La mano sotto l'astina della carabina appoggiata, è meglio metterla o non metterla?

Siccome io caccio da capanni ai margini di radure piantate con verdure varie che i cervi amano, e siccome i miei tiri non superano mai gli 80 metri, io sparo da seduto, con ll'astina appoggiata alla forcella di un monopode telescopico regolato per tenere il fucile alla media altezza necessaria (posso abbassarlo o alzarlo a seconda dell'inclinazione in avanti o all'indietro del punto di contatto fra forcella imbottita di gomma e astina. La mano sinistra impugna la gamba del monopode appena sotto la forcella, dove e' spessa e coperta di gomma semisoffice. Ho usato un bipede, ma anche con la forcella girevole il bipede no mi permete di puntare la carabina ai lati estremi (sx e dx) del campo, mentre il monopode si presta di piu' a tali manovre. Quando cacciavo nelle pianure aperte del Montana o nelle colline di Kodiak sparavo coricato bocconi con l'astina appoggiata sullo zaino, o sulla giacca arrotolata. Se l'erba era troppo alta trovavo un appoggio di fortuna (ramo orizzontale) o il lungo bastone che uso per camminare. Afferravo il bastone ben puntato in terra con la mano sinistra ed appoggiavol'astina sull'indice proteso a 90 gradi dal bastone e punta del pollice. La canna del fucile in qualsiasi posizione o qualsiasi appoggio non deve assolutamente toccare nulla, o verra' spinta allo sparo nella direzione opposta da dove tocca, anche se e' qualcosa di morbido, come una giacca arrotolata, zaino, o anche la mano. Canna che tocca, padella assicurata!
 
Ho fatto questa domanda perchè al TG ho visto un tiratore scelto, con l'arma appoggiato sul bipiede, tenere l'astina con la mano sinistra. Non voglio far polemica e neanche cercare di mettere in difficoltà nessuno, anzi ringrazio chi ha dato e darà una suo opinione.
Siccome io caccio da capanni ai margini di radure piantate con verdure varie che i cervi amano, e siccome i miei tiri non superano mai gli 80 metri, io sparo da seduto, con ll'astina appoggiata alla forcella di un monopode telescopico regolato per tenere il fucile alla media altezza necessaria (posso abbassarlo o alzarlo a seconda dell'inclinazione in avanti o all'indietro del punto di contatto fra forcella imbottita di gomma e astina. La mano sinistra impugna la gamba del monopode appena sotto la forcella, dove e' spessa e coperta di gomma semisoffice.
Giovannit, il bastone è un rimedio antico, si dovrebbe utilizzare in caccia vagante a corta distanza. Logicamente dipende molto dall'abilità del tiratore, e cosa intende il tiratore per tiro di precisione, per me il tiro di precisione non è colpire il selvatico, è colpire un punto preciso del selvatico, il tiro deve essere risolutivo, per esserlo deve essere estremamente preciso. Io caccio da altane, è una specie di capanno messo a una altezza di massimo 9 m. una tavoletta per appoggiare la carabina non mi è mai stato difficile trovarla:D. Quando caccio da terra adopero uno sgabello alto per mettere lo zaino sopra e sopra lo zaino appoggio la carabina, e uno sgabello bassa per sedermi. Ma questo con la domanda non centra niente, centra se conviene o non conviene tenere la mano sinistra sull'astina anche con l'arma in appoggio.
 
