223 remigton sul cinghiale.....esperienze!!!

Come ho detto, non voglio partecipare piu' a questa discussione circolare se non in maniera neutrale, pur ribadendo che ritengo il .223 abbastanza adeguato al capriolo. Pero' voglio aggiungere che per quanto riguarda il suo uso per il cinghiale, be', bisogna considerare che a caccia ne accadono di tutte, e se le cose del seguente filmato accadessero ad uno armato di .223... In fondo non e' da escludere. Da noi si dice, "Shit happens." Letteralmente, "La mer6a accade," cioe' "le cose brutte ti capitano fra capo e collo, improvvisamente." (Ah, la bellezza dell'inglese e specialmente dello slang! Puoi esprimere in due parole un concetto che in altre lingue richiederebbe l'uso di almeno cinque o sei. Ecco perche' me ne sono innamorato. Soltanto i grandi poeti italiani sono riusciti ad aggirare la verbosita' manzoniana della loro lingua, come nel famoso poema monofrase, "Mattinata" che dice "Mi illumino d'immenso," e basta, e con questa semplice--in apparenza--frase il poeta ha scritto un intero tomo.
E' vero che in caccia di selezione la "mer6a" del filmato accade raramente--ma ci sono scrofe con striati che hanno un caratterino da suocera, solenghi con una chiappa masticata da un lupo, infetta e dolente, o uno con una zampa ferita dal laccio di un bracconiere... Pochi anni fa in Italia un cacciatore fu ucciso da un verro che lo aggredi' da dietro senza alcuna ragione apparente, forse perche' infastidito dai cani. Il poveraccio era sordo, e non lo senti' arrivare. Verissimo, anche una M60 (mitragliatrice leggera U.S. cal. .308) gli sarebbe stata inutile in quei frangenti, ma...
Non ho ragione di non credere a quelli che dicono di essere tiratori "chirurgici" e di aver sempre abbattuto pulitamente col .223 qualsiasi bestia nera che avesse la sfortuna di passargli a tiro mentre erano appostati con tanto di bipode, tripode, o quadrupode... Ma non tutti hanno il sang froid e la vostra abiilita' , e anche i chirurghi a volte asportano il rene (o, peggio, il testicolo) sano invece di quello canceroso, o dimenticano una chiave inglese appoggiata al pancreas e ricuciono il tutto, causando fastidi non indifferenti, specialmente a quelli che viaggiano in aereo e devono passare attraverso il rivelatore di metalli, o, come accadde credo a Latina parecchi anni fa, quando il chirurgo, cercando di acchiappare il calcolo nella cistifellea, chissa' come acchiappo' e strappo' l'aorta dorsale, causando la morte da dissanguamento del paziente in pochi secondi... Anche ai migliori chirurghi shit happens. L'importante e' potersi ripulire dalla shit con uno strumento adeguato, tenendo anche in mente che una bestia ferita ed incazzata, carica d'adrenalina, diventa cento volte piu' difficile da abbattere se non si impinge il sistema nervoso centrale. Un mio amico, a caccia di cervi a Kodiak con un calibro esagerato, da bufali cafri ed elefanti (.375 H&H), fu caricato da un grosso orso Kodiak. Quando un orso carica il testone va su' e giu' e beccarlo nel cervello, specialmente se hai un paio di secondi per tirare, e' molto aleatorio. Lui ci provo', ma la grossa palla lo prese nella mascella. Ma il pugno possente ricco di joules e footpounds lo fermo', stordendolo. Si sarebbe di certo rialzato in pochi secondi, ancora piu' incavolato di prima, se non fosse stato che la sua momentanea immobilita' permise al mio amico di trasformargli il cervello in una poltiglia sanguinolenta col secondo, terzo, e quarto colpo. Il secondo sarebbe bastato ampiamente, ma, credetemi, dopo aver visto la morte da zanne e artigli cosi' da vicino, non pensi piu' a quanto costino le cartucce del .375! In una situazione del genere, se avesse avuto anche una .30-06, forse non sarebbe stato in grado di raccontarmi questa bella avventura.

https://www.youtube.com/watch?v=-8ia1icbqJc
 
A proposito, notate il cacciatore del primo episodio. Invece di finire il cinghiale che ha fermato ma che potrebbe ancora costituire un pericolo per i cani, scappa tastandosi dietro, probabilmente avendo sentito qualcosa di caldo che gli si spargeva intorno al posteriore... AHAHAHAHAHA!!!!
 
