La frase che ho più spesso sentito dire è : "io non li ho mai persi"...anni fa la dicevo anch'io, ma quando si comincia a superare non dico tanto, ma già un centinaio di animali abbattuti, tutta questa certezza comincia inesorabilmente a vacillare. Credetemi non è una questione di calibri, se fosse così semplice il problema sarebbe già risolto. Spesso anche volendo non c'è la possibilità di seguire la traccia, perchè fa buio, perchè piove, perchè ci sono i cinghili e il giorno dopo non troveresti nulla. O anche semplicemenye perchè l'aimale non è ferito in modo invalidante.
Io dico solo una cosa, cerchiamo di tirare bene, per quanto possibile e non saliamo in cattedra a dispensare dottrine che il tiro azzardato lo facciamo tutti, e soprattutto andiamo sempre a controllare. Ma nessuno si illuda di far riuscire tutte le ciambellecon il buco, perchè non accadrà mai.
 

lupozoppo

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Cari amici
Innanzitutto vorrei ringraziarvi. Credo di essere uno degli ultimi arrivati perché mi sono registrato solo a gennaio, leggendo i vostri interventi ho acquisito molte opinioni che sono andate ad integrare quelle consolidate in quarant’anni di esperienze dirette, e soprattutto di discussioni e scambi di pareri con i miei compagni di caccia. Personalmente penso che le esperienze indirette siano importanti perché quando si è coinvolti in prima persona si rischia di non essere abbastanza obiettivi, mentre invece osservando l’operato altrui e/o discutendone si può riflettere con maggior distacco.
Questa è la forza di un forum: dialogare con persone sconosciute può comportare un grosso valore aggiunto.
A questo punto mi sentirei di incominciare ad intervenire con l’intento di apportare osservazioni, forse scontate forse no, accumulate negli anni. Se diventassi troppo invadente vi pregherei di dirmelo.

Inizierei con l’argomento, molto popolare, del calibro e/o palla che non fa feriti, che stoppa sempre l’animale sul posto o quasi.
Ho già manifestato la mia opinione che non esista.
Cacciando all’aspetto è capitato molte volte di aver creduto di sbagliare un animale, salvo poi trovarlo morto a cento metri dall’anschuss, magari col cuore distrutto. Questo anche in presenza di un osservatore che, non subendo l’effetto del rinculo e della vampa di bocca, ha una visione molto più realistica della dinamica successiva al colpo; oltretutto quasi sempre si tratta di persona esperta.
Il compianto Fulvio Ponti nel suo bel libro “addestramento del cane da traccia” conferma la cosa. Anzi, addirittura spiega come, essendosi deciso di seguire sistematicamente tutti gli animali “sbagliati” con un cane da traccia, se ne siano trovati morti più del 25% entro un chilometro dall’anschuss.
Fin qui si parla di tiri effettuati all'aspetto, con calma .
In battuta, ovviamente, il discorso cambia. Si tira ad animali in movimento, non c’è l’osservatore, il terreno è coperto o molto coperto. In sintesi è difficile valutare il tiro ed i suoi effetti.
Dunque: spariamo a 100 cinghiali, 50 cadono e 50 se ne vanno. Dei 50 caduti 30 sono colpiti più o meno male; perciò ne deduco che quella combinazione calibro/palla sia inesorabile: “…se scappano è perché li ho padellati ..” ………… quante volte l’abbiamo letto?
Però, dei 50 che se ne sono andati, quanti erano stati feriti senza che noi ce ne accorgessimo? Personalmente, lo confesso, ho all'attivo 5, forse 6, cinghiali che non sarei neanche andato a cercare, se i cani non avessero battuto a morto. Uno l’avevo centrato addirittura con tre colpi.
I miei compagni hanno più o meno la mia stessa media.
Ma i cani battono sempre e tutti a morto? Sto parlando dei segugi, non dei cani da traccia.
La mia impressione è stata: se il cinghiale è singolo o sbrancato, quasi sempre lo fanno. Se il cinghiale è imbrancato quasi sempre seguono i sopravvissuti senza soffermarsi sul morto.
La corretta prassi gestionale direbbe che si devono seguire le tracce dell’animale sbagliato per almeno 100 m, alla ricerca delle eventuali tracce di sangue. Ma siamo sicuri d’averlo sempre fatto? Personalmente no. Tra l’altro si sottrae tempo ai compagni di battuta, che non sempre gradiscono
E anche quando l’ho fatto ho incontrato molte difficoltà: sottobosco fitto, tracce di più animali (a quale di tutti questi avevo sparato?), fanghiglia, foglie morte, e soprattutto il fatto che l’animale possa non aver perso sangue per molte decine di metri; nel caso del capo di cui avevo parlato prima le prime tracce le trovammo solo dopo un centinaio di metri. In definitiva, soprattutto in assenza di neve, non sono affatto sicuro dell’efficienza della ricerca.
Un criterio applicabile per farsi un’idea della situazione potrebbe essere quello di conteggiare gli eventuali capi rinvenuti morti in occasione di una seconda battuta nella stessa zona, sempre che questa si faccia; ma non mi risulta che rifare una battuta poco tempo dopo la prima sia una prassi molto diffusa.
Scusandomi per la prolissità giro a voi tutti le domande che mi sono posto.
P.S. mi permetterei di consigliare la lettura succitato libro di Ponti anche a chi non sia direttamente interessato all'argomento: fornisce molti spunti di riflessione.
Un salutone a tutti.
 
