Re: Tordo chiusura 15 dicembre

E mi vorreste far credere che se chiudono la caccia per 3 anni (esempio bislacco) voi ve ne state a casa buttando 3 "anni di vita,di passione"!...io non ci riuscirei,mettiamo che l'anno prossimo faranno la cagata della chiusura al tordo io me la chiudo quando voglio dato che di cagata si parla!
Non se ne può più!
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

only28 ha scritto:
Non ci contare , magari li avvelenano di nascosto . Se chiudono la caccia per tre anni o anche meno col cavolo che la riaprono .


[eusa_clap.gif] hai proprio ragione ,qua in sicilia ormai è normale che prima della semina del grano,si effettua una"falsa semina"col frumento avvelenato ,ed ancora la caccia è aperta, se la chiudessero sarebbe ancora peggio!
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

Aniello Di Bello ha scritto:
E mi vorreste far credere che se chiudono la caccia per 3 anni (esempio bislacco) voi ve ne state a casa buttando 3 "anni di vita,di passione"!...io non ci riuscirei,mettiamo che l'anno prossimo faranno la cagata della chiusura al tordo io me la chiudo quando voglio dato che di cagata si parla!
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Visto che tra adesivi, raduni, corna, calcio ed altro qui spesso (io per primo !)
parliamo di altro ecco una notizia che ci riporta alla realtà.

Copio ed incollo da cacciatore.com


Le fantasie dell’Ispra
LE FANTASIE DELL’ISPRA
( con la allegra partecipazione di arcicaccia aggoiungo io !!! )


Si è da poco conclusa l’ennesima stagione venatoria e, come è lecito, i cacciatori sono stati completamente presi dalla propria passione. Nell’arco temporale della stagione venatoria altre figure, strettamente collegate alla caccia, hanno proseguito il loro iter naturale. Una fra tutte è l’ISPRA ex INFS (Istituto Superiore per la Protezione la Ricerca Ambientale). Questo Ente infatti nel dicembre del 2010 ha pubblicato un “grazioso” volume atto a censire la biologia e la conservazione della specie Turdus intitolato per l’appunto I TORDI IN ITALIA.

Partendo dai dati morfologici delle varie specie di Tordi presenti nel nostro Paese, si passa ad analizzare gli aspetti gestionali in relazione alla normativa che li tutela, le forme di caccia e l’ambiente. Finita questa parte nel libro troviamo una serie interessante di dati che permettono in modo ancora più esaustivo di analizzare la specie in oggetto: si va dalla cattura dei richiami vivi, all’analisi dei criteri per i carnieri giornalieri, dalla distribuzione dei tordi inanellati all’estero e poi catturati in Italia. ai vari monitoraggi (in particolare in Toscana) sulle ali dei tordi incernierati nel periodo 2001 – 2005.

Bisogna oltretutto precisare che questo studio è stato possibile per una stretta collaborazione tra ISPRA e ARCICACCIA TOSCANA, collaborazione che si è avvalsa di risorse umane e finanziarie.

Partendo da tutti questi dati, di sicuro interesse per valutare la salute della specie, l’ISPRA si sofferma in particolar modo (?) sulla questione della migrazione in cui evidenziamo i seguenti passi:

…”Sulla base delle informazioni disponibili, tuttavia, si deve ritenere che l’inizio dei movimenti di ritorno per il Merlo e il Tordo bottaccio siano più precoci rispetto a quanto indicato dalla Commissione Europea (si vedano i paragrafi “Movimenti migratori in Italia” per le rispettive specie). Per questo sarebbe auspicabile un’anticipazione della chiusura al 15 dicembre nel caso del Merlo e al 31 dicembre nel caso delle altre specie. L’opportunità di prevedere il termine della stagione venatoria al 31 dicembre anche per il Tordo sassello e la Cesena scaturisce da ulteriori motivazioni di natura tecnica, legate:

– all’esigenza di limitare la mortalità durante lo svernamento, quando le condizioni ambientali diventano più difficili e gli animali risultano più vulnerabili;

