Lupa Lilith, la morte dovuta a una ferita di cinghiale

Ma tu guarda che spiegamento di forze e danaro per una lupa incapace di campare, tra fondazioni, organizzazioni, polizie varie, centri di recupero, Gps , gsm ecc ecc... Se era un cristiano bisognoso non se lo cagava nessuno...
 
Non ho capito. Prima si parla di debilitazione, poi di interventi chirurgici.
Allora se la lupa era in qualche modo ferita o traumatizzata da incidente o cosa, sono "quasi" d'accordo che sia stata soccorsa e rimessa in libertà.
Ma se la lupa era semplicemente debilitata per fame, significa che la natura stava facendo la sua selezione naturale, che, per quanto terribile, è essenziale per qualsiasi specie animale.
In questo caso mi stona fortemente la frase: "Tuttavia queste sono le leggi della Natura, a cui Lilith è tornata a rispondere dopo il suo rilascio" detta in questo contesto. La natura la sua legge l'aveva già attuata. E' solo lo zelo dell'uomo che gli ha allungato la vita di qualche giorno. Se la lupa ha rischiato di morie, di fame prima, e di ferita dopo, in un "ragionamento naturale" significa che non era adatta alla sopravvivenza.
 
Concordo anche io con jack e malavizio in tutto e per tutto per la lupa mi dispiace da morire per tutto il resto (mi ripeto) quanti soldi,quanti soldi possibile che non ci si renda conto di tutto questo contesto ottuso INCREDIBILE per le persone tutto questo buonismo lo hanno molto ma molto scarso secondo il mio modesto parere. Purtroppo in Italia se paghi hai subito l appuntamento per una visita medica se no ti attachi al tram e aspetti 6mesi. Se sei una lupa.............................non ci sono PAROLE!

- - - Aggiornato - - -

Toperone quello che dici e giustissimo ma qui non siamo in presenza di un carnaio il carnaio al quel punto era la lupa dovevano trovarne qualche pezzo mancante dico questo perche mi risulta che se abbatti un capriolo in regime di selezione come e successo la sera e ti allunga tu lo troverai il mattino successivo al 99 per cento solo la testa perche mangiato dai cinghiali ciao a tutti
 
Concordo al 100% quanto hanno scritto malavizio e jack,la natura deve fare il suo corso e gli animalambientalisti dovrebbero saperlo bene no?Oltre lo spreco di denaro,di tempo ed energie la natura ha avuto ancora ragione....
 
Non ho capito. Prima si parla di debilitazione, poi di interventi chirurgici.
Allora se la lupa era in qualche modo ferita o traumatizzata da incidente o cosa, sono "quasi" d'accordo che sia stata soccorsa e rimessa in libertà.
Ma se la lupa era semplicemente debilitata per fame, significa che la natura stava facendo la sua selezione naturale, che, per quanto terribile, è essenziale per qualsiasi specie animale.
In questo caso mi stona fortemente la frase: "Tuttavia queste sono le leggi della Natura, a cui Lilith è tornata a rispondere dopo il suo rilascio" detta in questo contesto. La natura la sua legge l'aveva già attuata. E' solo lo zelo dell'uomo che gli ha allungato la vita di qualche giorno. Se la lupa ha rischiato di morie, di fame prima, e di ferita dopo, in un "ragionamento naturale" significa che non era adatta alla sopravvivenza.
Concordo pienamente con quanto scritto.Saluti Alessandro
 
Cosa volete che sappiano gli animalisti, tanti non sanno nemmeno da che parte sono girati, figurarsi capire la selezione naturale.
 
Come al solito succede in questi casi, è servito solo a farla soffrire ulteriormente.
Sembrerò cinico ma se non era in grado di sopravvivere il gesto più umano era lasciarla morire o ancora meglio sopprimerla
 
Ma tu guarda che spiegamento di forze e danaro per una lupa incapace di campare, tra fondazioni, organizzazioni, polizie varie, centri di recupero, Gps , gsm ecc ecc... Se era un cristiano bisognoso non se lo cagava nessuno...
La Rossa ha fatto il lavaggio del cervello a tutti.Esco di casa,l'altra mattina temperatura intorno ai 15° e vedo una signora che portava un setter inglese a fare la passeggiata con il cappottino, probabilmente aveva paura prendesse il raffreddore?.Siamo arrivati a questo punto,non c'è dunque da meravigliarsi se viene considerato il genere animale come,e forse più, del genere umano.Saluti Alessandro
 
Però mi risulta proprio strano che una lupa magari anche non a posto al 100% abbia attaccato un verro , già pericoloso per qualunque predatore ! Non vi suona strano anche a voi ?