Setterman, quando un cervo entra nel raggio della mia visione, naturalmente il cuore mi comincia a battere come se volesse uscirmi dal naso. Io chiudo gli occhi per qualche secondo, per non vederlo, faccio diversi respiri profondi, mi dico mentalmente di calmarmi, perche' non e' di certo il primo cervo che abbia mai visto, e quando il battito del cuore e' ritornato a un ritmo e intensita' accettabili, riapro gli occhi e faccio il da farsi, muovendo pianissimamente il fucile sul monopodo per inquadrare il bersaglio. A questo punto mi concentro sul punto da colpire (per me sempre la punta della scapola dove dietro di essa e' la colonna vertebrale). Poi prendo un grosso respiro, ne lascio uscire meta', e comincio a premere il grilletto piano piano tenendo il centro del reticolo sul punto desiderato. Lo sparo deve sorprendermi. Cosi' si evita la strattonate e la padella, o--molto peggio--il ferimento. Poi l'emozione forte ed il tremolio delle mani arrivano appena l'animale e' giu' e mentre mi ci avvicino, col fucile ricaricato e puntato--non si sa mai. A quel punto mi ci vuole almeno un minuto per calmarmi. E' per quell'emozione che si caccia. E' una **** alla quale sono diventato dipendente...
 
non stento a credere che butti giu un daino... alla fine è un calibro come un altro... tutto sta nella munizione impiegata.
 
Non capisco perché abbiano inventato tanti calibri quando ne bastavano un paio: uno piccolo per i cecchini e/o che temono il rinculo ed un grosso per tutti gli altri.
 
non stento a credere che butti giu un daino... alla fine è un calibro come un altro... tutto sta nella munizione impiegata.

Be' no .... non è un calibro come un altro.
prendendo a caso 2 munizioni geco una in .223 e una in .308 si vede che, a 300mt, la 223 ha un energia residua di circa 500j mentre il 308 ne ha 1500 ....
Più o meno stessa velocità a 300mt mentre la caduta ovviamente a favore del 223
Non metto in dubbio che coolmax abbatta i daini a 300 metri ma non stiamo a dire che i calibri sono tutti uguali dai.
 
Io non so dare una risposta del perché tanti calibri, posso dire che con il 223 e con il 7 rm potrei cacciare tutta la grossa selvaggina europea. Molto probabilmente per dare ai cacciatori la possibilità di scegliere l'arma e il calibro più confacente.
 
bravo giovanni! è la stessa cosa che succede a me!!! dopo lo sparo mi tremano tantissimo le gambe e quando rimetto la carabina in custodia anche le mani ...senza emozione non c'è goduria!!!!! e si può anche smettere.
 
nel senso per la caccia... per i nostri ungulati vanno bene tutti... un cervo con un .223 mi sembra eccessivo ma un daino o un cinghiale va piu che bene... comunque il manico e l'ocio fanno la differenza.
 
Quindi i calibri sono stati creati per adattarli alle varie psicologie dei cacciatori o in base ai loro fisici, più o meno corpulenti, e non per ottimizzare un calibro in base alla stazza/vitalità del selvatico da cacciare?
Io, se dovessi andare a caccia in battuta, in Romania, dove vi sono cinghiali che superano i 200 kg, con un 7RM non andrei, ma andrei magari con un 9,3 ad esempio, ma sarà una mia fisima, così come non andrei a sparare ad un cedrone col 223, se si potesse, poiché lo disintegrerei.
Io.
 
