223 remigton sul cinghiale.....esperienze!!!

La discussione purtroppo si è trasformata in un sondaggio fra i favorevoli e i contrai al 223 per la caccia al cinghiale. Senza contare i contrari e i favorevoli al tiro alla testa del cinghiale. In ogni caso chi ha voluto intendere ha inteso, il 223 va utilizzato da chi ha almeno delle nozioni basilari del tiro con la carabina.

A dire il vero, a parte il nostro per altro nemmeno piacevole O.T., credo che a Capriolo Astuti interessino anche i commenti di chi è contrario all' utilizzo del 223 sul cinghiale in modo da poterne valutare le motivazioni e farsi una sua idea.
 
Lo sapete che io sono acerbo in materia, ma da quello che ho letto dai vostri scritti, ho dedotto che in fine è il manico che conta. Se uno si sente in grado di mettere una palla del 223 nell'orecchio del cinghiale a 100 mt. lo faccia pure senza pensarci, sempre che le condizioni lo permettano.

Quando si è "troppo esperti", si finisce a porsi tante domande, tanti SE e tanti MA e alla fine si compromette la riuscita del tiro.

Ho un amico che è selettore al cinghiale e sapete cosa usa? la stessa carabina che usa in battuta, Browining bar 2 lite in 30.06 con punto rosso e non solo lui, un altro usa una Traker in 308 con punto rosso. Questi punti rossi non sono poi così blasonati, tarati (mi sembra) a 50 mt.
Il primo da Maggio e fino a ieri, ha passato quota 100,....(il mio congelatore sta scoppiando:mrgreen:) il secondo è a 17... ma è andato solo tre volte. Cinghiali sbagliati o andati via feriti...zero!
Il manico....il manico.....
 
Poiche' mi pare che gli interventi, le diatribe, i sermoni ed i duelli qui si siano assottigliati e sono forse destinati a sparire, ed in vista dei commenti fatti qualche tempo fa sulla presunta agonia di questo forum che, qualcuno dice, potrebbe essere fermata soltanto con l'introduzione di complicazioni elettrocibernetiche di carattere social, propongo un'aggiunta al tema "Il .223 va bene per il cinghiale?" di un codicillo per riattizzare questo fuoco ormai ridotto alle ceneri: "Il.223 va bene per il cinghiale anche con una canna corta, o occorre una canna di almeno 76 centimetri?" Vedrai come Centro67 si precipitera' qui a sparlare dei "moncherini" di 18 pollici e mezzo, ed altri accorreranno a difendere le canne corte! Roba da raggiungere e sorpassare le 200 pagine!
 
"Il 223 sul cinghiale esperienze", qui sono contrari anche quelli che non hanno mai tirato un colpo in 223 sul cinghiale. Springer, se mettessimo insieme la discussione del 223 sulla caccia di selezione al capriolo, a questa del cinghiale, si potrebbero scrivere altre 60 pagine. Io però me no guarderei bene a riaprire solo quella del 223 sul capriolo. :):)
 
Un mio amico cannoneggiava caprioli proprio con un 300 winc canna da 66 cm con una carica che spingeva una accubond da 180 grs a 957 ms ( una vera cannonata....anche sulla spalla del tiratore) ecco........se al capriolo toccava un osso importante....ok lo stoppava ma....altrimenti le fughe erano mediamente più lunghe di quelle che concede per esempio un 270 winc.......
Springer, non c'è una regola fissa. Il mese scorso ho abbattuto un capriolo con il 7 rm. mag. non ha fatto un passo, la palla è entrata leggermente alta dietro la spalla ed è uscita dalla parte opposta, ha rotto due costole all'entrata e tre o 4 all'uscita, non ha toccato né cuore né polmoni. Se c'è qualche esperto di balistica terminale potrebbe dare una spiegazione del perché il capriolo è crollato sul punto del tiro senza avere la forza di accennare neanche a uno spunto di fuga.
 