Luca, ci sono un paio di considerazioni da fare: la prima e' che la fame gioca brutti scherzi... A seguire puo' anche trattarsi di "incidente" vero e proprio, cioe' che la lupa si sia incidentalmente trovata a tu per tu con il verro che non ha esitato a caricarla. Personalmente ho assistito ad una scena simile alcuni anni fa in Romania. Accompagnavo un amico in una caccia all'orso su carnaio ad aprile (mese in cui il prelievo del lupo e' vietato) e come da copione - quando non si puo' e' sempre cosi - alle cinque di pomeriggio mentre attendevamo l'orso "giusto" si presenta al carnaio (due cavalli) un gruppetto di tre lupi adulti per cibarsi. Nel mentre in cui i commenti si sprecavano sulla sfiga del periodo di divieto e di non poterli prelevare appare dal nulla un verro delle dimensioni di una 500 (i verri carpatici sono animali che non faticano a sfiorare i 250/270 kg di peso corporeo). Bene: il setolone, pur di nutrirsi per primo, non ha esitato a caricare i lupi che vedendolo si eran gia' messi in disparte e ne e' riuscito a colpire uno sollevandolo di un metro buono da terra...
Quest'ultimo soggetto - alquanto sfortunato - l'abbiamo recupertao il giorno successivo con il cane dopo una traccia di poche centinaia di metri, ovviamente morto. Quindi come vedi potrebbe essere andata anche cosi. Cioe' la lupa potrebbe aver fatto un'uccisione di dimensioni adeguate ma poi si e' trovata un competitor opportunista interessato allo stesso cibo che pur di impossessarsene non ha esitato a caricarla, ferendola mortalmente.
weidmannsheil,
paolo
 

titusmax

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A un mese e mezzo dal suo rilascio, grazie al collare GPS-GSM che permetteva di monitorarla nei suoi spostamenti, è stata trovata morta a Sassoleone, nel comune di Casalfiumanese, per una ferita inferta da un cinghiale. Grazie a questa esperienza importanti operazioni di monitoraggio sulla presenza dei lupi nel nostro territorio.
Tutto è cominciato il 9 giugno scorso, quando una lupa si era rifugiata allo stremo delle forze nel recinto delle pecore dell’Agriturismo Sasso Rosso, a Monte Venere, nel comune di Monzuno (BO).
Grazie alla sensibilità dei proprietari, che hanno contattato tempestivamente il Centro Recupero Monte Adone per aiutarla, la lupa Lilith, un giovane esemplare di circa 2 anni, in collaborazione con la Polizia Provinciale di Bologna era stata soccorsa e trasferita presso la sede del Centro stesso dove, nei successivi 3 mesi e mezzo, è stata curata e riabilitata.
Dopo un complesso iter riabilitativo, il 23 settembre Lilith era tornata libera e grazie all’accordo di collaborazione formalizzato tra il Centro Recupero Monte Adone, la Provincia di Bologna e il Wolf Apennine Center del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, era stata regolarmente monitorata nei suoi spostamenti grazie un radiocollare satellitare GPS – GSM, dotato di meccanismo drop off (sganciamento automatico), fornito a titolo gratuito dal Wolf Apennine Center.
A seguito del parere favorevole dell’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Lilith era stata liberata in prossimità del luogo di ritrovamento, per consentirle di riassociarsi al branco di origine qualora si trattasse di un lupo territoriale e non in dispersione. Grazie alla fondamentale collaborazione tra il W.A.C., gli operatori del Centro Recupero Monte Adone e la Polizia Provinciale di Bologna, sono state portate avanti importanti operazioni di monitoraggio sul territorio (fototrappolaggio, telemetria da terra, sopralluoghi, wolf-howling) che avevano permesso già all’inizio di ottobre di “catturare” Lilith in alcune immagini video che hanno consentito di constatare le sue ottimali condizioni di salute, il suo comportamento del tutto schivo nonché la presenza stabile di altri lupi nel territorio da lei occupato, un elemento che poteva essere favorevole al suo reinserimento oppure ad un suo graduale allontanamento in cerca di un territorio libero.