Ragazzuoli.....ora stiamo esagerando!!

Eddai per piacere, il 223 mi piace, e dire che è inadatto al capriolo equivale a sottovalutarlo ma......ora non facciamo l' errore opposto!!!

Bel calibro, ripeto, sicuramente adatto al capriolo nei 250 MT (fermo restando il vento...) ma....sul cinghiale (e daino ecc), salvo casi molto particolari, NON È UN CALIBRO ADATTO!!
Certo, sparando sempre bene e sempre in zona collo testa blocca sul posto qualsiasi selvatico ma.... infallibile non è nessuno.

Un calibro medio sarà quello più adatto al cinghiale.....e anche con quello non crediate di essere al riparo da situazioni più o meno complicate.

Il 223 va bene per tutto quel che c' è fino al capriolo (anche a distanze medio lunghe....) per il resto però.....esistono altri calibri.
 
comunque, discussioni e pipponi a parte, al neofita che vuole cacciare a palla consiglierei questo:
1. Compra una buona carabina nuova (evita l'usato) di prezzo medio. Il mo consiglio e' la Savage con gilletto Accutrigger
2. Mettici sopra l'ottica e le montature di piu' alta qualta' ed alto costo che ti puoi permettere. Ottica con obiettivo da 50 o 56 mm.
3. Calibro? Visto l'assioma che chi ha un solo fucile spara meglio, e tenendo in mente che puoi friggere un pesce piccolo in una padella grande, ma che non puoi friggere un pesce grosso in una padella piccola, scegli il calibro piu' grosso e potente che puoi sparare comodamente senza "flinch" e usalo per tutto, dalle cornacchie ai cervi. E vedrai che diventerai un tiratore eccezionale.
 
Un daino di oltre 80 kg fu abbattuto in regime di contenimento danni a 286 mt con il .223. La fonte è un video tuttora giacente in videoteca di Alessandro Magno Giangio reperibile in wildhunters.omb. Fate voi.
 
Quindi i calibri sono stati creati per adattarli alle varie psicologie dei cacciatori o in base ai loro fisici, più o meno corpulenti, e non per ottimizzare un calibro in base alla stazza/vitalità del selvatico da cacciare?
Per tutti e due i motivi. Il capriolo e il cinghiale lo si ammazza sia il 270 che con il 7rm, io preferisco il 7 rm, un mio amico ha preferito il 270. Posso anche sbagliare per come la vedo, però sono dell'opinione che l'arma e il calibro devono essere appropriate all'utilizzatore. Per esempio io in battuta preferisco carabine semiautomatiche camerate con calibri adeguati al selvatico che sto cacciando. Vuol dire che scelgo senza strafare l'utilizzo dell'arma e del calibro. Senza "strafare" vuol dire scegliere un'arma che mi permette di tirare 5 colpi in rapida successione senza eccessivo rilevamento. Se riesco con un calibro 9 potrebbe starmi anche bene, altrimenti preferisco seguire il cinghiale con un cal. 7 come per esempio un 30/06 o un 308, calibri che il mio fisico e la mia psiche riescono a gestire meglio di un calibro 9.3x74.
 
