... che se non prendi i centri nervosi, corrono finchè hanno benzina ...

Credo che quando Claudio parla di passata, ovvero di mancata cessione di energia cinetica, si riferisca al fatto che quando ciò avviene correttamente i centri nervosi e vitali subiscono uno shock fatale senza necessariamente essere stati colpiti.
Quindi con una palla che avesse, come dice lui, "lavorato meglio" si sarebbe aspettato un abbattimento più pulito alla stessa distanza e colpendo esattamente allo stesso punto.
 
Difficile che un 300 a 80 ml non abbia creato effetto idrodinamico, per conto mio è passata indenne tra le costole e se ne è andata a spasso senza fare troppi danni evidenti, e il nervo vago non ne ha risentito in modo tale da bloccarla prima, il tiro ai polmoni dà questo risultato.
Per altro risultato ci sarebbe voluta, in queste condizioni, una palla cosiddetta tenera...
Ogni tiro comunque è una cosa a sè stante, come nella maggioranza dei casi.
Comunque sia la cerva è stata trovata, e i cani da traccia altrimenti cosa li hanno inventati a fare ??? :):)
 
Per il fatto che non ha perso una goccia di sangue potrebbe confermare la tesi di Pieffe 50. Molto probabilmente la palla è entrata ed uscita senza incontrare materiale duro. Accade quando il foro di uscita è grande come quelle di entrata. C'è sempre una prima volta, a me è successo quasi la stessa cosa con un capriolo. La palla è entrata ed uscita senza toccare nessuna costola, il capriolo avrà fatto qualcosa in più di una ventina di metri. Con una RWS KS da 162 gr in cal. 7rm mag. ha fatto troppi metri, se colpiti bene dietro la spalla e sopra il cuore cadono praticamente sulle zampe. Due anni fa, con l'arma ancora non perfettamente stabilizzata mi parte il tiro, sempre sul capriolo e sempre con lo stesso calibro, il capriolo ha fatto ancora una ventina di metri, con le due spalle completamente disintegrate. Io non mi stupisco più di niente.
 
Credo che quando Claudio parla di passata, ovvero di mancata cessione di energia cinetica, si riferisca al fatto che quando ciò avviene correttamente i centri nervosi e vitali subiscono uno shock fatale senza necessariamente essere stati colpiti.
Quindi con una palla che avesse, come dice lui, "lavorato meglio" si sarebbe aspettato un abbattimento più pulito alla stessa distanza e colpendo esattamente allo stesso punto.

Lando, se Claudio avesse colpito nel punto giusto, l'animale sarebbe caduto sul posto o a qualche metro di distanza. Molto probabilmente anche se c'è stato un potere lesivo sufficiente ad uccidere l'animale, non c'è stato il famoso potere d'arresto. Il potere d'arresto di un colpo dietro la spalla lo si ha quando viene colpito il nervo valgo, che si trova dietro la spalla e sopra il cuore. Se colpito sopra il cuore si avrà un potere lesivo che interesserà polmoni trachea, e per effetto idrodinamico anche il cuore, logicamente tramite il nervo vago sarà interessato il midollo che è quello che farà crollare il selvatico sulle zampe. Quindi, shock neurogeno dato dal nervo vago, è il potere d'arresto, che farà crollare a terra l'animale. Il potere lesivo che ha interessato polmoni, trachea e cuore, non lo farà più alzare da terra. Lo shock neurogeno non provoca la morte, come la provoca il colpo alla testa che interessa direttamente il cervello, o il colpo al collo che interessa la spina dorsale, questi colpi provocano la morte per interruzione del sistema nervoso. Lo shock neurogeno quello dietro la spalla per intenderci fa solo svenire.
 
Quindi con una palla che avesse, come dice lui, "lavorato meglio" si sarebbe aspettato un abbattimento più pulito alla stessa distanza e colpendo esattamente allo stesso punto.
Sono d'accordo, un "effetto lesivo progressivo conico" avrebbe potuto creare più danni e interessare anche il nervo vago. Però di cinghiali tirati dietro la spalla anche con grossi calibri che vanno via non si contano più. Il tiro dietro la spalla viene preso sottogamba perchè la zona offre vasto margine di errore. Invece non è come si pensa, bastano 3 dita sotto e tre di lato per vedere l'animale incassare e andare via.
 