Possibilmente, no. La mano "forte" cioè quella che comanda il grilletto ha( normalmente) 5 dita di cui:
-il pollice tiene l'arma
Se facessimo finta che la carabina avesse solo l'impugnatura a pistola, il pollice dovrebbe seguire la canna e non dovrebbe creare pressione laterale sull'impugnatura. Penso che per una impugnatura fatta a misura a prescindere dal calcio della carabina, il pollice dovrebbe avere la stessa funzione.
l'indice sta sul grilletto e non deve sostenere l'arma
-il medio tiene l'arma
-l'anulare tiene l'arma
-il mignolo, salvo il caso di impugnatura a pistola tipo fucile d'assalto, non fa niente.
Quindi tre dita su cinque stabilizzano l'arma,
Sicuramente l'indice non sostiene l'arma, anzi l'indice dovrebbe essere staccato e indipendente dalle altre dita della mano. Se si osserva la mano di un tiratore si noterà che l'indice è più o meno staccato dal medio, con la mano a riposo. Il medio e l'anulare sono le dita che tengono l'impugnatura, il mignolo con qualsiasi impugnatura è meglio non stringerlo sull'impugnatura, questo è un difetto che i tiratori di pistola conoscono e cercano di evitare, anche se uno scatto fatto bene ha poco "collasso di retroscatto" Il mignolo stretto al momento dello sgancio fa abbassare la canna, in una carabina il fenomeno è inesistente, ma non per questo non bisogna impugnare nel modo giusto, opinione personale. Molti cacciatori non sanno scattare, quindi per loro stringere eccessivamente l'impugnatura con il medio l'anulare e anche il pollice non fa differenza visto che utilizzano lo stecher. Stringere il medio l'anulare e il pollice vuol dire impegnare l'indice, che per forza perde di sensibilità. In gergo questo difetto viene chiamato spremi limone. Non sto dicendo che le due dita non devono stringere l'impugnatura, non devono stringere eccessivamente l'impugnatura per tirare il calcio sulla spalla. Ci sono degli allenamenti per stringere l'impugnatura senza impegnare troppo l'indice. Adesso bisogna capire se è meglio impugnare l'astina con la mano sinistra e tirare il calcio sulla spalla senza impegnare troppo le dita sull'impugnatura per tirare la carabina vicino la spalla e far perdere di sensibilità il dito indice. Per un tiro di precisione anche le piccolezze ritenute ininfluenti possono fare la differenza nei tiri a lunga distanza. Nel tiro di selezione con la canna rigata si sente di tutto e di più, ho sentito che la carabina meno si tocca e meglio è, cioè la carabina non deve far parte del tiratore. Sono sempre opinioni personali. Di fatto si vedono cacciatori con il fucile a canna liscia che imbracciano con una tecnica tutta loro e sbagliano pochissimo e quelli che imbracciano con una tecnica perfetta e sbagliano molto di più. Allo stesso modo sono i cacciatori di canna rigata che non conoscono nessuna tecnica di mira e di scatto sbagliare pochissimo, però quando sbagliano non capiscono perchè hanno sbagliato. Non ricordo chi disse che il tiro è filosofia. :):)
 
Germano, con il bipiede è indispensabile aiutarsi con la sinistra per trovare la direzione. Guai a tentare di correggere con la spalla o con la destra. Il bipiede verrebbe caricato come un molla e si vendicherebbe "frustando" di lato.
Credevo tu ti riferissi a condizioni classiche di tiro dal davanzale dell'altana.
 
La differenza fra il tiro con la carabina e il tiro con la Pistoia è che la Pistoia il tiro è più istintivo, con la carabina il tiro è molto più tecnico. Questo per dire che il risultato ottenuto con la carabina in proporzione a quello che si potrebbe ottenere con la pistola sarà scadente. Nella carabina conta molto l'abbigliamento, senza una buona giacca, pantaloni e scarpe da tiro non si va molto lontano, con la pistola si potrebbe tirare scalzi e a petto nudo e in proporzione i risultati saranno sempre soddisfacenti. Questo per dire a martino di non abbattersi e scoraggiarsi se non riesce a vedere dei buoni risultati con l'aria compressa, anche perchè (credo) che la sua carabina è fatta per il tiro informale. Per avere un risultato più veloce e poterlo trasferire all'arma da fuoco, io incomincerei a mettere la carabina solo in appoggio anteriore. Il primo obiettivo da raggiungere è quello di tenere la carabina ferma, per fere questo serve una parete bianca e lasciare andare la carabina dove meglio crede, cioè non bisogna cercare nessun punto di riferimento per portare la carabina su questo punto. Qualsiasi punto va bene, l'importante è stabilizzare l'arma e tenerla ferma per alcuni secondi. Per questo bisogna utilizzare una parete bianca per non avere nessun punto di riferimento.
 
(omissis) Giovannit, il bastone è un rimedio antico, si dovrebbe utilizzare in caccia vagante a corta distanza. Logicamente dipende molto dall'abilità del tiratore, e cosa intende il tiratore per tiro di precisione, per me il tiro di precisione non è colpire il selvatico, è colpire un punto preciso del selvatico... (omissis).

