Alberto 69

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Il selecontrollore: un cacciatore "speciale" con titoli e autorizzazioni "speciali", che gli consentono di dare un prezioso contributo al mantenimento dell'equilibrio dell'ecosistema.

Cacciatore.jpg

La caccia di selezione sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese. Il fenomeno dell’antropizzazione del territorio (ma non solo) sta lentamente modificando l’ecosistema con conseguenti squilibri demografici alla fauna selvatica, che può essere controllata e protetta solo con la caccia di selezione.

Colui il quale è preposto a concretizzarla è il selecontrollore, un cacciatore con specifiche qualifiche e titoli che gli consentono di praticare questa particolare e utile attività venatoria.
Per diventare selecontrollori occorre innanzitutto partecipare ad un corso specifico, durante il quale vengono insegnati sia i fondamentali sulle specie animali (generalmente ungulati) oggetto della caccia di selezione, sia le modalità per lo svolgimento della stessa. Alla fine del corso, l’aspirante selecontrollore dovrà sostenere un esame per ottenere l’abilitazione all’esercizio della caccia di selezione.
Vediamo nello specifico di chiarire il più possibile questo particolare cacciatore. Il selecontrollore ha in sostanza il compito di abbattere una determinata specie selvatica che è stata precedentemente monitorata in un’area geografica stabilita, nella quale potrebbero sorgere scompensi demografici a causa dell’eccessivo aumento demografico a scapito di altre specie animali. Il selecontrollore, generalmente, “lavora” grazie alla concessione di speciali licenze durante il periodo di divieto di caccia e in zone protette.

L’attività di questo “speciale” cacciatore è gestita sotto la diretta responsabilità degli Agenti Venatori Provinciali, circoscritta e disciplinata da un rigoroso protocollo che ne regolamenta ogni attività.
La figura del selecontrollore (così come la conosciamo oggi) nasce in Lombardia nel 2002 in seguito all’emendamento dell’art.41 della legge regionale sulla caccia 26/93, il quale aggiunse ai soggetti coadiutori nel controllo numerico della fauna invadente, una nuova figura: quella degli “operatori espressamente autorizzati dalle province, selezionati attraverso specifici corsi di preparazione alla gestione faunistica”. Ogni selecontrollore, per collaborare con gli Agenti Venatori, deve essere iscritto all’Albo provinciale dei selecontrollori, provenire dalle fila dei cacciatori esperti di ungulato e risiedere perlopiù nei territori limitrofi alla zona che si vuole coprire”.
Il termine “selecontrollore” è lentamente entrato a far parte del vocabolario del cacciatore moderno, il quale si sta sempre più dimostrando sensibile alla salvaguardia dell’ecosistema. Nelle varie provincie d’Italia, ogni anno vengono organizzati corsi abilitanti alla caccia di selezione, ai quali partecipano molti cacciatori interessati a dare una mano alle autorità sanitarie locali, prestando non solo le loro capacità di cacciatori, ma anche le loro conoscenze sulla flora e la fauna del territorio. Un contributo molto prezioso che aumenta sensibilmente la buona riuscita della caccia di selezione, che lo scopo (lo ripetiamo) di mantenere l’equilibrio nell’ecosistema.
La caccia di selezione ed il selecontrollore sono stati riconosciuti grazie all’articolo 17 della legge nazionale sulla caccia (n. 157/92), dove è previsto che i termini di caccia possano essere modificati solo nel caso di alcune specie e in relazione a condizioni ambientali particolari, che differiscono di regione in regione. Ogni Regione, in collaborazione con l’Istituto nazionale per la fauna selvatica, autorizza il piano faunistico venatorio da applicare in una determinata area geografica, nella quale si sono registrati scompensi demografici in una specie selvatica.
Fra le mansioni principali del selecontrollore spicca quella di coadiuvare gli Agenti Venatori provinciali in tutti gli interventi di controllo (principalmente numerico) di quelle specie animali, che per eccessiva protezione o per ottimale insediamento nel territorio vengono considerate invadenti. Uno degli animali che sempre più spesso sta diventando “protagonista” (suo malgrado) della caccia di selezione è il cinghiale. Questo selvatico sta dimostrando da molti anni una capacità riproduttiva straordinaria, la quale però crea spesso problemi sia alla specie stessa, sia all’agricoltura. Molti cinghiali si avvicinano ai terreni coltivati procurando non pochi danni ai contadini e alla produzione agricola in generale, ma sorpattutto "dilapidano" molte risorse naturali che diventano insufficienti per il mantenimento della specie stessa.
Il selecontrollore dunque è un cacciatore esperto nel prelievo selettivo dell’ungulato ed ha la possibilità di esercitare tale attività anche durante periodi e ore nelle quali la caccia è vietata. La caccia di selezione ed il selecontrollore vengono costantemente monitorati dagli Agenti Venatori Provinciali, per garantire il pieno rispetto del protocollo che regolamenta l’attività di questi cacciatori speciali.
Il selecontrollore, una volta iscritto all’albo previo il superamento del corso abilitante, diventa parte integrante di un preciso piano faunistico con il quale si vuole mantenere (e in alcuni casi ricreare) un perfetto equilibrio naturale nella fauna selvatica.
Consigliamo ai cacciatori interessati a questo argomento di mettersi in contatto con le varie associazioni venatorie operanti a livello regionale. I corsi generalmente vengono pubblicizzati con un certo anticipo, quindi occorre fare delle brevi ricerche sulla rete per trovare molte informazioni e contatti ai quali chiedere maggiori chiarimenti.
 
