Toscana: stimati 350.000 gli ungulati, oltre la meta’ sono cinghiali

Io penso che quando quel giorno arriverà , e purtroppo potrebbe non essere cosi lontano , noi cacciatori e gli agricoltori si dovrà trovare un compromesso xchè altrimenti noi ci terremo cani e fucili a casa ma loro nel giro di poco tempo si trovano lo zoo nei campi .Siccome tale situazione chiaramente non converrebbe a nessuno auspico che si arrivi a soddisfare le esigenze di tutti senza lasciarci prendere da facili egoismi . P.S. Magari ho scritto in maniera troppo accademica ma tanto chi "parla" la mia lingua capisce lo stesso !
 
abbattimenti??? dovremmo fare sciopero troppo comodo chiamare i cacciatori quando gli servono...ci levano tutto, il territorio tra campi convertiti al fotovoltaico, recinzioni ovunque non si può più andare a caccia se non in strisce di terra...cosa credono, gli animali non sono mica ******** come loro, si rifugiano in massa nei parchi, oasi e ripopolamento e cattura causando molti danni anche alla fauna stanziale.
 
Anche nel chianti quando si è cacciato con la neve vi erano problemi di questo tipo ma limitati,ora è scoppiato il caso ungulati e guarda caso sembra che i vigneti siano presi d'assalto non solo dai cinghiali ma da un'orda affamata di caprioli e daini MA MA MA MA!!!! comincio ad avere molti dubbi a riguardo, Merlomatto hai proprio ragione !!!!!!!!!! MA CHI CI GESTISCE?
 
qui da noi in casentino prima non ci mandano a caccia agli ungulati con la neve , poi ci fanno cacciare da aprile ad ottobre con l'articolo 37 per limitare i danni , ma chi ci gestisce ?

te lo dico io chi ci gestisce...un branco di matti incompetenti, basta vedere cosa hanno combinato con la caccia al capriolo negli ultimi due anni, tutto e il contrario di tutto....
 
Comunque quel branco di matti incompetenti riesce a farci cacciare come legge 157 integra ,superando pareri ispra e ricorsi al TAR......cosa che in altre regioni.....:confused:
 

Alberto 69

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Giovedì 10/10/2013

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Sono 350.000 gli ungulati, 70% sono cinghiali. Chiesti abbattimenti.

Cinghiali, caprioli, daini e storni si “mangiano” il vigneto toscano. Spariti, in un anno, 679 ettari di superfici vitate: ora ci restano poco meno di 60mila ettari. A rivelarlo è ColdirettiToscana (info su www.toscana.coldiretti.it) analizzando i dati forniti dal Corriere Vinicolo relativo all’erosione del vigneto italiano nel 2012. Secondo la principale organizzazione agricola toscana il numero ormai fuori controllo della fauna selvatica avrebbe un peso specifico molto elevato nell’abbandono e nella progressiva erosione dei vigneti in tutta la regione in particolare nelle aree montane, marginali e svantaggiate dove la presenza dell’agricoltura e dell’impresa agricole gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’assetto e della stabilità idrogeologica dei terreni. Ad essere minacciate, oltre alle viti che rappresentano un parte importantissima dell’economica agricola regionale, ci sono anche tutte una serie di piccole e particolari varietà autoctone locali “recuperate” e valorizzate con fatica dagli agricoltori che ora rischiano di “sparire” come la mela rotella di Paghezzana, particolare frutto lunigianese, o varietà di viti come il “pollera” o il “marinello”.
Stando ai dati forniti dalla Regione sono 350mila gli ungulati presenti nella nostra regione tra cinghiali, caprioli, storni e mufloni; il 70% dei danni a coltura e produzioni agricole sono imputabili alle scorribande dei cinghiali che da soli rappresentano la metà della popolazione totale di ungulati. Nelle ultime settimane le segnalazioni di danni a colture ed aziende si sono drammaticamente moltiplicate un po’ in tutta la regione con picchi drammatici nella Valdichiana, in particolare Monte San Savino, Montagnano, Castiglion Fiorentino, Lucignano, Cortona, e la Val di Chio, nel Casentino e nel basso Valdarno, nel senese, in numerosi comuni della Provincia di Massa Carrara (Comano, Aulla, Podenzana, Pontremoli, Mulazzo, Fivizzano, Fosdinovo e Massa), nella Val diCecina e nel volterrano e nella Valdinievole con casi a Pieve e Marliana. Ma il problema è diffuso e grave in tutto il territorio regionale. Significativi i danni alle viti che rappresentano in queste settimane il più ghiotto dei pasti trovandosi nel bel mezzo della vendemmia, alberi da frutto e seminativi. “I piani di prelevamento vanno rivisti così come è necessario attivare, la dove la presenza è reiterata, abbattimenti straordinari in difesa delle produzioni; – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – la resistenza e sopravvivenza dell’agricoltura in particolari aree della nostra regione è messa a repentaglio con frequenza quotidiana ormai dalla presenza degli ungulati che distruggono in poche oremesi di fatica ed investimenti. In questa fase l’azione dei cacciatori è fondamentale – ammette – per riportare in equilibrio la presenza della fauna”.

Secondo Coldiretti la presenza degli ungulati sta contribuendo ad allontanare molti agricoltori e tantissimi hobbisti dalle nostre montagne: “La presenza dell’agricoltura, professionale ma anche e spesso part-time in territori montani dove la cultura dell’orto domestico è molto radicata, è di estrema importanza. Gli ungulati stanno mettendo a rischio tutte quelle varietà legate al territorio che rappresentano – conclude – la nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura agricola a scapito di varietà internazionali che omologano i prodotti e ci rendono esattamente uguali a tutti gli altri. Non si tratta di un danno solo economico ma culturale ed agricolo incalcolabile”.

fonte:nove.firenze.it



 
Ma quest' anno finora sembrerebbero esserci meno cinghiali in verità e questo sarebbe il primo anno di scarse presenze dopo anni di aumento !
Bisogna aspettare ancora un pò a dirlo.
Ai primi di novembre, sembrava che non ci fosse nulla, adesso la cosa si sta pian piano rivalutando.
Bisogna considerare il fatto che le macchie son piene di ghianda Luca e gli animali si muovono poco o niente.
E' presto ancora per valutare.
 
qui da noi in casentino prima non ci mandano a caccia agli ungulati con la neve , poi ci fanno cacciare da aprile ad ottobre con l'articolo 37 per limitare i danni , ma chi ci gestisce ?
 
Eppure il fine di queste che sembrano incongruenze non è neanche tanto nascosto. Al di là di ciò che viene dichiarato dai vari politici di turno che dicono ciò che vogliamo sentire ma lavorano tutti allo stesso scopo, alla fine dovremo pagare qualcosa agli agricoltori per poter cacciare. Così nessuno si lamenterà più dei danni e l'avremo preso in quel posto solo noi!!!!!

Ciao

Claudio - siena
 
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