Complimenti Claudio ... belle emozioni raccontate in modo perfetto!!!
 
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Varie vicissitudini mi hanno portato pochissimo a caccia in questo inizio di stagione. Lunedì scorso era il primo giorno di caccia di selezione anche al cinghiale, ma non sono potuto uscire. Così ieri pomeriggio esco di casa molto presto, faccio vari giri per parlare con degli amici e controllare alcune postazioni. Poi mi dirigo verso l’appostamento che avevo deciso di presidiare. E’ un esteso campo di erba medica con in mezzo alcune grandi piante di noce ed è proprio sotto una di queste che mi apposterò.
Appena scendo di macchina vedo una macchia rossa lungo il bosco, il binocolo mi confermerà una femmina sottile che già avevo visto in un’uscita mattutina. Mentre mi preparo rientra nel bosco. Raggiungo la postazione. Nell’uscita precedente avevo tolto alcune foglie del noce che mi limitavano la visuale, ora è perfetta, riesco a controllare circa quattrocento metri di bordo del bosco, circa duecento verso destra e altrettanti verso sinistra. Carico la carabina e mi metto in osservazione. Il sole è ancora alto. Il binocolo inquadra un daino in pascolo sul versante opposto della vallata, sarà a oltre 600 metri, dovrebbe essere una femmina. Il tempo trascorre tranquillo, quando una macchia attrae l’attenzione, è sul bordo del bosco alla mia destra. Femmina è il responso dell’ottica. Bruca qualcosa e si ferma sempre più a lungo guardando verso il bosco, so per esperienza che questo vuol dire che c’è un altro capriolo. Dopo alcuni minuti ecco il maschio che inizia ad inseguire la femmina, anche se siamo ai primi di luglio gli ormoni è evidente che fanno il loro lavoro. La femmina fa uno stretto giro nel campo e si rinfila nel bosco seguita dal maschio.
Non ho neanche toccato il fucile.
Poco dopo ecco una sottile, probabilmente è quella che avevo visto dalla macchina. Rimane nel campo a lungo. Certo che l’erba è cresciuta velocemente, penso, infatti spesso mi scompare dalla vista e riesco a vederne solo la testa.
Passa più di un’ora e la sottile si dirige nel bosco. Comincia ad essere tardi fra poco no vedrò più niente. Ecco un altro capriolo ad un centinaio di metri, è un maschio. Comunque controllo con attenzione prima di passare al fucile, è un giovane. Mi posiziono, aspetto che si posizioni nel modo corretto e sparo. Nell’ottica vedo che parte a corsa verso il centro del campo e scompare. Mi preoccupo perché con la luce scarsa e l’erba alta so che non sarà facile trovarlo. Comunque con un po di esperienza riesco a trovarlo. Lo trascino fino allo zaino, gli metto la fascetta numerata, lo segno sul libretto delle uscite, faccio una foto per mandarla agli amici.
Ma cos’è questo rumore nel bosco? “cinghiali” penso.
Estraggo il fucile dal fodero, lo carico e lo posiziono sul treppiedi, sono senza copertura nel mezzo al campo, ma ora non posso fare niente. E’ anche quasi buio.
Ecco che un globo nero appare a circa 120 metri. L’erba lo copre quasi totalmente, inoltre la visibilità è al minimo. Non ho tempo per fare troppe considerazioni. Così lo cerco nell’ottica della carabina, cerco di portare la mira verso il collo e parte il colpo. Tutto sparisce. Non vedo movimenti.
Scarico metto il fucile in custodia, cerco la pila e parto verso il punto dove ho sparato arrivato dove penso che dovrebbe essere il cinghiale un forte grugnito al limite del bosco (a non più di 15 metri) mi sembra un grugnito di sofferenza che continua affievolendosi mentre il rumore degli altri animali che fuggono si dissolve nel bosco. Mi dirigo verso il trattoio dove era l’animale, cerco una traccia di sangue ma inutilmente, entro anche nel bosco, ma senza sangue da seguire so che è inutile. Insisto per qualche minuto poi esco dal bosco, prendo un fazzoletto di carta e lo annodo ad un rametto per segnare il trattoio. Comincio a pensare a chi chiamare la mattina successiva con il cane da traccia. Comunque continuo a guardare nel campo cercando il punto esatto dove ho sparato, faccio ancora una decina di metri allontanandomi da dove ho sparato che eccolo li, rimasto fulminato sul colpo. Verificherò dopo che la .270 ha fatto un ottimo lavoro, la palla gli ha praticamente distrutto il collo all’attaccatura della spalla, sicuramente è morto sul colpo. Quello che avevo sentito prima evidentemente era perfettamente sano.
Sono contento di questa strana coppiola.
Poi verrà il bello, macellarli tutti e due da solo richiede del tempo e arriverò a casa per fare cena alle una e trenta di notte.