Premetto che non voglio affatto fare polemica sulla definizione di selecontrollore su esposta ma semplicemente scendere un po' di più nella realtà dei fatti.
Il Selecontrollore, inoltre:
1) nel 99% dei casi, non è un santo altruista, con intenti di riequilibrio dell'ecosistema faunistico, ma semplicemente un cacciatore che, a seguito di corsi, ecc. ecc., ha la possibilità di poter cacciare anche in periodi di caccia chiusa ed in zone vietate, con sua grande felicità per poter praticare il suo hobby per più tempo/giornate all'anno.
2) in molti, si portano a casa più animali di quelli che prendono a caccia nei periodi venatori
3) la loro disponibilità è generalmente subordinata ai giorni di caccia, cioè, la loro disponibilità è spesso limitata ai periodi di caccia chiusa, che potrebbero non coincidere con le necessità temporali di interventi di riequilibrio, ma la disponibilità è a loro discrezione, per cui fanno come gli conviene, generalmente
4) quasi tutti gli interventi dei sele sono sul cinghiale (come sopra citato) e gli abbattimenti non sono selettivi ma quantitativi e pertanto, e fortunatamente, più semplici
5) le attività dei sele nelle aree a parco sono gestite, almeno in Piemonte, dai guardiaparco e non più dalla Provincia
6) varie ed eventuali
Vi assicuro che ne so abbastanza sull'argomento e posso affermare, senza smentite, che la loro utilità, in talune situazioni, è indubbia e fondamentale, ma da qui a farne una sorta di santi benefattori, ce ne passa.
Questo è semplicemente il mio pensiero, magari poco condiviso, e spero di non offendere nessuno, lungi da me.
L'attività dei selecontrollori può essere una di quelle che fa avvicinare la società anticaccia ai cacciatori, spero solo che, per colpa di pochi, non si ribalti questa opportunità più unica che rara.

Non dovevo dirlo?
Perdonatemi. ahahahahahah

Ho l'impressione che ci sia molta confusione sull'argomento.
Questa confusione è dettata, secondo me, soprattutto dal fatto che in ogni regione dove viene praticata la caccia di selezione ci sono situazioni, esigenze e regolamenti totalmente diversi dalle altre.
Qui in Toscana, ad esempio, la caccia di selezione al cinghiale fino ad oggi non è mai stata fatta perchè viene cacciato in maniera massiccia in braccata.
Per quanto riguarda i cervidi e i bovidi invece viene praticata una vera e propria selezione con un numero preciso e con classi di età e sesso ben definite, ad eccezione di alcune zone dove per il Daino si vuole praticamente eradicarlo.
 
Premetto che non voglio affatto fare polemica sulla definizione di selecontrollore su esposta ma semplicemente scendere un po' di più nella realtà dei fatti.

