anch'io penso semplicemente che, transitati o meno dall'italia, di svernanti ci sia poca roba.
Ma magari mi sbaglio e sono semplicemente distribuiti differentemente.

Eppure, quando presi la licenza una quindicina di anni fa e prima quando facevo il cane da riporto, i tordi erano ovunque ci fossero degli alberi fitti.
Ora, tocca cercarli col satellite
 
Qua da me non si riescono a vedere 2 cesene, ma che siano 2. Solo qualche sassello e basta...Fino a 5 anni fa da me erano puntuali come degli orologi svizzeri, intorno al 20 novembre incominciavi a vedere le prime, ti organizzavi, andavi a fare un paio di battute ed eri a posto per il resto della stagione. Ora è impossibile. Prima si sbrancavano e entravano in pastura in moltissime zone, ora stanno unite e sono poco numerose. Anche quest'anno mi sa di buco nell'acqua.
 
Spulciando i vecchi studi Italiani sulla migrazione del Tordo ho scoperto perché in molti sono convinti che in Italia ci siano frequenti spostamenti Nord/Sud.
Tratto da uno studio …” Se prendiamo in considerazione i recuperi di tordi inanellati in altre regioni d'Italia,
troviamo cinque individui inanellati in Lombardia durante la migrazione autunnale e
recuperati l'anno successivo in Campania tra la terza decade di gennaio e la prima decade di
aprile. Si segnala inoltre che numerosi recuperi di uccelli inanellati in Austria, Svizzera,
Germania, Polonia, Ungheria, Finlandia, Lituania e Russia, sia nel periodo della nidificazione
che durante la migrazione autunnale, confermano la presenza di questi uccelli in Campania
nel periodo tra la terza decade di gennaio e la terza decade di marzo (archivio Gruppo
Inanellamento Limicoli)”...

Molto probabilmente chi ha effettuato lo studio ignorava all’epoca della sua pubblicazione la differenza di rotta che c’è tra la migrazione post-nuziale e quella nuziale che recenti ricerche hanno chiarito, cioè in molti casi i tracciati primaverili risulteranno più meridionali rispetto a quelli autunnali a questo si aggiunge anche una maggiore velocità durante la fase della migrazione riproduttiva. Poi dobbiamo discernere i recuperi Campani (Gennaio /Marzo) tra quelli esclusivamente svernanti nelle Regioni Italiane e quelli realmente provenienti dal Nord Africa.
Distinzione che non è possibile effettuare in quanto come ho già spiegato più volte risulta impossibile capire gli spostamenti ed eventuale tracciati con recuperi di anelli fatti a distanza di moltissimi mesi (Autunno/Primavera), anche un evento meteorologico estremo può causare spostamenti massici dentro l’areale di svernamento.
Per ciò che concerne la velocità durante il periodo della migrazione riproduttiva.
Almeno tre ipotesi possono spiegare l'aumento osservato della velocità di migrazione in primavera rispetto all'autunno.
In primo luogo, l '"ipotesi della durata del giorno" che suggerisce che l'aumento della lunghezza del giorno durante la migrazione primaverile offre maggiori opportunità di foraggiamento e assunzione di energia per gli uccelli in migrazione.
In secondo luogo, secondo l '"ipotesi di arrivo anticipato", l'elevata velocità di migrazione primaverile può riflettere una forte selezione all'arrivo anticipato per i maschi.
In terzo luogo, l '"ipotesi del vento" propone che le condizioni di vento prevalenti sull'Europa centrale siano più favorevoli durante la primavera che in autunno per la migrazione diretta verso nord-est dei migratori notturni, e maggiore frequenza di venti favorevoli significa di conseguenza soste più brevi.


In ultimo ci aggiungo una mia personale riflessione che potrebbe risultare abbastanza plausibile, che giustificherebbe le rotte di ritorno a latitudini più basse per via delle condizioni meteo e di foraggiamento (soste) nel periodo Primaverile meno rigide rispetto alle Regioni Settentrioni Europee.