Troviamo sempre molto interessante leggere di tanto in tanto alcune discussioni su questo Forum: riguardo quello attinente il cal. 223 Remington, curiosando qua e là, abbiamo rilevato notizie che crediamo affidabili poiché inserite in validi -seppur vetusti- manuali di balistica (Nosler-2002 e Norma-2004), attingendo informazioni interessanti che elogiano positivamente il cal. 223 Remington, additandolo come un munizionamento versatile ed idoneo se correttamente impiegato contro alcune tipologie di selvatici in determinate condizioni, pur sviluppando una potenza modesta. Per pura curiosità stiamo confrontando le caratteristiche e campo d’utilizzo con un’arma nostra (una basculante mono colpo cal. 6x62R Freres). Data l’alta velocità che sa esprimere, notiamo che anche il cal. 223 Reming. è certamente distruttivo se caricato con una palla morbida contro piccoli selvatici appartenenti alla classe “warmit” (nocivi come Volpi, Sciacalli, grossi rapaci e/o roditori ecc.), ovvero animali con un peso contenuto. Ai fini balistici la sua resa di potenza è moderata perché sia il diametro di sezione che il peso della palla sono limitati: tuttavia se caricato con una palla un po’ più dura (come la Nosler CT Ballistic Tip che è dotata di una buona Combinazione Tecnologica anche se non certo al pari di una “Partition” ) si può impiegare il calibro 223 Rem. anche contro selvatici un po’ più “resistenti”; ovvero di una certa “stazza” purché il suo utilizzo avvenga in un contesto adatto (periodo della stagione venatoria, condizioni meteo ed ambientali, nessun ostacolo intramezzo –anche un consistente filo d’erba può disturbare la palla-, distanza di tiro, tiro meditato, grado d’inclinazione, in mano a tiratore esperto e suo stato psico-fisico, stato di eccitazione del selvatico <tranquillo,fermo od in lento movimento>, ottima conoscenza delle caratteristiche strutturali e morfologiche del selvatico da perseguire <dimensioni, peso, muscolatura, ossatura telaio>, posizionamento dell’animale rispetto il tiratore, ecc.). In questo caso riteniamo sia d’obbligo l’utilizzo di una palla piuttosto “dura” perché data l’alta velocità di uscita (circa 950 mts o più alla volata) ben difficilmente la palla potrà “gavitare” o peggio capovolgersi inficiando il risultato sperato, e la penetrazione sarà più profonda (la palla morbida invece esploderebbe, ovvero si disintegrerebbe a contatto con la pelle creando solo una vasta ferita superficiale con fuga del selvatico che si renderebbe facilmente irrecuperabile e/o potrebbe forse anche morire in seguito fra inutili sofferenze – dipende dalla sua costituzione fisica). Il cal. 223 Reming. è comunque un calibro da non sottovalutare tanto alla leggera, almeno contro quei selvatici per i quali è stato creato inizialmente: se dovessimo utilizzarlo contro qualche Cinghiale di peso-forma molto contenuto (40>50 kg.), noi che non siamo certo dei “cecchini” rimarremmo con tiri entro un breve raggio d’azione (40-60 mt.) impiegando una palla dura come la CT Ballistic Tip. A puro titolo di “cronaca” un mattino di qualche anno fa un nostro amico cacciatore (il Sindaco di un paese qui vicino) si presentò armato con una bella carabina cal. 220 Swift perché inizialmente si parlava di organizzare una battuta alla Volpe ….. solo che durante la battuta uscirono anche numerosi Cinghiali ….. fortunatamente Maria ed io imbracciavamo le nostre solite Brow. Bar cal. 9,3x62 mentre tanti altri erano armati con 30,06, 7x64, 9,3x74R, 338 W.M., 8x68, 8x57 JR, oppure con cal. 12 e cartucce miste (pallettoni + palla asciutta Brenneke). Scherzosamente ci mettemmo a ridere quando il Sindaco Dumitru, nostro simpatico carissimo amico, ex Colonnello dell’Esercito Romeno, mostrandoci l’arma ne decantava le possibili doti anche contro qualche “Cinghio”….. mi ricordo che Maria congratulandosi gli mise in mano l’accendino ed una manciata di petardi Magnum…. scena indimenticabile ! Poi gli disse: “gran bell’arma Dumitru, ma adesso in foresta è meglio che stai vicino a noi …” ed infatti lo mettemmo a cacciare “in posta” a 5-6 mt. da me. Forse avrebbe potuto impiegare il cal. 220 Swift in tiri molto brevi (cacciamo quasi esclusivamente in foresta) se fossero usciti cinghialetti da 30-40 kg., ma qui invece gli “irsuti” hanno stazze ragguardevoli anche da oltre 250 kg., …. mal che vada ben difficilmente c’imbattiamo in “piccoli” sotto 80 kg. perché le femmine se li portano sempre appresso e lontani da noi anche quando sono sui 100 kg. data la massiccia presenza degli Orsi che quest’anno sono stati censiti in circa una quarantina presenti nel nostro fondo venatorio locale che è di circa 15.000 ettari…. mentre nell’altro fondo confinante -nel quale siamo comunque associati- hanno contato più di 60 plantigradi oltre ai soliti numerosi branchi di Lupi …. tutte “menate” che da tempo Barone Rosso conosce fin troppo bene perché anche lui è socio cacciatore nel nostro fondo venatorio). Anche noi utilizziamo una carabina di piccolo calibro (una Sabatti SKL 98 DL cal. 6x62R Freres, quella che brandeggia Michele quando perseguiamo Caprioli, cani randagi, Volpi ecc.) ma non la impiegheremo mai contro i Cinghiali (siamo accesi sostenitori dei grossi calibri anche perché dettato dall’ambiente montano-forestale e per la tipologia dei robusti e/o pericolosi selvatici presenti in zona). Non ci sentiremo affatto tranquilli pensare di puntare questo calibro contro un Cinghiale conoscendo la sua resistenza (a meno che non sia davvero molto piccolo) e quanto può essere vendicativo se ferito: oltretutto questa nostra Sabatti è una Kipplauf, cioè arma basculante a colpo singolo, validissima per tiri lunghi con assenza di vento in ambienti molto aperti sgombri da qualsiasi ostacolo, ottima per le Volpi con la palla distruttiva Nosler Ballist Tip da 90 grani (apicale viola) oppure contro Caprioli e cani randagi con la palla dura Nosler E-Tip da 90grani (apicale grigio-verde). Il maggiore difetto della palla dura e l’alta velocità: i rimbalzi che ne possono scaturire sono sempre imprevedibili ed estremamente pericolosi, evento che talvolta avviene <in base all’angolazione di tiro> anche colpendo un’osso della nostra preda !!!
Alcune informazioni riguardo il cal. 223 Remington le abbiamo attinte consultando anche i nostri vecchi manuali di ricarica pubblicati in lingua Inglese: Nosler 5° edizione Aprile 2002 a pag. 85 + Norma edizione n. 1 dell’anno 2004 a pag. 158.
In ogni caso durante le uscite con il 6x62R Freres portiamo sempre con noi anche il fratellino maggiore 9,3x62… qui c’è davvero poco niente da scherzare… anche con i numerosi grossi cani a protezione dei greggi dei pastori sempre impegnati in lotte furibonde con Lupi e Plantigradi...
Grazie per quello che scrivete, per noi una “scuola” sempre aperta … Giorgio e Maria
 