Non dovevo dirlo?
Perdonatemi. ahahahahahah

quello che dici te nn è il selecontrollore, ma quello che si chiama operatore faunistico...
cinghiali,piccioni ecc ecc sulle richieste danni degli agricoltori
 
Premetto che non voglio affatto fare polemica sulla definizione di selecontrollore su esposta ma semplicemente scendere un po' di più nella realtà dei fatti.
Il Selecontrollore, inoltre:
1) nel 99% dei casi, non è un santo altruista, con intenti di riequilibrio dell'ecosistema faunistico, ma semplicemente un cacciatore che, a seguito di corsi, ecc. ecc., ha la possibilità di poter cacciare anche in periodi di caccia chiusa ed in zone vietate, con sua grande felicità per poter praticare il suo hobby per più tempo/giornate all'anno.
2) in molti, si portano a casa più animali di quelli che prendono a caccia nei periodi venatori
3) la loro disponibilità è generalmente subordinata ai giorni di caccia, cioè, la loro disponibilità è spesso limitata ai periodi di caccia chiusa, che potrebbero non coincidere con le necessità temporali di interventi di riequilibrio, ma la disponibilità è a loro discrezione, per cui fanno come gli conviene, generalmente
4) quasi tutti gli interventi dei sele sono sul cinghiale (come sopra citato) e gli abbattimenti non sono selettivi ma quantitativi e pertanto, e fortunatamente, più semplici
5) le attività dei sele nelle aree a parco sono gestite, almeno in Piemonte, dai guardiaparco e non più dalla Provincia
6) varie ed eventuali
Vi assicuro che ne so abbastanza sull'argomento e posso affermare, senza smentite, che la loro utilità, in talune situazioni, è indubbia e fondamentale, ma da qui a farne una sorta di santi benefattori, ce ne passa.
Questo è semplicemente il mio pensiero, magari poco condiviso, e spero di non offendere nessuno, lungi da me.
L'attività dei selecontrollori può essere una di quelle che fa avvicinare la società anticaccia ai cacciatori, spero solo che, per colpa di pochi, non si ribalti questa opportunità più unica che rara.

Non dovevo dirlo?
Perdonatemi. ahahahahahah


quoto il punto uno ( ad eccezione delle zone vietate) io faccio parte di quel 99%
gli altri punti invece non li condivido o meglio qui da me non è così.
 
Premetto che non voglio affatto fare polemica sulla definizione di selecontrollore su esposta ma semplicemente scendere un po' di più nella realtà dei fatti.
Il Selecontrollore, inoltre:
1) nel 99% dei casi, non è un santo altruista, con intenti di riequilibrio dell'ecosistema faunistico, ma semplicemente un cacciatore che, a seguito di corsi, ecc. ecc., ha la possibilità di poter cacciare anche in periodi di caccia chiusa ed in zone vietate, con sua grande felicità per poter praticare il suo hobby per più tempo/giornate all'anno.
2) in molti, si portano a casa più animali di quelli che prendono a caccia nei periodi venatori
3) la loro disponibilità è generalmente subordinata ai giorni di caccia, cioè, la loro disponibilità è spesso limitata ai periodi di caccia chiusa, che potrebbero non coincidere con le necessità temporali di interventi di riequilibrio, ma la disponibilità è a loro discrezione, per cui fanno come gli conviene, generalmente
4) quasi tutti gli interventi dei sele sono sul cinghiale (come sopra citato) e gli abbattimenti non sono selettivi ma quantitativi e pertanto, e fortunatamente, più semplici
5) le attività dei sele nelle aree a parco sono gestite, almeno in Piemonte, dai guardiaparco e non più dalla Provincia
6) varie ed eventuali
Vi assicuro che ne so abbastanza sull'argomento e posso affermare, senza smentite, che la loro utilità, in talune situazioni, è indubbia e fondamentale, ma da qui a farne una sorta di santi benefattori, ce ne passa.
Questo è semplicemente il mio pensiero, magari poco condiviso, e spero di non offendere nessuno, lungi da me.
L'attività dei selecontrollori può essere una di quelle che fa avvicinare la società anticaccia ai cacciatori, spero solo che, per colpa di pochi, non si ribalti questa opportunità più unica che rara.

