I modo molto umile esprimo la mia considerazione al riguardo.
Premetto che a mio avviso ogni caccia ha il diritto di esser rispettata in quanto tale e che non esistono cacce "superiori" ed "inferiori"; questo mi sembra un punto decisamente fermo.
Ma torniamo al concetto di cacciatore e sparatore.
Non posso certo dire di avere grosse esperienze nell'ambito venatorio dato che ho solo quattro licenze, tuttavia sono ben conscio della situazione caccia in generale ed in particolare in Italia.
Il numero di selvaggina in Italia è sensibilmente diminuito: spazi levati alla natura, inquinamento, mutazioni climatiche, agricoltura estremamente meccanizzata/chimica hanno tutti influito in modo determinante al dissanguamento della nostra passione, della nostra ragione di vita.
Allo stesso tempo, durante questi anni, mi sono chiesto: posso fare qualcosa per migliorarla?
Sapete, sono riuscito a darmi una risposta, la risposta è stata: si, avere RISPETTO di quello che ci è stato dato e di quello che non è nostro ed abbiamo l'obbligo di consegnare agli altri, al futuro.
Penso prima di tutto che siamo gli eredi di un grande patrimonio, il patrimonio natura e con essa il patrimonio selvaggina. Che senso ha uccidere dieci tordi da cinquanta tordi? Che senso ha abbattere 10 beccacce? Che senso ha una strage?
La caccia, da che mondo è mondo, non è mai stata carniere, la caccia è sempre stata una passione il cui oggetto sono essere viventi che sacrifichiamo per essa.
ESSERI VIVENTI, ripeto, di cui dovremmo avere maggiore considerazione e stima.
Abbattere un elefante ed un fringuillide per me ha lo stesso senso: un essere vivente sacrificato, la nostra passione soddisfatta.
Siamo uomini e la differenza con l'animale è che riusciamo a controllare gli istinti. Facciamolo.
La Caccia è cosa seria, è PASSIONE, NON é uno sport.
Nelle passioni si sa, l'importante non è il numero, il carniere, o quanto altro; tra cacciatori, quelli veramente fratelli, basta un cenno, una parola per essere contenti uno dell'altro, per compiacersi e complimentarsi, condividendo reciprocamente le proprie esperienze.
Nel corso di questi anni ho conosciuto persone a caccia che abbattevano poco ma lo facevano con maestria e nobil arte, persone che hanno interpretato ed interpretano la caccia sempre con poesia, per loro la caccia è come un viaggio: in qualsiasi modo vada è sempre una esperienza.
Poi ho conosciuto altre persone, che, non rientrando nella definizione di cui sopra, li ritengo semplicemente persone a cui la legge consente di esercitare l'attività venatoria, tra questi sparatori, gente che per una preda in più mettano a repentaglio la stessa incolumità, persone che sottraggono prede, migratoristi che non rispettono "stanzialisti" e viceversa, persone che a caccia fanno teatri, si appostano a due metri da te etc.
In conclusione penso che per esser cacciatori siano necessari due requisiti: 1) cacciare nelle modalità previste dalla legge; 2) conoscere buoni modi, avere rispetto dell'animale, delle spoglie etc e capire che siamo eredi di ciò che non ci appartiene. Il resto, ripeto, farebbe bene a frequentare poligini e campi da tiro.