Come ho scritto, io tiro a corta distanza, da seduto, ed il bastone monopiede con forcella e' piu' che sufficiente e lo reputo migliore del bipede per le ragioni che ho gia' discusso. Lo sarebbe anche a caccia vagante, se i tiri sono entro i 100 metri. Il tripode come usato in Africa in caccia vagante e' certamente migliore, ma io non ho con me un portatore negro che me lo porti e lo sistemi al momento di sparare.

Tornando al tema della mano sotto l'astina, dipende da due fattori. Prima di tutto, dal calibro del fucile. Ho notato, sparando con gli appoggi (io uso la "Lead Sled" della Caldwell) che con il mio .338 Winchester Magnum e' meglio afferrare l'astina e tenerla ben pressata all'ingiu' contro il cuscinetto imbottito anteriore invece della classica posizione di tiro di precisione che consiste di afferrare il sacchetto di sabbia sagomato sotto il calcio con la sinistra. Con un calibro potente come quello che uso, se non si afferra l'astina l'impennata e' maggiore. Inoltre i punti d'impatto saranno diversi da quelli che poi si verificheranno quando si impugna normalmente l'astina del fucile quando si spara in piedi con o senza appoggio.
L'altro fattore e' il classico: usa la carabina come ti viene meglio ed in tutte le posizioni che a caccia (o in guerra) sono necessarie al momento.
Dall'altana non ho mai sparato, grazia alla mia acuta acrofobia. Ma sparo in piedi senza appoggio nella classica e stabilissima posizione da tiro a segno, con la mano sinistra che fa ponte col pollice appoggiato al ponticello del grilletto e le dita appoggiate al retro dell'astina ed il gomito puntato sull'anca (tiro che non faccio oltre gli 80 metri); in piedi con bipode o monopode con forcella o bastone; prono con astina appoggiata su giacca o zaino, o, se in un capanno di legno, seduto con l'astina appoggiata ad un cuscinetto sull'orlo inferiore della finestrella.
Con un fucile che rincula parecchio non consiglio di sparare con la sinistra che afferra l'astina ed appoggiata a qualcosa di duro e ruvido, come un ramo d'albero, per evitare che la mano venga scorticata al rinculo.

Per me qualsiasi tiro ad un selvatico e' un tiro di precisione, come e piu' del tiro ad un pezzo di carta, perche' lo dobbiamo al selvatico di ucciderlo velocemente, pulitamente, e il piu' umanamente possibile. Ecco perche' io tiro alla punta della spalla, un po' in alto. Lo faccio anche un po' egoisticamente perche' dove caccio io e' difficile tracciare, trovare e recuperare un animale che ha corso anche soltanto 50 metri dopo l'impatto. Come tutti i cacciatori esperti e professionisti (specialmente quelli che abbattono animali in aree suburbane o anche urbane come parchi cittadini, dove non si vuole che un animale colpito e sanguinante vada a finire nel giardino di qualcuno o su una strada) sconsiglio il tiro alla testa o al collo perche' il risultato e' spesso aleatorio, specialmente con un calibro minore. Basta un soffio di vento, un brusco movimento del selvatico allo scatto del grilletto, o tanti di quei fattori che la Legge di Murphy ci puo' scatenare contro, e l'animale sara' ferito, e possibilmente perduto e condannato ad un'orribile morte. Il tiro alla punta della spalla abbatte l'animale sul posto, specialmente con una carabina potente ed un grosso proiettile. Se si osserva un filmato al rallentatore di un animale colpito in quel punto si vedra' il violento piegarsi ad arco laterale della zona delle spalle. Questo shock causa un ingente trauma alla spina dorsale, a volte accompagnato dalla frattura della colonna vertebrale che la protegge. Inoltre frammenti di cartilagine e del proiettile ledono la parte anteriore e superiore dei polmoni. E la palla (se non sparata da un calibro inferiore) spezzera' ambedue le spalle. Nessun quadrupede puo' correre via con ambedue le spalle fratturate. Si' e' vero che si puo' perdere un po' di carne alla base del collo e nelle spalle, ma perdere anche un kg o due di carne e' molto meglio che perdere l'intero animale.
 
