Gli ungulati divorano il vigneto toscano, 679 ettari in meno in un anno

Il problema lo vedo Jago. Ho espresso un'opinione in base a ciò che vedo, anche se non è casa mia, vedo i contadini della mia zona (anche quelli che hanno l'orticello) che si, magari qualche danno lo subiscono, ma non è che poi siano così costretti a lasciare tutto, anzi mi sembra proprio che se la passino abbastanza bene. Oddio! Bene come tutti noi con i più o meno gravi problemi di tutti i giorni.
E guarda che ne conosco tanta di gente che ha la terra, non è che sto parlando...."da casa mia". Oltretutto è una zona che letteralmente pullula di cinghiali.
E poi, insomma via! L'orticello te lo puoi anche recintare e se la spinosa ti fa il buco, lo ripari. Se poi hai un'orto tanto grande che ti costa una cifra recintarlo, bè a quel punto sei azienda e allora fai quel che devi fare.

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Il problema lo vedo Jago. Ho espresso un'opinione in base a ciò che vedo, anche se non è casa mia, vedo i contadini della mia zona (anche quelli che hanno l'orticello) che si, magari qualche danno lo subiscono, ma non è che poi siano così costretti a lasciare tutto, anzi mi sembra proprio che se la passino abbastanza bene. Oddio! Bene come tutti noi con i più o meno gravi problemi di tutti i giorni.
E guarda che ne conosco tanta di gente che ha la terra, non è che sto parlando...."da casa mia". Oltretutto è una zona che letteralmente pullula di cinghiali.
E poi, insomma via! L'orticello te lo puoi anche recintare e se la spinosa ti fa il buco, lo ripari. Se poi hai un'orto tanto grande che ti costa una cifra recintarlo, bè a quel punto sei azienda e allora fai quel che devi fare.
 

titusmax

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Il dato: meno superfici vitate rispetto ad un anno fa. A rischio estinzione anche molte varietà autoctone legate tradizione e cultura agricola. In Toscana 350.000 ungulati: il 70% sono cinghiali.
Coldiretti chiede abbattimenti straordinari. Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana: ”Azione dei cacciatori fondamentali per riportare equilibrio”.
Cinghiali, caprioli, daini e storni si “mangiano” il vigneto toscano. Spariti, in un anno, 679 ettari di superfici vitate: ora ci restano poco meno di 60mila ettari. A rivelarlo è ColdirettiToscana (info su www.toscana.coldiretti.it) analizzando i dati forniti dal Corriere Vinicolo relativo all’erosione del vigneto italiano nel 2012. Secondo la principale organizzazione agricola toscana il numero ormai fuori controllo della fauna selvatica avrebbe un peso specifico molto elevato nell’abbandono e nella progressiva erosione dei vigneti in tutta la regione in particolare nelle aree montane, marginali e svantaggiate dove la presenza dell’agricoltura e dell’impresa agricole gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’assetto e della stabilità idrogeologica dei terreni. Ad essere minacciate, oltre alle viti che rappresentano un parte importantissima dell’economica agricola regionale, ci sono anche tutte una serie di piccole e particolari varietà autoctone locali “recuperate” e valorizzate con fatica dagli agricoltori che ora rischiano di “sparire” come la mela rotella di Paghezzana, particolare frutto lunigianese, o varietà di viti come il “pollera” o il “marinello”.
Stando ai dati forniti dalla Regione sono 350mila gli ungulati presenti nella nostra regione tra cinghiali, caprioli, storni e mufloni; il 70% dei danni a coltura e produzioni agricole sono imputabili alle scorribande dei cinghiali che da soli rappresentano la metà della popolazione totale di ungulati. Nelle ultime settimane le segnalazioni di danni a colture ed aziende si sono drammaticamente moltiplicate un po’ in tutta la regione con picchi drammatici nella Valdichiana, in particolare Monte San Savino, Montagnano, Castiglion Fiorentino, Lucignano, Cortona, e la Val di Chio, nel Casentino e nel basso Valdarno, nel senese, in numerosi comuni della Provincia di Massa Carrara (Comano, Aulla, Podenzana, Pontremoli, Mulazzo, Fivizzano, Fosdinovo e Massa), nella Val diCecina e nel volterrano e nella Valdinievole con casi a Pieve e Marliana. Ma il problema è diffuso e grave in tutto il territorio regionale. Significativi i danni alle viti che rappresentano in queste settimane il più ghiotto dei pasti trovandosi nel bel mezzo della vendemmia, alberi da frutto e seminativi. “I piani di prelevamento vanno rivisti così come è necessario attivare, la dove la presenza è reiterata, abbattimenti straordinari in difesa delle produzioni; - spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - la resistenza e sopravvivenza dell’agricoltura in particolari aree della nostra regione è messa a repentaglio con frequenza quotidiana ormai dalla presenza degli ungulati che distruggono in poche oremesi di fatica ed investimenti. In questa fase l’azione dei cacciatori è fondamentale - ammette - per riportare in equilibrio la presenza della fauna”.
Secondo Coldiretti la presenza degli ungulati sta contribuendo ad allontanare molti agricoltori e tantissimi hobbisti dalle nostre montagne: “La presenza dell’agricoltura, professionale ma anche e spesso part-time in territori montani dove la cultura dell’orto domestico è molto radicata, è di estrema importanza. Gli ungulati stanno mettendo a rischio tutte quelle varietà legate al territorio che rappresentano - conclude - la nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura agricola a scapito di varietà internazionali che omologano i prodotti e ci rendono esattamente uguali a tutti gli altri. Non si tratta di un danno solo economico ma culturale ed agricolo incalcolabile”.
 