Ciao

Claudio - siena
 
Complimenti. Se posso darti un consiglio, se dovesse capitare nuovamente un fatto simile, quando vai a controllare che fine ha tatto il cinghiale, la carabina non la posare, portala con te carica e pronta a sparare
giusto
mai lasciare l'arma

- - - Aggiornato - - -

Varie vicissitudini mi hanno portato pochissimo a caccia in questo inizio di stagione. Lunedì scorso era il primo giorno di caccia di selezione anche al cinghiale, ma non sono potuto uscire. Così ieri pomeriggio esco di casa molto presto, faccio vari giri per parlare con degli amici e controllare alcune postazioni. Poi mi dirigo verso l’appostamento che avevo deciso di presidiare. E’ un esteso campo di erba medica con in mezzo alcune grandi piante di noce ed è proprio sotto una di queste che mi apposterò.
Appena scendo di macchina vedo una macchia rossa lungo il bosco, il binocolo mi confermerà una femmina sottile che già avevo visto in un’uscita mattutina. Mentre mi preparo rientra nel bosco. Raggiungo la postazione. Nell’uscita precedente avevo tolto alcune foglie del noce che mi limitavano la visuale, ora è perfetta, riesco a controllare circa quattrocento metri di bordo del bosco, circa duecento verso destra e altrettanti verso sinistra. Carico la carabina e mi metto in osservazione. Il sole è ancora alto. Il binocolo inquadra un daino in pascolo sul versante opposto della vallata, sarà a oltre 600 metri, dovrebbe essere una femmina. Il tempo trascorre tranquillo, quando una macchia attrae l’attenzione, è sul bordo del bosco alla mia destra. Femmina è il responso dell’ottica. Bruca qualcosa e si ferma sempre più a lungo guardando verso il bosco, so per esperienza che questo vuol dire che c’è un altro capriolo. Dopo alcuni minuti ecco il maschio che inizia ad inseguire la femmina, anche se siamo ai primi di luglio gli ormoni è evidente che fanno il loro lavoro. La femmina fa uno stretto giro nel campo e si rinfila nel bosco seguita dal maschio.
Non ho neanche toccato il fucile.
Poco dopo ecco una sottile, probabilmente è quella che avevo visto dalla macchina. Rimane nel campo a lungo. Certo che l’erba è cresciuta velocemente, penso, infatti spesso mi scompare dalla vista e riesco a vederne solo la testa.
Passa più di un’ora e la sottile si dirige nel bosco. Comincia ad essere tardi fra poco no vedrò più niente. Ecco un altro capriolo ad un centinaio di metri, è un maschio. Comunque controllo con attenzione prima di passare al fucile, è un giovane. Mi posiziono, aspetto che si posizioni nel modo corretto e sparo. Nell’ottica vedo che parte a corsa verso il centro del campo e scompare. Mi preoccupo perché con la luce scarsa e l’erba alta so che non sarà facile trovarlo. Comunque con un po di esperienza riesco a trovarlo. Lo trascino fino allo zaino, gli metto la fascetta numerata, lo segno sul libretto delle uscite, faccio una foto per mandarla agli amici.
Ma cos’è questo rumore nel bosco? “cinghiali” penso.
Estraggo il fucile dal fodero, lo carico e lo posiziono sul treppiedi, sono senza copertura nel mezzo al campo, ma ora non posso fare niente. E’ anche quasi buio.
Ecco che un globo nero appare a circa 120 metri. L’erba lo copre quasi totalmente, inoltre la visibilità è al minimo. Non ho tempo per fare troppe considerazioni. Così lo cerco nell’ottica della carabina, cerco di portare la mira verso il collo e parte il colpo. Tutto sparisce. Non vedo movimenti.
Scarico metto il fucile in custodia, cerco la pila e parto verso il punto dove ho sparato arrivato dove penso che dovrebbe essere il cinghiale un forte grugnito al limite del bosco (a non più di 15 metri) mi sembra un grugnito di sofferenza che continua affievolendosi mentre il rumore degli altri animali che fuggono si dissolve nel bosco. Mi dirigo verso il trattoio dove era l’animale, cerco una traccia di sangue ma inutilmente, entro anche nel bosco, ma senza sangue da seguire so che è inutile. Insisto per qualche minuto poi esco dal bosco, prendo un fazzoletto di carta e lo annodo ad un rametto per segnare il trattoio. Comincio a pensare a chi chiamare la mattina successiva con il cane da traccia. Comunque continuo a guardare nel campo cercando il punto esatto dove ho sparato, faccio ancora una decina di metri allontanandomi da dove ho sparato che eccolo li, rimasto fulminato sul colpo. Verificherò dopo che la .270 ha fatto un ottimo lavoro, la palla gli ha praticamente distrutto il collo all’attaccatura della spalla, sicuramente è morto sul colpo. Quello che avevo sentito prima evidentemente era perfettamente sano.
Sono contento di questa strana coppiola.
Poi verrà il bello, macellarli tutti e due da solo richiede del tempo e arriverò a casa per fare cena alle una e trenta di notte.

Ciao

Claudio - siena
complimenti
non solo per la caccia ma anche per la prosa
 
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