Grande Lando!!!!
Posti fantastici....è un peccato che la "compagnia" scozzese sia sia sciolta sennò prima o poi una capatina in queste isole l'avrei fatta pure io...
Ho comunque piacevoli ricordi di Marcello e signora...il primo per la perfetta organizzazione che ci ha riservato la seconda x i fantastici piatti che ci preparava in un castello alle porte di St.Andrews....
 
L'organizzatore..italiano...con cui sono stato l'ultima volta a caccia in Scozia a colombacci aveva e ha tutt'ora l'esclusiva per la caccia in queste isole della Scozia.
Io dovevo andare l'anno seguente ma il caso "mucca pazza" ce lo ha di fatto impedito...
L'ho "ritrovato" girovagando sul web e ho notato che il programma non è cambiato: gruppi di max 6-7 cacciatori che si dividono la mattinata tra oche e anatre....e il pomeriggio tra vagante a beccaccini e capanno a pivieri.
Qualcuno è andato?

Finalmente un po' di tempo per raccontarvelo.
Per il terzo anno coinvolgo papà in una gita fuori porta e questa volta optiamo per le Orcadi.
Partiamo il 15 novembre da Malpensa e la sera siamo a Kirkwall, via Edimburgo. Aspettiamo una coppia di cacciatori livornesi in arrivo da Aberdeen e partiamo per i nostri alloggi a Quoyloo.
Sono le sette ed è già buio, quindi non ci rendiamo conto di dove siamo capitati.
Facciamo conoscenza con l'organizzatore, ceniamo, due chiacchiere e a riposare; per la mattina seguente ci aspettava la nostra prima esperienza con le oche al campo.
La prima cosa che mi colpì la mattina è stata il vento: ma è sempre così? No, oggi è particolarmente forte. Ah.
Il tempo alle Orcadi è, come dicono gli inglesi, "unpredictable", non fosse altro per il fatto che i movimenti nuvolosi sono talmente rapidi che le condizioni meteo cambiano nel giro di pochissimi minuti.
Ciò che ci ha penalizzato quella prima mattina non è stata tanto la forza del vento -che comunque faceva volare gli stampi a conchiglia- quanto il fatto che ad un certo punto è girato alla nostra sinistra e la nostra postazione non era più ottimale.
Nel mentre, finalmente alla luce del giorno possimo godere dei paesaggi tipici dell'isola, con pascoli ancora molto verdi, stoppie di cereali oramai raccolti, fattorie e.....e basta.
Si prova a ricollocare gli stampi al nuovo vento, ma le oche curavano male e spesso lontane, obbligandoci a rinunciare al tiro o a tirare al limite. Nonostante tutto, qualcuna cadrà, concedendoci un carniere non certo memorabile, ma difficile e meritato.
Dopo un brunch non certo leggero e un po' di riposo, affrontiamo un rientro serale su un allagato microscopico che però, in ora davvero tarda e quindi con scarsissima visibilità, viene frequentato dalle anatre: a furia di tirare a fantasmi, raccolgo 4 fischioni.
La giornata successiva è stata davvero divertente: cacciamo su stoppia d'orzo coi layout blinds, stavolta va tutto perfetto, il vento è giusto, sempre molto forte ma preciso alle spalle, le oche girano e vengono bene. Partiamo lenti perché probabilmente sono più veloce di mio padre ad alzarmi dal "lettino" e lui spara sempre in ritardo, poi gli prendo i tempi e andiamo decisamente meglio.
Mi rendo conto di quanto un possente volatore come l'oca selvatica sia in grado di farsi portare dal vento lontano dalle insidie; tutto bene a prenderla al primo tiro, poi diventa davvero complicato, tanto che nella mattina faccio solo 2 doppi. Aggiungo al carniere anche 2 pivieri staccati dalle stelle, tanto che al secondo mio padre chiosa: eh ma che culo!
Alle 10 è tutto finito e ci ritiriamo contenti.
Alla sera ci rechiamo a fare un altro aspetto in un lago dove dovrebbe entrare anche qualche oca, tanto che vengo scoraggiato -ma quanto mai!!!- a tirare alle anatre in attesa delle cogine più grandi. Chiudo con un personale di 3 oche, 2 fischioni e 1 chiurlo (che risulterò poco poco meno del carniere totale), ma che mi lascia il rammarico di diverse occasioni sulle anatre non tentate.
Il terzo giorno cambia tutto, cessa il vento e piove a dirotto. La giornata va davvero buca, non c'è movimento, e raccogliamo solamente un'oca.
Al pomeriggio cessa anche di piovere, quindi senza acqua e senza vento rinunciamo all'aspetto.
L'ultimo giorno temiamo il ripetersi della giornata precedente, le condizioni meteo sarebbero state verosimilmente analoghe e non ci facciamo pregare per convincerci a rinunciare ad un'ultima improbabile mattina ad oche (che infatti per gli amici livornesi risulterà nuovamente vuota) per provare una cacciata ad anatre.
Veniamo portati in un laghetto litoraneo a 10 metri da mare, dalle dimensioni davvero insignificanti, ma che ci accorgiamo dalle prime luci dell'alba, essere ben frequentato.
La mattina risulterà davvero divertente, nonostante la bonaccia assoluta che terrà la maggiorparte delle anatre in mare e nonostante la stanchezza accumulata peserà sul sottoscritto in temini di padelle su uccelli non eccessivamente difficili, chiudiamo con un discreto carniere di fischioni insieme ad un'alzavola, una moretta e un'onnipresente oca che evidentemente si ammazzano anche dall'uscio di casa.