Boh, non lo so Lupozoppo. Forse si, ci saranno senza dubbio animali lasciti morire nella macchia, ma non credo che siano poi cosi tanti. Parto da un presupposto e sempre considerando il modo di cacciare in braccata nella maremma. qui in braccata si sciolgono 30/40 cani in pezzetti di macchia che se dico un chilometro mi allargo. Ora mi sembra davvero poco probabile che un animale ferito non venga prima o poi intercettato da un cane che gli va ad abbaiare a fermo. Poi certamente ci stà che un cignale possa defilarsi e morire senza che nessuno se ne accorga. E' capitato da noi di ritrovarne magari dopo 10 giorni, ma davvero una cosa sporadica.
Quanto alla "cultura venatoria", specificamente per quel che riguarda la braccata...bè, purtroppo si va sempre più perdendo: un po' perchè di giovani che vengono ci son sempre meno, ma sopra a tutto perché i veri cignalai, quelli con la Passione con la P maiuscola sono sempre di meno. Chi manda avanti una squadra, e chi va davvero a cignali lo sa bene, sono quelle sette, otto persone che davvero hanno la "PASSIONE", gli altri fanno numero. Per carità, tutti utili e nessuno indispensabile, ma a lavorare sono sempre i soliti.
 
Boh, non lo so Lupozoppo. Forse si, ci saranno senza dubbio animali lasciti morire nella macchia, ma non credo che siano poi cosi tanti. Parto da un presupposto e sempre considerando il modo di cacciare in braccata nella maremma. qui in braccata si sciolgono 30/40 cani in pezzetti di macchia che se dico un chilometro mi allargo. Ora mi sembra davvero poco probabile che un animale ferito non venga prima o poi intercettato da un cane che gli va ad abbaiare a fermo. Poi certamente ci stà che un cignale possa defilarsi e morire senza che nessuno se ne accorga. E' capitato da noi di ritrovarne magari dopo 10 giorni, ma davvero una cosa sporadica.
Quanto alla "cultura venatoria", specificamente per quel che riguarda la braccata...bè, purtroppo si va sempre più perdendo: un po' perchè di giovani che vengono ci son sempre meno, ma sopra a tutto perché i veri cignalai, quelli con la Passione con la P maiuscola sono sempre di meno. Chi manda avanti una squadra, e chi va davvero a cignali lo sa bene, sono quelle sette, otto persone che davvero hanno la "PASSIONE", gli altri fanno numero. Per carità, tutti utili e nessuno indispensabile, ma a lavorare sono sempre i soliti.

E te di quali sei?
IHIHIHIH

Il problema secondo me è cje una volta si ammazzavano dieci cinghiali l'anno e non se ne perdeva neanche uno . Ora che se ne ammazza qualche decina in ogni battuta non sempre c'è la possibilità o la volontà di andare dietro a tutti gli animali feriti. Anche se sono d'accordo con Malavizio che succede meno di quanto si pensi.

Claudio - siena
 
Bel post...complimenti. Per la mia esperienza, risulta verità ciò che hai scritto. Anche nella mia squadra si sono verificati episodi che facevano credere che l'animale non fosse stato colpito e invece dopo si ritrovava a parecchi metri di distanza morto o quasi. In altre occasioni, si sono verificati abbattimenti di cinghiali che erano stati feriti da fucilate precedenti, addirittura un verro di circa 90 kg, fu sotterrato perchè gli fu trovata una brennek nella coscia che già era in cancrena.
In un altro episodio un componente della squadra sparò un cinghiale, con una sottocalibrata, a detta sua, lo aveva mancato, se non chè i cani poco dopo abbaiavano a fermo a circa 300 mt dallo sparo. Il cinghiale era stecchito e quando fu pulito, il cuore era un'ammasso di sangue coagulato...sfracellato. Come aveva potuto percorrere tutto quel tratto?
C'è da dire che il cinghiale è un ottimo incassatore ed ha una resistenza straordinaria.
 