Barone Rosso a Caprioli in Transilvanjia, sui Carpazi nord-orientali ... cercando il folletto DSCF0068.JPG Draculino....
 

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Abbiamo allegato le foto precedenti perchè pensiamo che i calibri piccoli, veloci e radenti come il 223 Remington ecc. trovino la loro migliore applicazione in contesti ambientali più o meno simili ai nostri: ovvero la possibilità di effettuare tiri sul "pulito" anche abbastanza lunghi ma senza esagerare (100>300 mt.), con buona visibilità e sicuri "parapalle" naturali in prossimità dell'eventuale preda che stiamo perseguendo, accertandoci bene prima che al momento dello sparo non ci possano essere rischi per persone, animali (al pascolo) o cose. Naturalmente parliamo sempre di colpi indirizzati contro selvatici morfologicamente proporzionati alla tipologia dell'impianto balistico che brandeggiamo, considerando sempre che con l'aumentare della distanza diminuisce l'energia finale (Stopping Power, Killing Power, TKO e menate varie pertinenti). Personalmente in caso di vento o di possibili rischi di qualsivoglia natura, preferiamo per così dire "accontentarci l'occhio", scaricare l'arma e permettere al selvatico che se ne vada, meglio se indisturbato, cercando anche di sottrarci alla sua vista per non spaventarlo. Lo troveremo un'altra volta oppure sarà più fortunato un'altro Cacciatore... ogni forma di rispetto è importante ... e ne proviamo soddisfazione ugualmente.
 
Una delle piu' grosse tigri mai abbattute fu uccisa da un tale che cacciava pavoni con una carabinetta cal. .22 LR Rimfire. La tigre stava per saltargli addosso, e lui la becco' nel cervello con un tiro... ultrafortunatissimo, fulminandola. La morale di questa storia la lascio trarre a voi.
 
Troviamo sempre molto interessante leggere di tanto in tanto alcune discussioni su questo Forum: riguardo quello attinente il cal. 223 Remington, curiosando qua e là, abbiamo rilevato notizie che crediamo affidabili poiché inserite in validi -seppur vetusti- manuali di balistica (Nosler-2002 e Norma-2004), attingendo informazioni interessanti che elogiano positivamente il cal. 223 Remington, additandolo come un munizionamento versatile ed idoneo se correttamente impiegato contro alcune tipologie di selvatici in determinate condizioni, pur sviluppando una potenza modesta. Per pura curiosità stiamo confrontando le caratteristiche e campo d’utilizzo con un’arma nostra (una basculante mono colpo cal. 6x62R Freres). Data l’alta velocità che sa esprimere, notiamo che anche il cal. 223 Reming. è certamente distruttivo se caricato con una palla morbida contro piccoli selvatici appartenenti alla classe “warmit” (nocivi come Volpi, Sciacalli, grossi rapaci e/o roditori ecc.), ovvero animali con un peso contenuto. Ai fini balistici la sua resa di potenza è moderata perché sia il diametro di sezione che il peso della palla sono limitati: tuttavia se caricato con una palla un po’ più dura (come la Nosler CT Ballistic Tip che è dotata di una buona Combinazione Tecnologica anche se non certo al pari di una “Partition” ) si può impiegare il calibro 223 Rem. anche contro selvatici un po’ più “resistenti”; ovvero di una certa “stazza” purché il suo utilizzo avvenga in un contesto adatto (periodo della stagione venatoria, condizioni meteo ed ambientali, nessun ostacolo intramezzo –anche un consistente filo d’erba può disturbare la palla-, distanza di tiro, tiro meditato, grado d’inclinazione, in mano a tiratore esperto e suo stato psico-fisico, stato di eccitazione del selvatico <tranquillo,fermo od in lento movimento>, ottima conoscenza delle caratteristiche strutturali e morfologiche del selvatico da perseguire <dimensioni, peso, muscolatura, ossatura telaio>, posizionamento dell’animale rispetto il tiratore, ecc.). In questo caso riteniamo sia d’obbligo l’utilizzo di una palla piuttosto “dura” perché data l’alta velocità di uscita (circa 950 mts o più alla volata) ben difficilmente la palla potrà “gavitare” o peggio capovolgersi inficiando il risultato sperato, e la penetrazione sarà più profonda (la palla morbida invece esploderebbe, ovvero si disintegrerebbe a contatto con la pelle creando solo una vasta ferita superficiale con fuga del selvatico che si renderebbe facilmente irrecuperabile e/o potrebbe forse anche morire in seguito fra inutili sofferenze – dipende dalla sua costituzione fisica). Il cal. 223 Reming. è comunque un calibro da non sottovalutare tanto alla leggera, almeno contro quei selvatici per i quali è stato creato inizialmente: se dovessimo utilizzarlo contro qualche Cinghiale di peso-forma molto contenuto (40>50 kg.), noi che non siamo certo dei “cecchini” rimarremmo con tiri entro un breve raggio d’azione (40-60 mt.) impiegando una palla dura come la CT Ballistic Tip. A puro titolo di “cronaca” un mattino di qualche anno fa un nostro amico cacciatore (il Sindaco di un paese qui vicino) si presentò armato con una bella carabina cal. 220 Swift perché inizialmente si parlava di organizzare