Apertura fatta in ritardo di due giorni a causa di un virus che sta imperversando dalle mie parti. Mia moglie se l'e' preso, poi io, poi due amici nostri, e tanti altri. Comincia come un raffreddore/sinusite, poi ti scende nei bronchi e nei polmoni. Se non stai attento si puo' trasformare in polmonite virale o essere seguita da un'infezione batterica secondaria. No, non e' il COVID, ma una cosiddetta "parainfluenza." Ma certi che se la sono beccata sono finiti in ospedale e hanno dovuto essere intubati come i pazienti del COVID. Io erano tre o quattro settimane che stavo male. Niente febbre, ma qulache brivido, e soprattutto gran quantita' di muco dal naso e catarro dal petto. Una bronchitaccia come non ho mai avuto prima. E ancora tossisco.
Dunque, finalmente mi sono sentito abbastanza in forze per uscire a caccia. Non ho ne' visto ne' sentito niente. Ma non e' stata una mattinata perduta. E' stata una mattinata goduta nella chiesa di Dio, non quel bordello politico-finanziario che e' la chiesa dell'uomo, intrisa di ipocrisia, sete di potere, e sfarzo. E quando alla mia eta' ti riprendi da una malattia seria e ti trovi di nuovo a caccia, c'e' davvero da essere grati a Dio.
Momento magico della mattina: uno scricciolo entra nel capanno da una finestrella laterale, si posa sulla canna del fucile, a due palmi dalla mia faccia, mi scruta con curiosita'. Poi da li' salta sulla cinghia del fucile, che pende da un lato. Da li', piu' vicino ancora alla mia faccia e a un palmo dalla mia mano, lo scricciolo mi guarda ancora, girando la testolina da una parte e dall'altra finche' dopo aver soddisfatto (credo) la sua curiosita', e' volato via dalla finestrella opposta. Un piccolo miracolo. Due vite cosi' diverse che si sono sfiorate a vicenda. Questo e' cio' che mi piace della caccia. Uccidere e' una cosa marginale, non essenziale. E ho visto e sentito picchi al lavoro (toc-toc-toc a mitraglia sugli alberi dela foresta), ho sentito canti di uccelli sconosciuti. Uno sembrava che dicesse (con un po' d'immaginazione): "Vicinovicinovicino Vi'--Vicinovicinovicino-Vi'." Il canto di un altro sembrava il miagolio di un gatto. Altri si esibivano in trilli flautati. Che bello il coro di questa immensa Chiesa alla quale appartengono tutti gi esseri umani--una Chiesa che non ispira scismi, confllitti, crociate, jihads, persecuzioni. Una Chiesa dalla quale tanti ormai, purtroppo, si sono autoscomunicati e preferiscono vivere nella puzza, nel rumore, nello squallore, la sporcizia, il crimine, le perversioni della citta'.
A volte, come stamattina, sono contento che nessun cervo si sia presentato nella radura. Interrompere la musica del coro col tuono dell'avancarica, e riempire la radura di fumo di polvere nera combusta, denso e sulfureo, puzzolente di uova marce, e spargere sangue davanti all'altare della mia Chiesa sarebbe stato come un sacrilegio. Ci saranno altri giorni, ci saranno cervi abbattuti nel rito eterno della natura, dove il piu' forte mangia il piu' debole, ma senza crudelta'. Soltanto l'uomo uccide per crudelta'--uccide persino i suoi simili. A decine, a migliaia, a milioni. Soltanto l'uomo ha inventato la tortura, la prigionia, i campi di concentramento, lo sterminio etnico, l'odio di razza, le guerre di religione.
Forse e' per questo che scanso gli altri cacciatori che uccidono soltanto per divertimento e poi regalano le prede ad altri, perche' dicono: "A me la selvaggina non piace, ma mi piace cacciare." No, bello mio. Non ti piace cacciare. Ti piace ammazzare, perche' la caccia e' tutt'altra cosa che premere il grilletto e fare buchi in esseri viventi. Nella mia Chiesa non ti ci voglio.
Dunque, finalmente mi sono sentito abbastanza in forze per uscire a caccia. Non ho ne' visto ne' sentito niente. Ma non e' stata una mattinata perduta. E' stata una mattinata goduta nella chiesa di Dio, non quel bordello politico-finanziario che e' la chiesa dell'uomo, intrisa di ipocrisia, sete di potere, e sfarzo. E quando alla mia eta' ti riprendi da una malattia seria e ti trovi di nuovo a caccia, c'e' davvero da essere grati a Dio.
Momento magico della mattina: uno scricciolo entra nel capanno da una finestrella laterale, si posa sulla canna del fucile, a due palmi dalla mia faccia, mi scruta con curiosita'. Poi da li' salta sulla cinghia del fucile, che pende da un lato. Da li', piu' vicino ancora alla mia faccia e a un palmo dalla mia mano, lo scricciolo mi guarda ancora, girando la testolina da una parte e dall'altra finche' dopo aver soddisfatto (credo) la sua curiosita', e' volato via dalla finestrella opposta. Un piccolo miracolo. Due vite cosi' diverse che si sono sfiorate a vicenda. Questo e' cio' che mi piace della caccia. Uccidere e' una cosa marginale, non essenziale. E ho visto e sentito picchi al lavoro (toc-toc-toc a mitraglia sugli alberi dela foresta), ho sentito canti di uccelli sconosciuti. Uno sembrava che dicesse (con un po' d'immaginazione): "Vicinovicinovicino Vi'--Vicinovicinovicino-Vi'." Il canto di un altro sembrava il miagolio di un gatto. Altri si esibivano in trilli flautati. Che bello il coro di questa immensa Chiesa alla quale appartengono tutti gi esseri umani--una Chiesa che non ispira scismi, confllitti, crociate, jihads, persecuzioni. Una Chiesa dalla quale tanti ormai, purtroppo, si sono autoscomunicati e preferiscono vivere nella puzza, nel rumore, nello squallore, la sporcizia, il crimine, le perversioni della citta'.
A volte, come stamattina, sono contento che nessun cervo si sia presentato nella radura. Interrompere la musica del coro col tuono dell'avancarica, e riempire la radura di fumo di polvere nera combusta, denso e sulfureo, puzzolente di uova marce, e spargere sangue davanti all'altare della mia Chiesa sarebbe stato come un sacrilegio. Ci saranno altri giorni, ci saranno cervi abbattuti nel rito eterno della natura, dove il piu' forte mangia il piu' debole, ma senza crudelta'. Soltanto l'uomo uccide per crudelta'--uccide persino i suoi simili. A decine, a migliaia, a milioni. Soltanto l'uomo ha inventato la tortura, la prigionia, i campi di concentramento, lo sterminio etnico, l'odio di razza, le guerre di religione.
Forse e' per questo che scanso gli altri cacciatori che uccidono soltanto per divertimento e poi regalano le prede ad altri, perche' dicono: "A me la selvaggina non piace, ma mi piace cacciare." No, bello mio. Non ti piace cacciare. Ti piace ammazzare, perche' la caccia e' tutt'altra cosa che premere il grilletto e fare buchi in esseri viventi. Nella mia Chiesa non ti ci voglio.
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