Non riesco a sparare senza imbracciare l’astina con la sx....., mi rendo conto che non è la giusta posizione per tirare a palla ma l’abitudine di “sentire” l arma tra le mani ha la meglio, però qualche rosata buona l’ho fatta anche sparando così, piuttosto mi ha creato difficoltà l appoggio anteriore , o meglio l aver cambiato l appoggio anteriore.
Al poligono dove vado solitamente si usano appoggi anteriori a V di metallo che finiscono con una vite per poterli regolare , nella V che ha i bracci protetti da gomma ho sempre inserito uno straccio per aumentare la stabilità, in questo modo ho ottenuto buoni risultati a 100 Mt tanto da essere tranquillo di superare agevolmente la prova di tiro per la selezione, e invece.... ho rischiato una figuraccia immane perché al poligono dove si è sostenuta la prova l appoggio anteriore ( l unico previsto , non era consentito il posteriore ) o non c era o era una specie di pouff instabile.... insomma ho dato fondo alla fantasia per mettere 4 colpi in 15cm .
 
Martino, il vecchio proverbio "impara l'arte e mettila da parte" è sempre valido. Senza appoggio la carabina va tenuta con la mano sinistra sotto l'astina, inoltre bisogna imparare ad utilizzare la cinghia, che in queste circostanze serve a rendere l'arma più stabile. Anche con il solo appoggio anteriore l'arma va controllata con la posizione e con la respirazione. Deve andare su e giù con la respirazione. In appoggio anteriore quando inspiri la canna deve abbassarsi dal centro del bersaglio e quando espiri deve alzarsi per ritornare al centro del bersaglio, l'apnea inizia con l'arma al centro del bersaglio, Pero l'azione di scatto inizia prima dell'apnea e con l'arma ancora non perfettamente stabilizzata, queste perchè non si ha tempo di stabilizzare e dopo iniziare l'azione di scatto, se aspettassimo di stabilizzare l'arma e dopo iniziare l'azione di scatto l'arma si sposterebbe e il lavoro di stabilizzazione fatto prima andrebbe a farsi friggere. Un buona azione di scatto si concretizza dai 3 ai 10 secondi dall'inizio dell'apnea. Imparare a scattare non si impara con lo stecher, ma con scatti dove il primo e secondo tempo di scatto è netto. Questo detto in "quattro righi" per mettere a frutto quello sopra scritto bisogna allenarsi assiduamente. Il tiro è fatto di statica e dinamica, queste due cose non devono mai andare in contrasto fra loro, per ciò che questo non avvenga bisogna farle separatamente, quindi bisogna allenarsi a mirare, e bisogna allenarsi a tirare. Lo scatto va preparato al buio e possibilmente con le cuffie. Quando si acquisirà una buona tecnica la statica non contrasterà più con la dinamica. Dopo che hai imparato a tirare, sotto la carabina puoi mettere o non mettere quello che più ti piace, difficilmente ti potrai trovare in difficoltà, anche perchè conosci perfettamente quelle che in quel preciso momento sono le tue possibilità. Le possibilità di effettuare un buon tiro le riconosci solo se sei distaccato dal bersaglio o dalla preda, e questo lo impari a scuola di tiro. Non potrai mai dire "non capisco perchè ho sbagliato" Chi non riesce a riconoscere i propri errori, non ha capito come è fatto il tiro.
 
Nicola grazie per i consigli, sarà difficile approfittarne vista la situazione poligoni dalle mie parti...., farò quello che potrò da autodidatta e seguendo chi ne sa di più .😉🙋‍♂️
 

germano56

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Logicamente in caccia di selezione per i tiri di precisione ognuno spara come meglio crede, l'importante è raggiungere il risultato. Come ho già detto i risultati si possono raggiungere anche nel modo sbagliato.
 
