Da quel che mi ricordo l'Italia è sempre stata una terra meravigliosa sotto tantissimi aspetti: geograficamente era davvero splendida, ricca di arte, di storia e di cultura. In anni addietro (mi ricordo bene il periodo dal 1960 al 2000) si respirava un'aria davvero buona: se poi penso a tante stagioni di caccia (ho conseguito la 1° licenza di caccia nel 1965, avevo 16 anni e mio padre firmò assumendosi ogni responsabilità sia in Municipio che presso il Comando Carabinieri) era davvero un gusto uscire a caccia in quei tempi (il primo fucile fu una vecchia doppietta " Cocherill" cal. 16 a cani esterni): non c'erano limiti particolari, unico obbligo categorico che m'inculcò bene in testa mio padre fu "la prudenza nel maneggio dell'arma ed il rispetto di tutto e di tutti". Bei tempi.... poi gradualmente sono iniziati i cambiamenti per arrivare ad oggi che purtroppo, sopratutto venatoriamente parlando, non è più la stessa. Senza entrare nei meandri della politica e del disastro economico che ne susseguì iniziando sopratutto dal 2007-2008 (almeno da noi nel Nord Italia) che galoppando hanno portato la situazione a quella che è attualmente. Su quest'ultimo fronte non è che qui sia tanto migliore, ma la Romania è rimasta fortunatamente ancora una terra "rurale" che ci affascina tuttora per le sue tradizioni, anche se all'occhio di chi viene la vede con "un bel salto indietro nel passato", sopratutto appena fuori dalle grandi città, in particolare per quanto concerne il sistema di fare agricoltura. Pertanto l'attività venatoria ne è una diretta conseguenza: tutto è naturale e direi che qui in Transilvanja pressoché tutti i prodotti agricoli sono biologici (solo sulle foglie delle patate applichiamo del Decis contro la Dorifera quando strettamente necessario), non esistono ripopolamenti di selvatici alcun genere (solo in qualche parte hanno introdotto una specie di Bisonte per il quale si possono ottenere permessi di qualche abbattimento (non qui in Maramures, almeno per ora). Il fatto poi che si concima ogni coltura esclusivamente con il letame di casa (prodotto da maiali, mucche, bufale, cavalli, pecore, polli, conigli ecc.) che ognuno di noi alleva per consumare carne buona in famiglia, favorisce l'esistenza di tanti selvatici ed invita "a pranzo" i migratori, ma credo che sia un fattore comune anche in altre Nazioni dell'Est Europeo, proprio com'era da noi in Italia tanti anni fa. Se a questo aggiungiamo che i cacciatori Romeni sono pochi rispetto all'Italia e quasi tutti dediti esclusivamente alla caccia agli ungulati (alcuni cacciano i palmipedi), si fa presto capire perchè qui i migratori sono "bonazzi e creduloni" non avendo paura più di tanto dell'essere umano in quanto non sono oggetto d'interesse di prelievo venatorio come invece al contrario lo è per noi Italiani "oselari" (termine dialettale veneto, vuol dire "uccellatori"). Questo per dire che qui noi cacciamo tranquillamente i migratori, ma non facciamo certamente "stragi": al di là che in tal modo non ci potremo certo considerare Cacciatori (ma biasimevoli sparatori e sterminatori") non ne avrebbe alcun senso: ci "gustiamo" il momento venatorio abbattendo quanto riteniamo utile per fare qualche cena fra noi nel periodo invernale e basta, non andiamo certo a riempire inutilmente i congelatori quando si può trovare la selvaggina "fresca" praticamente quasi sempre nei periodi di caccia concessi. Spesso, salvo certe mattine di passo fermo, non ci volevano mica tante ore per fare un "rozzo di osei" ovvero un cestino di uccelli. E per noi la caccia all'Allodola aveva un fascino impareggiabile: bellissime da vedere il loro arrivo da lontano su giostre e stampi, talvolta non sparavamo affatto data l'enorme confidenza che ci regalavano (arrivano in gruppetti anche a 2-3 metri dal capanno o ci sorvolavamo un metro o due sulla testa.... si potevano prendere al volo con un guadino da pesca... (una volta l'abbiamo fatto e poi liberate le 5-6 prese), dovevamo spaventarle per sparare. In certe occasioni abbiamo preferito non sparare per gustarci il fascino di questi volteggi ravvicinati, lasciandole ripartire tranquillamente per le loro mete. Per noi "romantici" la caccia è anche poesia in un contesto di un'atmosfera quasi surreale e magica,........ che ci vuoi fare........... siamo fatti così.