– all’esigenza di evitare un differenziamento delle date di apertura e di chiusura della stagione venatoria nel caso di specie simili che vengono cacciate con modalità analoghe…”




Figura 1 – Indicazioni fornite dalla Commissione Europea relative al periodo di migrazione pre-nuziale (in azzurro) e di riproduzione (in rosso), in viola la sovrapposizione tra i due periodi (Fonte: ISPRA – I Tordi in Italia)

Stante a quanto asserisce l’ISPRA i Tordi arrivano in Italia per poi, nel giro di un mese o poco più, ripartire. Ora che qualche tordo ami la “villeggiatura” ci può anche stare ma abbiamo sempre sentito parlare di “periodo di svernamento” , cioè il momento in cui un animale una volta effettuata la migrazione si sofferma nei territori atti a passare l’inverno per poi lasciarli nel periodo di riproduzione.
Nel nostro Paese la possibilità di stabilire stagioni di caccia differenziate a livello regionale per gli uccelli migratori non risponde a criteri biologici e tecnici accettabili, stante la rapidità con la quale i fronti di migrazione attraversano l’intero territorio italiano; ciò è particolarmente evidente durante la migrazione prenuziale, la quale è generalmente assai più veloce di quella post-riproduttiva. Allora la domanda che noi ci porgiamo è questa: se secondo l’ISPRA la migrazione pre-nunziale è più veloce di quella post-nunziale e, inizia addirittura a fine dicembre (e quindi dovrebbe esaurirsi in un mese massimo un mese e mezzo), come mai dai loro stessi dati di ricatture si hanno picchi non indifferenti a fine febbraio, inizio marzo ?
E ancora, come mai l’analisi dei dati di 40 anni di ricatture guardando i grafici dei dati che provengono dall’allegato (atlante delle migrazioni pubblicazione ISPRA del 2008 ) vanno in direzione opposta ?

Figura 2 – Tratto da: http://www.isprambiente.gov.it/site/_fi ... 90-263.pdf

Analizzando i grafici si può notare che le fasi biologiche sono definite chiaramente e per il Bottaccio lo svernamento finisce la 1 decade di febbraio e inizia da lì la migrazione post-nunziale nei territori atti alla riproduzione.
Poi per non parlare del fatto che tutti i dati delle Nazioni mediterranee vanno in direzioni opposte.

L’analisi di documenti di recente pubblicazione sia di ISPRA( Atlante delle migrazioni parte 2 , pubblicazione del 2008 e definita come di “pregio”), sia di LIPU (valutazione avifauna italiana vol. 2, pubblicazione del 2010 per il Min. dell’Ambiente), pur nei commenti riproponendo come data ultima il 10 gennaio (data inizio migrazione pre-nunziale) nell’analisi analitica dei dati di ricattura indicano come periodo di inizio della migrazione (es. Tordo Bottaccio) la prima decade di Febbraio( vedasi Atlante delle migrazioni pag. 229 fig.3 ) grafico dove sono chiaramente suddivise le vari fasi biologiche , confermata per altro anche nel commento presente nella stessa pagina:
“A fronte di una fortissima concentrazione di dati in Lombardia e Veneto, si registra una buona copertura geografica anche del resto della penisola, della Sardegna e di una serie di piccole isole tirreniche. La massima parte delle catture si riferisce alla migrazione autunnale, che ha luogo tra fine settembre e fine novembre,” mentre il passo di ritorno“, numericamente ben più modesto per quanto concerne i dati di inanellamento, “ha luogo a partire da FEBBRAIO, come suggerito anche dall’andamento dell’indice di abbondanza“. Commento per altro presente anche nel testo LIPU pag. 351 cap. 4. Si pone allora anche la problematica della corretta definizione del periodo di svernamento (periodo cacciabile) che con l’interpretazione ISPRA si ridurrebbe a circa un mese e mezzo (se la migrazione post- nunziale a termine nella terza decade di novembre e la migrazione pre-nunziale ha inizio a fine dicembre) si avrebbe un periodo di svernamento di solo tre o quattro decadi, teoria non confutabile in nessun testo di ornitologia e smentita dalla stessa ISPRA (Atlante delle migrazioni pag. 223 fig. 9) dove è chiaramente riportato tale periodo .

