Articolo sullo stato di salute della popolazione delle ALLODOLE

Mah, se il problema esiste, credo che interessi l'intero areale di nidificazione, compresi quei Paesi dove non vi è alcun controllo circa la tossicità dei veleni sparpagliati allegramente in agricoltura.
Così come credo che la presunta diminuzione del 20% delle cove in Italia rappresenti comunque un numero esiguo rispetto ai contingenti migratori che hanno da sempre interessato la nostra penisola. Voglio dire: se c'è un calo di presenze dell'allodola , le cause dello stesso vanno ricercate non certo in Italia, dove anche con gli sfalci primaverili - oltre che con la chimica utilizzata nei campi - si fanno sì i danni, ma non tali da giustificare l'eventuale penuria dei confidenti selvatici che in ottobre sono soliti svolazzare a branchetti sul macaco.
Insomma, la tanto sbandierata "minaccia d'estinzione" della simpatica arvensis non trae origine certamente sul "suolo de noantri".
O almeno questo è il mio personalissimo parere.
Un saluto a tutti.

alauda in erba.jpg
 

sbesetto

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In allegato un articolo pubblicato qualche giorno fà sul quotidiano Bresciaoggi.

A mio avviso è molto di parte. Per questo motivo ho scritto a diverse associazioni venatorie per richiedere una replica al direttore del giornale.

Per il bene della caccia sarebbe bello che altri cacciatori richiedano l'intervento delle associazioni.

grazie
Saluti
 

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Allora è vero che si stanno estinguendo....

negli ultimi anni, con l’eccezione del 2016, io ho visto poche cesene e sasselli. Si staranno estinguendo anche loro?
 
si forse in Italia in quanto manca l'ambiente dei miei amici in Ungheria i primi di dicembre mentre cacciavano le oche ne vedevano branchi di 50 / 60 passare sopra gli stampi e lo stesso vale anche x le cesene tante anche di quelle.
 
Articolo superpompato, come al solito, senza alcuna citazione di fonti certe.
Mi ricordo dell'appello accorato da parte di tutti i capipopolo beccacciai ( oltre che ovviamente degli animalari ),dell'anno scorso, finalizzato a "prelevare con coscienza", cioè poco o meglio ancora niente. Il motivo secondo tali scienziati? Le cove andate a male nell'areale di nidificazione della scolopax per le cattive condizioni meteo. Ovviamente moltissimi, per non dire quasi tutti andarono come cavolo faceva loro più comodo e prelevando quel che trovavano, come sempre insomma... Quest'anno ci si aspettava un anno di penuria ed infatti ... puntualmente in molte zone d'Italia stanno facendo numeri da record (di incontri, intendo eh ... sennò scoppia subito un'altra polemica).
E' vero altresì che le allodole da un paio d'anni sembrano in diminuzione, ma trattandosi perlopiù di migratori, spesso le fosche previsioni vengono poi smentite dai fatti. Speriamo sia nuovamente così.
In fondo, sull'argomento migrazione, le certezze non son mai riuscite ad eguagliare i dubbi, né tantomeno le previsioni si son dimostrate mai attendibili, grazie a Dio.
Una cosa comunque l'ho apprezzata, dell'articolo: quando verso la fine, tra le cause elencate circa la diminuzione delle popolazioni di allodole stanziali, eccezionalmente NON troviamo l'attività venatoria.
Un saluto.

allodola.jpg
 
Il problema allodola è legato al cambiamento in atto da tempo dell'utilizzo del suolo agricolo. Inutile negare che esiste, Nessuno se la prende con il prelievo venatorio e nulla ha a che fare con altri migratori .... come i tordi o le beccacce, la cui dipendenza vitale non è strettamente legata allo sfruttamento agricolo dei campi. Fin quando gli innumerevoli denari dei cacciatori verrranno utilizzati per ingrassare il sistema parassitario politico, venatorio, animalista invece di incentivare un ritorno alle culture ed all'utilizzo delle stesse come antiche tradizioni, il coltivatore non avrà nessun interesse a preservare o migliorare il contingente di allodole che non dà a lui da mangiare. Pensateci bene, mediamente, solo di atc ogni cacciatore in Italia spende minimo 100 euro ..... moltiplicato 500 mila appassionati, quantio soldi potremmo far entrare nel circuito dei coltivatori ? Invece manteniamo uffici, segretarie, ripopolamenti pronto volpe, rimborsi e spese ( spesso gonfiate ? ) degli addetti ai lavori ... oltre che i rimborsi dei danni della selvaggina. La soluzione, paradossalmente è il cacciatore con selezione ed abbattimenti nocivi e contributi agli agricoltori.
 
