CACCIA.DE PETRIS (SEL): SEMPRE PIÙ PREOCCUPANTE TURISMO VENATORIO
MERCIFICAZIONE E SVENDITA DELLA BIODIVERSITA' (DIRE) Roma, 7 mag. - "L'impatto del turismo venatorio italiano assume sempre piu' aspetti e proporzioni preoccupanti, perche' si pone spesso in totale contrasto con tutte le misure adottate a tutela del patrimonio di biodiversita', recando anche discredito all'immagine del nostro Paese. Per questo abbiamo chiesto ai ministri competenti di indagare modalita', caratteristiche ed effetti del turismo venatorio, sia per quanto attiene all'organizzazione dei tour, sia per quanto riguarda l'introduzione di fauna dall'estero, anche attraverso l'intensificazione dei controlli, che hanno gia' portato a risultati importanti". Lo dichiara la senatrice di Sel, Loredana de Petris, presidente del gruppo Misto, che ha presentato in merito un'interrogazione, firmata da tutti i senatori di Sinistra Ecologia Liberta', ai ministri degli Affari Esteri, dell'Ambiente, delle Politiche agricole e dell'Interno. "I turisti del fucile scelgono paesi con leggi meno restrittive che non prevedono limiti di caccia o con ridotta capacita' di tutela della fauna. Nel tempo- ricorda la senatrice- sono state interessate le fasce del nord Africa-Tunisia, con tour di grande impatto sulle popolazioni di uccelli migratori, sino ad assumere aspetti di autentico massacro; anche molti paesi africani sono meta di safari per l'uccisione di grandi felini e di elefanti, i cui abbattimenti sono agevolati per gli introiti economici che recano in situazioni locali anche difficili. Terreno di caccia degli italiani e' stata a lungo anche l'Albania, nel mirino animali rari come orsi, lupi, aquile, oltre alle specie piu' diffuse. Per non parlare della Romania, dove sono in corso modifiche legislative volte ad ampliare enormemente l'attivita' venatoria, soprattutto a spese di specie come l'allodola. La strage della fauna in atto, anche attraverso il turismo venatorio, sta diventando insomma un vero e proprio business, con la mercificazione e la svendita del patrimonio di biodiversita' comune che l'Europa invece ha voluto difendere soprattutto con le due direttive che costituiscono i pilastri della sua politica ambientale (quella sulla conservazione degli uccelli selvatici e quella Habitat, relativa alle specie animali e vegetali,n.43/1992). Tutti i paesi membri dell'Unione- conclude Loredana De Petris- sono tenuti alla protezione e conservazione degli uccelli selvatici,soprattutto durante le fasi di migrazione prenuziale, nidificazione, riproduzione e dipendenza dei piccoli dai genitori".
CACCIA. ENPA: SOSTENIAMO ROMANIA, BENE INTERROGAZIONE DE PETRIS
(DIRE) Roma, 7 mag. - "Condividiamo e sosteniamo la mobilitazione delle associazioni animaliste e ambientaliste della Romania e dell'opinione pubblica che si oppongono alla deregulation venatoria in discussione attualmente nel Parlamento. Siamo ben consapevoli che essa spalancherebbe al turismo venatorio italiano la prospettiva di massacri della fauna piu' feroci di quelli condotti li' finora". Lo dice Annamaria Procacci, consigliere nazionale dell'Enpa commentando la presentazione di una interrogazione parlamentare, depositata oggi dalla Senatrice di Sel Loredana De Petris, "affinche' si indaghino tutti gli aspetti del turismo venatorio e si intensifichino i controlli che hanno gia' dato importanti risultati". La Romania "ha gia' pagato un altissimo tributo ai fucili italiani- spiega Procacci- nei carnieri soprattutto i piccoli uccelli, le allodole ma anche animali rari come le linci. Quello che non possono piu' fare in Italia, a causa di normative divenute piu' restrittive anche grazie al lavoro delle associazioni, le 'doppiette' nostrane lo fanno altrove, spesso con abbattimenti massicci citati dalle cronache dei giornali, che finiscono cosi' per gettare discredito sul nostro Paese". Inoltre, "la minaccia che pesa sulla biodiversita' rumena riguarda tutta l'Europa: gli uccelli selvatici sono patrimonio comune e tutti gli Stati membri debbono rispettare le regole per la loro tutela, come stabilisce in primo luogo la direttiva europea 147/2009, uno degli elementi portanti delle politiche ambientali dell'Unione", aggiunge la rappresentante Enpa. Per questo "chiediamo alla Commissione europea un intervento su quanto sta accadendo. Vorremmo che la Romania chiudesse le porte in faccia ai cacciatori provenienti dal nostro paese, come ha ben fatto lo scorso anno l'Albania approvando una moratoria generale della durata di due anni, a causa della grave diminuzione del patrimonio faunistico, di cui e' stato responsabile anche il nostro paese con il turismo venatorio", conclude Procacci
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Vorrebbero istigare alla nostra persecuzione i governi europei,neanche liberi di emigrare saremmo per loro,questi sono pericolosi per la libertà individuale...