Anche la Romania stringe la cinta

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sembra molto strana la cosa, che in un paese che non è all'interno dell'UE possa chiudere la caccia alle specie sopra indicate in basa a quali studi di settore.Non vorrei che il prossimo anno la palla rimbalzasse da queste parte raccogliendo l'occasione al volo da parte dei nostri cultori dell'ispra o ancora a livello di Strasburgo
 
Questa è solo la volontà di un giudice, ma per fortuna in Romania decide solo il parlamento rumeno e le vere notizie le avremo solo in marzo del prossimo anno.
 
Figurati....è sempre interessante conoscere le realtà venatorie extra italiane e tu...in questo senso...dai un ottimo servizio al forum.
Come moderatore sono tenuto ad intervenire quando le discussioni rischiano di prendere una brutta piega....
 
Primo passo per la chiusura anche in Italia.
Nel frattempo, come i capponi di Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi che si beccavano violentemente tra di loro mentre venivano portati al macello, leggo commenti sui social (fortunatamente non qui) semplicemente deliranti.

Su queste pagine avevamo dimostrato con la forza dei NUMERI, che le presunte stragi si fanno in Italia e non in TUTTA la Romania dove ogni anno vengono prelevate MENO allodole che in una SOLA regione italiana tipo Puglia o Lombardia.

I capponi, i sordi, gli ignoranti e gli invidiosi di mezza Italia, mentre vengono portati al macello, godono e gongolano vittoria.
A costoro non mi resta che dedicare loro il mio più profondo sorriso di ironia e sfida.
Siete il nulla.

Voi NON c'eravate !
Noi SI !
Ci restano i GRANDI ricordi, a voi nulla.
Nulla, il nulla come il vostro cervello vuoto.

Il Grifone
 

Alberto 69

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Con Delibera nr. 105/2019 del 24 ottobre 2019, la Corte di Appello Brasov, ha accolto l'azione legale promossa dalla 'AACA' (ASSOCIAZIONE ALIANTA CONTRO ABUSI ) avverso ’MINISTERUL APELOR SI PADURILOR’ ( Ministero Agricoltura e Foreste) disponendo la chiusura della caccia su tutto il territorio rumeno delle seguenti specie di uccelli :
- ALLODOLA (alauda arvensis);
- MORETTA GRIGIA (aythya marila);
- QUATTROCCHI (bucephala clangula);
- TORDO SASSELLO (turdus iliacus).
Resta aperta fino alla data del 28 febbraio 2020 la caccia alla cesena, alla tordela e al tordo bottaccio.
La AACA ha giustificato la richiesta della chiusura della caccia delle specie sopra elencate, dopo aver sentito il parere degli specialisti della SOR (Società Ornitologica Rumena”. Pertanto l'abbattimento, il trasporto e il commercio, di queste quattro specie sono da oggi severamente vietati e i trasgressori saranno puniti penalmente.
Alla data odierna, non risulta che sia stato presentato alcun ricorso.
Ovidio Bufnila, portavoce della SOR, ha espresso soddisfazione per la sentenza dichiarando che: “La Romania non può consentire la vendita ai cacciatori stranieri ciò che non le appartiene.”
 
