Rispondo alle domande:

Da noi non ci sono tutte le regole che avete voi per la selezione. E ogni stato e' diverso, anche a seconda della popolazione di cervi o altra selvaggina. Ti posso dire soltanto dei tre stati dove ho cacciato e caccio:
1. Montana: in genere soltanto cervi maschi cacciabili. Quando la popolazione e' troppo fitta si permettono anche femmine, magari con un'estrazione a sorte di un certo numero limitato di permessi per le femmine. Niente classi d'eta'.

2. Alaska, e Kodiak nella fattispecie: Nella zona raggiungibile da strade carrozzabili (molto limitata a Kodiak), a seconda della popolazione dei cervi, che fluttua a seconda della quantita' di neve, o un maschio soltanto, o, alla fine della stagione, se possibile e per un periodo limitato, o un maschio o una femmina. Niente classi d'eta'. In zone remote, raggiungibili solo con barca o aereo anfibio, da tre a cinque capi, niente classi d'eta', e sia maschi che femmine. Ma, di nuovo, tutto e' basato sulla densita' della popolazione.

3. Alabama: Terreni demaniali, pubblici, solo maschi. Terreni privati (la stragrande maggioranza del territorio): tre maschi palcuti e cinque o femmine o maschi che non abbiano "palchi" visibili nel pelo. Uno dei maschi deve avere almeno 4 punte su uno dei palchi. Niente classi d'eta'.

Appendo la bestia per i tendini d'Achille. Prima spello e poi sventro. A Kodiak e nel Montana, dove cacciavo lontano da casa anche ore, sventramento a terra sul luogo dell'abbattimento.

Non faccio frollare la selvaggina, essendo stato traumatizzato dalle abitudini di Papa' che appendeva tutto (pennuti) fino a quando il ventre non diventava verde. La selvaggina che prendeva lui, da piccolo non la volevo mangiiare. Mangio tutto fresco. Poi lasciare la pelle sulla bestia ne rallenta il raffreddamento.

Il Kubota. Adesso cerco qualcosa su You Tube e metto il link in un messaggio successivo.
 
Kubota: Questo e' uguale al mio, ma ha accessori aggiunti, come uno spruzzatore per antiparasssitari o erbicidi che io naturalmente non ho.

Aggiungo che e' Diesel, ha tre cilindri, 1100 di cilindrata, quattro ruote motrici, bloccaggio del differenziale anteriore automatico, bloccaggio del differenziale posteriore manuale, con pedale. Aria condizionata, riscaldamento. Gli unici accessori che ho aggiunto al mio sono due verricelli, uno anteriore, l'altro posteriore, per issare i cervi nel box.

https://www.youtube.com/watch?v=XNZPP9k1eSc&pbjreload=101
 
Bello spettacolo ha permetterselo per andare a caccia nel comune di Reggio Calabria e zone limitrofe era l'ideale

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Grazie. Bella macchinetta ma qui sarebbe inutile perché le strade strrate sono chiuse al traffico, salvo il caso di:
-proprietari terrieri, per accesso ai loro boschi e/o pascoli
-professionisti (boscaioli, personal di aziende elettriche, ecc
-invalidi dichiarati tali da un medico
-cacciatori di camosci, finché hannoabbattuto il capo di spettanza.
 