Non ti credere...i cinghiali li perdi anche senza saperlo e cmq si perdono eccome, nonostante la mole! Un tordo vedi dove casca, un cinghiale vedi dove gli tiri, ma non dove va a morire.

E' vero, poi può sembrare impossibile ma vederli sdraiati nella macchia non è poi così facile.
 
Bel post...complimenti. Per la mia esperienza, risulta verità ciò che hai scritto. Anche nella mia squadra si sono verificati episodi che facevano credere che l'animale non fosse stato colpito e invece dopo si ritrovava a parecchi metri di distanza morto o quasi. In altre occasioni, si sono verificati abbattimenti di cinghiali che erano stati feriti da fucilate precedenti, addirittura un verro di circa 90 kg, fu sotterrato perchè gli fu trovata una brennek nella coscia che già era in cancrena.
In un altro episodio un componente della squadra sparò un cinghiale, con una sottocalibrata, a detta sua, lo aveva mancato, se non chè i cani poco dopo abbaiavano a fermo a circa 300 mt dallo sparo. Il cinghiale era stecchito e quando fu pulito, il cuore era un'ammasso di sangue coagulato...sfracellato. Come aveva potuto percorrere tutto quel tratto?
C'è da dire che il cinghiale è un ottimo incassatore ed ha una resistenza straordinaria.

grazie per gli apprezzamenti
vorrei però osservare che le doti d'incassatore del cinghiale, forse sono un po' sopravvalutate:
1 gli si spara in corsa e come capita, il che non favorisce l'accuratezza del tiro: quando li ho presi bene, ma bene, son venuti giù come le pere. Il cuore sfracellato: m'è capitato più volte anche col capriolo, anche con il 270 0 7 RM, caprioli senza cuore che non hanno segnato e se ne sono andati, roba da lasciarli lì, invece erano stecchiti.
2 la potenza del calibro: i testi per aspiranti cacciatori di selezione parlano d'un minimo di 100 joule per il capriolo e 200 per il cinghiale, però un cinghiale non pesa il doppio del capriolo, ma ben di più. Va da sé che le joule per kg di peso vivo utilizzate sono molte di più nel capriolo che in un cinghiale. Anche usando un 243 il capriolo risulterebbe molto più overgunned, come dicono gli americani, che un cinghiale di 80 kg cui si sparasse col 308. Carta penna tabelle balistiche fare i conti ........... ma forse basta un'occhiata alle tabelle per veder che è così
salutoni :D
 
La mia esperienza con il 308W si limita a caccia di appostamento a cinghiali, daini e caprioli, uso una carabina Steyr SSG con canna da 26". Non mi è mai capitato di perdere un animale ferito, se colpiti restavano li. E' pur vero che sparavo al massimo ad una distanza di 150 mt e il calo di velocità della palla e diminuzione dell'energia era minimo. In battuta col cal. 20 mi è successo qualche volta, pensavo di aver padellate invece il cinghiale era malamente ferito e faceva molta strada prima di cadere.
Rispetto ad una canna di 47 o 51 cm la mia di 65 cm sfrutta completamente la potenzialità della cartuccia. Col 20 anche se sparo entro i 50 mt non ho sull'animale lo stesso risultato.
 
Fra l'altro, ma penso che questo succeda solo in macchie fitte, chi ha una certa esperienza e pratica costantemente questo tipo di caccia, se ne accorge sulla fucilata se un animale è preso dal modo in cui "rompe": un animale sano schiva i rami più grossi e quando va via senti solo lo sfrascare della ramaglia fine, di contro quando è preso per qualche metro perde l'equilibrio e, appunto, "rompe" con un rumore caratteristico.

E' anche comunque vero quel che dice Vivailpelo.
 
