Apertura al Cinghiale 2014

Io non andrò, da quando sono giovane è tradizione che il pomeriggio del primo novembre vada al cimitero a trovare i miei cari defunti.
Quindi domani mattina alla lepre come al solito.
L'apertura forse la faccio l'8 novembre, comunque finchè non chiude alla lepre, l'8 dicembre, andrò al cinghiale forse una volta.

In bocca al lupo a tutti coloro che passeranno la giornata nel bosco in attesa del setolone!!!

Claudio - siena
 
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...ibal a tutti...
...mi raccomando : cacciate con il cervello in tutta sicurezza...non sempre si riesce a controllare l'adrenalina che la vista di un cinghiale può dare...ma bisogna farlo...!!
 
Fedele al pensiero del Torraiolo, che è anche il mio, scrivo due righe di caccia senza calibri, ottiche e palle.

Buona la prima …… e anche la seconda.

Al mattino prendo il numero tre, si dice che sia il numero perfetto e poi è il mio giorno. Da noi funziona che al mattino quando si arriva si prende il numero dalla mazzetta e si scrive il nome sulla matrice, poi verrà estratto un numero e da li si parte con la prima posta, prima però si piazzano i “fermoposta” che sono gli anziani che non camminano.
Mi tocca una buona posta lungo la rete che costeggia uno zootecnico, c’è un buco e mi piazzo nelle vicinanze, visibilità… 10 metri, in qualche punto forze venti.
Sciolgono i cani e neanche cinque minuti sono a fermo in tre punti diversi.
Il poco vento non mi lavora per nulla bene, lo sento sempre dietro la nuca e rimulina, una volta su di un orecchio, una volta sull’altro. E sento la canizza dritta a me, l’animale sale, lo sento arrivare e scordonare verso sinistra, passa la canizza e la sento perdersi nel fondo. L’irsuto mi ha preso di vento.
Un'altra canizza sale. Io sono pronto ma sento la fucilata della posta alla mia destra, seguita da una seconda e poi un’altra, un’altra ancora, sei fucilate. Dice: “non si fermava e avevo paura che si mangiasse un cane” centoventisei chili di verre, un animale che da noi si vede ogni venti anni.
Ci sono molti animali in piedi, canizze e abbai a fermo. Sento un cane battere verso di me, si avvicina e mi preparo. Vedo muovere le frasche sulla mia sinistra, sposto lo schioppo e come si scopre sgancio. Mi veniva di punta, proprio nel momento in cui il vento mi veniva da li. E’ una scrofa di una cinquantina di chili, si spenge senza una mossa.
Non passano cinque minuti che sento di nuovo salire i cani dalla stessa direzione e un verrotto, stesso peso, mi galoppa incontro e quando mi è a una decina di metri si rende conto che c’è qualcosa che non quadra, frena di colpo e si spenge nello stesso momento.
Mi rendo conto che mi tremano le mani quando aspiro una boccata dal pippotto.

Ma non è finita. Neanche il tempo di fermare le mani che sento arrivare una canizzetta dal fondo, questa volta sulla destra. I cani sono ancora lontani quando sento un lieve fruscio, ma proprio una cosa infinitesimale. Punto su di un trottoio e aspetto immobile, ma con la coda dell’occhio vedo scurirsi un altro trottoio, e qui commetto l’errore: sposto il fucile e in quella frazione di secondo al posto del cignale c’è una nuvoletta di niente. Era un animale astuto, vecchio, veniva avanti ai cani di molto, in punta di piedi. Avrei dovuto restare immobile, aspettare che mi fosse a cinque metri, cosicchè avrei avuto qualche frazione di secondo in più data la maggiore visibilità e con la sagoma più grande. Stessa azione capitata a dicembre forse avrebbe avuto un esito diverso.

Il racconto della domenica ve lo risparmio. Tanto è uguale e preciso ma in altra zona , unica differenza è che il verre mi veniva da destra dopo aver preso una fucilata dalla posta accanto. Gli ho tirato la prima fucilata strusciandogli il grifo e con la seconda l’ho centrato nei polmoni. Ha fatto una cinquantina di metri e poi l’ho trovato.
 
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