo caso dovremo controllare il grado termico alle varie altitudini di volo 200/500/1000/1500/2000m.

Per vedere le altezze medie di volo diurne o notturne, si possono osservare i dieci Radar dislocati nel Benelux, dove vengono monitorati costantemente gli spostamenti migratori. Chissà magari anche l’Italia in futuro, potrà dotarsi della possibilità di monitorare il traffico notturno sul Mediterraneo.

In allegato, un importante ricerca che rileva i modelli di migrazione notturna utilizzando la rete radar meteorologica Europea (70 stazioni).
Alcune immagini della ricerca:

Migration traffic.jpg
Carta topografica dell'Europa con la direzione media di migrazione in ciascun sito indicata dalla direzione delle frecce nere (per le indicazioni del
sito, vedere l'Appendice 1 del materiale supplementare, Tabella A1), e la MTR media in ciascun sito indicata dalle dimensioni e dal colore di cerchi, mediata
per l'intero periodo di campionamento (dal 19 settembre all'8 ottobre 2016, inclusi solo i dati notturni). La larghezza di ciascuna freccia rappresenta il
valore r circolare, con frecce più larghe che indicano direzioni di migrazione più concentrate e frecce più sottili che indicano una maggiore dispersione
direzionale.



Direzione vento.jpg
Figura che mostra la quantità e la direzione della migrazione e la velocità e la direzione del vento (dal modello di rianalisi NCEP a mezzanotte
ogni notte) in ciascun sito per sei notti. Il 2 ottobre i venti non sono molto favorevoli e l'attività è bassa. Non appena i venti migliorano, l'attività aumenta
lungo tutta la volata, ma si svuota rapidamente e alla fine c'è poca attività nonostante i venti benefici. La direzione media del volo in ogni sito mostrata in
frecce rosse, colorata dalla media notturna MTR. Non tutti i siti hanno attività ogni notte. Le frecce blu mostrano la direzione del vento, dimensionata in
base alla velocità del vento.​




 

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  • patterns of nocturnal migration using the European.af.it.pdf
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A quanto vedo però il tempo di buono sta portando un spostamento maggiore nel centro Europa, tu pensi che il tempo che faceva di solito con maltempo è altro al centro Europa quindi avendo canali chiusi non facilita un maggior migrazione in Italia
 
Buon giorno, discussione interessante, tuttavia, ogni anno occorre tenere presente che vento c'e quando i branchi arrivano giu' dai passi... per la linea tirrenica se sono spinti da nord o nord ovest hanno piu' facilita' a scendere e proseguire... se trovano venti che spirano dal mare tendono a risalire e cercare posti all'interno. Fenomeno che non abbraccia tutti i selvatici, ci sono per esempio i colombi che spesso e volentieri si muovono solo con il vento che li spinge.... piu' o meno graduato che sia... se hanno buon vento curano poco i richiami e fanno chilometri... Saluti.
 
La direzione che prenderanno i Tordi dipenderà dalla latitudine di nascita, il meteo influirà solo sul tempo che impiegheranno per giungere a destinazione, due settimane, tre settimane o quattro settimane. Il grosso proviene dall'est europeo, solo una piccola percentuale proviene dall'Europa centrale. Poi posto lo studio su: Dispersione post-riproduttiva, fedeltà al sito riproduttivo e aree di migrazione/svernamento delle
popolazioni migratorie di Tordo bottaccio.
 
Sinceramente i Colombacci solo quest'anno ho cominciato a seguirli in modo scientifico, li ho sempre cacciati (occasionalmente),e non mi sono mai posto il problema della rotta. Al momento da quel poco che ho letto e da quel poco che ho rilevato sul campo, hanno la stessa rotta dei Tordi NE/SO,con venti di coda,solo che i Colombacci viaggiano di giorno e i Tordi la notte. Se sbrancati o come dici tu rientrano da mare il pomeriggio ,di solito hanno rotta opposta SO/NE.Se sei capannista di colombi questo articolo potrebbe tornarti utile, magari lo avrai già letto, è il report di migrazione 2018 di Enrico Cavina. https://journal.ilcolombaccio.it/wo...ing-route-in-central-italy-focus-on-flocking/
 
Nel post precedente del 29 settembre ci sono i dati raccolti di 90 anni! di inanellamenti, nell'Europa centrale, settentrionale e
orientale sono stati analizzati nelle loro zone di riproduzione e in 14 aree di migrazione/svernamento in Europa, Nord Africa e Vicino Oriente. Scarica l'allegato così scoprirai in Calabria da quale zona arrivano.
 
