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Entro in punta di piedi, perchè non sono un selecontrollore, (lo vorrei diventare) e non voglio urtare la tua sensibilità. Ma mi viene spontaneo domandarti, dopo quello che hai scritto, che soddisfazione provi, se questo tipo di caccia ti provoca malessere o quanto meno un senso di colpa? Non è detto che tutti i tiri che fai, prendendo tutte le precauzioni del caso, quando decidi di tirare il grilletto, l'animale rimane stecchito. Se questo succede cosa accade in te? Malessere? Senso di colpa? Non ci dormi la notte? Pensi sempre all'accaduto? Non vai più a caccia? Non lo so, ma mi domando e ti domando; se questo succede, perchè lo fai?
Se risponde "per la ciccia" gli daro' pienamente ragione. Ci sono soltanto due cose che giustificano la caccia: la prima e' che soltanto la caccia e' il piu' valido sistema di controllare le popolazioni animali (parlo principalmente di ungulati) in modo che non aumentino a dismisura e finiscano poi per ammalarsi o, se distruggono l'habitat, morire di fame. Un corollario di questa ragione e' anche la difesa dei coltivi. L'altra ragione e' la ciccia. Senza queste due ragioni la caccia in tempi moderni non ha altra giustificazione. Credo che lentamente, in tutti i paesi, cessera' la caccia alle piccole specie migratorie. Di certo non si puo' dire che uno spara a tre o quattro tordi per la ciccia. E altrettanto di certo non si puo' dire che di tordi ce ne sono troppi o che siano una minaccia ai coltivi (gli storni, invece...). Anatre ed oche in certe parti del mondo devono essere a volte ridotte di numero, ma per queste l'altra ragione, la ciccia, si puo' facilmente invocare, visto che si tratta di uccelli di grossa mole. Rimarra' di certo la caccia ai gallinacei, specialmente nelle grandi riserve dove vengono protetti ed aiutati a crescere di numero in vari modi, e poi vengono abbattuti per il mercato, in modo che il proprietario del fondo dove sono nati e morti ne possa trarre un profitto. Gli altri selvatici cacciabili, come beccacce e palombe, rimarranno cacciabili se la caccia ne rimane sostenibile, o no, se il loro numero dovesse scemare al di sotto di un livello critico.
Io non giustifico affatto la caccia ai migliori trofei. tornando agli ungulati. Qualsiasi rancher sa benissimo che un toro geneticamente perfetto produce ottimi vitelli. Uccidere un esemplare geneticamente perfetto (che e' quello che di solito ha il miglior trofeo) non ha senso. Che si abbattano soltanto esemplari geneticamente inferiori, giovani o femmine in sovrappiu', o quei maschi che sono diventati troppo vecchi e hanno cessato o quasi la loro funzione procreativa. Se e' cosi' la selezione come si fa in Italia sono d'accordo con le sue regole.
Tornando alla tua domanda, anche a me dispiace uccidere un cervo o una cerva, ma ogni anno ne uccido due o tre. Ma mi dispiace anche uccidere i miei galli in sovrappiu'. Ma senza uccidere qualcosa non si mangia carne, ed io sono carnivoro. E anch'io odio far soffrire un noble animale come un cervo. Percio' uso un "bazooka" (come il mio amico e vicino chiama il mio .338 WM, e i cervi a cui sparo crollano sul posto ed esalano l'ulimo respiro entro pochi secondi. Invece uccidere anatre e altri uccelli mi da' molto meno fastidio, sebbene odio ferirne e perderne uno, ed odio finirne uno ferito. Lo stesso con conigli e lepri. Per i nocivi invece non provo alcuna pieta'. Lo so razionalmente che e' sbagliato, che hanno anche loro come me il diritto di uccidere per mangiare, ma le sofferenze indicibili alle quali condannano le loro prede mentre se le mangiano vive senza aver dato loro un morso mortale, ma cominciando dalle viscere mi danno il voltastomaco a pensarci. E allora provo quasi un perverso piacere se la fucilata a loro indirizzata non li uccide istantaneamente. Ripeto, lo so che e' sbagliato, ma e' cosi'.