Altro motivo di riflessione sono i dati italiani rapportati con gli altri stati dell’area mediterranea:

FRANCIA: per la Francia l’inizio della migrazione pre-nunziale è fissata (dati KC) alla 1 decade di febbraio

SPAGNA: per la Spagna l’inizio della migrazione pre-nunziale è fissata ( dati KC) alla 3 decade di gennaio

GRECIA: per la Grecia l’inizio della migrazione pre-nunziale è fissata (dati KC) alla 2 decade di febbraio

Figura 3 – http://ec.europa.eu/environment/nature/ ... pts_en.htm

La differenza più evidente però salta agli occhi quando si analizzano i dati che i francesi utilizzano per la Corsica, regione a noi geograficamente vicina e praticamente equivalente morfologicamente alla nostra Sardegna: gli studi dei francesi (condotti in 15 anni di ricerche con stazioni bio- acustiche rilevano come data di inizio della migrazione pre-nunziale la terza decade di febbraio, allora ci si chiede come è possibile che a pochi KM di distanza vi sia una differenza di ben 4 decadi ?

Il tutto è consultabile nei seguenti link:
http://www.observatoirenationalmigrateu ... -blog.html

http://www.impcf.fr/publicat_nouv_2005.htm

Considerando che la guida interpretativa alla direttiva uccelli permette la tolleranza di una decade di sovrapposizione sulla data individuata dai KC, e che le specie di turdidi cacciabili in Italia non rientrano in quelle minacciate (no-spec) e che tali specie hanno un trend stabile o in aumento e, alla luce delle ragioni sopraesposte, si ritiene compatibile come data di chiusura del prelievo venatorio ai turdidi quella indicata nella legge statale 157/92 art. 18 (31 gennaio) , auspicando chiarimenti da parte dell’ISPRA e una maggiore uniformità di stesura dei calendari riguardo agli altri stati europei del bacino del mediterraneo.

Per chi non avesse voluto leggere il tutto possiamo riassumere in poche parole il contenuto: l’ISPRA con la pubblicazione dello studio “I Tordi in Italia” chiede di valutare se alla luce dei dati in suo possesso non sia auspicabile la chiusura della caccia a questa specie alla data del 15 Dicembre.

Se facciamo i classici “conti della serva” possiamo subito notare delle storture a di poco clamorose. Una su tutte è che l’Ispra contraddice se stesso, se nel 2008 considera accettabile come data ultima di chiusura il 10 Gennaio ci chiediamo come sia possibile che nel 2010 si venga a “consigliare” il 15 Dicembre, come può affermare che il periodo di svernamento duri solo un mese o un mese e mezzo quando in nessun testo di ornitologia è presente un dato al riguardo. Ancora più assurdo è il confronto tra i nostri cugini d’Oltralpe e l’Italia: 4 decadi di differenza cioè 40 giorni ad una manciata di km!!!

Ci perdonerà l’ISPRA se nutriamo dei forti dubbi sulla qualità dei propri studi, ma un vecchio detto dice che “A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Ci auguriamo che questo ente pubblico, il quale nutre il nostro rispetto per il lavoro che effettua, non cada nella tentazione pseudo-animalista anticaccia che l’Italia sta vivendo, sarebbe una cosa gravissima. Facciamo notare a questo istituto che la direttiva europea volutamente non fornisce date precise di apertura e chiusura, ma solo archi temporali che gli Stati membri devono adottare “interpretando i dati” e usufruendo della “Guida interpretativa” emanata dall’UE.
Lo stesso ISPRA ci fa riflettere sulla effettiva qualità del personale adottato: le parole svernamento, spostamenti erratici non possono assolutamente venir interpretati come l’inizio del periodo pre-nuziale.

