[h=1]Domusnovas, la rivolta delle doppiette:
no alla caccia grossa di giovedì[/h] Ieri alle 18:25 - ultimo aggiornamento alle 18:34

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Cacciatori

Una grande manifestazione per dire no al moltiplicarsi delle giornate dedicate alla caccia grossa.
Il sit in è previsto per mercoledì alle 18,30 davanti al Municipio di Domusnovas.

Sono attese compagnie di caccia da Sulcis, Medio Campidano e cagliaritano oltre ad associazioni di categoria ed ambientalisti.
Nel mirino il calendario venatorio 2015 - 2016, emanato il 9 luglio dal comitato faunistico regionale, che in attesa della ratifica dell’Ispra prevede di destinare alla caccia del cinghiale anche tutti i giovedì (oltre alle domeniche e ai festivi) dal 5 novembre al 31 gennaio.
"Stileremo un documento da sottoporre alle istituzioni - spiega l’organizzatore Giuseppe Fenu, commerciante di Domusnovas e cacciatore da una vita - con il quale grideremo il nostro no alla caccia grossa di giovedì e chiederemo la cancellazione di quelle giornate dal calendario o la loro applicazione solo nelle zone del nord Sardegna dove le popolazioni di cinghiali, in sovrannumero, stanno creando danni alle colture".
Un problema che non interessa il sud Sardegna dove, al contrario, il movimento delle doppiette lamenta l’esiguità dei capi da cacciare.

Unione Sarda
 
Ma, non capisco.
Il cinghiale è oramai da anni un problema in tutta europa.
Per fare fronte all'emergenza ci siamo inventati i selecontrollori, cacciatori che hanno tempo libero e si fanno xx giorni di caccia in più degli altri non abilitati (per esserlo non è necessario essere un genio).
Se tutti facessero il corso per diventare formati?
La cosa più sensata sarebbe stata da sempre l'aumento delle giornate di caccia al cinghiale, dove tutti quanti possono andare, senza discriminazione, senza spese per corsi, invidie fra cacciatori, ecc...
La verità è che, giusto o no, non sto a discernere, i cacciatori di risolvere il problema se ne fregano e pensano solo al loro divertimento e dovrebbero essere onesti da ammettere questo stato dei fatti.
Se i danni arrecati dal setolone restano sempre ingenti, nonostante la caccia e i sele, quali soluzioni si dovrebbero adottare?
 
non riesco a capire pienamente il problema
per gestire una specie dovrebbe essere determinante il piano d'abbattimento, non le giornate di caccia permesse
c'è qualcuno che me lo possa spiegare meglio?
 
Se intendi l'incapacità di gestirlo, probabilmente si.

Proprio quello.
Tipico degli italiani...purtroppo...il voler inzuppare il pane la dove esiste una risorsa, perché di risorsa si stà parlando. E allora ogni "categoria" è pronta a scendere in campo e pretendere, a torto e a ragione. E allora ecco che subitamente si innesca il solito meccanismo nostrano di inghippi ed interessi di parte, con buona pace del buon andamento della gestione.
 
Proprio quello.
Tipico degli italiani...purtroppo...il voler inzuppare il pane la dove esiste una risorsa, perché di risorsa si stà parlando. E allora ogni "categoria" è pronta a scendere in campo e pretendere, a torto e a ragione. E allora ecco che subitamente si innesca il solito meccanismo nostrano di inghippi ed interessi di parte, con buona pace del buon andamento della gestione.

Quoto al 100%
Ovviamente i cacciatori non sono esenti dal giochino.

Saluti

Claudio - siena
 
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