nelle nostre zone di caccia fortunatamente i richiami elettronici non vengono usati,tutti con zip o chioccolo,mi ricordo che qualche anno fa' venivano dei cacciatori da' fuori e usavano il richiamo elettronico, sono durati poco,e non più venuti
buonaserata
Non so se i tordi di oggi (manco dal 1975) sono diventati come le allodole, che non credono piu' neanche alla Madonna, ma ai miei tempi il richiamo a bocca funzionava alla grande se si imparava a fare "la primavera" in maniera abbastanza decente. Pensa che ancora ho il fischietto, e ogni tanto lo rispolvero e faccio una fischiatina a beneficio dei miei gatti, che si svegliano (dormono 22 ore su 24) e vengono a investigare...
Ancora mi ricordo di una volta, a Poli, quando fischiai ad un tordo altissimo. Chiuse le ali e venne giu' come un sasso, per appollaiarsi sull'olivo sotto il quale ero nascosto. Non riuscii a sparargli perche' non lo vedevo fra le frasche, e poi parti' dietro di me dopo essersi accorto dell'errore commesso. Ma ero soddisfatto come se lo avessi incarnierato... Be', quasi. Di tordi ne ho fregati tanti dal mio capannolo fra Frascati e Grottaferrata, che raggiungevo a piedi da casa attraversando un bosco. Avevo imparato a fischiare abbastanza bene, e mi si buttavano su un albero secco a 25 netri dal capanno. Altri li colpivo al volo. Poi il bosco fu distrutto da lottizzazione e da campi sportivi. I figli del vicino cercarono di opporsi al disboscamento andando di sera a tagliare i tubi del sistema idraulico dei trattori e bulldozers. Li beccarono e si inguaiarono alquanto. Io cercai un sistema legale di fermare lo scempio, e contattai un agente della forestale, che riusci' a bloccare i lavori per un paio di settimane, col risultato che lui fu licenziato, e i lavori ripresero. C'erano forti interessi politici in gioco, gente al potere che avrebbe fatto soldi "neri" dalla costruzione. Il bosco fu mutilato severamente e naturalmente chiuso alla caccia.
Gianni 1 (u Marines, con l'accento sulla e) se lo ricordera'. Io cacciavo sotto il recinto di Villa Cavalletti, sotto un enorme noce secolare in cima ad una collina. Tordi, merli, storni, frosoni e una rara cesena ogni tanto... Il mio piccolo paradiso terrestre. Erano gli anni del divieto "ecologico-economico" di guidare la Domenica, poi mitigato un po' dal pemettere all targhe pari di circolare una Domenica, e quelle dispari la seguente. E manco a farlo apposta, ambedue le auto che avevamo in famiglia avevano la targa pari! Quindi era il cavallo di San Francesco che mi portava a caccia, ma non me ne lamentavo troppo. Era un posto magnifico, e frequentato soltanto da me e da un vecchietto mezzo cecato che non riusciva a vedere gli uccelli, e se per caso li vedeva li padellava anche a fermo