Lo sapete che io sono acerbo in materia, ma da quello che ho letto dai vostri scritti, ho dedotto che in fine è il manico che conta. Se uno si sente in grado di mettere una palla del 223 nell'orecchio del cinghiale a 100 mt. lo faccia pure senza pensarci, sempre che le condizioni lo permettano.
Anche oltre i 100 m. in buona posizione, con buona luce è un tiro fattibilissimo. Se le condizioni non lo permettono si accorciano le distanze, se anche accorciando le distanze abbiamo dei tentennamenti vuol dire che ci manca la sicurezza e in questo caso è meglio ritornare il giorno dopo.
 
Springer, non c'è una regola fissa. Il mese scorso ho abbattuto un capriolo con il 7 rm. mag. non ha fatto un passo, la palla è entrata leggermente alta dietro la spalla ed è uscita dalla parte opposta, ha rotto due costole all'entrata e tre o 4 all'uscita, non ha toccato né cuore né polmoni. Se c'è qualche esperto di balistica terminale potrebbe dare una spiegazione del perché il capriolo è crollato sul punto del tiro senza avere la forza di accennare neanche a uno spunto di fuga.

L'urto della palla molto veloce e relativamente pesante del 7 mm mag. sulla parte alta della schiena ha colpito le costole probabimente vicino alla spina dorsale (visto che non ha toccato i polmoni) e ha trasmesso attraverso tali ossa uno shock tale alla spina dorsale da mandare a pallino il sistema nervoso centrale. Scommetto che un bel pezzo della parte anteriore dei lombi e' stata rovinata. Anche una palla del .223 nello stesso punto, se l'animale era vicino e la velocita' era ancora alta avrebbe probabilmente ottenuto lo stesso effetto.
 
Quando si è "troppo esperti", si finisce a porsi tante domande, tanti SE e tanti MA e alla fine si compromette la riuscita del tiro.
Giovanni, quando si è esperti la carabina rimane in sicura, non occorre il telemetro per farci capire se il tiro è alla nostra portata, il telemetro al massimo toglie la curiosità. Al neofita cacciatore che ha appena iniziato a cacciare con la canna liscia, si insegna a stimare la distanza, facendogli contare i passi da punto di partenza al punto di arrivi. Dopo qualche tempo impara a rinunciare ai selvatici fuori tiro. P.S. senza offesa per chi utilizza il telemetro.
 
Ho un amico che è selettore al cinghiale e sapete cosa usa? la stessa carabina che usa in battuta, Browining bar 2 lite in 30.06 con punto rosso e non solo lui, un altro usa una Traker in 308 con punto rosso. Questi punti rossi non sono poi così blasonati, tarati (mi sembra) a 50 mt.
Il primo da Maggio e fino a ieri, ha passato quota 100,....(il mio congelatore sta scoppiando:mrgreen:) il secondo è a 17... ma è andato solo tre volte. Cinghiali sbagliati o andati via feriti...zero!
Il manico....il manico.....
La carabina semiautomatica è più versatile un una a caricamento manuale, è un arma che può fare veramente tutti i tipi di caccia. Il punto rosso in caccia di selezione è indispensabile per i tiri al buio, dove diventa problematico vedere qualsiasi tipo di reticolo. :) P.S. Complimenti per la "quota 100"
 
Giovanni, quando si è esperti la carabina rimane in sicura, non occorre il telemetro per farci capire se il tiro è alla nostra portata, il telemetro al massimo toglie la curiosità. Al neofita cacciatore che ha appena iniziato a cacciare con la canna liscia, si insegna a stimare la distanza, facendogli contare i passi da punto di partenza al punto di arrivi. Dopo qualche tempo impara a rinunciare ai selvatici fuori tiro. P.S. senza offesa per chi utilizza il telemetro.

