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Siamo sempre stati in tre a dividere delusioni e soddisfazioni sulla caccia alle allodole in Romania, e anche quest'anno, ci siamo nuovamente tuffati nell'avventura sperando di rivivere quelle emozioni del passo che solo una volta, in sette anni, abbiamo avuto.
La Romania è una nazione prestante per questo tipo di caccia proprio per la conformazione del territorio e per questi grandi spazi senza la presenza dell'uomo, ed è esclusivamente per questo che la frequento….anche se sono estremamente convinto che i terreni non sono meno contaminati dei nostri essendoci un'agricoltura sempre più intensiva e con scarsi controlli sui pesticidi e veleni noti, e forse per questo motivo il cambio di migrazioni è comprensibile.
Beh...tralasciamo le considerazioni personali e raccontiamo i fatti.
Giovedì 12 ottobre siamo atterrati a Bucarest e subito recuperati da Florin, un uomo di circa 35 anni che parlava bene l'italiano e che ci era stato mandato dall'Agenzia di cui ci serviamo da almeno un quinquennio. Lungo viaggio nel traffico caotico della capitale per recuperare fucili e cartucce alla concessionaria Beretta per poi andare poco fuori città in un complesso turistico che avrebbe dovuto ospitarci per i tre giorni di caccia.
La struttura centrale era molto appariscente con tanto di piscina (funzionante in estate) e le camere erano dislocate nelle strette vicinanze con dei bungalow apparentemente graziosi.
In verità, non appena scaricati i bagagli ed entrati in queste casette ci siamo accorti che non solo erano maleodoranti per i riflussi degli scarichi, ma erano anche poco pulite e non vi sto a raccontare i particolari per decenza.
Alla sera, dopo esserci riposati in camera per tutta la giornata, ci siamo diretti nella struttura centrale per cenare, ma ahimè era in corso una festicciola di giovani con musica assordante e nessuna stanza minimamente insonorizzata per poter ingurgitare un boccone senza doverlo fare a suon di RAP.
Un cameriere comprensivo, vedendoci allibiti di non poter accedere al ristorante, ci consiglia di cambiare ambiente indicandoci un ristorante vicino ad un laghetto a circa 500 metri distante. (da notare che nei d'intorni non esistevano altri posti per mangiare)
Ci dice inoltre che gli dispiace dell'inconveniente ed anche che dove andremo costerà di più la cena poiché è un ristorante di lusso.
Mentre scrivo mi viene da ridere pensando alla preoccupazione del cameriere, ma è stato proprio così.
Seduti a tavola nella capiente veranda (la parte interna aveva anche lì un piccolo complessino locale) chiediamo la loro specialità e ci viene consigliato il filetto al pepe verde. Mentre stiamo mangiando mi accorgo con la coda dell'occhio che sotto il tavolo vicino al nostro un ombra, apparentemente con sembianze di un gatto, saltava giù dalla sedia ed attraversava la sala. Avevo visto male….era una pantegana di una grandezza inaudita che s'infilava su un buco sotto le scale.
Mentre fra di noi,dopo una breve discussione, mettevamo giù immediatamente le posate, ci accorgiamo che anche sopra un altro tavolo adiacente il nostro, un piccolo topolino si accingeva a bere le gocce di olio di un oliera. Faccio a tempo fotografarlo col cellulare...ci alziamo e dopo aver pagato e protestato con tanto di foto ce ne siamo andati.
Il giorno seguente dopo una caccia pressochè inesistente, il nostro interprete Florin dopo aver sentito le nostre lamentele ci suggerisce con istantanea approvazione di cambiare non solo “abitazione” ma anche zona di caccia.
Partiamo dunque per Slatina a circa 180 km da Bucarest.
Ci fanno alloggiare in un albergo molto bello che quasi rasenta la pulizia; Il mangiare è discreto, ma nei paesi dell'est non si può pretendere oltre perché anche di una minestra di verdure con dei pezzi di pollo dentro ( ciorba de pui) che dovrebbe essere un fiore all'occhiello per la Romania ci schiaffano dentro una panna acida o qualcosa del genere ( viene usata questa tecnica per far durare più tempo il prodotto all'esterno) affinché per noi italiani diventi un cibo da valutazioni molto basse.
Il secondo mattino al posto di cacciare lo passiamo a prendere il sole; anche qui dove l'estensione dei terreni sono enormi ( 17 km di diametro il terreno circostante)
Ed è quasi uguale il terzo giorno.
In tre con tre giorni pieni di caccia contiamo circa un centinaio di allodole a testa.
L'ultima notte veniamo portati nei pressi di Bucarest in un pseudo albergo che senza pregiudizi vi dico che ho dormito vestito per non prendere malattie!
Abbiamo terminato questa AVVENTURA in terra rumena con l'arrivo a Bergamo in aereoporto.
Due doganieri si avvicinano mentre stiamo prelevando i bagagli e ci chiedono:
- che siete andati a fare in Romania?
- siamo andati a cacciare
- bene, Seguiteci
E con fare di quelli che hanno già la vittoria in tasca,ci fanno entrare in una stanza dove troviamo almeno altri otto cacciatori tutti di “nazionalità” bresciana che attendono il loro turno per entrare a farsi perquisire.
Devo dire però che non sono stati scortesi,hanno fatto il loro dovere. Ci hanno fatto il controllo se la selvaggina portata dentro le valigie era cacciabile o no.