Da quel che mi ricordo l'Italia è sempre stata una terra meravigliosa sotto tantissimi aspetti: geograficamente era davvero splendida, ricca di arte, di storia e di cultura. In anni addietro (mi ricordo bene il periodo dal 1960 al 2000) si respirava un'aria davvero buona: se poi penso a tante stagioni di caccia (ho conseguito la 1° licenza di caccia nel 1965, avevo 16 anni e mio padre firmò assumendosi ogni responsabilità sia in Municipio che presso il Comando Carabinieri) era davvero un gusto uscire a caccia in quei tempi (il primo fucile fu una vecchia doppietta " Cocherill" cal. 16 a cani esterni): non c'erano limiti particolari, unico obbligo categorico che m'inculcò bene in testa mio padre fu "la prudenza nel maneggio dell'arma ed il rispetto di tutto e di tutti". Bei tempi.... poi gradualmente sono iniziati i cambiamenti per arrivare ad oggi che purtroppo, sopratutto venatoriamente parlando, non è più la stessa. Senza entrare nei meandri della politica e del disastro economico che ne susseguì iniziando sopratutto dal 2007-2008 (almeno da noi nel Nord Italia) che galoppando hanno portato la situazione a quella che è attualmente. Su quest'ultimo fronte non è che qui sia tanto migliore, ma la Romania è rimasta fortunatamente ancora una terra "rurale" che ci affascina tuttora per le sue tradizioni, anche se all'occhio di chi viene la vede con "un bel salto indietro nel passato", sopratutto appena fuori dalle grandi città, in particolare per quanto concerne il sistema di fare agricoltura. Pertanto l'attività venatoria ne è una diretta conseguenza: tutto è naturale e direi che qui in Transilvanja pressoché tutti i prodotti agricoli sono biologici (solo sulle foglie delle patate applichiamo del Decis contro la Dorifera quando strettamente necessario), non esistono ripopolamenti di selvatici alcun genere (solo in qualche parte hanno introdotto una specie di Bisonte per il quale si possono ottenere permessi di qualche abbattimento (non qui in Maramures, almeno per ora). Il fatto poi che si concima ogni coltura esclusivamente con il letame di casa (prodotto da maiali, mucche, bufale, cavalli, pecore, polli, conigli ecc.) che ognuno di noi alleva per consumare carne buona in famiglia, favorisce l'esistenza di tanti selvatici ed invita "a pranzo" i migratori, ma credo che sia un fattore comune anche in altre Nazioni dell'Est Europeo, proprio com'era da noi in Italia tanti anni fa. Se a questo aggiungiamo che i cacciatori Romeni sono pochi rispetto all'Italia e quasi tutti dediti esclusivamente alla caccia agli ungulati (alcuni cacciano i palmipedi), si fa presto capire perchè qui i migratori sono "bonazzi e creduloni" non avendo paura più di tanto dell'essere umano in quanto non sono oggetto d'interesse di prelievo venatorio come invece al contrario lo è per noi Italiani "oselari" (termine dialettale veneto, vuol dire "uccellatori"). Questo per dire che qui noi cacciamo tranquillamente i migratori, ma non facciamo certamente "stragi": al di là che in tal modo non ci potremo certo considerare Cacciatori (ma biasimevoli sparatori e sterminatori") non ne avrebbe alcun senso: ci "gustiamo" il momento venatorio abbattendo quanto riteniamo utile per fare qualche cena fra noi nel periodo invernale e basta, non andiamo certo a riempire inutilmente i congelatori quando si può trovare la selvaggina "fresca" praticamente quasi sempre nei periodi di caccia concessi. Spesso, salvo certe mattine di passo fermo, non ci volevano mica tante ore per fare un "rozzo di osei" ovvero un cestino di uccelli. E per noi la caccia all'Allodola aveva un fascino impareggiabile: bellissime da vedere il loro arrivo da lontano su giostre e stampi, talvolta non sparavamo affatto data l'enorme confidenza che ci regalavano (arrivano in gruppetti anche a 2-3 metri dal capanno o ci sorvolavamo un metro o due sulla testa.... si potevano prendere al volo con un guadino da pesca... (una volta l'abbiamo fatto e poi liberate le 5-6 prese), dovevamo spaventarle per sparare. In certe occasioni abbiamo preferito non sparare per gustarci il fascino di questi volteggi ravvicinati, lasciandole ripartire tranquillamente per le loro mete. Per noi "romantici" la caccia è anche poesia in un contesto di un'atmosfera quasi surreale e magica,........ che ci vuoi fare........... siamo fatti così.
 
Non vorrei dare l'idea di essere uno jettatore o un profeta di sventura, ma sono sicuro che un giorno futuro piu' o meno lontano tutta la caccia agli uccelletti canori migratori e stanziali ed alle tortore sara' vietata in Europa e nei paesi dell'Est. Il continente africano probabilmente rimarra' la meta di chi vuole sparare a lodole, tordi e tortore. In Italia le uniche specia migratorie cacciabili rimarranno i beccaccini, le beccacce, anatre e folaghe. Un po' come da noi negli U.S. dove pero' anche le oche sono cacciabili, e le tortore sono numerosissime ed i carnieri e le stagioni limitati.
 