Un’ultima battuta la lasciamo per l’Associazione venatoria che ha contribuito fisicamente e finanziariamente alla raccolta dati e alla stesura di questa pubblicazione, cioè l’ARCICACCIA. Ponendo come punto fermo la libertà e soprattutto la pregevole iniziativa di questa associazione nel collaborare con l’ISPRA ci lascia perplesso il non aver fatto rilievi sui dati elaborati dall’ente a proposito di chiusure e aperture. Ci vengono in mente tante risposte, da quella politica a quella di comodo, strani patti fra Associazioni per avere qualcosa in cambio…

I cacciatori leggono e sono un popolo pensante e dobbiamo ringraziare quegli amici cacciatori che ci hanno fatto avere questi dati (E.A e A.C., che meriterebbero di essere inseriti nei quadri dirigenti delle proprie Associazioni per preparazione tecnico-legislativa) per fare poi le nostre considerazioni; troppo spesso infatti siamo arrivati a “cose fatte” o, ad onor del vero, siamo rimasti a volte inermi ai segnali che qualcuno ci ha inviato. Questa volta cerchiamo TUTTI di iniziare per tempo a farci sentire! Noi ci rivolgeremo con urgenza a FACE ITALIA, perché questa è la battaglia importante su cui lavorare; un ulteriore e ingiustificato impoverimento dei calendari venatori avrebbe effetti dirompenti su tutto il popolo dei cacciatori italiani!

Luca Stincardini e Stefano Tacconi – ANLC Umbria



Brutta faccenda :cry: :cry: :cry: :cry:
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

Diego ha scritto:



Diego mi permetto un piccolo suggerimento ......
Ero già al corrente del documento , ma come Grifonero, anche io, non visitando la stanza del Fotoperiodo se non sporadicamente non ci avevo fatto caso.
Ritengo l'argomento importantissimo ,magari postato in un altra sezione avrebbe più visibiltà, tenendo informati anche chi per ovvi motivi , non frequenta molto spesso la stanza del Fotoperiodo.
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

cecchino ha scritto:
Diego ha scritto:



Diego mi permetto un piccolo suggerimento ......
Ero già al corrente del documento , ma come Grifonero, anche io, non visitando la stanza del Fotoperiodo se non sporadicamente non ci avevo fatto caso.
Ritengo l'argomento importantissimo ,magari postato in un altra sezione avrebbe più visibiltà, tenendo informati anche chi per ovvi motivi , non frequenta molto spesso la stanza del Fotoperiodo.

Tu non vedi mai niente...allo stesso modo quando siamo a caccia non vedi i tordi e sono costretto a chiamarteli sempre. [marameo.gif]
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

Solo per gli € che gli diamo tutti gli anni ci permettono ancora di andare a caccia ,
altrimenti ci avrebbero gia' spazzato via .
Comunque il milanese che ... NON E' ....amico mio non è il male peggiore i veri nemici della caccia stanno dall'altra parte , quelli non pensano neanche agli introiti , hanno i sciacalli con loro da sfamare . [allah.gif] Un saluto a tutti .
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

Io se non fosse per tutte le persone che lavorano nell'ambito della caccia la chiuderei per almeno 3 anni così quando i cinghiali arriveranno in paese e i conigli selvatici distruggeranno tutte le colture e gli storni si mangeranno pure i contadini dopo il raccolto, ci verranno a bussare alla porta di casa con i pacchetti di cartucce in mano e ci daranno anche un rimborso spese [6]
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

brancato gaetano ha scritto:
only28 ha scritto:
Non ci contare , magari li avvelenano di nascosto . Se chiudono la caccia per tre anni o anche meno col cavolo che la riaprono .


[eusa_clap.gif] hai proprio ragione ,qua in sicilia ormai è normale che prima della semina del grano,si effettua una"falsa semina"col frumento avvelenato ,ed ancora la caccia è aperta, se la chiudessero sarebbe ancora peggio!
Io fossi in te chiamerei un giornale locale o tv locale, e un laboratorio di analisi così vediamo con chi si schiera l'opinione pubblica?
Il bello è che in quel modo muoiono anche molte altre speci oltre a quelle per cui si è buttato il frumento avvelenato [****.gif]
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

Ho immaginato di si ma ora la tua domanda mi fa sorgere dei dubbi . Io pensavo ti riferissi a Berlusconi se ho preso un granchio ti chiedo scusa . Rimane comunque valido il resto del mio pensiero . Ciao
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