E qui siamo alla fine del racconto;lascio a voi le deduzioni, io mi astengo perché gran parte delle colpe sono degli organizzatori (che sono pure italiani) che non mi vedranno sicuramente più sui loro clienti.
La Romania è una nazione prestante per questo tipo di caccia proprio per la conformazione del territorio e per questi grandi spazi senza la presenza dell'uomo, ed è esclusivamente per questo che la frequento….anche se sono estremamente convinto che i terreni non sono meno contaminati dei nostri essendoci un'agricoltura sempre più intensiva e con scarsi controlli sui pesticidi e veleni noti, e forse per questo motivo il cambio di migrazioni è comprensibile.
Beh...tralasciamo le considerazioni personali e raccontiamo i fatti.
Giovedì 12 ottobre siamo atterrati a Bucarest e subito recuperati da Florin, un uomo di circa 35 anni che parlava bene l'italiano e che ci era stato mandato dall'Agenzia di cui ci serviamo da almeno un quinquennio. Lungo viaggio nel traffico caotico della capitale per recuperare fucili e cartucce alla concessionaria Beretta per poi andare poco fuori città in un complesso turistico che avrebbe dovuto ospitarci per i tre giorni di caccia.
La struttura centrale era molto appariscente con tanto di piscina (funzionante in estate) e le camere erano dislocate nelle strette vicinanze con dei bungalow apparentemente graziosi.
In verità, non appena scaricati i bagagli ed entrati in queste casette ci siamo accorti che non solo erano maleodoranti per i riflussi degli scarichi, ma erano anche poco pulite e non vi sto a raccontare i particolari per decenza.
Alla sera, dopo esserci riposati in camera per tutta la giornata, ci siamo diretti nella struttura centrale per cenare, ma ahimè era in corso una festicciola di giovani con musica assordante e nessuna stanza minimamente insonorizzata per poter ingurgitare un boccone senza doverlo fare a suon di RAP.
Un cameriere comprensivo, vedendoci allibiti di non poter accedere al ristorante, ci consiglia di cambiare ambiente indicandoci un ristorante vicino ad un laghetto a circa 500 metri distante. (da notare che nei d'intorni non esistevano altri posti per mangiare)
Ci dice inoltre che gli dispiace dell'inconveniente ed anche che dove andremo costerà di più la cena poiché è un ristorante di lusso.
Mentre scrivo mi viene da ridere pensando alla preoccupazione del cameriere, ma è stato proprio così.
Seduti a tavola nella capiente veranda (la parte interna aveva anche lì un piccolo complessino locale) chiediamo la loro specialità e ci viene consigliato il filetto al pepe verde. Mentre stiamo mangiando mi accorgo con la coda dell'occhio che sotto il tavolo vicino al nostro un ombra, apparentemente con sembianze di un gatto, saltava giù dalla sedia ed attraversava la sala. Avevo visto male….era una pantegana di una grandezza inaudita che s'infilava su un buco sotto le scale.
Mentre fra di noi,dopo una breve discussione, mettevamo giù immediatamente le posate, ci accorgiamo che anche sopra un altro tavolo adiacente il nostro, un piccolo topolino si accingeva a bere le gocce di olio di un oliera. Faccio a tempo fotografarlo col cellulare...ci alziamo e dopo aver pagato e protestato con tanto di foto ce ne siamo andati.
Il giorno seguente dopo una caccia pressochè inesistente, il nostro interprete Florin dopo aver sentito le nostre lamentele ci suggerisce con istantanea approvazione di cambiare non solo “abitazione” ma anche zona di caccia.
Partiamo dunque per Slatina a circa 180 km da Bucarest.
Ci fanno alloggiare in un albergo molto bello che quasi rasenta la pulizia; Il mangiare è discreto, ma nei paesi dell'est non si può pretendere oltre perché anche di una minestra di verdure con dei pezzi di pollo dentro ( ciorba de pui) che dovrebbe essere un fiore all'occhiello per la Romania ci schiaffano dentro una panna acida o qualcosa del genere ( viene usata questa tecnica per far durare più tempo il prodotto all'esterno) affinché per noi italiani diventi un cibo da valutazioni molto basse.
Il secondo mattino al posto di cacciare lo passiamo a prendere il sole; anche qui dove l'estensione dei terreni sono enormi ( 17 km di diametro il terreno circostante)
Ed è quasi uguale il terzo giorno.
In tre con tre giorni pieni di caccia contiamo circa un centinaio di allodole a testa.
L'ultima notte veniamo portati nei pressi di Bucarest in un pseudo albergo che senza pregiudizi vi dico che ho dormito vestito per non prendere malattie!
Abbiamo terminato questa AVVENTURA in terra rumena con l'arrivo a Bergamo in aereoporto.
Due doganieri si avvicinano mentre stiamo prelevando i bagagli e ci chiedono:
- che siete andati a fare in Romania?
- siamo andati a cacciare
- bene, Seguiteci
E con fare di quelli che hanno già la vittoria in tasca,ci fanno entrare in una stanza dove troviamo almeno altri otto cacciatori tutti di “nazionalità” bresciana che attendono il loro turno per entrare a farsi perquisire.
Devo dire però che non sono stati scortesi,hanno fatto il loro dovere. Ci hanno fatto il controllo se la selvaggina portata dentro le valigie era cacciabile o no.
E qui siamo alla fine del racconto;lascio a voi le deduzioni, io mi astengo perché gran parte delle colpe sono degli organizzatori (che sono pure italiani) che non mi vedranno sicuramente più sui loro clienti.