Giorgio, hai descritto le stesse mie esperienze in Italia. Io la icenza la presi un anno prima di te, nel 64. A quei tempi di posti dove cacciare ce ne erano tanti, ma a poco a poco sono spariti tutti, vittime dell'edilizia e della parcomania. Io ho avuto l'occasione di cacciare anatre e trampolieri allle porte di Roma e a Fogliano, in provincia di Latina. Diciamo cosi' che un terzo delle ragioni per cui ho lasciato l'Italia nel 75 furono le restrizioni sulla caccia e sulle armi che gia' cominciavano a diventare opprimenti, e la perdita di parecchi dei miei posti di caccia preferiti. Ma c'erano anche altre ragioni: sentimentali, economiche e politiche.
Oggi ho la mia piccola Romania, anche se tante specie che mi piacerebbe cacciare, in primis i tordi, qui sono protette. Sapessi quanta nostalgia ho delle allodolate a Ciampino o a Nettuno con Papa', degli spolli ai tordi nella Sabina, delle Cesene in una tenuta agricola sulla Nomentana, delle pavoncelle e beccaccini alla Marcigliana, alle porte di Roma, e del mio piccolo capanno su un colle fra Frascati e Grottaferrata. Oggi il colle e' stato disboscato, e al posto degli alberi c'e' un campo sportivo. E poi e' Parco Regionale dei Castelli Romani. Ma almeno caccio in pace sui terreni che mi appartengono e su quelli che affitto. E se voglio fare il tiro a segno o sparare alle cornacchie dietro casa o ai coyotes dalla finestra, non mi rompe le palle nessuno... Ah, ma i tordi... i tordi... Tiemp' bell' 'e 'na vota, ma pecche' nun turnate....
 
"Non vorrei dare l'idea di essere uno jettatore o un profeta di sventura, ma sono sicuro che..."

Una tale SCIAGURA non la auguro a nessuno, nè mi verrebbe in mente di pensare, tanto meno scrivere di " essere sicuro che"
Un bel silenzio non fu mai scritto.
A volte, credimi, è meglio tacere.
In compenso in molti ti abbiamo allungato la vita.
 
Sei un nostalgico anche tu, eh Giovanni, come noi del resto ! Erano si dei gran bei tempi, e pensare che ci vorrebbe chissà quale artificio poco per farli ritornare in auge: basterebbe un poco di buona volontà e un pò più di rispetto per le persone.... Comunque pensavo che dove vivi tu ci fosse più "libertà d'azione" ai fini venatori, in particolare per quanto riguarda i vari migratori. Almeno, da quanto mi ricordo, qui l'America è sempre stata per così dire "vista" aperta e disponibile a tutto rispetto all'Europa.
 
Comunque credo che non si possa scegliere di fuggire dal proprio paese solo ed esclusivamente per un discorso " venatorio " . I numeri parlano chiaro Al 1 gennaio 2019, la comunità Romena in Italia conta più di 1 milione e 200 mila residenti mentre gli Italini residenti in Romania sono molto meno di 10 mila. Insomma, la terra promessa siamo noi ..... nonostante le palate di **** che giornalmente ognuno lancia contro la propria patria stuprata da governanti che meriterebbero le galere. Ecco il problema del bel paese .... il mal governo contro l'interesse dei cittadini, ma da qui a vedere come terra promessa la Romania, ce ne corre, visto che siamo noi la terra promessa per loro ..... basta leggere i numeri e basta leggere Baronerosso che sono anni che vuol strappare il biglietto di solo andata ... e non vado oltre :) .
L'Italia non è solo Bari, o Roma, basta girarla, conoscerla e scoprire quanti contesti rurali ancora resistono nella vastità del territorio, quanto si mangia bene, quanta arte e cultura abbiamo esportato in tutto il mondo, quante tradizioni ancora resistono al tentativo di estirpazione perpetrato dall'homus urbanus, quanto ci invidia il mondo intero e quanti turisti accogliamo con cortesia. Troppo spesso critichiamo cercando i molti lati pessimi del nostro paese, ma non lo facciamo obbiettivamente analizzando la moltitudine di quelli positivi. Certo, il lavoro, l'economia, l'agricoltura stà cadendo a pezzi vittima di politiche scellerate e sinceramente se non si mangia bene si vive male vorremmo scappare. Per questo il futuro dei miei figli lo vedo molto grigio, per questo ho intrapreso da anni per loro un percorso con prospettive fuori dall'Italia con studi linguistici, ma come mai gli istituti scolastici non contemplano nei loro programmi la lingua Rumena ? Come mai il percorso inverso lo fanno invece i rumeni stessi ?
Ora , noi cacciatori, la cui nostra passione per l'ars è ed è stata percorso fondamentale della nostra crescita, del passato del presente e speriamo anche del futuro, possiamo vedere in un paese ( che tra l'altro si sta allineando alle politiche conservatrici della comunità europea anche in materia venatica ) come la Romania, la nostra America ?
 
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