Ordinanze “gemelle” nei Comuni consentiranno interventi anche negli abitati per liberare le zone più a rischio dai cinghiali. L’intesa con i sindaci è stata coordinata dal prefetto Balsamo con il commissario Fossati della Provincia.Semaforo verde in tutto il levante (ma anche da Mignanego in alta Val Polcevera) dunque agli interventi della Polizia Provinciale anche intorno agli abitati, per liberare dai cinghiali le zone più a rischio vicino alle case. L’intesa con i sindaci, coordinata dal prefetto di Genova Giovanni Balsamo con il commissario della Provincia Piero Fossati e il subcommissario dell’ente Flavia Anania (vice prefetto a Genova) è stata sottoscritta da diciotto Comuni, alla presenza anche del Parco di Portofino, e prevede l’emanazione di ordinanze ‘gemelle’ in tutto il territorio (in linea con quella emanata nel 2010 dal Comune di Genova per le zone del Parco delle Mura e i quartieri limitrofi) per consentire alla Polizia Provinciale di intervenire anche negli abitati, per motivi di pubblica incolumità e igiene pubblica, per liberarli dal pericolo dei cinghiali.“La situazione era davvero preoccupante e ringrazio molto il prefetto per la sua iniziativa e i sindaci per la loro disponibilità ad agevolare i nostri interventi - dice Piero Fossati - perché i cinghiali non sono mai stati numerosi come quest’anno nelle zone urbane di tutta la costa e delle vallate del levante e dell’entroterra genovese. Lo dimostrano sia il numero altissimo delle segnalazioni e delle richieste ricevute, sia le operazioni che la Polizia Provinciale ha già dovuto svolgere per il controllo di questi ungulati, nonostante i quasi diecimila cinghiali abbattuti nell’ultima stagione venatoria (9.692 è il dato complessivo dei due ambiti territoriali di caccia). Nei primi sei mesi del 2013 le nostre pattuglie sono intervenute, nel solo levante, ben 180 volte, oltre il doppio dello scorso anno, abbattendo 400 capi, mentre un centinaio sono stati abbattuti nell’entroterra genovese”. Perché i cinghiali quest’anno pullulano letteralmente vicino ai centri abitati? Il primo motivo è la penuria di cibo nei boschi: “la grave infestazione della vespa orientale Cinipede sui castagni - spiegano alla Polizia Provinciale - e la scarsità di ghiande hanno spinto gli ungulati nei terreni incolti vicino alle case, dove è più facile nutrirsi, sia spontaneamente sia perché ci sono purtroppo ancora persone che li alimentano, incuranti dei divieti.” Il risultato è stato un proliferare di cinghiali che mettono a rischio abitanti e guidatori, perché possono assalire i passanti e provocare molti incidenti, spesso gravi per i motociclisti, e sono pericolosi anche per la salute, in quanto portatori di zoonosi, malattie trasmissibili agli animali domestici e all’uomo. Le nuove ordinanze ribadiranno anche il divieto assoluto, già in vigore in tutto il territorio provinciale di nutrire i cinghiali, anche con la possibilità di introdurre nuove sanzioni, imporranno la pulizia dei terreni incolti intorno ai centri abitati e introdurranno la possibilità per i Comuni di dotarsi di proprie gabbie di cattura - con l’autorizzazione all’utilizzo per le emergenze da parte del settore venatorio della Provincia e della Polizia Provinciale, preposti ai controlli in materia - che potranno così aggiungersi alle dieci gabbie “sempre attive” della Polizia Provinciale sul territorio. La Provincia fornirà anche supporto tecnico e le proprie competenze rispetto alle caratteristiche e al numero delle gabbie necessarie per ogni Comune.Hanno partecipato all’incontro e condiviso con la Prefettura e la Provincia i temi dell’intesa i Comuni di Chiavari, Lavagna, Sestri Levante, Rapallo, Santa Margherita, Portofino, Moneglia, Leivi, Carasco, Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese per il Tigullio e quelli di Recco, Camogli, Sori, Pieve Ligure, Bogliasco, Avegno per il Golfo Paradiso e Mignanego per le valli genovesi.