Re: L'erba del vicino...

ternano73 ha scritto:
Chiedere un pare re sulla cacia all'estero a Cretti è il massimo della competenza obiettiva che si possa avere oggi...................................Io sono un frustrato cacciatoretto italiano limitato dal mio esiguo carniere e me ne vanto.
Vogliamo negare che per qualcuno la caccia sia anche un lavoro?

Mi spiace leggere la tua ironia sulla "frustrazione" su cui certamente NON SON D'ACCORDO, ma anzi ti fa onore.
Non si può negare che per taluni sia anche lavoro fatto - solo da pochi e l'ho detto in "tempi non sospetti" - anche molto bene.
Ma continuare a contrastare a "spada tratta ed a prescindere..." e' anche **** oltre che diabolico senza voler ammettere che l'habitat, visto nel suo totale complesso, sia il "colpevole" di tutto ciò.
Insomma SIGNORI,
basta con sta storia dei flussi, delle carneficine, dei prelievi e quant'altro: la verità è che la selvaggina va dove la NATURA meglio l'accoglie !!!
Mimmo Tursi
 
Re: L'erba del vicino...

cari Amici cacciatori, come ben dimostrano questi commenti, moltissima e la non conoscenza anzi si puo'dire anche ignoranza. Le migrazioni per lo svernamento delle beccacce, tordi ecc.. si svolge quasi sempre di notte, ora chi di noi e' atterrato di notte in uno degli aereporti Italiani del nord Italia
sara' rimasto meravigliato dai MILIONI di luci che illumina il nostro territori (padania). Questa e'la visione dei migratori (uccelli)che scavalcano le Alpi. Un mare di luci e fonti di calore, e'normalissimo che piegano verso sud/est sul mare adriatico e verso la costa orientale scansando questo territorio completamente atropizzato. Nel corso degli anni la migazione ha abbandonato il nostro territorio. Il ripasso invece fa iniziare la migrazione dai territori del sud, non industrializzati a tappeto come il nord, e per questo il ripasso e'piu'ricco di selvaggina, ma ormai solo da osservare, la caccia e'chiusa!! Per questo i cacciatori Italiani che hanno la possibilita'migrano all'estero. Incrociando linee di migrazione che non sono certamente quelle ITALICHE. Ma quanti saranno?? 30.000/40.000= sono il 5 -8% di tutti i cacciatori Italiani che sono 700.000 circa voi pensate che questa esigua minoranza di (per voi) sparatori determini, la diminuzione di alcune specie??? Sicuramente no. a suo tempo mi sono permesso di fare un calcolo sulle allodole incarnierate all'estero con quelle incarnierate in Italia dai 700.000. sparatori (meno i cacciatori a palla) fanno cifre impressionanti che i 3000/4000 cacciatori (per esempio) che vanno in Romania, incarnierano meno del 10%. I danni vengono fatti dalle migliaia di metriquadrati di cemento che hanno invaso la nostra bella ITALIA. Aspetto graditi commenti. Anche quelli che non la pensano come me. Buona serata a tutti. ALEX 1
 
Re: L'erba del vicino...

ciromenotti ha scritto:
Ora io chiedo al mio cacciatore protezionista, nel senso di protezione del “suo” carniere”: e se un brutto giorno arrivasse la richiesta, da parte dei cacciatori che praticano la caccia alla regina del bosco in questi “altri” Paesi, di chiudere, o se preferite ridimensionare la caccia alla beccaccia in Francia e in Italia?
Che fai amico mio, non rispondi?

Ti rispondo io .Son popolazioni diverse,con rotte di migrazione che interessano il bacino del mediterraneo,del tutto ininfluenti le uccisioni Italiche, sulle popolazioni nordiche,che hanno ben altre rotte di migrazione e siti di svernamento.Come da te, oltretutto affermato.....Magari in Italia se ne accoppano troppe,che e ben diverso...Allora.
Ancora con queste cavolate delle migrazioni diverse !!!!
 
Re: L'erba del vicino...

Purtroppo si continua a mistificare la caccia all' estero,si continua a non capire che si deve fare un rapporto selvaggina prelevata x numero di cacciatori e non guardare in modo superficiale il numero degli abbatimenti,piu volte ho fatto esempi, ma torna molto + comodo fare lo scaricabarili,e non affrontare il problema reale.
 