Il telemetro (premetto che non l'ho usato perche' non caccio in montagna e mi limito a tiri non oltre i 250 metri--rarissimi, perche' di tiri cosi' "lunghi ne ho fatti pochissimi, da contare sulle dita di una mano) e' utile per tiri molto lunghi, dove una distanza di 50 metri in piu' o in meno vuol dire moltissimo, ma non solo.Se si caccia in montagna, dove un capo puo' essere molto al di sotto o molto al di sopra del tiratore, un buon telemetro ti corregge il tiro calcolando anche l'angolo di sito, oltre alla distanza effettiva in linea d'aria. Un bersaglio a 350, 400 metri ma che sia ad un forte dislivello (sia in alto che in basso) rispetto al cacciatore potrebbe non richiedere alcun alzo (alzo che sarebbe necessario se l'animale fosse allo stesso livello del cacciatore) e bisognerebbe tirare "nel pelo." Sembra un paradosso, ma e' cosi'.Se tu cacciassi il camoscio o il cervo in montagna, zona Alpi, dove i tiri lunghi e i dislivelli fra animale e cacciatore frequenti, il telemetro capace di calcolare l'angolo di sito ed un fucile di un calibro dalla radenza, potenza, e resistenza al vento superiori sarebbero indispensabili.
 
La carabina semiautomatica è più versatile un una a caricamento manuale, è un arma che può fare veramente tutti i tipi di caccia. Il punto rosso in caccia di selezione è indispensabile per i tiri al buio, dove diventa problematico vedere qualsiasi tipo di reticolo. :) P.S. Complimenti per la "quota 100"

Penso che stiate parlando di due cose diverse. Il punto rosso e' una cosa, ed il reticolo illuminato, di cui credo che tu stia parlando, e' un'altra. Il "punto rosso" in genere non ingrandisce ed e' utilissimo per la caccia in battuta. L'ottica per la selezione puo avere un reticolo illuminato al centro, ma non necessariamente, ed ingrandisce e raccoglie piu' luce. Il "punto rosso" non e' un granche' per quanto riguarda la luce trasmessa alla pupilla. Pero' e' migliore dell'ottica per quanto riguarda una veloce acquisizione del bersaglio.
 
L'urto della palla molto veloce e relativamente pesante del 7 mm mag. sulla parte alta della schiena ha colpito le costole probabimente vicino alla spina dorsale (visto che non ha toccato i polmoni) e ha trasmesso attraverso tali ossa uno shock tale alla spina dorsale da mandare a pallino il sistema nervoso centrale. Scommetto che un bel pezzo della parte anteriore dei lombi e' stata rovinata. Anche una palla del .223 nello stesso punto, se l'animale era vicino e la velocita' era ancora alta avrebbe probabilmente ottenuto lo stesso effetto.

Per esperienza i caprioli tirati perfettamente, con il cuore spaccato in due, hanno fatto sempre una diecina di metri, forse anche qualcosa in più.
 
Il telemetro (premetto che non l'ho usato perche' non caccio in montagna e mi limito a tiri non oltre i 250 metri--rarissimi, perche' di tiri cosi' "lunghi ne ho fatti pochissimi, da contare sulle dita di una mano) e' utile per tiri molto lunghi, dove una distanza di 50 metri in piu' o in meno vuol dire moltissimo, ma non solo.Se si caccia in montagna, dove un capo puo' essere molto al di sotto o molto al di sopra del tiratore, un buon telemetro ti corregge il tiro calcolando anche l'angolo di sito, oltre alla distanza effettiva in linea d'aria. Un bersaglio a 350, 400 metri ma che sia ad un forte dislivello (sia in alto che in basso) rispetto al cacciatore potrebbe non richiedere alcun alzo (alzo che sarebbe necessario se l'animale fosse allo stesso livello del cacciatore) e bisognerebbe tirare "nel pelo." Sembra un paradosso, ma e' cosi'.Se tu cacciassi il camoscio o il cervo in montagna, zona Alpi, dove i tiri lunghi e i dislivelli fra animale e cacciatore frequenti, il telemetro capace di calcolare l'angolo di sito ed un fucile di un calibro dalla radenza, potenza, e resistenza al vento superiori sarebbero indispensabili.
Per me il problema non si pone, io faccio un altro tipo di selezione. Non ho mai utilizzato 12 ingrandimenti, faccio tutto con 5. I caprioli li conosco, anche quando non sono sull'altana so dove andare ad aspettarli. :):)
 
E' utile sempre Giovanni. Le uscite dei selvatici sono ubicate in più punti e se una zona è vasta, telemetrare e conoscere ogni distanza del possibile bersaglio è fondamentale.
 