Possibilmente, no. La mano "forte" cioè quella che comanda il grilletto ha( normalmente) 5 dita di cui:
-il pollice tiene l'arma
-l'indice sta sul grilletto e non deve sostenere l'arma
-il medio tiene l'arma
-l'anulare tiene l'arma
-il mignolo, salvo il caso di impugnatura a pistola tipo fucile d'assalto, non fa niente.
Quindi tre dita su cinque stabilizzano l'arma,
La sinistra dovrebbe aiutare a tenere il calcio da sotto, facendo le veci del sacchetto posteriore per il tiro in poligono. Solo così si riesce a dare correzioni verso l'alto o verso il basso.
Si può fare eccezione solo per tiri d'urgenza a breve distanza..
Sotto l'astina occorre un appoggio come berretto, guanto o, meglio, sacchetto apposito. Questo può essere acquistato in commercio oppure improvvisato con con calzettone o altro indumento morbido, ma non troppo.
IBAL
 
Non dimentichiamo la validita' dell'allenamento al tiro, sia col fucile imbracciato senza appoggio ma con la cinghia da tiro, nelle quattro classiche posizioni (in piedi, seduti, proni, e in ginocchio) che con appoggi vari (monopode, bipede, tripode, panca e cuscinetti, ecc.) fatta a casa sia sparando a vuoto (meglio con un dummy round con apposito cuscinetto di gomma o altro tipo di ammortizzatore nel foro dellinnesco--li vendono in tutti i calibri) che con un buon fucile ad aria compressa con ottica ed un buon grilletto. Il fucile ad aria compressa lo si puo' usare dentro casa, in un corridoio, ponendo il bersaglio a dieci metri. Un grande vantaggio/svantaggio dell'allenarsi col fucile a.c. e' la relativa lentezza del pallino nel suo viaggio nella canna, che ti costringe a fare un eccellente "follow through," cioe' a mantenere la posizione corpo/fucile per qualche istante anche dopo lo scatto del grilletto.. Uno dei maggiori errori di tiro e' il non praticare il follow-through: con i fucili "veri" anche se non e' possibile muoversi prima che la palla sia uscita dalla volata, quelli che non sono avvezzi al follow through non sono rilassati abbastanza al momento dello scatto, ma anticipano l'abbandonare la posizione di sparo dopo lo sparo stesso, e mettono in tensione i muscoli che controlleranno tale movimento, creando tremori che influiscono sulla corretta esecuzione del tiro. Il fucile a.c. e' un ottimo maestro del follow through. Inoltre la corretta procedura di tiro e' la stessa con l'a.c. di quella con la carabina a cartucce. Il vantaggio e' che non serve poligono, la si puo' praticare a casa, non fa rumore, e costa infinitamente di meno dello sparare cartucce da carabina. Quando insegnavo al liceo di Kodiak feci un corso come studente con un istruttore della NRA e allenatore della squadra di tiro del liceo di un'altra scuola dell'Alaska, che mi insegno' moltissime cose e che mi rilascio' il certificato di istruttore di tiro con carabina dopo alcune sessioni con a.c. e .22 LR. Dopo aver conseguito questo certificato fondai il Rifle Club al liceo di Kodiak. Per ovvie ragioni, dovemmo usare carabine a.c. Una volta alla settimana, dopo la campanella dell'ultima classe, con un carrello portavo dalla mia aula, dove tutta l'attrezzatura era in un armadio chiuso a chiave, fucili, "trappole" per i pallini sparati, pallini, bersagli, ecc., alla caffetteria della scuola. I membri del club arrivavano, chiudevamo a chiave le porte della caffetteria per non lasciare entrare nessuno che non fosse paret del club, e sistemavamo trappole con bersagli ai canonici 10 metri dai tavoli sui quali erano posati i fucili. Questi erano fucili da tiro "entry-level," (non quelli da migliaia e migliaia di dollari usati alle Olimpiadi ma abbastanza buoni) non con ottiche, ma con mire a diottra. Si sparava in piedi, senza alcun appoggio. La mia precisione personale di tiro (ed il mio conseguente successo venatorio nelle colline di Kodiak, dove a causa dell'erba alta e' quasi impossibile sparare ad un cervo se non in piedi, senza appoggio) aumento' tremendamente con le tecniche giuste di imbracciata, posizione, e sequenza di tiro praticate con il fucile a.c. A dieci metri, in piedi, senza appoggio, colpire il centro del bersaglio, che e' esattamente dello stesso calibro del pallino, 4,5mm, non e' facile anche a soli dieci metri, eppure lo facevo con una certa consistenza.

E anche in tutte le altre posizioni di tiro, la procedura e' la stessa, sia al bersaglio che a caccia. L'allenamento col fucie a.c. costa poco e lo si puo' fare a casa. E cio' che impari e pratichi con l'a.c. si trasferisce naturalmente e facilmente al tiro con la carabina a cartucce.
 
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