Con la massima sincerità dico che non me ne frega niente di chi frolla o non frolla la carne. Però ci tengo a far sapere a chi non sa, che chi frolla la carne non la congela puzzolente. Anche chi la frolla per mangiarla senza congelarla non ha nessun interesse a mangiare carne in putrefazione o anche in solo principio di putrefazione. La carne va frollata a temperatura costante in cella frigorifera. Si frolla per mangiare una cotoletta di cinghiale, un fettina di filetto, una costata, carne tenera e ben asciutta, è più saporita. Ai macellai non gli conviene vendere la carne ben frollata.
 
Frollatura (giusta) significa trasformare il muscolo in carne, attraverso un processo enzimatico che la rende molto più tenera e gustosa, nonchè priva di umidità in eccesso.
Mettete in padella una bistecca di un taglio pregiato trattata per il giusto lungo periodo in cella frigo a 1/2 gradi e successivamente sottovuoto in frigorifero e fate poi la differenza con una macellata e mangiata subito. Solo poi e non per spirito di contraddizione, mi comunicherete la differenza...
Mandiiii
 
Frollatura (giusta) significa trasformare il muscolo in carne, attraverso un processo enzimatico che la rende molto più tenera e gustosa, nonchè priva di umidità in eccesso.
Mettete in padella una bistecca di un taglio pregiato trattata per il giusto lungo periodo in cella frigo a 1/2 gradi e successivamente sottovuoto in frigorifero e fate poi la differenza con una macellata e mangiata subito. Solo poi e non per spirito di contraddizione, mi comunicherete la differenza...
Mandiiii
Immangiabile.....😬 anche la pregiata Chianina è immangiabile se non ha almeno 20/30 gg di frollatura.
 
Clicca sull'immagine per ingrandirla.   Nome:   Giovannit ed il suo maschione a tre punte.png  Visite: 13  Dimensione: 303.3 KB  ID: 1975764 Ecco il fusone di Giovannit, tre punte a sinistra e tre punte a destra, mè arrivata la sua mail stanotte, che stava a fare a cazzotti col suo tread per inserire la foto, eccola, complimenti un bel tocco de ciccia, se stava a preoccupa', che quest'anno doveva ricorrere al macellaro per gli approviggionamenti de bistecche.:mrgreen:
ciao Giova'
 
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ciao Giova'

Ma.... quello sarebbe un fusone ? Con gia tre punte ? Vabbè che cervo mericano è :)
 
Per la prima volta ho surgelato una quindicina di tortore con tutte le piume e le budella. Che cosa devo fare per prepararle per la cucina? Non mi interessa sventrarle, perche' utilizzo solo i petti, che spello. Non l'ho mai fatto prima, percio' ti prego di dirmi come fai tu. Fra un po', a malincuore, dovro' uccidere una decina di scoiattoli grigi (ne ho troppi intorno casa e fanno danni). Siccome non mi aspetto di prenderli tutti in una sola "cacciata" (si fa per dire, sparare dalla finestra non e' caccia), vorrei metterli da parte appena uccisi fino ad averne un certo numero prima di cucinarli e ricavarne un pasto per due. Devo surgelarli interi? L'idea di farlo mi sconfinfera parecchio, perche' possono avere pulci o altri parassiti, che morirebbero nel surgelatore anche per la mancanza d'aria nel pacchetto a vuoto. Ebbi una brutta esperienza nel Montana, quando a 40 sottozero uccisi quattro o cinque leproni bianchi. Mentre li trasportavo in mano per le zampe posteriori le pulci, sentendole raffreddarsi rapidamente emigrarono dalle lepri alla mia mano guantata e salirono su sotto le maniche del parka. Dopo un po' cominciarono a consolarsi dallo sfratto subito con un buon pasto di sangue umano caldo. Fu allora che mi accorsi di essere pieno di pulci. Esperienza orribile!