Parlando con appassionati delle allodole si sente sempre la solita musica.
non passa piu' nulla e le allodole sono sparite nei posti dove di solito abbondavano.
Questo e' indubbio ma una riflessione è d'obbligo. Solo le allodole calano ?
Ebbene se guardiamo bene lo scenario attuale, tutte le specie insettivore e prataiole calano a dismisura.
Che siano i cacciatori ? Semplice accanirsi verso i soliti , che penso siano anche loro vittime di questa situazione.
Non servono luminari , per capire che le cose si stanno deteriorando velocemente perche' l'ambiente non e'
piu' consono agli abitatori delle praterie, i concimi e diserbanti nei paesi di riproduzione sono ammessi e abusati
in nome della produttività, gli insetticidi pure. Cmq accanirsi contro i cacciatori e palliativamente cercare di limitare la caccia
perche' si pensa di risolvere la rarefazione dei volatili, è il classico pretesto di chi non sa' che fare, o di chi colpisce i deboli
sapendo di non poter colpire i grandi gruppi industriali , agricoli e politici.
a questi signori che si sciacquano la bocca con il proibizionismo e la lotta smodata per le limitazioni,farei una semplice domanda:

ma le rondini , i balestrucci e i rondoni i pipistrelli che sono tutti spariti , forse sono stati gli assatanati cacciatori a sterminarli ???[42]
 
Attenzione però alle analisi versus slogan ..... essendo noto in tutti gli ambienti venatori e scientifici che la specie è in grave sofferenza purtroppo, ovunque in Europa.
Poi che NON sia colpa dei cacciatori est probabile, xché devastazione ambiente e modifica del clima stanno mettendo a dura prova la specie (come altre, es. pavoncella), troppo "delicata".
Io NON la caccio da decenni, ma ricordo anche comportamenti e numeri all'est e Albania di amici quando andavano ..... esecrabili e non hanno fatto certamente bene ..... . Una forte limitazione in ER c'è già e personalmente ritengo che - aldilà del quantum - sia da condividere.
A mio parere, la Caccia o meglio le specie cacciabili andrebbero gestite in modo più elastico, riducendo numero quotidiano/stagionale o chiudendo una determinata specie in sofferenza anche x 5 anni se può servire al loro ripopolamento (es. morette), con censimenti seri periodali, e successiva cacciabilità se specie non più a rischio, così come andrebbero invece aperte altre specie in palese soprannumero (es. oche).
Ma siccome siamo in Italia, la demagogia politica e la ostilità dell'Ispra verso la Caccia rendono questo approccio "scientifico" NON realizzabile, xché qua quando si chiude qualcosa ..... si chiude x sempre, senza senso.
 
Le allodole non lo so,i sasselli e le cesene con quelli visti nel 2016/2017,e 2017/2018,che non si sasaneanche neanche quantificare da quanti erano
penso proprio di no hahahahahaha
 
Questi pseudopaladini dell'ambiente hanno gioco facile perché si rivolgono ad una platea a cui mancano le conoscenze di base per sviluppare un opinione propria...ieri leggevo un comunicato di lifegate sugli incidenti di caccia....farneticante ma se uno lo legge senza soffermarsi e non conosce la caccia...
 
Che il problema esista credo che sia innegabile. inoltre le cause del problema citate sono reali e tra queste non compare la caccia.
Si può pensarla in tanti modi ma quello che credo non sia difficile da dimostrare è che chiudendo la caccia non cambia nulla. I passeri non si cacciano più da mezzo secolo e sono scomparsi, prima erano milioni, si cacciavano, anche per fame, e si usavano in numeri altissimi nei tiri a volo. Con i passeri un lungo elenco di specie simili. Quello che dovrremmo chiedere a quelli che scrivono articoli come questo, e non sono pochi, è : se il problema è la caccia, guerra fino all'ultimo respiro ai cacciatori. Se il problema non è la caccia, ed è ovvio che sia così, pazienza, non si può far niente e si lascia che tutto vada a schifio, come se verso le cause reali sia impossibile intervenire. Difficile si, impossibile, almeno in parte, non credo.
 
Secondo me sono temi troppo complessi per poter essere studiati con le risorse umane ed economiche attualmente impiegate...il fatto è che delle allodole,e altre specie che seguiranno la stessa fine,non importa a chi impone certi modelli di sviluppo volti ad un ritorno esclusivamente economico ed immediato.... come se non ci fosse un domani.
 
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