Concludiamo così la nostra esperienza, portandoci a casa immagini di paesaggi, di uccelli di ogni specie, di cieli sempre diversi e di specchi d'acqua infiniti: un'esperienza che sono felice di aver condiviso con papà e che, chissà, magari un giorno potremo anche ripetere.
 
Fortunatamente questa stagione viene deliziata dai resoconti in terra straniera. Ti invidio Lando .... quell'invidia sana per chi può oggi permettersi ancora di visirìtare territori integri lontani dal nostro, in compagnia della passione e soprattutto delle persone che si amano. Complimenti !!
 
Due o tre anni fa un mio amico si è divertito con oche e pivieri...senza strafare...vale solo il viaggio ed il contesto.
È rimasto perplesso solo delle scaccine pomeridiane alle beccacce.
 
Mentre 3/4 del forum se sta a tritare le palle con i misteri della migrazione il Sor Lando che fà?te cala l'asso de briscola ...le oche alle Orcadi e fà salta il banco... Mitico[ilre.gif]!
Complimenti per la capacità narrativa tale da coinvolgere non dico un'animalista ma un vegano[17]quello si perché filetti di petto e il patè di oca sono irresistibili per qualunque umano[11].
il posto dalle foto è da favola e fa sognare "all togheter".
Ciao[Friends_emoticon.g:
 

ozannagh

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L'organizzatore..italiano...con cui sono stato l'ultima volta a caccia in Scozia a colombacci aveva e ha tutt'ora l'esclusiva per la caccia in queste isole della Scozia.
Io dovevo andare l'anno seguente ma il caso "mucca pazza" ce lo ha di fatto impedito...
L'ho "ritrovato" girovagando sul web e ho notato che il programma non è cambiato: gruppi di max 6-7 cacciatori che si dividono la mattinata tra oche e anatre....e il pomeriggio tra vagante a beccaccini e capanno a pivieri.
Qualcuno è andato?
 
Domanda:
La selvaggina, o parte di essa, te la sei potuta portare in Italia? A me sarebbe piaciuto andare in Argentina a tortore, palombe e anatre/oche, ma abbattere un gran numero di capi senza potermeli portare a casa (grazie alle leggi U.S. che proibiscono l'importazione di selvaggina abbattuta all'estero--trofei esclusi, e anche di questi non tutti) non mi attrae affatto.

Comunque complimenti, Lando.

P.S.

Purtroppo non sono piu' riuscito a prendere un'anatra arlecchino in piumaggio adulto, della cui pelle mi avevi fatto richiesta, e qui in Alabama non ce ne sono. Fatti un viaggetto a Kodiak e se vai a qualche hunting lodge d'inverno qualche bella arlecchino, piu' qualche oldsquaw, edredone, ecc. li rimedi di sicuro
 
Piombo sul campo, acciaio su acqua.

Abbiamo sparato Clever Steel 34 gr. del 4 e mi son trovato bene. Con un 302 strozzatura fissa 3 stelle.

