Apprezzo molto le analisi di Parissiene e jzcia; alla fine della strisciata si trova il conto e ciascuno osserva quello di cui ha fruito. Cacciando in zone molto vicine alle loro, al di là di qualche naturale differenza, magari determinata dall'orografia del posto o da qualche più abbondante pastura, osservo che le analogie son tante.
Forse avremo alcune giornate di coda di passo con scampoli di tordi e merli ma ad oggi il grosso è fatto. Anche la percezione della quantità di selvatici visti, nel tempo, sta cambiando i nostri criteri di valutazione.
Tempo addietro se notavamo una settantina di tordi in volo di passo, in una mattina, la cosa non faceva scalpore. Ritengo che oggi, nelle tinte semiscure di tante giornate con scarse presenze, osservare qualche decina di uccelli che volano alla spicciolata in un'ora o due con varie interruzioni ci faccia già sentire soddisfatti.
Ho già scritto alcuni giorni fa che non credo (dati scientifici alla mano) in un regresso dei turdidi quanto nel fatto che vi siano motivi diversi per i quali la quantità di selvatici fluttua, anche notevolmente, di anno in anno. Domenica scorsa si son visti diversi tordi dalle mie parti, in Sabina romana, sui monti Prenestini pare abbiano strafatto in molti (sempre con Celentano nel mangianastri) e così in alcune zone di mare ... ma non tutte. Eppure il passo non è stato uniforme, ho avuto notizie certe di carnieri scarsi nelle stesse zone. Il giorno dopo, dalle mie parti, quasi il nulla, altri dicono di aver sparato abbastanza. In una nota riserva della Sabina, aperta proprio domenica scorsa... carnieri da schedina. Dopo queste divagazioni "riaccendo" le tesi degli amici citati prima, sottolineando che la migratoria ha sempre avuto questi "isterismi" ma che in un'epoca segnata anche dal cambiamento climatico (venti, temperature, tipologie di fenomeni anche esasperati come la giornata di vento e grandine ricordata da JZCIA ) non potevano i selvatici, per sopravvivere e prosperare, non adeguarsi alle condizioni meteorologiche determinate dai nuovi fatti. Migratoria ancora più "isterica" quindi. Facciamocene una ragione se desideriamo perseverare nella nostra passione.
La nota favorevole può essere sempre quella dei movimenti di volo di selvatici...a intercalare, agli spostamenti e a quell'avifauna che repentinamente (così come le variazioni meteorologiche di oggi) e inaspettatamente può raggiungere le contrade che pratichiamo da una mattina all'altra. Impariamo anche a cacciare i selvatici di sempre con sistemi nuovi o meno conosciuti. Anche l'ambiente è cambiato.
Il lamento più acuto lo dedico, oggi, al compianto amico BECCACCINO. Tra la migratoria da cacciare mi vien da paragonarlo a quel nobile, ora triste, malevolmente spodestato. Spartano dacci notizie.