Giovà io tordi e tortore li surgelo interi nei sacchetti a chiusura ermetica dell'Ikea, mi fa piacere vederli pulirli a caccia chiusa, non è difficile prendi l'acqua calda e ce li butti dentro congelati, li peli molto facilmente e non fai penne per casa, poi li sbudelli, li sciaqui, li fai asciugare e li cucini.Mentre animali piu grossi li sistemo subito, ma solo perchè occuperebbero troppo spazio nel surgelatore.
 
Ieri mattina, alle 8:42 s'e' presentato questo 6-punte. Non, non e' il fusone che ho preso una settimana prima, al quale non ho fatto una foto. Questo e' un cervo whitetail adulto. Le vicende dell'abbattimento sono alquanto comiche. Dunque, cominciamo da principio:
La mattina faceva freddo, diversi gradi sottozero. Il freddo umido dell'Alabama penetra fino alle ossa. Io poi da quando ho perduto trenta kg di grasso sono diventato piu' sensibile al freddo, anche perche' quasi 9 anni di vita nell' Alabama subtropicale mi hanno cambiato. Il Giovanni che cacciava allegramente a 40 sottozero nel Montana, o nel gelo di Kodiak s'e' rammollito...
Ad ogni modo, quando qui fa freddo mi imbacucco veramente dalla testa ai piedi. Quando si sta seduti immobili per ore in un capanno di legno con finestre davanti e dietro attraverso le quali il vento viene incanalato con "effetto Venturi," il freddo si puo' combattere soltanto con diversi strati di vestiti, stivali imbottiti (Sorel) balaclava mimetizzata che ti copre testa, faccia e collo. E un thermos pieno di caffe' bollente. Uno assomiglia al "Michelin Man," se vi ricordate il pupazzo fattoo di pneumatici della reclame dei Michelin. Alle 8:38 (piu' o meno) fra il caffe' bevuto la mattina a casa e due tazzone gia' bevute nel capanno dalle 5:30 in poi, ovviamente la vescica comincia a mandare segnali di resa, e a 73 anni d'eta' uno non puo' o deve ignorare tali segnali. Purtroppo, a meno che uno non sia piu' "dotato" di Rocco Siffredi con un "aggeggio" anche dell'agilita' di un'anguilla ed un'intelligenza propria che possa guidarlo attraverso molteplici pertugi e patte, se si vuol fare il proprio dovere bisogna tirare giu' tutto (e vi assicuro che se fa freddo non e' piacevole, e ci si sbriga! )Naturalmente nel capanno o vicino al capanno non si piscia. Non solo per non avvertire gli animali con l'odore, ma anche perche' il capanno nel quale cacciavo ieri lo usiamo a turno io ed il proprietario del capanno e della proprieta' dove pago per cacciare. Percio' nello zaino porto sempre un capace barattolo di plastica a collo largo nel quale ripongo l'urina e che poi, a casa, svuoto e pulisco.
Dunque, colto dal bisogno, metto la sicura al fucile e appoggio questo ad un angolo del capanno. A caccia, quando sto seduto aspettando prede, l'astina e' appoggiata al bastone forcuto piantato in terra ed il calcio all'incavo del mio gomito. La canna spunta dalla finestra anteriore, e basta un piccolo movimento per portarla sul bersaglio. Appoggio anche il bastone forcuto all'angolo opposto, perche' non mi impacci durante la complicata operazione della minzione, per la quale (per la ragione discussa piu' sopra, la stratificazione multipla degli indumenti, fra i quali due paia di mutandoni di lana merino) conviene, per non spisciolarsi addosso se si dovesse mancare una delle aperture apposite, abbassare il tutto. Sto svuotando la vescica e riempiendo il barattolo, in piedi, quando con la coda dell'occhio vedo il bel cervo della foto che quatto quatto si sta avvicinando al capanno, probabilmente incuriosito dallo stampo di cerva a grandezza naturale che ho sistemato a una cinquantina di metri dal capanno (siamo in piena fregola, adesso). Meno male che ho spremuto l'ultima goccia. Cercando di fare il meno rumore possibile poso il barattolo, prendo il fucile, e sempre in piedi, con brache e mutande intorno alle ginocchia mi preparo a sparare. Il cervo deve aver visto qualche movimento o sentito qualche rumore, e comincia ad allontanarsi prima di presentare un bersaglio. Si infila fra gli alberelli radi al margine del campetto con raccolto a perdere, ma passa in una piccola radura pulita ad una cinquantina di metri da me, non correndo, ma ad un passo sostenuto. Il reticolo trova una traettoria pulita ed il colpo parte, piu' una stoccata che un colpo mirato. Il cervo fa la classica scalciata cade, si rialza a fatica e piu' che correre si trascina zoppicando nella macchia. Poso il fucile, mi rivesto, chiudo e metto via il barattolo, aspetto una decina di minuti ed esco dal capanno. Incamero un'altra cartuccia e piano piano mi avvicino a dove era sparito alla vista. Ma non devo neanche entrare fra gli alberi prima di poter intravedere qualla vista gloriosa che i cacciatori di ungulati adorano: una pancia bianca sul suolo.
Mi avvicino col fucile puntato, ma poi lo abbasso. E' morto, con una gran pozza di sangue davanti al muso. Dopo lo sventramento vedro' che la palla gli ha staccato dal cuore tutte le aorte. Anche cosi' avrebbe potuto correre per un po', rendendo il recupero molto laborioso, ma la grossa palla del .338 gki ha fratturato una spalla e severamente danneggiato l'altra.