Non dovevo dirlo?
Perdonatemi. ahahahahahah


purtroppo e' cosi'. Ti quoto al 100%
e con l'occasione tanti auguri a tutti!!!
weidmannsheil,
paolo
 
Premetto che non voglio affatto fare polemica sulla definizione di selecontrollore su esposta ma semplicemente scendere un po' di più nella realtà dei fatti.
Il Selecontrollore, inoltre:
1) nel 99% dei casi, non è un santo altruista, con intenti di riequilibrio dell'ecosistema faunistico, ma semplicemente un cacciatore che, a seguito di corsi, ecc. ecc., ha la possibilità di poter cacciare anche in periodi di caccia chiusa ed in zone vietate, con sua grande felicità per poter praticare il suo hobby per più tempo/giornate all'anno.
2) in molti, si portano a casa più animali di quelli che prendono a caccia nei periodi venatori
3) la loro disponibilità è generalmente subordinata ai giorni di caccia, cioè, la loro disponibilità è spesso limitata ai periodi di caccia chiusa, che potrebbero non coincidere con le necessità temporali di interventi di riequilibrio, ma la disponibilità è a loro discrezione, per cui fanno come gli conviene, generalmente
4) quasi tutti gli interventi dei sele sono sul cinghiale (come sopra citato) e gli abbattimenti non sono selettivi ma quantitativi e pertanto, e fortunatamente, più semplici
5) le attività dei sele nelle aree a parco sono gestite, almeno in Piemonte, dai guardiaparco e non più dalla Provincia
6) varie ed eventuali
Vi assicuro che ne so abbastanza sull'argomento e posso affermare, senza smentite, che la loro utilità, in talune situazioni, è indubbia e fondamentale, ma da qui a farne una sorta di santi benefattori, ce ne passa.
Questo è semplicemente il mio pensiero, magari poco condiviso, e spero di non offendere nessuno, lungi da me.
L'attività dei selecontrollori può essere una di quelle che fa avvicinare la società anticaccia ai cacciatori, spero solo che, per colpa di pochi, non si ribalti questa opportunità più unica che rara.

Non dovevo dirlo?
Perdonatemi. ahahahahahah
 
Io ho fatto da poco il corso ed ho superato positivamente l'esame per tutte le specie: capriolo, muflone, daino, cervo e cervo a.c.a.t.e.r.

Il corso ti fa conoscere a mio avviso ogni aspetto biologico dell'animale e secondo me completa la conoscenza di questo modo di cacciare gli ungulati.

Il discorso a mio avviso è molto interessante, un selecontrollore non è un bracconiere, ma un autorizzato ad espletare questo tipo di caccia conoscendo e rispettando le leggi ed i regolamenti che disciplinano questa materia. Si dedica per lo più anche alla gestione della specie praticando i censimenti che a mio avviso acconsentono alla regolamentazione della specie e ne salvaguardano la loro estinzione.

Diversamente sono quelli che si reputano selecontrollori celandosi sotto questo "nome" per fare i bracconieri.

Un saluto Francesco
 
Io ho fatto da poco il corso ed ho superato positivamente l'esame per tutte le specie: capriolo, muflone, daino, cervo e cervo a.c.a.t.e.r.

Il corso ti fa conoscere a mio avviso ogni aspetto biologico dell'animale e secondo me completa la conoscenza di questo modo di cacciare gli ungulati.

Il discorso a mio avviso è molto interessante, un selecontrollore non è un bracconiere, ma un autorizzato ad espletare questo tipo di caccia conoscendo e rispettando le leggi ed i regolamenti che disciplinano questa materia. Si dedica per lo più anche alla gestione della specie praticando i censimenti che a mio avviso acconsentono alla regolamentazione della specie e ne salvaguardano la loro estinzione.

Diversamente sono quelli che si reputano selecontrollori celandosi sotto questo "nome" per fare i bracconieri.

Un saluto Francesco


Come hai detto tu....molti (tanti...Troppi)fanno i brakkonieri......
 
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