Una regola scritta non c’è.

Con il passo del Tordo o di altri migratori non esiste mai una regola fissa, ogni stagione di passo ed ogni singola giornata di passo ha una storia a sé stante, solo che noi, il più delle volte non ci rendiamo conto di alcune importanti differenze. Purtroppo in tante giornate di passo queste non potranno mai essere accertate, perché non disponiamo degli strumenti necessari.
Al riguardo vorrei riportare un’esperienza personale che stava per passarmi inosservata, poi casualmente mi resi conto della differenza, e solo alcuni giorni dopo! I tordi in migrazione diurna passarono in 24 h da una rotta SO/NE di sabato ad una rotta NO/SE di domenica, e solo perché il vento era ruotato di 45° da NE di sabato a Nord (tramontana) di domenica. Il mio posizionamento il giorno di domenica fu errato, non avevo controllato che la direzione del vento, anche se di poco era cambiata, parte della giornata di caccia fu compromessa. Questo episodio mi ha insegnato che le osservazioni devono essere sempre attente e precise, non bisogna sottovalutare nulla, in questo caso particolare il mezzo vento (45°) aveva fatto una grossa differenza.


Di variabili c’è ne troppe.

Le variabili di una singola giornata di passo o di una intera stagione sono infinite, di seguito ne elenco alcune: Altitudine di volo prima e dopo l'alba (riorientamento), differente direzione/intensità del vento e temperature a differenti quote altimetriche di 100/500/1000/2000m, vento locale (intensità, direzione), località sottovento (venti forti), ampiezza del fronte migratorio (Km), quantità del fronte migratorio (numero dei migratori), rotta del fronte migratorio notturno rispetto alla nostra posizione (latitudine),longitudine di partenza del fronte migratorio, posizione del fronte migratorio all’alba (terra, mare, costa), fenomeni meteo locali (temporali e nebbie), visibilità all'alba(Km) ,ore di volo dei migratori, quantità di grasso corporea. Mi fermo, ma sicuramente ne ho dimenticato qualcuna.

Le variabili sopra riportate, se applicate a porzioni ridotte di territorio, possono giustificare l’irregolarità di passo in località poco distanti tra loro (macchia di leopardo).

La migrazione (quella visibile) forse non è un mistero, è solo un terno all’otto!

P.s.
Non ho riportato le fasi lunari, ma chi vuole le può inserire.😉
 
Saluti dal Canada. Ho pensato che alcuni cacciatori di Beccacce troveranno interessante la migrazione nordamericana.

Questo sito Web traccia la migrazione della beccaccia nel Canada orientale e negli Stati Uniti. Localizzazione con GPS.

https://www.woodcockmigration.org/migration.html

Non sono un esperto di migrazione delle Beccacce. Dal 22 ottobre al 26 ottobre ho cacciato Beccacce vicino a Doaktown New Brunswick. C'erano sia uccelli "residenti" che uccelli migratori. Per "residenti" intendo gli uccelli che sono migrati verso nord in primavera e si sono fermati a nidificare lì.

Penso che il cambiamento climatico possa aver ritardato la migrazione di una o due settimane. La migrazione avviene solitamente durante la seconda e la terza settimana di ottobre. Quest'anno ci sono stati uccelli migratori durante la quarta settimana.

Non sono sicuro di come la luna effettui la migrazione. Penso che il clima più freddo e il gelo siano ciò che fa viaggiare gli uccelli verso sud.​
 

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  • Doaktown New Brunswick Canada.jpg
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    Moon Phase October 2022.png
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In risposta all'amico di Villa San Giovanni (RC).