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Oggi, 19 Dicembre, dopo molte "purghe" dovute o a non vedere nulla, o a vedere esemplari troppo giovani, finalmente m'e' capitata un po' di fortuna.
Appena fatto giorno si presentano davanti al mio capanno due yearlings femmine, raggiunte poco dopo da un maschietto, anche lui uno yearling, ma piu' grosso e piu grasso. Dopo settimane e settimane di buca dopo buca, sono quasi tentato di abbatterlo, ma--che diamine!--ancora non e' vissuto, ancora non ha assaporato il piacere della fregola. In fondo non ho bisogno di quel po' di carne che ne ricaverei. Lasciamolo campare! Dopo un po' il maschietto se ne va. Le due femminucce rimangono a brucare le buone piante che abbiamo seminato. Vanno avanti e indietro, passandomi spesso davanti a dieci metri. Godo osservarle. Rimangono li' per almeno 45 minuti, poi danno segni di nervosismo, e finalmente scappano facendo lunghi salti e sventolando la loro folta coda bianca, il loro segnale d'allarme.
Mi domando che cosa le avesse spaventate. Io ero rimasto immobile, senza far rumore, e non emetto odori umani. Faccio la doccia prima di andare a caccia con un sapone speciale che distrugge l'odore umano, mi lavo i denti con acqua e bicarbonato, non col dentifricio che odora di menta o altro, e tutti i miei vestiti da caccia sono conservati in un grosso scatolone di plastica insieme a dei dischetti che conferiscono loro un forte odore di terra fresca smossa. Quando se ne sono andate da cinque minuti, prendo i miei richiami, uno che assomiglia al richiamo per le pavoncelle e produce il belato delle cerve, l'altro un tubo con ancia che riproduce i grugniti dei maschi, simili ad un rutto prolungato, e faccio un paio di belati seguiti da un grugnito. Entro pochi secondi esce uno "spike," un cervo adulto ma geneticamente inferiore che non ha prodotto palchi normali. Purtroppo ce ne sono molti, qui intorno ,probabilmente dovuti al fatto che i cacciatori locali sono maniaci del trofeo, ed i maschi con buoni palchi non vivono a lungo, cosi' quelli inferiori hanno la possibilita' di riproodursi, possibilita' che non avrebbero se ci fosse un maschio "superiore" a cacciarli via dalle femmine. Dove si caccia con cognizione di causa, questo tipo di maschio e' chiamato "cull deer," cervo da scartare uccidendolo. Io ai trofei non c tengo, perche' sono un cicciaiolo. Cosi' inquadro il cervo nel reticolo, premo il grilletto, e BOOOOM! Il cervo accusa il colpo e corre verso la macchia, infilandocisi e perdendosi alla vista. Ma da come corre capisco che non andra' lontano. Ho sparato troppo di fretta, pero'. perche' dal suo "body language" avevo capito che in una frazione di secondo sarebbe scattato via, e so di aver mancato il "punto" paralizzante, il colpo alla scapola che lede la colonna vertebrale. Mi sono reso conto al momento di premere il grilletto di aver sparato troppo in basso, ma colpendolo pur sempre nel torace. aspetto qualche minuto nel capanno, mi tolgo il giaccone, estraggo il bossolo, ricarico il fucile, innesto la sicura e vado a cercare la mia preda. La macchia e' folta, piena di ramaglie spinose che mi rubano il cappello diverse volte. So per esperienza che un cervo ferito cerca sempre la strada piu' facile per scappare. Vedo un sentierino creato da generazioni di cervi che ci sono passati. Lo seguo. Non vedo sangue in terra, ma e' normale per me. Sono parzialmente daltonico e non vedo il rosso sul verde. Meno male che, come pensavo, non e' andato lontano. E' a circa trenta metri dall'inizio della macchia. Ne vedo il ventre bianco. Mi avvicino, gli tocco l'occhio con la canna e non c'e' alcuna reazione. Esulto. ma adesso devo trascinarlo in salita fino al campetto. Torno al capanno, lascio il fucile e prendo il bastone e la corda. Torno al cervo, gli metto un cappio al collo, lego l'altra estremita' della corda nel mezzo del bastone e riesco a trascinarlo quasi fino al campetto, fermandomi ogni due passi per districare le zampe del cervo da ramaglie e rovi. finalmente arrivo sotto il campetto, ma non riesco a trascinare il cervo su per il piccolo pendio fra macchia e campetto. Anni fa ne sarei stato capace, ma ora... Vabbe', basta affaticarsi. Lascio il cervo dov'e' e cammino velocemente verso dove ho parcheggiato il mio fuoristrada. Odio lasciare un cervo in terra in una zona infestata dai coyotes, ma spero che lo sparo del .338 li abbia spaventati abbastanza. Arrivo al fuoristrada, guido fino al campetto "a tutta callara," e posiziono il fuoristrada, un Kubota RTV 1100 con il muso verso dove e' caduto il cervo. Srotolo il cavetto del verricello anteriore, lo aggancio alla corda dopo aver snodato il bastone, torno al Kubota e aziono il vericello. E il cervo sale la china trascinando con se' rovi e ramaglie. Lo libero da cinque o sei kg di macchia, stacco il gancio del verricello, salgo nel Kubota e lo manovro per presentare il retro al cervo. Nel box del Kubota ho un altro verricello, sistemato contro il lato opposto al "gate," il retro apribile. Col comando idraulico abbasso il retro del box dopo averne aperto il gate, srotolo il cavetto del verricello e lo passo intorno al petto del cervo, agganciandolo su se' stesso per formare un cappio. Aziono il verricello, ed il cervo viene tirato dentro il box. Riporto il box in posizione orizzontale, chiudo il gate, vado al capanno a predere fucile, giaccone, zaino, ecc. scrivo i necessari dati sulla licenza (a casa poi comunichero' la cattura al dipartimento di caccia e pesca via Internet, ricevendo un numero di conferma da scrivere sulla licenza. Poi appendo il cervo ad un trave del carport attiguo al garage, sempre usando il verricello posteriore, spello, sventro, taglio spalle, cosce, lacerti, lasciando tutte queste parti intere, scarnisco la carcassa completamente, e poi mia mogli lava i pezzi principali, li avvolge in asciugamani, e li mette nel frigo, dove rimarranno per qualche giorno prima della macellazione finale, l'impacchettamento a vuoto, ed il surgelamento. Un sacco di lavoro, che spero di poter ripetere almeno due volte prima della chiusura il 10 Febbraio--tre sarebbe anche meglio...
 
Bene Giovanni, complimenti per abbattimenti e racconto.
Qualche domanda:
1. Come mai, non esistono norme (es.: calendario differenziato) e relative quote per l'abbatttimento di capi con trofeo poco sviluppato? Qui in Alto Adige la caccia al capriolo maschio di un anno apre il 1° maggio, mentre il maschio di più anni (con trofeo migliore) apre il 15 giugno.

2. Sventrare a casa è più comodo che nel bosco ed evita di sporcare la cavità addominale. Il tutto funziona bene se si trasporta con un veicolo, ma qui da noi, dove il capriolo o il camoscio fanno l'ultimo viaggio nello zaino è indispensabile sventrare subito, altrimenti la vescica si vuota durante il trasporto, "profumando" la carne. Domanda: sventri la bestia appesa o a terra? Appendi per il mento o per i tendini d'Achille?

3. Scusa l'ignoranza automobilistica di un vecchiaccio. Conosco le minipale Kubota, ma il fuoristrada no. Puoi dare qualche dettaglio in più?

Complimenti ancora e Buone Feste.
 
Ancora una domanda Giovanni: perchè non lasci frollare la carne in pelle prima di squartarla? Certamente hai delle motivazioni che non conosco?
 
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