Non sapevo che i cinghiali mangiano gli alberi di mele. Forse si riferisce ai caprioli che brucano i getti nei nuovi impianti?
Mettiamo/mettono chilometri di filo elettrificato nella mia zona. Fanno il morellino. Credo anche che qualcosa la passa la regione o provincia ma non so in che termini. col filo li fermi abbastanza bene. Certo magari qualcosa passa, specie nelle notti di pioggia forte.
C'è qualcosa che non mi quadra in tutto ciò. Conosco personalmente due produttori che imbottigliano, li conosco molto bene sono amici. La nostra zona è piena di animali: cinghiali molti e poi caprioli e daini. Mi domando come fanno questi due amici a riempire tutte quelle bottiglie (uno esporta pure) se la situazione è così drammatica.

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Non sapevo che i cinghiali mangiano gli alberi di mele. Forse si riferisce ai caprioli che brucano i getti nei nuovi impianti?
Mettiamo/mettono chilometri di filo elettrificato nella mia zona. Fanno il morellino. Credo anche che qualcosa la passa la regione o provincia ma non so in che termini. col filo li fermi abbastanza bene. Certo magari qualcosa passa, specie nelle notti di pioggia forte.
C'è qualcosa che non mi quadra in tutto ciò. Conosco personalmente due produttori che imbottigliano, li conosco molto bene sono amici. La nostra zona è piena di animali: cinghiali molti e poi caprioli e daini. Mi domando come fanno questi due amici a riempire tutte quelle bottiglie (uno esporta pure) se la situazione è così drammatica.
 
Non sapevo che i cinghiali mangiano gli alberi di mele. Forse si riferisce ai caprioli che brucano i getti nei nuovi impianti?
Mettiamo/mettono chilometri di filo elettrificato nella mia zona. Fanno il morellino. Credo anche che qualcosa la passa la regione o provincia ma non so in che termini. col filo li fermi abbastanza bene. Certo magari qualcosa passa, specie nelle notti di pioggia forte.
C'è qualcosa che non mi quadra in tutto ciò. Conosco personalmente due produttori che imbottigliano, li conosco molto bene sono amici. La nostra zona è piena di animali: cinghiali molti e poi caprioli e daini. Mi domando come fanno questi due amici a riempire tutte quelle bottiglie (uno esporta pure) se la situazione è così drammatica.

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Malavizio ti faccio una domanda: te hai terreni tuoi? In toscana ci sono centinaia di ettari di terreno frammentati in un'infinità di proprietari che spesso non mettono nemmeno a reddito i terreni, vale a dire che li mantengono inquanto loro terreni ma non sono aziende agricole. Ci fanno coltivazioni private tipo: qualche albero di albicocche, pesche, meli (li mangiano eccome...dipende quanto sono alti e come sono potati), orto, noccioli per loro consumo personale. Se non sei azienda agricola i fili come dici te non te li mettono (per i capretti poi non servirebbero a nulla) e nemmeno ti pagano i danni... Tutto questo ti porta alla decisione di abbandonare tutto perchè impossibile e spropositatamente oneroso da mantenere.... senza contare che se i campi sono in pendenza le viottole di quelle bestiacce diventano solchi e poi fiumi... Capisco che tu non veda il problema ...sarà mica che non è a casa tua?????
 
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