..... è chiaro che il fine ultimo è limitare al massimo la caccia al tordo (x adesso) poi toccherà ad un'altra specie. Lo storno ad es. nonostante sia in continuo aumento non lo vogliono includere tra le spacie cacciabili, la beccaccia sarà la prossima vittima, le anatre con gli impedimenti legati all'uso del piombo, di fatto hanno convinto molti a lasciar perdere.... e così via. E la CACCIA nel suo insieme il bersaglio finale, non possono chiuderla ORA??? bene, si fa in modo si limitarne al massimo tempi e specie, e alla finesi chiuderà da sola, se mancano all'appello più di 1000.000. di cacciatori, un motivo ci sarà...... o no!!!!
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

Non ci contare , magari li avvelenano di nascosto . Se chiudono la caccia per tre anni o anche meno col cavolo che la riaprono .
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

I cacciatori di tordi ringraziano

(sempre da ilcacciatore.com)


La presente riflessione e’ per evidenziare il problema della corretta definizione della data di chiusura del relievo venatorio ai turdidi che l’approvazione della recente comunitaria, a posto per la compilazione dei calendari enatori anche in relazione ad un recente studio, che “consiglia” la chiusura al 31 dicembre (vedasi link sotto)
LINK: http://www.isprambiente.gov.it/site/_co ... 3_2010.pdf

Le leggi che regolano la materia sono la direttiva comunitaria 2009/147/cee e la legge Statale 157/92.
La direttiva comunitaria invita gli Stati menbri a fornire dati sulle fasi biologiche nelle quali le specie non ossono essere fatte oggetto di prelievo venatorio (migrazione pre-nuziale,nidificazione e dipendenza dai genitori) ,la legge Statale indica come data di chiusura del prelievo venatorio ai turdidi il 31 gennaio,merlo escluso.
La definizione dei periodi di inizio della migrazione pre-nuziale (e conseguentemente la fine del prelievo venatorio, deroghe escluse) vengono definiti da un documento fornito dagli istituti Nazionali della fauna selvatica (KC) , al comitato ORNIS, da qui i dati forniti dall’ISPRA, che indica come data di inizio di migrazione pre-nuziale per il tordo bottaccio, il 10 gennaio, e nel recente studio,l’ISPRA interpreta, con il principio precauzionale degli sforzi conservativi, al 31 dicembre il termine ultimo per il prelievo venatorio .Il mondo venatorio ritiene esserci delle incongruenze riguardo tale interpretazione.
L’analisi di documenti di recente pubblicazione sia di ISPRA( Atlante delle migrazioni parte 2 ,pubblicazione del 2008 e definita come di “pregio”), sia della LIPU (valutazione avifauna italiana vol 2, pubblicazione del 2010 per il min. dell’ambiente), forniscono come data ultima il 10 gennaio, e nell’analisi analitica dei dati di ricattura, indicano come periodo di inizio della migrazione per il tordo bottaccio, la prima decade di febbraio( vedasi atlante delle migrazioni pag 229 fig3 ) dove sono chiaramente suddivise le vari fasi biologiche , confermata anche nel commento presente nella stessa pagina:
“A fronte di una fortissima concentrazione di dati in Lombardia e Veneto, si registra una buona copertura geografica anche del resto della penisola, della Sardegna e di una serie di piccole isole tirreniche. La massima parte delle catture si riferisce alla migrazione autunnale, che ha luogo tra fine settembre e fine novembre,” mentre il passo di ritorno”, numericamente ben più modesto per quanto concerne i dati di inanellamento, “ha luogo a partire da FEBBRAIO, come suggerito anche dall’andamento dell’indice di abbondanza”
Commento per altro presente anche nel testo LIPU pag 351 cap 4
Si pone allora anche la problematica della corretta definizione del periodo di svernamento (periodo cacciabile) che con l’interpretazione ISPRA si ridurrebbe a circa un mese e mezzo (se la migrazione post- nuziale a termine nella terza decade di novembre e la migrazione pre-nuziale ha inizio a fine dicembre) si avrebbe un periodo, limitatissimo, di svernamento di solo tre o quattro decadi, teoria non confutabile in nessun testo di ornitologia e smentita dalla stessa ISPRA( vedasi atlante delle migrazioni pag 223 fig 9) dove è chiaramente riportato tale periodo .
LINK : Atlante delle migrazioni parte 2
http://www.isprambiente.gov.it/site/_fi ... 90-263.pdf

Altro elemento di discordanza si può rilevare dal documento Guida alla stesura dei calendari venatori mandato dall’ISPRA alle Regioni:
“Nel nostro Paese la possibilità di stabilire stagioni di caccia differenziate a livello regionale per gli uccelli migratori non risponde a criteri biologici e tecnici accettabili, stante la rapidità con la quale i fronti di migrazione attraversano l’intero territorio italiano; ciò è particolarmente evidente durante la migrazione pre-nuziale, la quale è generalmente assai più veloce di quella post-riproduttiva.”

Orbene se la migrazione pre-nuziale è più veloce di quella post-nuziale (durata 1 mese e due decadi circa), la migrazione pre-nuziale con inizio 10 gennaio, dovrebbe esaurirsi entro la prima, massimo seconda decade di febbraio, cosa non esatta, perché smentita dagli stessi dati di ricattura che si protraggono per tutto il mese di marzo ( vedasi grafico n 12 pag 230 e grafico n 22 pag 233 dell’atlante delle migrazioni parte 2)

Altro motivo di riflessione sono i dati Italiani rapportati con gli altri stati dell’area mediterranea:
FRANCIA: l’inizio della migrazione pre-nuziale è fissata (dati KC) alla 1 decade di febbraio
SPAGNA: l’inizio della migrazione pre-nuziale è fissata ( dati KC) alla 3 decade di gennaio
GRECIA: l’inizio della migrazione pre-nuziale è fissata (dati KC) alla 2 decade di febbraio
LINK:
http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm

La differenza più evidente però salta agli occhi, quando si analizzano i dati che i Francesi utilizzano per la Corsica, regione a noi geograficamente vicina e praticamente equivalente morfologicamente alla nostra Sardegna: gli studi Francesi (condotti in 15 anni di ricerche, con stazioni bio- acustiche, rilevano come data di inizio della migrazione pre-nuziale,e’ dalla terza decade di febbraio (vedasi link sotto), allora ci si chiede come è possibile che a pochi KM di distanza vi sia una differenza di ben 4 decadi ?C’è una fase biologica, quella dello svernamento, che sembra che i naturalisti dell’ISPRA non sappiano cosa sia (o fanno finta) e ignorano che la direttiva europea non consente la caccia solo durante la migrazione pre-nunziale, e non durante lo ” svernamento “.Solo che secondo noi c’è un piccolo problema ma questi uccelli arrivano e ripartono ? Allora, ci sorge un dubbio, o tutti gli altri sbagliano e noi siamo dei fenomeni, oppure qualcuno si “confonde”

LINKS:
http://www.observatoirenationalmigrateu ... cienne.php
http://www.impcf.fr/publicat_nouv_2005.htm

Considerando che la guida interpretativa, permette la tolleranza di una decade di sovrapposizione, teorica, sulla data individuata dai KC, e che le specie di turdidi cacciabili in Italia non rientrano in quelle minacciate (no-spec) e che tali specie hanno un trend stabile e in aumento, e alla luce delle ragioni sopra esposte si ritiene compatibile come data di chiusura del prelievo venatorio ai turdidi quella indicata nella legge statale 157/92 art. 18 comma 1, auspicando una maggiore attenzione nella stesura dei calendari,allineandoli agli altri stati Europei, del bacino mediterraneo.

Emiliano Amore e Alessandro Cannas
 
Re: Tordo chiusura 15 dicembre

Non cominciamo a piangerci addosso !
Io spero solo una cosa. Se cio' dovesse accadere spero che succeda anche in Spagna, Grecia ecc . .
Poi voglio vedere se tutti e dico tutti si muovono nella stessa direzione ! !
 
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