Ragazzi per me andare al cinghiale con il 223 e come andare a caccia a colombi con il 28 .. si li ammazzi ma devi essere bravo !!! Poco piombo e potenza come con il 223 al cinghiale

Il paragone è azzeccato, non ho mai criticato chi utilizza il 20 o il 28, anzi li ammiro con un pizzico di gelosia. Giangio, l'ho conosciuto in questo Forum, mi trovo d'accordo con quanto asserisce nel filmato in riguardo all'utilizzo del 223, non condivido le distanze, per me sono eccessive. Però bisogna ammettere che la distanza è soggettiva al tiratore, sicuramente Giangio, riesce a fare a 350 m. quello che il sottoscritto riesce a fare a 120 m. beato lui. Non condivido le opinioni di chi effettua tiri a 250 m. sul capriolo, e dopo critica chi tira in testa al cinghiale dall'altana a un distanza di 40 m. La difficolta di un tiro fatto a 40 m. con precisione, è di lunga inferiore a un tiro fatto a 250 m. logicamente con la stessa precisione. Quindi chi avesse intenzione di utilizzare il 223 per il prelievo del cinghiale dall'altana, deve essere nelle condizioni di fare una rosata a 50 metri con appoggio, su di una superficie di 8/10 cm di diametro. Quando si effettua un tiro, bisogna considerare sempre la peggiore delle ipotesi, la mia peggiore delle ipotesi è che a 40 m. con un errore di mira o di scatto mi potrà portare fuori dal punto mirato, ma non dalla zona mirata. I pregi del calibro li elenca Giangio nel filmato che si trova nella discussione inerente al 223 e alla caccia di selezione al capriolo. Premetto che Giangio non mi è molto simpatico, però do a Cesare quello che è di Cesare. Franuliv, su questa discussione ho detto tutto, avrei da dire ancora qualcosa sul 223 sulla selezione al capriolo, però considerato che è quasi inevitabile riprendere la discussione senza pericolo di sfociare nella polemica, per rispetto ai moderatori e al forum mi astengo. Spero che mi saprai perdonare alcune mie opinioni fuori tema. Ti auguro una buona giornata.
 
La peggiore delle ipotesi l'ho incominciato a considerare quando da ragazzino ho bucato il vetro della finestra con l'aria compressa. Ho subito un processo per direttissima con il sequestro dell'arma.
 
Il solo fatto che sia entrata alta (anche se non sappiamo quanto) ed abbia rotto 2 costole, sta a significare che ha prodotto una miriade di schegge (ossa e piombo) che si sono infilate nei centri nervosi della colonna vertebrale, con conseguente blocco sul posto del mingherlin capriolo... e non è questione di essere esperti di balistica ma di pensarci un po'. Fosse stata più bassa e colpito i polmoni, il mingherlino sarebbe anche potuto partire come una freccia per anche un centinaio di metri magari anche dopo essere prima caduto a terra su una pozza di sangue e materia polmonare.
 
Non è questione di sicurezza, se il cinghiale muove la testa di solo un po', il tiro se ne va per la tangente .....
Quando si è + lontani di 50 ml è meglio tirare ad un bersaglio - mobile quale l'attaccatura del collo. (tutte le manovre dell'amico che fa selezione col punto rosso, vuol dire che è una pratica praticata alla luce del sole e a distanze limitate e che non necessita di ottiche + performanti e con animali un bel po' sciocchini)
 
Fondamentale la conoscenza dei luoghi e degli spostamenti dei folletti che tra l'altro sono molto ripetitivi e prevedibili.
 
Ha ha . Brutti momenti. Che ti hanno aiutato a riflettere e diventare quello che sei.
un jager attento, che valuta ogni situazione con la grande esperienza.
Tanto rispetto per quelli come noi.
 
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