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Anche la caccia e le abitudini venatorie si trasformano con il tempo, come le rotte di migrazione, come la morfologia dei luoghi e come le leggi.
E a proposito di quei "ricordi sacri" già invocati da chi mi ha preceduto io fin da bambino andavo appresso a padre e nonno cacciatori esclusivi da "pelo" e sono cresciuto con la passione della stanziale. I cani erano rigorosamente cirnechi e segugi.
Ricordo che per loro tranne la coturnice e qualche volta la beccaccia incontrate quasi per caso in mezzo alla battuta alla stanziale, la penna era pressochè sconosciuta se non per una o due mezze giornate dedicate alle quaglie a fine agosto (quando l'apertura della caccia era ancora agostana). A fine dicembre con la chiusura della stanziale i miei vecchi riponevano la doppietta nella rastrelliera mentre io spinto dalla gioventu mi dilettavo con tordi, storni, allodole presenti in quantità da poter scartucciare ad ogni battuta.
Poi col tempo ci ha pensato mamma Regione a vietare la caccia alla coturnice e alla lepre, mentre la popolazione del coniglio selvatico si è andata riducendo naturalmente di anno in anno, a causa della mixomatosi prima e della MEV poi, fino a scomparire quasi totalmente in molte aree e divenendo quasi impossibile da insidiare senza l'uso del furetto (vietato in molte zone e per ampi periodi) in altre.
Così l'esclusiva ( o quasi) della stanziale ha piano piano lasciato il posto alle sempre meno numerose tortore in preapertura, alle frequenti battute al colombaccio e alla beccaccia. Le quaglie, anzi quelle poche rimaste al 16 settembre, sono ormai appannaggio dei soli furbetti (diciamo così) che montano il chiamo la sera prima. E cosi anche i tordi, gli storni e le allodole e pavoncelle di gennaio, febbraio e marzo (bei ricordi), hanno lasciato il posto alle poche anatre di passo nelle prime due decadi di gennaio ed alle gazze nell'ultima decade alle quali mio nonno mai e poi mai avrebbe tirato una delle sue semplici ma "preziose" cartucce caricate rigorsamente con misurino siciliano e orlatore a mano con le sue fiaschette in pelle contenenti la polvere e il piombo.
E anche la mia Diana oggi non è più una segugia ma una bretoncina.
ma tutto cio solo perchè nelle mie zone il coniglio per il cacciatore " onesto" (al netto di parchi, riserve, demani forestali, SIC/ZPS, ecc. ecc.) è diventata una sfida ardua ed un incontro quasi fortuito, il numero di allodole avvistate durante una intera stagione di caccia non pareggia quelle che si incarnieravano quarant'anni fa in una sola giornata, e perché in una mattinata di caccia ai tordi ti viene la noia da quanto tempo devi aspettare tra uno e l'altro.
probabilmente tra qualche decina di anni non ci sarà più la piccola migratoria di oggi ma, magari il colombaccio avrà preso il posto del tordo o dell'allodola, e il cinghiale avrà preso il posto del coniglio o della lepre.
Tanti ricordi e tanta nostalgia ma di sicuro la passione e l'animo cacciatore non si arrenderà e si adatterà alle nuove situazioni e fino a che potrò andare (o mi consentiranno di andare) per le campagne con il fucile in mano, risponderò presente.
Ecco perchè, secondo me, oggi nonostante tutto si caccia la selvaggina migratoria, perchè siamo cacciatori!
E a proposito di quei "ricordi sacri" già invocati da chi mi ha preceduto io fin da bambino andavo appresso a padre e nonno cacciatori esclusivi da "pelo" e sono cresciuto con la passione della stanziale. I cani erano rigorosamente cirnechi e segugi.
Ricordo che per loro tranne la coturnice e qualche volta la beccaccia incontrate quasi per caso in mezzo alla battuta alla stanziale, la penna era pressochè sconosciuta se non per una o due mezze giornate dedicate alle quaglie a fine agosto (quando l'apertura della caccia era ancora agostana). A fine dicembre con la chiusura della stanziale i miei vecchi riponevano la doppietta nella rastrelliera mentre io spinto dalla gioventu mi dilettavo con tordi, storni, allodole presenti in quantità da poter scartucciare ad ogni battuta.
Poi col tempo ci ha pensato mamma Regione a vietare la caccia alla coturnice e alla lepre, mentre la popolazione del coniglio selvatico si è andata riducendo naturalmente di anno in anno, a causa della mixomatosi prima e della MEV poi, fino a scomparire quasi totalmente in molte aree e divenendo quasi impossibile da insidiare senza l'uso del furetto (vietato in molte zone e per ampi periodi) in altre.
Così l'esclusiva ( o quasi) della stanziale ha piano piano lasciato il posto alle sempre meno numerose tortore in preapertura, alle frequenti battute al colombaccio e alla beccaccia. Le quaglie, anzi quelle poche rimaste al 16 settembre, sono ormai appannaggio dei soli furbetti (diciamo così) che montano il chiamo la sera prima. E cosi anche i tordi, gli storni e le allodole e pavoncelle di gennaio, febbraio e marzo (bei ricordi), hanno lasciato il posto alle poche anatre di passo nelle prime due decadi di gennaio ed alle gazze nell'ultima decade alle quali mio nonno mai e poi mai avrebbe tirato una delle sue semplici ma "preziose" cartucce caricate rigorsamente con misurino siciliano e orlatore a mano con le sue fiaschette in pelle contenenti la polvere e il piombo.
E anche la mia Diana oggi non è più una segugia ma una bretoncina.
ma tutto cio solo perchè nelle mie zone il coniglio per il cacciatore " onesto" (al netto di parchi, riserve, demani forestali, SIC/ZPS, ecc. ecc.) è diventata una sfida ardua ed un incontro quasi fortuito, il numero di allodole avvistate durante una intera stagione di caccia non pareggia quelle che si incarnieravano quarant'anni fa in una sola giornata, e perché in una mattinata di caccia ai tordi ti viene la noia da quanto tempo devi aspettare tra uno e l'altro.
probabilmente tra qualche decina di anni non ci sarà più la piccola migratoria di oggi ma, magari il colombaccio avrà preso il posto del tordo o dell'allodola, e il cinghiale avrà preso il posto del coniglio o della lepre.
Tanti ricordi e tanta nostalgia ma di sicuro la passione e l'animo cacciatore non si arrenderà e si adatterà alle nuove situazioni e fino a che potrò andare (o mi consentiranno di andare) per le campagne con il fucile in mano, risponderò presente.
Ecco perchè, secondo me, oggi nonostante tutto si caccia la selvaggina migratoria, perchè siamo cacciatori!