Ero disperato, ho chiamato un amico con uno jagd terrier molto valido sulla traccia e poco dopo è arrivato. Ha perlustrato il bosco nella zona già da me battuta senza risultato, davo già per certo il fallimento. Il cane ha alzato la testa e seguendo una pista che solo lui poteva conoscere ha iniziato a salire quasi in verticale verso la sommità della tagliata, per me era inutile, l'esperienza mi diceva che un animale gravemente ferito non percorre una salita del genere. Invece sono stato puntualmente smentito, dopo circa 150 metri in salita il conduttore mi ha chiamato e la cerva era lì morta.
Siamo sempre nel campo delle ipotesi. Si potrebbe ipotizzare che il cane è stato depistato dal tuo passare e ripassare e involontariamente hai potuto calpestare qualche macchiolina di sangue. Un animale di grossa taglia stressato e spaventato che rimane sul terreno per più di una oretta, lascia nell'aria una scia olfattiva che i cani percepiscono a grande distanza. A questo punto l'ipotesi che la cerva non sia scesa per dopo risalire, potrebbe confermare la tua esperienza.
 
Pure secondo me è passata indenne tra le costole come dice Pieffe e non ha avuto modo di lavorare. Vedo poi che è una palla che mantiene il 100% del suo peso, cosa che può essere di aiuto in alcune circostanze ma meno in altre. Ma sicuramente dopo aver pulito l animale avrai avuto modo di trarne qualche informazione in più.
 
Ecco perche' io preferisco usare le Nosler Partition ed il tiro alla punta della spalla, con immediato effetto paralizzante e morte quasi immediata. Si' si perde un po' piu' di carne cosi' che tirando alla "caldaia," cioe' la zona cuore/polmoni. Ma come la vedo io, che caccio in terreni difficili e dove non ci sono cani da traccia a disposizione, meglio perdere un kg di carne che l'intero animale.
 
Messaggi
659
Punteggio reazioni
164
Punti
143
Vi volevo sottoporre una delle mie ultime esperienze. Una mattina ho sparato ad una cerva in una ripidissima tagliata, il tiro era impegnativo 70/80 metri[9]. Dopo lo sparo l'animale è partito a razzo, secondo me in discesa, passato qualche secondo ho sentito il ben noto rumore di rami rotti, rumore che è andato affievolendosi. Mi sono detto certo di trovarla in poco tempo, mi sentivo sicuro di aver sparato bene e il rumore che ho sentito ormai tante volte non mi lasciava dubbi. Ho continuato a cercarlo per un'ora e mezza, sempre partendo dal punto sparo e cercando a scendere, poi rastrellando la tagliata a 5/10 metri di distanza senza trovare ne la cerva ne una goccia di sangue. Ero disperato, ho chiamato un amico con uno jagd terrier molto valido sulla traccia e poco dopo è arrivato. Ha perlustrato il bosco nella zona già da me battuta senza risultato, davo già per certo il fallimento. Il cane ha alzato la testa e seguendo una pista che solo lui poteva conoscere ha iniziato a salire quasi in verticale verso la sommità della tagliata, per me era inutile, l'esperienza mi diceva che un animale gravemente ferito non percorre una salita del genere. Invece sono stato puntualmente smentito, dopo circa 150 metri in salita il conduttore mi ha chiamato e la cerva era lì morta. Perfettamente colpita, con il foro di entrata leggermente basso subito dietro la spalla e quello di uscita quasi alla spina dorsale.
Da allora mi interrogo, sicuramente la palla RWS EVO da 184gn in 300WM non ha lavorato bene a così breve distanza, facendo la passata e cedendo poca energia nel corpo dell'animale.
Evidentemente anche dopo molti anni di caccia di selezione e molti animali tirati non finisco mai di imparare.
Voi che dite

Claudio - siena
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto