223 remigton sul cinghiale.....esperienze!!!

Questi stati U.S. vietano l'uso del .223 per la caccia e richiedono cartucce di calibro maggiore per cacciare selvaggina: Colorado, Connecticut, Illinois, Iowa, Massachusetts, Virginia, Ohio, New Jersey, Washington, and West Virginia.

Ci sara' pure una ragione, no?
 
Per essere del tutto onesto devo necessariamente aggiungere che anche se impanciato da un .458 Magnum un capriolo o un cinghiale e' pur sempre impanciato e se ne andra' a morire lontano. Il grosso calibro non e' il raggio della morte. Il piazzamento della palla e' sempre la cosa piu' importante. Il .223, se lo si vuole usare per il cinghiale, deve essere in mano a cacciatori espertissimi. Un neofita farebbe meglio ad usare un calibro che gli permetta un certo margine di errore. Percio' alle nuove leve che ci leggono, direi: comprate un .308 e fate tanta pratica su carta prima di andarci a caccia. Per ora il .223 usatelo per volpi, cornacchie e nutrie.
 
Giovannit. io stesso ho sempre sostenuto che il 223 non è un calibro adatto al cinghiale. Non è necessario andare troppo lontani l ho scritto anche qui su questo 3d.

Ho sempre sostenuto che, un colpo in testa di tale calibro, ferma qualsiasi ungulato ma....non lo vedevo assolutamente adatto al nero suidi.

Devo dire che, DOPO AVER PROVATO, aveva ed ha per certi versi ragione GERMANO 56, in determinati contesti il 223 e m i c i d i a l e !!

A me questo calibro ha sorpreso prima sul capriolo, garantendo abbattimenti impensabili anche a distanze molto lunghe e ora, dopo alcune esperienze lo ritengo sorprendente anche sul cinghiale......e non solo a breve distanza.

Ovviamente se uno mi chiede un calibro per il cinghiale all' aspetto, non consiglio il 223 ma...ti assicuro che per il controllo notturno e anche la selezione in ambienti come quello dove caccio io (colline spoglie con fossi e botri impenetrabili nei fondovalle) per tiri nei 200 mt ha dimostrato una efficienza INCREDIBILE.
 
Giovannit. io stesso ho sempre sostenuto che il 223 non è un calibro adatto al cinghiale. Non è necessario andare troppo lontani l ho scritto anche qui su questo 3d.

Ho sempre sostenuto che, un colpo in testa di tale calibro, ferma qualsiasi ungulato ma....non lo vedevo assolutamente adatto al nero suidi.

Devo dire che, DOPO AVER PROVATO, aveva ed ha per certi versi ragione GERMANO 56, in determinati contesti il 223 e m i c i d i a l e !!

A me questo calibro ha sorpreso prima sul capriolo, garantendo abbattimenti impensabili anche a distanze molto lunghe e ora, dopo alcune esperienze lo ritengo sorprendente anche sul cinghiale......e non solo a breve distanza.

Ovviamente se uno mi chiede un calibro per il cinghiale all' aspetto, non consiglio il 223 ma...ti assicuro che per il controllo notturno e anche la selezione in ambienti come quello dove caccio io (colline spoglie con fossi e botri impenetrabili nei fondovalle) per tiri nei 200 mt ha dimostrato una efficienza INCREDIBILE.
Perche' te ce coji bbene. Pija 'n padellaro come me che cia' abbisogno de 'no schioppo da elifanti pe' ammazza' 'n cerbiatto, e er ducentoventitre' e' mejo che l'addopro sortanto pe' ammazza' le soriche...

Scherzi a parte, il tiro alla testa o al collo e' micidiale, se becchi la scatola cranica e cio' che contiene o l'osso del collo. Anche con la .22 LR. Ma fai un errore da poco, specialmente al buio, e anche con un fucile di calibro molto piu' grosso puoi spaccare una mascella o tagliare la trachea. E il cinghiale lo trovi morto col cane da traccia il giorno dopo e se fa caldo lo butti via. Il tiro che ferma l'animale sul posto e lo paralizza ed uccide immediatamente e' (con i cervi--l'anatomia del cinghiale non laconosco troppo) la punta della spalla, dove la scapola copre il principio della spina dorsale. Dove quel punto si trova in un cinghiale tu lo sai di sicuro. E non credo proprio che il .223 penetrerebbe abbastanza in quel punto a causa della cotenna e soprattutto dello scudo di cartilagine dei verri. E anche se penetrasse abbastanza, avrebbe perduto molta della sua energia per arrivarci. Comunque adesso basta. Ognuno ha la sua opinione, e ognuno ha la liberta' di fare come vuole. Basta che obbedisca alle leggi scritte ma anche, come ha sottinteso Garolini a quelle non scritte dell'etica venatoria.
 
Giovanni ci credi che io pensavo esattamente come te!!

Leggi i miei post vecchi su questo 3d, non ho difficoltà ad ammettere che non è esattamente come dicevo.

Sul capriolo ho riscontrato efficacia maggiore dei calibri medi, anche e sopratutto con tiri non ben piazzati.

Comunque relativamente al 223 sul cinghiale Capriolo Astuto hq piu esperienza di me....se vorrà ci dirà.
 
Dato che il buon springer mi ha nominato intervengo anche io con foto e racconto.
Dopo aver sparato qualche cinghiale con il 223 e l'ottima ricarica da me assemblata con la sierra gameking 65 grani per la mia ruger ranch, decisi di fare un tiro veramente lungo su un verro di mole importante.
Avevo notato un branco di cinghiali uscire in un punto particolare per diverse sere.... circa una 15ina di animali, il tiro in quel posto non è semplice perchè non ci sono postazioni vicine per poter sparare da sdraiato con sacchetto sotto il calcio.... prediligo sempre questo genere di tiro perchè riesco ad essere veramente preciso anche a lunghe distanze, al contrario del tiro con stick.
Una di queste sere decisi di tirare... l'unico punto dove poter sparare da sdraiato in assoluta comodità era a esattamente 295m.... già in passato avevo sparato con quest'arma a distanze simili e superiori e la precisione era eccellente.
Inquadrai un animale di stazza che si era distaccato dagli altri e a cartolina.... detti i click necessari alla torretta del meopta e sparai. Animale preso dietro spalla con entrami i polmoni distrutti e la piccola gameking riusci ad oltrepassarlo.
solo quando lo eviscerai capii la letalità di questo calibro che purtroppo viene constatata solo da chi lo usa.
 

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Giovanni ci credi che io pensavo esattamente come te!!

Leggi i miei post vecchi su questo 3d, non ho difficoltà ad ammettere che non è esattamente come dicevo.

Sul capriolo ho riscontrato efficacia maggiore dei calibri medi, anche e sopratutto con tiri non ben piazzati.

Comunque relativamente al 223 sul cinghiale Capriolo Astuto hq piu esperienza di me....se vorrà ci dirà.
Ovviamente non ho avuto l'occasione di vedere ed esaminare le tue prede, ne' so che munizioni hai usato, ma a lume di naso direi che su una bestia piccola e fragile come il capriolo, una palla piccola ad alta velocita' che probabilmente si espande parecchio all'impatto fa piu' danni della palla piu' pesante, meno veloce, e piu' dura di quella di un calibro medio. Teoria, solo teoria, che non posso ne' so provare con i fatti. Ma ho spesso detto qui che reputo il .223 un buon calibro per il capriolo. Se i "virtuosi" del tiro chirurgico vogliono usarlo anche sul cinghiale, che lo facciano pure. Ma che non lo raccomandino a chi non e' bravo ed esperto come loro. Perche' il .223 e' nato per un solo tipo di preda: il bipede che indossava il cappello di vimini a testa di fungo ed il pigiama nero. E adesso lo si usa per quelli che si fasciano la testa con la tovaglia di cucina. Tutti bipedi dalla pelle sottile, Inoltre, Per la cronaca, fu adottato dai miei compatrioti perche', almeno con una palla FMJ, ferisce (e debilita) piu' di uccidere, perche' un nemico ferito e' meglio di uno morto. I morti vengono lsciati giacere. I feriti occupano altri soldati a trascinarli via, a operarli, curarli, ecc. Il calibro .30 del Garand e dell'M-14, invece, aveva la brutta abitudine di fare piu' morti che feriti. Comunque, come ho detto, i "chirurghi" usano palle soft point, espansive, e quindi queste sono di sicuro piu'letali di una FMJ.
Ancora non ho avuto occasione di provare uno dei miei AR 15's con silenziatore e ottica a raggi infrarosssi sui cinghiomaiali. Quando lo faro' usero' le cartucce Hog Hammer ("martellaporco") monolitiche e a punta cava. Ma siccome di recuperare tutti i cinghiomaiali non mi interessa, e siccome dopo il primo colpo sara' un fuggi-fuggi generale in tutte le direzioni (il silenziatore silenzia soltanto lo sparo, ma non il rumore della palla che rompe il muro del suono), di certo sparero' al bersaglio grosso. Niente "chirurgia"! E sono sicuro che molti dei porcacci colpiti incasseranno e andranno a morire altrove. Non importa. Questa non e' caccia, e' eradicazione, come quando si spruzza insetticida su un nido di calabroni o si sparge il veleno per i ratti.
 
Questi stati U.S. vietano l'uso del .223 per la caccia e richiedono cartucce di calibro maggiore per cacciare selvaggina: Colorado, Connecticut, Illinois, Iowa, Massachusetts, Virginia, Ohio, New Jersey, Washington, and West Virginia.

Ci sara' pure una ragione, no?
Vietare è una brutta parola. Per fortuna caccio in una regione dove è consentito quasi tutto quello che è consentiti dalla legge nazionale. Il calibro più piccolo per andare a caccia con la canna rigata è il 222 il calibro più grande con la canna liscia è il 12. Credo che noi cacciatori siamo tutti responsabili delle nostre azioni, ci potrebbe essere qualche pazzo, ma scemi difficilmente si trovano nel nostro ambiente. Non mi esprimo su quelli che credono che tutti quelli che utilizzano il 223 lo fanno a loro scapito. Credi che se non ci fosse correttezza e convenienza nell'utilizzare il 223 chi lo utilizza da moltissimo tempo continuerebbe ad utilizzarlo?
 
Vietare è una brutta parola. Per fortuna caccio in una regione dove è consentito quasi tutto quello che è consentiti dalla legge nazionale. Il calibro più piccolo per andare a caccia con la canna rigata è il 222 il calibro più grande con la canna liscia è il 12. Credo che noi cacciatori siamo tutti responsabili delle nostre azioni, ci potrebbe essere qualche pazzo, ma scemi difficilmente si trovano nel nostro ambiente. Non mi esprimo su quelli che credono che tutti quelli che utilizzano il 223 lo fanno a loro scapito. Credi che se non ci fosse correttezza e convenienza nell'utilizzare il 223 chi lo utilizza da moltissimo tempo continuerebbe ad utilizzarlo?
Chi lo utilizza da moltissimo tempo SA come utilizzarlo. Per i principianti, invece...
 
Chi lo utilizza da moltissimo tempo SA come utilizzarlo. Per i principianti, invece...
Nella rastrelliera di un principiante, non dovrebbe mai mancare una carabina 0,22 e un 222 o 223, dopo i principianti dovrebbero fare un periodo di affiancamento, si apprende anche vedendo. La prima volta che mi hanno detto di tirare al buio all'orecchio del cinghiale col 223 mi sono rifiutato. Ha tirato il mio amico, siccome sapevo che tirava peggio di me, ho pensato se ci riesce lui ci posso riuscire pure io.

Carabina basculante Baikal e Meopta R1, dopo qualche giorno ho tirato all'orecchio del cinghiale a una distanza di 30/35 m. da quel giorno ho continuato a fare selezione sempre allo stesso modo. La difficolta del tiro a quelle distanze è quasi inesistente, la difficoltà la da il buio, se qualche volta si rinuncia è per la visibilità. Sulla testa del cinghiale il margine di errore a 30/35 è molto ampio,

Dall'orecchio all'occhio, dietro l'orecchio c'è il collo, sono punti buoni sia per il potere d'arresto che per la lesione devastante delle ferita, il potere d'arresto fa crollare il cinghiale sul punto esatto del tiro, la ferita provocata è quella che non lo farà più rialzare. Dopo il tiro il cinghiale crolla e scalcia, si tiene ancora sotto tiro fiche smette di scalciare. Fin quando scalcia non c'è nessun pericolo che si possa rialzare, se invece riuscisse a girarsi sul lato opposto, appena possibile si tira il secondo colpo.

Questo perchè è matematicamente impossibile che un cinghiale preso in testa possa rigirarsi sul lato opposto.
 
Nella rastrelliera di un principiante, non dovrebbe mai mancare una carabina 0,22 e un 222 o 223, dopo i principianti dovrebbero fare un periodo di affiancamento, si apprende anche vedendo. La prima volta che mi hanno detto di tirare al buio all'orecchio del cinghiale col 223 mi sono rifiutato. Ha tirato il mio amico, siccome sapevo che tirava peggio di me, ho pensato se ci riesce lui ci posso riuscire pure io.

Carabina basculante Baikal e Meopta R1, dopo qualche giorno ho tirato all'orecchio del cinghiale a una distanza di 30/35 m. da quel giorno ho continuato a fare selezione sempre allo stesso modo. La difficolta del tiro a quelle distanze è quasi inesistente, la difficoltà la da il buio, se qualche volta si rinuncia è per la visibilità. Sulla testa del cinghiale il margine di errore a 30/35 è molto ampio,

Dall'orecchio all'occhio, dietro l'orecchio c'è il collo, sono punti buoni sia per il potere d'arresto che per la lesione devastante delle ferita, il potere d'arresto fa crollare il cinghiale sul punto esatto del tiro, la ferita provocata è quella che non lo farà più rialzare. Dopo il tiro il cinghiale crolla e scalcia, si tiene ancora sotto tiro fiche smette di scalciare. Fin quando scalcia non c'è nessun pericolo che si possa rialzare, se invece riuscisse a girarsi sul lato opposto, appena possibile si tira il secondo colpo.

Questo perchè è matematicamente impossibile che un cinghiale preso in testa possa rigirarsi sul lato opposto.
<<Nella rastrelliera di un principiante, non dovrebbe mai mancare una carabina 0,22 e un 222 o 223...>>
Assolutamente vero, ma oltre ad averle nella rastrelliera deve fare tanta,e poi tanta di quella pratica con le armi a palla, specialmente l'umile .22 LR, sparando in piedi, seduto, in ginocchio, sdraiato, ed in tutte le posizioni, situazioni e distanze similvenatorie possibili. Ma non mi dire che non hai mai visto quelli che appena comprato il fucile e una scatola di cartucce (anche dopo aver passato con pieni colori quella cazzatella dell'esame venatorio) si ritengono di essere novelli Guglielmo Tell o Tex Willer, e poi per cinque animali che recuperano ne lasciano uno o due impanciati e perduti. Nella mia lunga e travagliata vita, fra le tante cose che ho fatto c'e' stata anche una lunga parentesi di Istruttore di Tiro con tanto di certificato rilasciato (dopo cazzatella di esame teorico/pratico) dalla NRA. Ho insegnato a tantissimi ragazzini ed adolescenti a sparare di .22LR al poligono di Kodiak, dove ero un po' tutto (Range Officer, membro della Board of Directors, persino presidente eletto tre volte). Sapessi quanti ragazzi (specialmente i maschietti col Complesso di Rambo) sogghignavano dicendomi, quando cercavo di insegnare loro le fondamenta del tiro a palla, "Io sono anni che vado a cervi con mio padre, e ne ho gia' "ammazzati" cinque, e queste cose le so gia'. Poi quando mettevo loro in mano una Anschutz cal. .22 da tiro e li facevo sparare diversi colpi in tutte le posizioni canoniche del tiro, dovevi vedere che schifo di bersagli tornavano indietro sul carrello. Naturalmente davano la colpa al fucile, dicevano che col loro .308 facevano sempre centro, ecc. ecc. Quasi tutti poi ammettevano i loro errori e cercavano di imparare le tecnich giuste. Alcuni invece decidevano di non tornare piu' e di coninuare a sparare ad mentulam canis.
Tutta questa storia e' per dirti che non ho alcuna fiducia nelle capacita' venatorie e balistiche del principiante, anche se dovesse accompagnare un cacciatore espertissimo per mesi. La selvaggina non e' un pezzo di carta immobile, la sera all'aspetto non ci sono ne' luci sul bersaglio, ne' comoda panca con sacchetti di sabbia, e magari tira vento, e magari fa freddo umido e se fiati sull'ottica si appanna la lente, e... duemila cose diverse. E soprattutto l'emozione delle prime uscite, del grosso verro che finalmente, dopo aver tentennato per venti minuti, sbuca al pulito... Come ti aspetti da un principiante la precisione chirurgica richiesta dal .223, veramente efficacissimo se colpisce un bersaglio della grandezza di un piattino da caffe', ma non sufficiente per un abbattimento pulito se colpisce al di fuori di esso. Forse nel tuo villaggio c'e una tradizione venatoria tale che i bambini nascono "imparati" col fucile in mano e una volta grandi abbastanza posseggono quella serieta' e freddezza necessarie per i tiri chirurgici. Io ragazzi ed adulti tali non li ho incontrati ad ogni angolo ne' in Italia ne' negli U.S. In compenso ne ho visti tant, giovani, adulti, e persino vecchi che avrei preso a calci in cu10 dopo aver tolto loro il fucile di mano. In Italia sono stato impallinato due volte. Qui a caccia di cervi ogni tanto sento qualcuno che non lontano da dove caccio io spara tre o quattro volte, il che significa che il primo colpo e' stato avventato cinofallicamente ed ha mancato l'animale o l'ha soltanto ferito. E poi mi pare che il cane da traccia, qui, almeno in Alabama, praticamente sconosciuto, sia invece molto comunemente usato in Italia e Mitteleuropa per ritrovare cervi ed altri ungulati malamente colpiti da cacciatori vestiti di loden e con cappelluccio col pennacchio di camoscio che sparano ben altri calibri che non richiedono precisione chirurgica. Di cacciatori scemi ce ne saranno pochi, come dici tu, ma di cacciatori inesperti o brocchi ce ne sono tanti. Percio' goditi il tuo .223 e sii fiero della tua bravura nel mantenere il sangue freddo e nel colpire un bersaglio esiguo in condizioni di luce del tutto negative, ma non puoi non ammettere che tale calibro non e' per tutti, forse neanche per me, che sparo a palla dal 1978, nel Montana, dove ho cominciato con la .22 LR a lepri e scoiattoli di terra (500 cartucce alla settimana da Aprile a Settembre per questi animali), poi con la .30-06 a cervi, e che adesso ho carabine di una decina di calibri diversi. Ed io stesso, che non sono un principiante, non sparerei mai ad un cervo in testa con uno dei miei quattro .223, anche se sparo di giorno e seduto comodamente nel mio capanno col fucile appoggiato solidamente su un tripode.e dove i tiri non superano mai gli 80 metri. Sparo col mio .338 WM e miro alla punta della scapola, dietro la quale c'e' il principio della colonna vertebrale. Neanche scalciano.
 
Percio' goditi il tuo .223 e sii fiero della tua bravura nel mantenere il sangue freddo e nel colpire un bersaglio esiguo in condizioni di luce del tutto negative,
Credimi non sono bravo, e non posso andare fiero della mia bravura, quello che sono capace di fare lo possono fare tutti, se così non fosse terrei tutto per me. Però devo dire che il tiro è molto soggettivo, quello che per me è ritenuto facile per altri potrebbe essere difficile. Sono dell'opinione che per fare un abbattimento corretto e conveniente, per conveniente intendo rovinare la carne il meno possibile, per corretto intendo far soffrire il meno possibile il selvatico, bisogna mirare con la massima precisione.

L'ottica serve per mirare in un punto preciso del selvatico, e non al selvatico. Detto questo a 80 m. trovo più facile tirare dietro la spalla del capriolo, o al collo. Ovvio che al collo bisogna tirare quando il capriolo bruca i germogli con la testa alta, oppure quando si sdraia per ruminare. Alla punta della scapola non avrei dei buoni riferimenti, potrei tirare più basso del profilo per avere più sicurezza di non buttare il colpo sopra le scapole, ovvio che stando più basso potrei rovinare le spalle.
 
Fra qualche giorno andrò in armeria per acquistare le carucce per il 223, come più volte ho detto, ho deciso di sostituire le RWS TM da 55 gr. Devo dire che sulla testa del cinghiale a breve distanza funzionano benissimo, poche volte non sono uscite dall'altra parte, questo su cinghiali abbastanza grandi. In ogni caso i cinghiali dopo colpiti non si sono mai rialzati. La cambierò perchè questa cartuccia non mi ha soddisfatto sul capriolo. Tirato dietro la spalla il capriolo fa una ventina di metri, alcune volte anche una trentina. Per questo motivo lascio a casa il 223 quando il tiro potrebbe presentarsi oltre i 130/140 metri. Capriolo astuto mi suggerì qualche buona cartuccia, purtroppo ho perso gli appunti, tenendo conto che il passo della rigatura è 1/12 quale cartuccia potrebbe soddisfare le mie esigenze? Cioè di far allontanare il capriolo il meno possibile dal punto dello sparo? Grazie
 
Scendi di grammatura ed aumenterà la velocità, di conseguenza l'espansione aumenterà l'effetto idraulico e i danni agli organi interni.1711276119884.png
 
Fermo restando che tutti o quasi affermano che la miglior combinazione con un passo 1/12 sono palle da 55 gr, pensavo che con una palla da 60 gr avrei avuto un risultato migliore su tiri oltre i 130/140 metri.
 
In teoria, il passo 1:12" (un giro completo in 12 pollici) richiede un peso di palla (parlo di palla di piombo incamiciata, perche' le monolitiche sono una storia diversa) di 55 grani. Le monolitiche, essendo piu' lunghe, potrebbero non essere troppo precise. Le palle di peso e/o lunghezza molto superiore si dovrebbero sparare in passo da 1:9" o anche da 1:7".

Dico in teoria, perche' ci sono altre variabili, a cominciare dal fucile individuale che e' sempre un caso a se', e alla velocita' della carica, piu' altri fattori imponderabili. Una cosa e' certa: i primi M16 usati nel Vietnam avevano un passo di 1:14" ed avevano si' effetti devastanti su bersagli umani perche' le palle non erano ben stabilizzate e ruzzolavano e capitombolavano all'interno del corpo. Ma dentro il corpo spesso cambiavano anche direzione, il che non e' cosa buona su un animale grosso e duro nel quale la palla deve penetrare profondamente e nella stessa direzione nella quale e' entrata.

In teoria, anche il passo 1:7" potrebbe ottenere cattiva precisione con le palle da 55 grani nei tiri lunghi (ssimi) perche' "overstabilizza" la palla. Sparando con molto alzo, nella traettoria discendente la palla viaggia con la punta all'insu', come puntava all'uscita dalla volata, presentando la parte inferiore alla resistenza dell'aria. La precisione andrebbe a pallino, e la palla potrebbe anche capitombolare in aria. Ma alle distanze normali di caccia (70-250 metri) il fortissimo alzo che si userebbe per tiri da cecchinaggio (del resto impraticabili col .223) non si usa, percio' il problema teorico non sussiste in pratica)

Perche' insisto col dire "in teoria"? Perche' recentemente ho visto un filmato, condotto seriamente, ma pur sempre empiricamente, nel quale venivano usati diversi M15 con passi di rigatura diversi e con munizioni con palle di pesi diversi e--conseguentemente--lunghezze diverse, e con bersagli lontanissimi, per la cartuccina del .223, 456 yarde e 1000 yarde, e tutta questa presunta mancanza di precisione con palle pesanti e passo lento, o con palle leggere e passo veloce non si vedeva. I gruppi erano perfettamente accettabili, anche se non spettacolari. Pero' un solo esperimento fatto con tre fucili e due pesi di palla non fa legge.

In un altro filmato, un M16 di prima generazione (1:14) con palla pesante (credo da 69 o 70 grani, non ricordo,) venne sparato da 25 yarde a due grossi e spessi pezzi di lombo di maiale assicurati ai due lati di un cocomero di media grandezza da pesante nastro adesivo. L'effetto mostrava chiaramente che la destabilizzazione interna avviene con tale combinazione di passo e peso. La palla penetro' completamente il pezzo di lombo davanti alla volata, il cocomero esplose, ma le palla, invece di continuare direttamente attraverso il secondo pezzo di carne, devio' ad angolo retto nel mezzo del cocomero, passando attraverso il sostegno del bersaglio e sparendo nel terriccio sottostante. Un buon risultato in guerra, ma non con un selvatico.

Anche qui, non si puo' indurre questo esperimento empirico in una legge innegabile. Come ho scritto piu' sopra ogni fucile e' un caso a se' stante, ed ogni fucile ha la "sua" munizione preferita. Quando si cambia qualsiasi cosa nella munizione (palla, tipo e dose di polvere, bossolo, innesco, assetto, ecc.) e' un gioco diverso dal precedente. Quindi bisogna provare innanzitutto la traettoria, che quasi di sicuro cambiera', e poi le rosate. Azzerata bene l'ottica alla distanza minima voluta (io preferisco a 100 yarde, con palla che colpisce esattamente il punto mirato, ma questo e' perche' qui i tiri sono per lo piu' a 80-100 yarde--nel Montana, dove i tiri lunghi erano frequentissimi, regolavo l'ottica della mia .30-'06 in modo che colpisse tre pollici al di sopra del punto mirato a 100 yarde; con le cartucce che caricavo la palla colpiva esattamente il punto mirato a 260 yarde, e--se ben ricordo--3 pollici sotto di esso a 300 yarde. A quei tempi tiravo alla zona cuore/polmoni, e la precisione chirurgica richiesta dal tiro al cervello, tiro che quasi nessuno dovrebbe praticare a lunghe distanze, per il rischio di mancare il cervello, rompere la mandibola e condannare l'animale a morire di fame, non era necessaria).

Un umile consiglio, Germano: se cambi munizione la precisione chirurgica di cui parli potrebbe andare a pallino. Con i tiri ad un bersaglio ridottissimo come la scatola cranica di un cinghiale, meglio rimanere con le palle che hai usato finora. Meglio colpire nel punto giusto con una palla mediocre che nel punto sbagliato con una eccellente...
 
Ciao
Fra qualche giorno andrò in armeria per acquistare le carucce per il 223, come più volte ho detto, ho deciso di sostituire le RWS TM da 55 gr. Devo dire che sulla testa del cinghiale a breve distanza funzionano benissimo, poche volte non sono uscite dall'altra parte, questo su cinghiali abbastanza grandi. In ogni caso i cinghiali dopo colpiti non si sono mai rialzati. La cambierò perchè questa cartuccia non mi ha soddisfatto sul capriolo. Tirato dietro la spalla il capriolo fa una ventina di metri, alcune volte anche una trentina. Per questo motivo lascio a casa il 223 quando il tiro potrebbe presentarsi oltre i 130/140 metri. Capriolo astuto mi suggerì qualche buona cartuccia, purtroppo ho perso gli appunti, tenendo conto che il passo della rigatura è 1/12 quale cartuccia potrebbe soddisfare le mie esigenze? Cioè di far allontanare il capriolo il meno possibile dal punto dello sparo? Grazie
Caro Sly, se non ricarichi, come cartucce commerciali ti consigliai le federal power shock 64 grani. Il tuo passo 1/12 dovrebbe stabilizzarle con precisione sufficiente. Con quelle cartucce avrai il colpo passante sui cinghiali e ovviamente sui caprioli con una buona traccia ematica qualora allungassero.
Aggiungo che questi 9 grani di differenza tra la 55 e la 64, stravolgono completamente il calibro..... sul cinghiale non è necessaria una precisione chiurgica come da molti sostenuto.
 
Ultima modifica:
Trovo questa discussione molto interessante, ma ricordiamoci tutti, le espwrienze sono personali e circostanziate e seppur molte, mai abbastanza per giungere ad una verita' assoluta. Non mi scandalizza l'uso del 223 sul cinghiale, ne piu' e ne meno del 7x57 sull'elefante. Questo indipendentemente se a farlo sono da una parte semplici cacciatori e dall'altra un famoso giornalista. In entrambi i casi si tratra di esperienze e TUTTE degne di essere condivise. Voglio solo dire la mia...non e' mai pienamente esaustivo un abinamento calibro/selvatico perche' concorrono al buon esito del tiro, tantissimi altri fattori che non sto qui ad elencarvi perche' so gia' che non mi verrebbero in mente tutti.
 
Aggiungo che questi 9 grani di differenza tra la 55 e la 64, stravolgono completamente il calibro..... sul cinghiale non è necessaria una precisione chiurgica come da molti sostenuto.
Il tiro al cinghiale non mi preoccupa, a cortissima distanza qualsiasi palla dovrebbe essere precisa, almeno credo. La precisioni mi serve per i tiri a 130/140 m.
Sono d'accordo, infatti dall'orecchio all'occhio è tutta zona buona per l'abbattimento istantaneo.
 
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