In una prima fase la lupa ha compiuto spostamenti piuttosto limitati, occupando un’area di pochi kmq intorno al sito di rilascio. Nella seconda fase, coincidente con le ultime settimane, ha iniziato a compiere movimenti a lungo raggio, dai 5 ai 20 km circa (stima minima basata sul collegamento diretto tra successive localizzazioni GPS).
Il 6 novembre il collare GPS-GSM di cui era dotata Lilith, come da programmazione, ha inviato via e-mail le localizzazioni dell’animale relative ai primi giorni di novembre, purtroppo però non portando buone notizie.
Le ultime localizzazioni mostravano uno spostamento consistente di alcune decine di chilometri della lupa, dalle zone di Monzuno attraverso il territorio di Monghidoro, fino alla zona di confine con la Toscana per arrivare nel comune di Casalfiumanese dove, in prossimità della S.P. 21 che va da Sassoleone e Giugnola, la lupa Lilith era deceduta.

I collari GPS-GSM sono strumenti molto precisi e, oltre alla localizzazione dell’animale sono in grado di rilevarne anche il decesso, qualora questo rimanga immobile per oltre 6 ore; in questo caso forniscono la possibilità di ritrovare con precisione l’esemplare morto senza lasciare dubbi interpretativi sui dati registrati. La mortalità viene infatti comunicata ai gestori del radiocollare tramite una e-mail di allerta che riporta come oggetto: “Rilevato evento di mortalità”.
Ricevuto il messaggio e trasformati i dati inviati dal collare della lupa, il WAC ha avvisato tempestivamente il Centro Monte Adone che, dopo aver allertato la Polizia Provinciale di Bologna, si è subito attivato per il recupero della carcassa.
La lupa si trovava a poche decine di metri dalla strada provinciale e, grazie alle precise localizzazioni e all’ausilio dell’attrezzatura per il radiotracking, intorno alle 18 è stata trovata accucciata sotto ad un fitto cespuglio. La folta pelliccia di Lilith, ormai invernale, non mostrava più alcun segno degli interventi chirurgici dei mesi precedenti e lo stato di nutrizione era ottimale. Controllando con attenzione il corpo, gli operatori del Centro hanno notato subito una profonda lacerazione tra il collo e il petto. Le radiografie, unitamente all’esame necroscopico effettuato l'8 novembre presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Bologna, hanno escluso lesioni riconducibili a colpi d’arma da fuoco, avvelenamento o ad un incidente stradale, ed hanno evidenziato come la lacerazione presente fosse compatibile con una ferita inferta da un cinghiale. La morte della lupa Lilith non è quindi riconducibile ad un incidente stradale, né ad un episodio di bracconaggio. Dopo alcuni giorni di digiuno dovuto al lungo spostamento effettuato, nella lotta per la sopravvivenza Lilith ha avuto semplicemente la peggio.
Il dispiacere è sicuramente stato grande e per chi conosceva la sua storia. Tuttavia queste sono le leggi della Natura, a cui Lilith è tornata a rispondere dopo il suo rilascio.
Quello ottenuto è stato un risultato molto importante, anche in considerazione delle scarse informazioni che si hanno sul destino degli animali recuperati e rilasciati in natura, soprattutto dopo una riabilitazione così lunga e complessa.
A seguito della ricomparsa e soprattutto dell’aumento dell’areale di distribuzione della specie, verificatosi lentamente nel corso degli ultimi venti anni, il rinvenimento di lupi in cattivo stato di salute, feriti o avvelenati è diventato un evento sempre più comune in Appennino settentrionale. Tali eventi consentono la raccolta di informazioni relative a fattori di maggiore vulnerabilità per la specie, fondamentali per poter sviluppare efficaci programmi di conservazione. In questi casi l’efficacia e la tempestività degli interventi sono necessari per poter intervenire adeguatamente. In particolare, nel caso di un lupo ferito, la rapidità e l’adeguatezza dell’intervento sono fattori fondamentali per il potenziale recupero dell’esemplare allo stato naturale. D’altra parte, il recupero e l’eventuale liberazione di un esemplare di lupo ferito richiede l’integrazione di competenze e professionalità diverse: all’indispensabile professionalità del medico veterinario esperto nella cura di animali selvatici, devono essere associate le competenze di biologi che monitorano la popolazione sul territorio e che sono in grado quindi di utilizzare informazioni aggiuntive, quali ad esempio la presenza di nuclei familiari stabilmente presenti e a cui il lupo possa appartenere, che consentano di massimizzare il successo di una reintroduzione in natura, stabilendo tra le altre cose anche quale sia il momento ed il luogo migliore per la liberazione.
Su questo fronte, il caso della lupa Lilith ha indiscutibilmente dato avvio a una preziosa collaborazione tra soggetti diversi (pubblici e privati) che, superando con determinazione la frammentazione e i confini delle competenze istituzionali, consentirà senza alcuna ombra di dubbio anche in futuro altri interventi di soccorso a lupi in difficoltà nell’area dell’Appennino tosco-romagnolo.
 
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