Ragazzi questo è un argomento che non ha soluzione, per quanto ci si stia attenti qualcuno andrà sempre perso. Ma questo succede in tutte le cacce. Quanti tordi o allodole, ma persino colombi, non si riescono a recuperare?
Stiamoci attenti, ma non facciamocene una malattia...Un animale perso, male che va è pastura per i cingiali. Certo non è assolutamete bello, ma fa parte del gioco e su questo purtroppo non ci sipuò fare nulla.
 
credo si possa parlare di cultura venatoria al di là di calibri e palle
scelta delle poste, scelta del cacciatore in base alla posta, non tentare tiri inutili, avere buoni cani, perdere del tempo anche a fucile scarico invece di correre subito a mangiare la griglia e poi ....... continuate voi ;)
forse qualcosa migliorerebbe e questo vale per tutti i tipi di caccia.
saluti

il richiamo della griglia ooohhhhhhhhhh il richiamo della grigliaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! mi fa quasi ululare. Per me è uno dei più potenti che esistano, superato solo da altri due.
Uno non posso dirlo per pudore perchè sono un lupacciotto perbenista. :rolleyes::p
l'altro è quello per l'etica venatoria, il rispetto per l'animale a cui abbiamo sparato, l'ambiente, .......... S. Uberto, insomma.
Quando si caccia da soli si è totalmente responsabili per sé stessi. Si può decidere che la griglia può aspettare e che per il momento basta un cioccolatino.
Quando si caccia in compagnia, invece, subentra il rispetto per gli altri, il resto della squadra che ha tanta fretta e fame, e ci si potrebbe far distrarre. Ma è proprio qui che dovrebbe emergere la maturità della squadra: non un insieme di individui, ma un organismo formato da individui diversi che si integrano a vicenda, cercando le eventuali tracce di sangue, ognuno come se a sparare fosse stato lui. Una vera forma di cultura, di socialità che potrebbe contribuire anche a sbugiardare i nostri detrattori, ma soprattutto ad arricchire noi stessi.
Credo che tu per miglioramento intenda anche questo, e sono totalmente d'accordo.[spocht_2.gif]
 
Ragazzi questo è un argomento che non ha soluzione, per quanto ci si stia attenti qualcuno andrà sempre perso. Ma questo succede in tutte le cacce. Quanti tordi o allodole, ma persino colombi, non si riescono a recuperare?
Stiamoci attenti, ma non facciamocene una malattia...Un animale perso, male che va è pastura per i cingiali. Certo non è assolutamete bello, ma fa parte del gioco e su questo purtroppo non ci sipuò fare nulla.

E' assolutamente vero ciò che hai scritto. Per quanto possa dispiacere perdere un animale abbattuto, sia un'allodola, sia un cinghiale, come dici fa parte del gioco. Ricordo che una volta a tordi stavo in un posto con erba alta e non avevo un cane da riporto, al terzo tordo di seguito che perdevo, ho raccolto le mie cose e sono andato via. Non sopporto uccidere un animale e poi non poterlo trovare. A cinghiale come ho scritto precedentemente mi è capitato di ferirne qualcuno, ma a battuta finita sono andato a cercarlo fino a quando non l'ho trovato, e ci sarei tornato anche il giorno successivo se non l'avessi trovato.
 
Fra l'altro, ma penso che questo succeda solo in macchie fitte, chi ha una certa esperienza e pratica costantemente questo tipo di caccia, se ne accorge sulla fucilata se un animale è preso dal modo in cui "rompe": un animale sano schiva i rami più grossi e quando va via senti solo lo sfrascare della ramaglia fine, di contro quando è preso per qualche metro perde l'equilibrio e, appunto, "rompe" con un rumore caratteristico.

E' anche comunque vero quel che dice Vivailpelo.

giustissimo
questa è una delle cose che contraddistinguono il cacciatore esperto, usare anche gli orecchi, oltre che gli occhi.

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Certo...se lo spari a Pisa e va a morire a Livorno! Non lo trovi più.

senza bisogno di cambiar provincia è capitato con due grossi verri, entrambi colpiti in presenza di testimoni (bosco d'alto fusto, piuttosto rado, in Boemia).
uno ha incassato 2 palle TUG di 9.3 x 74 R, trovati a terra pezzetti d'osso e di fegato. L'altro non si sa quante perchè gli hanno scaricato le carabine addosso in più d'uno, la prima era sicuramente ai polmoni, io ero lontano e non ho potuto effettuare la ricerca dei segni a terra. Entrambi sono stati ritrovati dopo qualche giorno, a chilometri di distanza, osservando i corvi. Hanno insistito con la ricerca solo perchè dovevano recuperare i trofei che si supponeva fossero importanti.
 
credo si possa parlare di cultura venatoria al di là di calibri e palle
scelta delle poste, scelta del cacciatore in base alla posta, non tentare tiri inutili, avere buoni cani, perdere del tempo anche a fucile scarico invece di correre subito a mangiare la griglia e poi ....... continuate voi ;)
forse qualcosa migliorerebbe e questo vale per tutti i tipi di caccia.
saluti
 
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