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Ho visto dei filmati sulla caccia ai pivieri e devo dire che mi piacerebbe parecchio farla, e' un animale che non ho mai cacciato ma soltanto osservato a cacce chiuse...ricordo ancora i racconti di nonno sulle mitiche tese a pivieri, migole e gambette nei prati della valdichiana....
In Scozia e' molto più tradizionale cacciare la beccaccia in drive con gli spaniel ( cioè allo scaccio con poste ) che non coi cani da ferma in maniera tradizionale ( tradizionale per noi, non per loro evidentemente )...
da quello che ho visto e sentito raccontare da amici non cacciatori che hanno visitato la Scozia per turismo i paesaggi sono mozzafiato, la natura domina su tutto e anche le città valgono bene una visita...
 
Io sono stato a caccia a colombacci in Scozia, ho dedicato 3 giorni alla visita di Edimburgo e Dundee.
Ne sono rimasto affascinato dagli spendidi paesaggi.
Ora sto pensando ad un viaggio per anatre ed oche e mi alletta l'idea di ritornare in Scozia.
 
Grazie Giovanni, saran passati 10 anni e ti ricordi ancora!!! Chissà che un giorno non mi capiti davvero di andarci.

La oche sono state “sfilettate” tutte da due omini giunti allo scopo l’ultimo giorno e ne abbiamo portata a casa una gran quantità. Il resto viene conservato in una cella a -21 per essere consumato.
La carne portata in Italia, dopo averne mangiata un poco i primi giorni, è stata in parte congelata e in parte preparata in prosciuttini.
 

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Ho visto dei filmati sulla caccia ai pivieri e devo dire che mi piacerebbe parecchio farla, e' un animale che non ho mai cacciato ma soltanto osservato a cacce chiuse...ricordo ancora i racconti di nonno sulle mitiche tese a pivieri, migole e gambette nei prati della valdichiana....
In Scozia e' molto più tradizionale cacciare la beccaccia in drive con gli spaniel ( cioè allo scaccio con poste ) che non coi cani da ferma in maniera tradizionale ( tradizionale per noi, non per loro evidentemente )...
da quello che ho visto e sentito raccontare da amici non cacciatori che hanno visitato la Scozia per turismo i paesaggi sono mozzafiato, la natura domina su tutto e anche le città valgono bene una visita...

La Scozia è fantastica...io son stato 2 volte,entrambe le volte a colombacci. La prima volta ho fatto anche un minitour di 2-3 gg prima di dedicarmi ai 4 gg di caccia ai colombi.
Edimburgo è una bellissima città...così come è molto carina Dundee.
Immagino che le Isole Orcadi..a cui mi riferivo...dal punto di vista paesaggistico e venatorio..x chi piace un certo tipo di caccia..sia quasi un paradiso.
L'organizzatore di cui parlavo aveva e credo abbia tutt'ora l'esclusiva per la caccia in queste isole che divide circa a metà col WWF..nel senso che il 50% sono parco e nel resto ha l'autorizzazione per la caccia.
10 anni fa mi diceva che nel periodo Settembre-Gennaio organizzava max 6-7 cacciate di 4 gg ciascuna.
Ora non so....x questo chiedevo se qualcuno ne sapeva di più...
 
E' già trascorso più di un mese e non vi ho ancora raccontato nulla, ma a distanza di tre anni... ebbene si... ci siamo tornati.
Il richiamo delle Orcadi si stava facendo troppo forte e, complice la gita "difficile" dell'anno scorso, quest'anno optiamo per un cinque stelle.
Stessa organizzazione, spesa inferiore causa cambio e voli più economici, insomma non siamo ancora partiti e c'è già da sorridere.
Io e il papà arriviamo verso mezzogiorno del 7 ottobre, la giornata è grigia, piovigginosa, ci recuperano in aeroporto Marcello e Rosanna (che la volta scorsa non avevamo conosciuto) e ci concedono un paio d'ore libere a Kirkwall che dedichiamo al pranzo e ad una passeggiata nei dintorni della cattedrale di Saint Magnus. Il tempo però non invoglia a rimanere e ci dirigiamo al cottage.
Il pomeriggio trascorre pigro e molle in attesa della cena, qualche chiacchiera e si va a letto abbastanza presto.
L'aspetto gastronomico è stato un upgrade della vacanza, Rosanna cucina divinamente e ci ha fatto provare piatti della tradizione anglosassone veramente deliziosi, ma vi assicuro che anche la semplice costata di Angus dà grandissime soddisfazioni.
Anche le premesse per la caccia non erano male, nonostante sembrava che il passo non fosse ancora nel pieno: innanzi tutto quest'anno Marcello ha deciso di posticipare l'apertura, quindi prima di noi aveva cacciato solo un gruppo di 4 persone. Inoltre, la coppia che doveva partecipare con noi, proprio prima della partenza ha avuto un problema ed hanno rinunciato: grosso dispiacere per il signore che ha avuto una colica in aeroporto, ma egoisticamente ciò è stato un ulteriore vantaggio, soprattutto alla luce della distribuzione delle oche, che credo ci avrebbe creato difficoltà a "spartircele".
Fin qui tutto bene quindi, ma ho affrontato la prima mattina con la serenità di chi non si fa illusioni, almeno finché il gatto non sarà nel sacco. Se devo fare un bilancio, a casa ed all'estero, sono più le delusioni che le conferme di una situazione che sembrava favorevole; per questo motivo, oramai, non ho mai nessuna aspettativa: speranza si, ma "vediamo come va", i conti si fanno alla fine.
E così, parlandovi del più e del meno, siamo arrivati alla prima mattina.
Siamo in una stoppia d'orzo, un braccio di mare alla nostra sinistra, la paglia già raccolta non consente l'utilizzo dei layout blinds, ma tre balle avvicinate sono già un ottimo capanno. Vento alle spalle, si posano gli stampi, un paio di dozzine, e si aspetta che faccia giorno.