Torno al capanno, poso il fucile dopo averlo scaricato, mi metto il cappuccio arancione obbligatorio, e quasi corro dove ho lasciato il Kubota (all-terrain vehicle) che avevo parcheggiato molto lontano dal capanno. Torno indietro e trovo un varco fra gli alberi grossi. Quelli piccoli fino a tre pollici di spessore non sono un problema per il Kubota, dotato di sbarre d'acciaio per proteggere fari e radiatore. Gli alberelli li stronco (rompendo pero' lo specchietto retrovisore laterale--piccolo prezzo da pagare) e arrivo al cervo, che poi isso nel box con l'arganetto elettrico. Poi a casa di corsa, dove comincera' il lavoro. Di tutti i cervi che ho ucciso (nel Montana, in Alaska e qui--questo e' il diciottesimo in Alabama, dal 2013 iin poi) e' il primo che io abbia mai ucciso col ca22o al vento ed il cu10 nudo...

Grazie, Gianni, per aver pubblicato la foto--quella del cervo, non quella mia al momento di sparare che, spero, la trail camera montata su un albero in prossimita' del capanno, non avra' scattato!!!!
 
La mattina faceva freddo, diversi gradi sottozero. Il freddo umido dell'Alabama penetra fino alle ossa. Io poi da quando ho perduto trenta kg di grasso sono diventato piu' sensibile al freddo, anche perche' quasi 9 anni di vita nell' Alabama subtropicale mi hanno cambiato. Il Giovanni che cacciava allegramente a 40 sottozero nel Montana, o nel gelo di Kodiak s'e' rammollito...
Ad ogni modo, quando qui fa freddo mi imbacucco veramente dalla testa ai piedi. Quando si sta seduti immobili per ore in un capanno di legno con finestre davanti e dietro attraverso le quali il vento viene incanalato con "effetto Venturi," il freddo si puo' combattere soltanto con diversi strati di vestiti, stivali imbottiti (Sorel) balaclava mimetizzata che ti copre testa, faccia e collo. E un thermos pieno di caffe' bollente. Uno assomiglia al "Michelin Man," se vi ricordate il pupazzo fattoo di pneumatici della reclame dei Michelin.
Prendi una stufetta a gas, come quelle da campeggio, gli sostituisci il la bombola di 2 Kg (dura poco) con una da 15 kg e stai tranquillo per parecchie ore. Ho amici che utilizzano la stufa, sull'altana stanno solo con la camicia. :):)
 
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