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Era da parecchio che avevo questo studio sul PC ma avevo sempre rimandato la lettura, si tratta di uno studio Italiano sull’Allodola.

Il mio interesse su alcuni studi dell’Allodola è dovuto al fatto che effettuano le stesse rotte notturne/diurne dei Tordi, infatti in questo studio sono stati catturati 2000 Tordi nel periodo di riferimento, la seconda specie più abbondante per numero di catture.


A mio giudizio in questo studio penso vi siano alcune contraddizioni su ipotetiche rotte che di seguito riporterò.




Allora partiamo dalla prima contraddizione, sulle direzioni di migrazione.

..” In base a questi risultati è possibile affermare che esiste una forte correlazione tra direzione del vento ed intensità dei flussi migratori; tale nesso risulta anche di facile interpretazione in quanto la presenza di venti provenienti dalla stessa direzione da cui si muovono gli stormi in migrazione facilita il volo e riduce notevolmente l’energia necessaria. Nel caso delle allodole, i venti provenienti da ENE e da NNE influenzano in modo positivo il numero delle catture, anche perché è da tale direzione che arrivano gli stormi che migrano lungo il litorale sud-tirrenico; diversamente, i venti provenienti dai quadranti meridionali esercitano un’influenza negativa”..
Sembra di capire che la direzione di provenienza sulla costa sud-Tirrenica sia ENE(?), ma a cosa fa riferimento a quella notturna o a quella diurna? Quella diurna normalmente va dal mare verso l’interno.

I dati sulle percentuali di grasso possono indicare le direzioni di migrazione?

..”Tutte queste osservazioni inducono a ritenere che gli uccelli che transitano nella Piana del Volturno possono adottare differenti strategie di migrazione, continuando a discendere lungo il litorale sud-tirrenico fino alle coste calabresi e fermandosi a svernare nelle aree più idonee, oppure continuando a seguire la costa nord-occidentale siciliana, utilizzando anche le isole Eolie, Ustica e le Egadi o ancora unirsi al flusso che ha seguito la costa ionica calabra e proseguire lungo la costa orientale della Sicilia; queste rotte migratorie possono poi convergere sulle isole del Canale di Sicilia (Pantelleria, Malta e le Pelagie) e da qui arrivare fino alle coste tunisine e libiche”..

Con che direzione transitano nella Piana del Volturno?


..” È dunque possibile ipotizzare che i contingenti in migrazione studiati nel corso di questa ricerca siano formati da uccelli che utilizzano aree di svernamento differenti e che possono percorrere le rotte descritte sopra sia in più tappe che con un unico volo. Le allodole che migrano con riserve di grasso limitate possono proseguire verso sud lungo il litorale sud-tirrenico con voli di breve durata, mentre quelle che migrano con un carico di grasso superiore al 10% posseggono un’autonomia di volo che consente loro di seguire la costa senza sostare fino a raggiungere i quartieri di svernamento dell’Africa settentrionale in Tunisia o addirittura in Libia”..


Semplificando, se hanno percentuali di grasso per autonomie intorno a 450 km fanno un ampio giro per raggiungere il nord Africa?, non sarebbe più logico la classica sosta per reintegrare le riserve di grasso e poi la ripartenza con rotta canonica? Poi, se realmente ci fosse questa deviazione verso Sud non dovrebbe risultare dalle catture ricatture nello stesso mese? Le ricatture rispetto ai luoghi di nidificazione o il ritorno (nuziale) risultano per lo più con tracciati orientali/occidentali.


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Altra contraddizione.

..“Le allodole, uccelli tipicamente “di terra”, così come avviene per molte altre specie migratrici, sono riluttanti ad affrontare lunghe traversate in mare aperto”…

Poi prosegue
..” Numerose osservazioni sono riportate anche per le isole circum-siciliane, per le Eolie (Moltoni e Frugis 1967), per Ustica (Ajola 1959), per le Egadi (Sorci et al. 1973), per Pantelleria (Moltoni 1973) e per le Pelagie (Moltoni 1970), dove la specie è sempre stata descritta di passo regolare, comune ed abbondante; per Linosa, Moltoni (1970) aggiunge anche di averne prese alcune e che tutte erano femmine. Per Malta, Sultana e Gauci (1982) segnalano stormi formati anche da 200 uccelli con movimenti di oltre 5.000 individui in un solo giorno e riportano un uccello inanellato sull’isola nel Novembre 1976 ripreso in Libia presso Tripoli nel Gennaio 1977.



Le lunghe traversate di mare vengono effettuate normalmente anche da passeriformi più piccoli dell’Allodola.
Per me il problema è sempre il medesimo, quello di considerare le migrazioni come un unico flusso e non come tantissimi flussi che vanno da oriente ad occidente.

Lo studio è molto interessante e va letto, riporta anche l’influenza delle temperature e delle fasi lunari sulla migrazione dell’Allodola.
 

Allegati

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Ciao tritex, leggo sempre con interesse le tue considerazioni, come spieghi le diverse catture "di ritorno" in Francia?...esiste anche una linea di migrazione autunnale NO-SE?
Un'altra considerazione, quando cacciavo allodole in Calabria ho sempre visto, a giorno fatto, gli uccelli, un po tutti, non solo le allodole a dire il vero, con la sola eccezione dei tordi (i quali puntavano sempre l'entroterra), scendere tenendo la linea della costa.... può essere che una volta riorientati, all'alba, decidano di seguire "a vista" la costa?
 
La linea di migrazione diurna temporanea NO-SE o SE-NO avviene in diverse regioni d'Italia ed anche in regioni Europee, se avviene un riorientamento all'alba (non sempre avviene),la direzione scelta sarà determinata sempre dal vento (direzione,velocità).In alcuni casi le coste avvistate sono due ,e potrei farti diversi esempi:Canale di Piombino, Canale di Corsica, Stretto di Messina, Stretto di Gibilterra),ma loro scelgono un unica direzione. La scelta di rimontare stranamente il vento dopo il riorientamento mattutino e perdere preziose energie con un volo più faticoso in migrazione diurna (controvento), potrebbe essere causato dalla ricerca del cibo per mezzo dell'olfatto, ma è ancora presto per dirlo anche se alcuni studi lo hanno già accertato in alcune specie di uccelli. Magari tra vent'anni riusciremo a scoprirlo, io intanto è un bel po' che ci rimugino sopra...🤔
 
Per quanto riguarda i miei ricordi : l'ultima volta che ho visto una grande presenza di allodole risale a parecchi anni fa .Mi trovavo sopra Scilla località Scrisi in mattinata erano passati centinaia di
tordi, dalle 10.00 in poi arrivarono le allodole in stormi di 20/30 soggetti direzione la stessa dei tordi da nord ovest verso sud est, gli stormi passarono x ore ,feci quota in poco tempo poi mi misi ad ammirare la spettacolare entrata sino al rientro a casa.
 
Scusami la colpa è mia che non ho specificato che stavo parlando di Ornitologi, credo che gli Americani siano più avanti negli studi scientifici rispetto ai nostri Europei, sarà una questione di finanziamenti suppongo, gli studi Americani vanno seguiti con interesse perché anche se i continenti cambiano le direzioni di migrazione dei songbirds nell'emisfero boreale restano identiche a quelle Europee, compresa la migrazione inversa.
 
È davvero tanto che rimugino sopra la questione olfattiva degli uccelli, e anche sul problema dell’inquinamento luminoso dei lungomari costieri sulle rotte notturne dei Tordi, non oggi, ma in seguito vedrò di indagare su questi temporanei scostamenti sulle rotte notturne.
Capisco che forse è ancora presto per azzardare teorie sull’olfatto degli uccelli, gli studi sono appena agli inizi e gli esperimenti effettuati sono stati eseguiti solo su alcune specie di uccelli.
Procediamo.
Dopo aver letto diversi studi sull’utilizzo dell’olfatto da parte degli uccelli sia nella ricerca del cibo che sull’orientamento, la mia attenzione consultando questi studi si è volutamente concentrata solo sulla parte che concerne la ricerca del cibo, poi prendendo in esame alcuni fenomeni migratori già conosciuti e affrontati in altri studi, sono giunto ad alcune considerazioni plausibili (?).
Iniziamo col domandarci perché i passeriformi e anche altri uccelli volano contro vento, con venti di coda è stato ampiamente dimostrato che fanno meno fatica e conseguentemente hanno un minor dispendio energetico. Ma allora quale è il motivo che li porta durante una fase della migrazione ad effettuare questa scelta dispendiosa? Alcuni esempi di questo comportamento lo abbiamo con i Tordi in migrazione col famoso riorientamento mattutino, cioè quando in avvicinamento, attraversamento o in allontanamento ad una costa, avvistandola modificano la loro direzione notturna, risalendo il vento.
Anche quando le zone costiere avvistate all’alba da parte dei Tordi risulteranno essere due distinte e separate, anche lì la scelta cadrà nella fase di riorientamento su una sola possibile rotta, quella sopravento (Canale di Corsica, Canale di Piombino, Stretto di Messina, Stretto di Gibilterra). Potrebbero tranquillamente proseguire sulla propria rotta ed invece spesso si verifica la modifica del tracciato notturno.
Gli esempi sopra riportati fanno riferimento a giornate classiche di migrazione con venti da N/NE o E/SE da deboli a moderati, abbiamo anche casi di passo con venti all’alba da O/NO perché vi sono alcune zone d’Italia dove il passo mattutino avviene anche con questi venti.

Vorrei far notare anche il riorientamento che vede protagonisti i Colombacci durante la ricerca delle zone di sosta nel periodo migratorio o magari anche di soggetti sbrancati dal proprio gruppo, avranno rotte opposte a quella di reale provenienza, cioè risalendo il vento proveniente da Nord che fino a qualche momento prima li aveva spinti a gran velocità verso Sud, in alcuni capanni interni nel pomeriggio vengono avvistati di ritorno dalla costa Tirrenica. Questo fenomeno di maggiori spostamenti sopra vento con giornate nitide e con venti settentrionali da parte dei Colombacci, si può notare anche in periodi al di fuori della migrazione nelle aree di svernamento è la causa di questo comportamento potrebbe risultare il medesimo che vede coinvolti anche gli altri uccelli, cioè la ricerca del cibo tramite olfatto. In alcuni casi non solo la ricerca del cibo ma anche la ricerca di un ricovero notturno ad esempio una vasta pineta potrebbe essere percepita sottovento da molti chilometri di distanza.

Fatta questa osservazione sui columbiformi ritorniamo ai nostri passeriformi e chiediamoci come fa un Tordo ad individuare il cibo a 100/500 metri di altezza, cioè quando è alla ricerca delle zone di sosta che devono necessariamente essere provviste di abbondante pastura, condizione essenziale per il proseguo delle successive tappe migratorie. Trovarsi in riserva di grasso durante il periodo della migrazione fa la differenza sopratutto nei giovani nati, tra quelli che vivranno e quelli che immancabilmente periranno durante il momento più difficile della loro vita.

