“La situazione è drammatica”, gli agricoltori sono stanchi di vedere le proprie produzioni distrutte da branchi di cinghiali e se a ciò aggiungiamo che, quasi giornalmente, avviene un incidente stradale, sempre causato da ungulati (cinghiali o caprioli), la cosa è diventata assolutamente insopportabile.
La Cia provinciale di Ancona - dichiara il Direttore Evasio Sebastianelli – da anni fa presente a tutte le autorità competenti di tale gravissima situazione, ma niente viene fatto, chi ci governa invece di intervenire, preferisce spendere centinaia di migliaia di euro per risarcire i danneggiati. Ad oggi devono essere ancora pagati i danni accertati nel 2011 e siamo a settembre del 2012.
Questo gli Agricoltori e i cittadini non lo “digeriscono” più, tant’è che la Cia di Ancona, in collaborazione con un folto gruppo di Cacciatori e di Cittadini di Fabriano, ha organizzato una raccolta di firme (solo in pochi giorni hanno aderito oltre 1500 persone), per far presente alla Regione Marche, alla Provincia e agli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) che la situazione non è più tollerabile e che occorre velocemente passare dalle parole ai fatti.
“Fatti” che sinteticamente sono:
a) Pagare nel giro di pochi giorni , tutti i danni subiti dagli agricoltori nell’anno 2011 e che ancora aspettano di essere liquidati da parte degli ATC;
b) Mettere in attuazione tutte quelle azioni che puntino alla riduzione della densità dei cinghiali nelle zone “vocate” e l’eradicazione degli stessi su tutto il resto del territorio;
c) Rivedere il regolamento regionale
d) Aiutare le imprese agricole ad istituire tutte le azioni possibili di prevenzione (recinzioni elettrificate, gabbie di cattura, Agenti selettori per il pronto intervento su chiamata, ecc..) questo perché gli agricoltori e/o cittadini che coltivano ortaggi non lavorano per ottenere il risarcimento dei danni subiti ma perché vogliono il prodotto frutto del proprio impegno e sudore.
Conclude il Direttore della Cia facendo nuovamente presente che le Istituzioni (Prefetto, Regione Marche, Provincia e ATC) intervengano urgentemente prima che i cittadini stanchi delle loro promesse, intervengano in prima persona con atti non “controllabili” dettati dalla esasperazione per un fenomeno “caccia al cinghiale” che fa divertire e guadagnare un piccolo numero di cacciatori “cinghialari” le cui conseguenze negative ricadono su tutta la collettività ed in modo particolare gli agricoltori, cittadini amanti della natura, cacciatori non cinghialari e l’ambiente.