una battuta alla Volpe ….. solo che durante la battuta uscirono anche numerosi Cinghiali ….. fortunatamente Maria ed io imbracciavamo le nostre solite Brow. Bar cal. 9,3x62 mentre tanti altri erano armati con 30,06, 7x64, 9,3x74R, 338 W.M., 8x68, 8x57 JR, oppure con cal. 12 e cartucce miste (pallettoni + palla asciutta Brenneke). Scherzosamente ci mettemmo a ridere quando il Sindaco Dumitru, nostro simpatico carissimo amico, ex Colonnello dell’Esercito Romeno, mostrandoci l’arma ne decantava le possibili doti anche contro qualche “Cinghio”….. mi ricordo che Maria congratulandosi gli mise in mano l’accendino ed una manciata di petardi Magnum…. scena indimenticabile ! Poi gli disse: “gran bell’arma Dumitru, ma adesso in foresta è meglio che stai vicino a noi …” ed infatti lo mettemmo a cacciare “in posta” a 5-6 mt. da me. Forse avrebbe potuto impiegare il cal. 220 Swift in tiri molto brevi (cacciamo quasi esclusivamente in foresta) se fossero usciti cinghialetti da 30-40 kg., ma qui invece gli “irsuti” hanno stazze ragguardevoli anche da oltre 250 kg., …. mal che vada ben difficilmente c’imbattiamo in “piccoli” sotto 80 kg. perché le femmine se li portano sempre appresso e lontani da noi anche quando sono sui 100 kg. data la massiccia presenza degli Orsi che quest’anno sono stati censiti in circa una quarantina presenti nel nostro fondo venatorio locale che è di circa 15.000 ettari…. mentre nell’altro fondo confinante -nel quale siamo comunque associati- hanno contato più di 60 plantigradi oltre ai soliti numerosi branchi di Lupi …. tutte “menate” che da tempo Barone Rosso conosce fin troppo bene perché anche lui è socio cacciatore nel nostro fondo venatorio). Anche noi utilizziamo una carabina di piccolo calibro (una Sabatti SKL 98 DL cal. 6x62R Freres, quella che brandeggia Michele quando perseguiamo Caprioli, cani randagi, Volpi ecc.) ma non la impiegheremo mai contro i Cinghiali (siamo accesi sostenitori dei grossi calibri anche perché dettato dall’ambiente montano-forestale e per la tipologia dei robusti e/o pericolosi selvatici presenti in zona). Non ci sentiremo affatto tranquilli pensare di puntare questo calibro contro un Cinghiale conoscendo la sua resistenza (a meno che non sia davvero molto piccolo) e quanto può essere vendicativo se ferito: oltretutto questa nostra Sabatti è una Kipplauf, cioè arma basculante a colpo singolo, validissima per tiri lunghi con assenza di vento in ambienti molto aperti sgombri da qualsiasi ostacolo, ottima per le Volpi con la palla distruttiva Nosler Ballist Tip da 90 grani (apicale viola) oppure contro Caprioli e cani randagi con la palla dura Nosler E-Tip da 90grani (apicale grigio-verde). Il maggiore difetto della palla dura e l’alta velocità: i rimbalzi che ne possono scaturire sono sempre imprevedibili ed estremamente pericolosi, evento che talvolta avviene <in base all’angolazione di tiro> anche colpendo un’osso della nostra preda !!!
Alcune informazioni riguardo il cal. 223 Remington le abbiamo attinte consultando anche i nostri vecchi manuali di ricarica pubblicati in lingua Inglese: Nosler 5° edizione Aprile 2002 a pag. 85 + Norma edizione n. 1 dell’anno 2004 a pag. 158.
In ogni caso durante le uscite con il 6x62R Freres portiamo sempre con noi anche il fratellino maggiore 9,3x62… qui c’è davvero poco niente da scherzare… anche con i numerosi grossi cani a protezione dei greggi dei pastori sempre impegnati in lotte furibonde con Lupi e Plantigradi...
Grazie per quello che scrivete, per noi una “scuola” sempre aperta … Giorgio e Maria