Sono stati osservati con i tracciati radar che i migratori notturni compiono riorientamenti non solo all’alba ma anche durante il corso delle ultime ore della notte,
penso che la presenza di un olfatto discretamente sviluppato negli uccelli che gli studi hanno già affrontato con diversi esperimenti, potrebbe spiegare il motivo di questi riorientamenti sopra vento durante la fase migratoria notturna e diurna, queste modifiche dei tracciati rispetto alla direzione principale di migrazione servono per la ricerca specifica delle aree di alimentazione e saranno per lo più dettati dalle necessità (quantità di grasso del volatile) ,un’ampia vallata piena di ulivi oppure con abbondanti frutti di bosco maturi potrà essere percepita da un Tordo sottovento a svariati chilometri di distanza, ed ecco allora che il costo energetico del volo controvento effettuato per diversi chilometri a quote di volo relativamente più basse sotto i 200 metri avrà una sua giustificazione, perché permetterà viaggiando sopravento di individuare le tracce olfattive di cibo nel minor tempo possibile.
Riassumendo con la frase che spesso ci siamo sentito dire in questo periodo ...è una questione di costi e benefici.
 
Confermo il riorientamento nelle ultime ore della notte, mi trovavo a prendere il posto due ore prima dell alba una volta e vedevo vista la presenza di luna e foschia alta, nitidamente i puntini neri(tordi) andare da se verso nw, controvento e in grande quantità, se volete la data era il 12 ottobre 2005 agli albori del mio PDA, ma una consistenza migratoria notturna contraria alla rotta principale non ho ricordo di averla più rivista o risentita in seguito. Qualche episodio sporadico ma in tono decisamente minore. Quel giorno infine anche dopo l alba continuarono il fenomeno ad un ritmo incredibile fino alle 10.
 
Buongiorno, sapevo delle pavoncelle che sentano la presenza di umidità o acqua a notevole profondità sotto il terreno, tutto è possibile, interessante argomento
Saluti Mygra
 
Teoria molto interessante!! In alcuni passaggi anche intrigante ma non credo del tutto plausibile con il riorientamento mattutino per la ricerca del cibo.
Io ho sempre teorizzato che gli uccelli di notte si facessero trasportare anche in maniera scomposta e pericolosa dalla tramontana che da dietro lo sospinge in un volo inficiato proprio dalla direzione del vento stesso.... per poi risalirla di giorno in modo tale da avere un volo più controllato in caso di presenza di nemici e tra questi intendo dire qualche rapace qualche cacciatore ed ovviamente la necessità di trovare immediatamente la possibilità di una manovra per guadagnare un riparo urgente.
 
Teoria che ho sempre sostenuto,gli uccelli sentono la presenza di pastura durante il volo,magari in condizioni di volo particolari,ad esempio come quella di riorientamento,condizione in cui hanno venti si contrari ma a favore di vento...e quello che sentono loro non è certo la presenza di pastura a terra ma quello che emana il terreno..humus,marcite,zone piuttosto umide e quant'altro..un esempio,secondo me,molto efficace, è la caratteristica che hanno le beccacce a percepire,forse più di altri questa cosa..riuscendo anno dopo anno ad individuare sempre o quasi le medesime zone in cui pasturare,le così dette buttate.
Caratteristica che poi,a detta dei beccacciai,viene assorbita da quei cani (pochi) che diventano non cani da beccacce ma cani beccacciai...ossia individuare il selvatico sempre,anche quando per un motivo o per un altro è fuori buttata,talvolta anche in posti che risultano impensabili...non impensabili per la beccaccia perché li ha sentito presenza di pastura...quel cane,almeno dicono loro,quando si trova in difficoltà nel reperire l'usta,si orienta con le emanazioni del bosco,le stesse che ricerca la beccaccia durante i suoi voli notturni...loro dicono di ""sesto senso del cane"...io credo più all'intelligenza dell'ausiliare.
Ecco che,come l'arciera percepisce queste emanazioni,anche il tordo,in special modo bottaccio ma pure il merlo,sia attratto da queste "scie" olfattive che può incontrare durante i suoi voli piu' "radenti"...
Credo che non ci sia nulla di sbagliato sulla teoria.
 
Concordo in pieno: su l'olfatto basta vedere gli studi fatti sugli straordinari piccioni viaggiatori che ritornano alla piccionaia di origine usufruendo dell'olfatto che funziona come una sorta di bussola naturale.
 
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