Ieri al via la stagione in provincia di Fi, avevo un maschio adulto assegnato. La sveglia puntata alle 4:00 ha finalmente posto fine ad un sonno tremendamente agitato dall' ansia. Colazione al volo, zaino in spalla e sono partito alla volta del mio punto sparo immerso in una piantata di faggi e ciliegi, ed al quale ho lavorato per mesi, in cui si sono alternati dubbi, fatiche e speranze.
Il primo avvistamento è quello di un subadulto che rimane a mangiare a 90mt da me dandomi la possibilità di osservarlo divertito. Poi è la volta di una sottile, per concludere con un bel branchetto di cinghiali, con tanto di prole al seguito. La mattinata scorre senza altri avvostamenti e così decido di rientrare. non avevo in programma di uscire anche la sera, ma arrivato alle 18 non ho resistito e sono tornato in postazione. Verso le 19 ecco che scorgo una sagoma nell' erba, dal binocolo posso constatare che si tratta del mio capo, un maschio adulto che mi viene sù "di punta" per cui decido di non sparare vista la posizione sfavorevole. Aspetto, in attesa che si giri di fianco, proprio in quel monento, quando il cuore comincia a battere, una voce dal bosco alle mie spalle lo mette in allarme, e dopo aver annusato l' aria si defila senza particolare fretta fra gli alberi, privandomi però della possibilità del tiro. Mi ripeto che l' occasione è sfumata e che la serata difficilmente mi darà una seconda chance.
Sono le 20 e poco più, un' altra sagoma fra l' erba, il palco generoso non può passare inosservato. Dopo pochi secondi è in posizione perfetta, nessuna indecisione e la carabina tuona. Un salto verso l' alto mi conferma che il colpo è ben piazzato, lo vedo crollare praticamente sul posto.
L' azione di caccia che da tanto sognavo è diventata realtà, la riconoscenza è massima.