Un paio di domande: Vedo che hai incluso fra i varmints (nocivi) anche i "grossi rapaci." Non sono protetti, da voi? Ed i vostri orsi, che essenzialmente sono simili (anche se piu' piccoli) agli orsi Kodiak, che conosco ed ho incontrato spesso a Kodiak in 29 anni di caccia su quell'isola, sono pericolosi? Le femmine con cuccioli sono altrettanto permalose e bisbetiche delle loro cugine alaskane?
Il .220 Swift, per quanto teoricamente molto piu' "potente" del .223 Rem, e' un fucile da varmints e basta. La piccola palla ha una radenza eccezionale, ma su un cinghiale, anche piccolo, si frantumerebbe sulla cotenna o appena sotto causando una ferita estesa e superficiale come i dum-dum creati da quei porci figli della Perfida Albione. Su esseri umani, incapacitazione immmediata, e morte di infezione o gangrena quasi sicura entro al massimo qualche settimana. Il cinghiale di sicuro se ne andrebbe, ed essendo una bestiaccia dura potrebbe sopravvivere. Ma pensa che bello per un contadino o fungaiolo passare vicino a un pezzo di macchia dove il cinghiale cosi' ferito, in preda a dolori atroci, e forse mangiato vivo da larve di mosca, s'e' nascosto febbricitante meditando vendetta, tremenda vendetta, contro gli esseri umani... E' questa possibilita', il ferimento di un animale potenzialmente molto pericoloso, che mi convince piu' di qualsiasi altra considerazione che l'uso del .223 per il cinghiale dovrebbe essere proibito, anche perche', come ben saprai, a caccia la situazione perfetta, da manuale, per un tiro "chirurgico" non sempre si presenta, e perche' tanti cacciatori esperti e bravi da quasi tutti i punti di vista, poi non sono tiratori eccezionali capaci di fare tiri chirurgici. Io stesso confesso di non essere un tiratore eccezionale, e non ho mai sparato a selvaggina nobile o potenzialmente pericolosa a piu' di 250 metri e con appoggio, ma quasi sempre entro i 100. Meglio se a 50. Ed inoltre io lancio nespole che quando colpiscono mandano gli animali in tilt immediato e 9 volte su dieci cadono all'impatto sulle loro gambe piegateglisi sotto a causa del colpo al rachide, che io cerco sempre di effettuare. Magari cadono ancora vivi, ma paralizzati, e quasi sempre espirano prima che io possa avvicinarli.
Complimenti per la riserva che gestite. Dovrebbe essere un posto meraviglioso. Chissa' se un giorno mi verra' il ghiribizzo di venirvi a trovare (come turista, non cacciatore). Mi piacerebbe prima di diventare troppo vecchio (vecchio gia' lo sono) di andare in Bulgaria. Io sono un Ortodosso del Patriarcato di Bulgaria (lunga storia come lo sia divenuto) e la Bulgaria e' a due relativi passi da dove siete voi, no? Le foreste dell'Europa orientale sono bellissime, da cio' che ho visto su YouTube.
 
condivido in pieno tutto.... solo che le accortezze da te citate vanno fatte con tutti i calibri non capisco la distinzione.
 
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