Le prime oche si muovono a giorno fatto, arrivano da dietro, tutte, e per la prima ora curano poco, preferendo altri campi intorno a noi. La pioggia è intermittente, ma mai troppo violenta. Sfruttiamo bene le prime curate di oche singole o max 2-3, mentre i tentativi su uccelli in transito danno esiti insoddisfacenti tanto che decidiamo di evitare tiri azzardati e di sparare solo al gioco, anche se significava farle arrivare dalle spalle, farle girare e scendere a tiro.
Nell'ora successiva, le oche si dimostrano ben più interessate ai nostri stampi e ci consentiranno diverse azioni veramente emozionanti, grazie anche all'estate trascorsa allenandomi in macchina a soffiare nel Graylag Hammer, un richiamo che si è rivelato veramente efficace, pur non sapendolo suonare alla perfezione. Vi assicuro che far tornare uccelli furbi come le oche con una "trombetta" è di una soddifazione unica.
Poco prima delle 11 interrompiamo la caccia, siamo contenti, abbiamo superato le 20 oche raccolte con dentro 4 zamperosa che per me sono una novità, quindi la mia soddisfazione è doppia.
L'oca zamperosa qui è solo di passaggio, non sverna, preferendo la Scozia, perciò le si incontrano solo durante il passaggio.
Si pranza, ci si riposa e prima di sera andiamo a vedere il campo in cui avremmo cacciato la mattina successiva: mamma mia! ce ne saranno state un migliaio, forse di più, un vero spettacolo, oltre che una dolce acquolina per il giorno successivo.
Alla mattina c'è un vento che ci consente di appoggiarci ad un muretto a secco, nel più classico degli appostamenti scozzesi alle oche con rete mimetica davanti, ma anche oggi le oche arrivano da dietro e dovrò modificare più volte la disposizione degli stampi per farle entrare in modo ottimale. La prima a cadere è una zamperosa, ma sarà anche l'unica della giornata, mentre le selvatiche, diffidenti, ma numerose, ci consentiranno tantissime emozioni, molte delle quali concluse positivamente. Oramai siamo entrati nell'ordine di idee corretto, si lasciano girare, 3, 4 5 volte, se vengono si tira, altrimenti son salve. Azzardare tiri lunghi spreca occasioni forse migliori e rischia di ferire inutilmente, non lo facciamo mai, non saranno quelle 4-5 oche (forse) in più che cambiano la vacanza, senza contare il piacere davvero sublime di farle avvicinare agli stampi, il più possibile, guardando attraverso alla rete questi uccelli che sembrano (sono) enormi e che con due colpi d'ala, una volta che ti scorgono, se ne vanno a velocità incredibile e solo se sei svelto e preciso riesci a fare doppi e tripli di immensa soddisfazione.
Anche oggi le 20 oche son ben superate, col contorno di un germano di passaggio e una lepre che mi è schizzata mentre inseguivo un'oca ferita; alle 10.30 ci fermiamo.
Dopo pranzato e un meritato riposo, Marcello decide di portarci a provare un rientro su un piccolo "flight pond" pasturato. Purtroppo anatre non se ne vedono e l'unico germano preso non sarà nemmeno recuperato.
Ora si pone il problema di cosa fare il giorno successivo.
Avevo dato disponibilità a rinunciare ad una giornata alle oche per farne una ad anatre, ma l'uomo del laghetto sul mare ci dà brutte notizie, le anatre sono poche, pochissime e non vale la pena provarci.
Gli altri campi sono vuoti, o torniamo dove siam stati il primo giorno o nello stesso campo del secondo. Contravvenendo a tutte le regole, decidiamo di tornare dove abbiamo appena cacciato, confidando sull'elevato numero di uccelli che ci pasturano.
La mattina il vento è girato, la giornata è e resterà fino a sera incredibilmente ed insolitamente limpida. Ci appostiamo nel centro del campo nelle balle di paglia e stavolta le oche arrivano da davanti, ma le fucilate del giorno prima non si scordano facilmente: se ieri eran difficili, oggi sono impossibili. Con le unghie e coi denti, ma i 20 capi stavolta son solo avvicinati.
L'episodio più significatico però ha un antefatto la sera prima. Dopo cena si chiacchierava con Marcello, oramai il piano di battaglia era deciso. "Scusa Marcello, ma le oche canadesi sono arrivate qui? Oramai ce ne sono tantissime, Inghilterra, Scandinavia, Olanda,.." - "Veramente no, non ne ho mai vista una". "Ok"
Indovinate un po' cosa ha preso il Lando il terzo giorno?
C'era un branchetto di 6-7 che ci gira intorno una volta, due volte, alla terza è basso, son buone, dai pà... mi alzo e come una visione mistica, in mezzo alle selvatiche, la vedo, grande, grigia e nera, e dove te ne vai? Una botta, un'altra per sicurezza senza guardare altro, e la mia canadese è in terra. Impazzisco.
Smettiamo al solito orario verso le 10.30, recuperiamo due-tre uccelli caduti oltre un muretto e siamo felici.
La giornata è meravigliosa e nel pomeriggio ci facciamo una camminata per l'isola, attraverso paesini e campi pieni di pivieri, chiurli e pavoncelle. Arriviamo a Scara Brae, ma gli ingressi stanno chiudendo e ci rimbalzano. Amen, toccherà tornare.
Alla sera si tenta un rientro sul lago dove avrei voluto cacciare una mattina, ma le anatre son davvero assenti e anche stavolta i due fischioni presi non saranno recuperati. Che nervi!
Questa uscita però ci fa assistere al rientro delle oche dal campo dove abbiamo cacciato il primo giorno, sono aumentate, sono tante, davvero tante. Deciso, l'ultima mattina torniamo li.
L'ultima cacciata è stata memorabile, solito nascondiglio di balle di paglia, le oche che entrano da "ore 10", e tagliano basse il campo verso di noi, uno spettacolo, curate paurose anche di branchi numerosi, tutto bellissimo.
Purtroppo il papà, a metà mattina si è "spento", probabilmente esausto, ha cominciato a sbagliarle e tra stanchezza e nervosismo ne ha mandate via incolumi più del dovuto. Per me invece è stata una mattina di grazia, ho tirato benissimo ed il carniere è stato, per i miei standard, veramente veramente buono. A conferma dell'opinione che ci siamo fatti la sera precedente, ci siamo trovati a cacciare uccelli freschissimi di passo, tranquilli, con in carniere, oltre alle selvatiche, ben 19 zamperosa, sicuramente appena arrivate dall'Islanda.
Colmi di soddisfazione e di emozioni vissute, ma stanchi fradici, chiudiamo la nostra seconda avventura alle Orcadi, suggellata da una visita alla Orkney Brewery per l'aperitivo ed una cena in ristorante in compagnia di Marcello e Rosanna, ospiti squisiti e mai abbastanza ringraziati.
 

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