Nel periodo di febbraio/marzo è difficile stabilire con certezza se gli spostamenti sono "locali"(30/60km) o migratori con avvicinamento ai luoghi di riproduzione.
Ancora è presto per trarre delle conclusioni, ma dai primi tracciati gps applicati ai Tordi che sono venuti fuori, mostrano che nel mese di marzo avvengono ancora spostamenti locali con rotte opposte a quelle della reale migrazione nuziale (SO/NE), cioè NE/SO (rotte pre-nuziali).Nel caso della Spagna i tracciati mostrano spostamenti locali a marzo di soli 60km con rotte SE/NO. Ovviamente uno spostamento di soli 30 o 60 km non possiamo considerarlo uno spostamento migratorio, esso può essere effettuato in soli 30/60 minuti dopo l'alba, un vero spostamento migratorio avviene su molti più chilometri ed il larga parte, come nel periodo nuziale, solo la notte.
Si potrà obbiettare che i tracciati fin qui analizzati sono troppo pochi per poter verificare con accuratezza i loro spostamenti, certo, siamo ancora all'inizio e ci vorranno altri tracciati gps di conferma. Io sinceramente però non ce lo vedo un tordo che si sposta per lunghe distanze da solo, per cui moltiplico sempre quei singoli tracciati per minimo 30 o anche 100 o più individui, e questo secondo me, può già darci delle indicazioni di massima sugli spostamenti nelle località di svernamento.
L'avvicinarsi del ripasso anche se per noi non è eccitante quanto quello pre-nuziale, è molto interessante seguirlo, questo perché può aiutare sotto alcuni aspetti a capire quello autunnale.
Io come sempre, quando si parla di migrazione, non faccio altro che pormi continue domande e anche nel caso del ripasso il quesito che spesso mi frulla in testa è: Perché la migrazione (diurna) nuziale del Tordo Bottaccio è meno evidentemente rispetto alla migrazione (diurna) pre-nuziale? Quali sono le cause che portano a notare meno gli spostamenti primaverili diurni del Tordo?
Molti di noi di solito classificano come misteriosi alcuni atteggiamenti durante la migrazione, ma non è così, il tutto è semplicemente legato alla loro evoluzione genetica trasmessa da millenni.
Per cui la risposta alla domanda di cui sopra deve seguire una propria logica, anche se non ho avuto il tempo di rileggere gli studi sulla migrazione nuziale in mio possesso, possiamo tentare alcune congetture.
Me ne vengono in mente due; quantità di grasso corporea, maggiore nei soggetti pronti alla migrazione nuziale e la maturità completa degli individui sul viaggio di ritorno. Già queste differenze potrebbero giustificare la mancanza del passo diurno nel periodo nuziale, forse sentono meno il bisogno di quei lunghi trasferimenti diurni alla ricerca di zone di pastura e sosta.
Ah! E non dimentichiamo la questione meteo. Nel periodo nuziale le giornate di venti favorevoli alla migrazione (occidentali) sono maggiori rispetto al periodo pre-nuziale.

 
Seguo il tuo filo logico e lo intravedo con occhi molto interessati e positivi, sicuramente influisce il cibo il meteo, la temperatura esterna e pure le ore di luce, mi sono fatto l idea che sia la distanza dal punto di partenza che influisce sulla migrazione diurna del tordo, nella migrazione nuziale ovvero questa, noi siamo molto vicini al punto di partenza, dunque non sentono il bisogno di compiere spostamenti alla ricerca di cibo in quanto già lo hanno trovato e si sono fatti le scorte di grasso ed ogni movimento in più non sarebbe altro che un assoltigliamento delle riserve stesse, indispensabili al loro arrivo nei luoghi di riproduzione per andare in estro. Forse la, in quelle zone compiono un riorientamento in base al cibo... Proprio come fanno qua da noi ad ottobre quando le riserve sono spesso già assoltigliate bene bene. Inoltre il fatto che ci facciamo queste domande non è un mistero già questo, dopo averli visti studiati e ristudiati, non abbiamo ancora capito così tanto
 
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