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I cacciatori di tutto il mondo vantano esperienza, confondendola spesso con la sapienza, arrivando ad omologarla alla scienza.
La prima è un retaggio della antica figura del cacciatore, oggi quasi scomparsa per le mutate condizioni sociali ed ambientali, che ha lasciato il posto a quello che io chiamo “praticante inurbato”, cioè il cacciatore residente nei grandi centri urbani, che vive la caccia come intermezzo alla quotidianità e si limita a raccogliere ciò che la “provvidenza” gli concede, se migratorista, oppure, se stanzialista, il frutto di ripopolamenti più o meno assennati, stabilendo così un rapporto con l’ambiente che si limita allo sterile prelievo.
E se, come sempre più spesso accade, non trova nulla, se la prende con la politica venatoria quasi fosse un concetto astratto che non gli appartiene, convinto che la caccia sia un diritto per il semplice motivo che ha pagato una concessione governativa o una tessera associativa dimenticando, al contrario, che la sua licenza è frutto di una concessione al prelievo che, la società così detta civile, gli offre in cambio di una gestione della fauna omeoterma.
Sentirsi fermamente titolare di un diritto, lo porta spesso ad arrogarsi la proprietà della selvaggina, al punto di chiedere persino la chiusura della caccia all’estero perché, secondo “lui”, erode i “suoi” carnieri italiani, come se il principio che riconosce le specie selvatiche, un bene dell’umanità, valesse zero.
Questo “esperto” cacciatore, che confonde il passo con la migrazione, è abituato a misurare la consistenza della selvaggina basandosi sui carnieri che realizza, in rapporto a quelli evocati dalla memoria dei “vecchi” che, a loro volta, si ammantano di glorie venatorie, magnificando il passato.
Così, non sapendo quali pesci prendere, o forse sarebbe meglio dire uccelli, il nostro cacciatore scarica su presunte colpe di altri le sue frustrazioni, ed in particolare su quelli che, secondo lui, fanno strage di migratori oltre confine arrivando a chiedere, con follia nazionalista, la chiusura della caccia all’estero o la limitazione dei viaggi venatori.
Buffo poi, che in casa, sia sempre lui a perorare la “mobilità” interna, cioè libera caccia in libero territorio. In pratica, dopo aver terminato di prelevare la selvaggina migratoria al Nord, andarla a prendere al Sud, per il semplice motivo di essere italiani.
Però, in Europa, pretende calendari uguali per tutti, alla faccia del passo.
E per lo stesso motivo, spinto da uno spudorato nazionalismo, pretende che gli altri, quelli che vivono fuori dal territorio italiano, limitino il prelievo, come se fosse possibile determinare le scelte di nazioni sovrane.
Ora, a questo cacciatore, vorrei chiedere vestendo i panni del provocatore: hai mai provato a rovesciare la questione?
Mi spiego. Gli studi più recenti sulla beccaccia, ad esempio, hanno stabilito che quest’ultima è fedele alle aree di svernamento. Gli inanellamenti sono lì a dimostrarlo, così come le esperienze di chi frequenta questa caccia, abituato a trovare beccacce negli stessi posti a distanza di anni. Gli stessi studi affermano che, le popolazioni della Crimea, della Scozia e dell’Irlanda, sempre per fare un esempio, non transitano sul nostro Bel Paese. A questo dobbiamo aggiungere che, le stime riferite alla Francia e all’Italia, parlano di quote di abbattimento per la specie beccaccia attestate tra i due e i tre milioni di individui a stagione, mentre tutte le altre nazioni interessate dal passo e dallo svernamento della stessa popolazione di scolopax rusticola che frequentano queste due nazioni cugine, insieme, non superano la quota di cinquecentomila individui.
Ora io chiedo al mio cacciatore protezionista, nel senso di protezione del “suo” carniere”: e se un brutto giorno arrivasse la richiesta, da parte dei cacciatori che praticano la caccia alla regina del bosco in questi “altri” Paesi, di chiudere, o se preferite ridimensionare la caccia alla beccaccia in Francia e in Italia?
Che fai amico mio, non rispondi?

Giacomo Cretti


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Re: L'erba del vicino...

Il Sig. Cretti dice delle cose giuste. Pero' cerchi di scrivere con un po' meno arroganza. Sembra che lui sia chissa' chi. Molti Cacciatori, come me, non criticano la Caccia all'estero in generale. Ma solo quella a determinati tipi di selvaggina ed in certi periodi. Sparare tortore o quaglie durante la fase finale del periodo riproduttivo e' uno schifo. Ed incide eccome sulla drastica diminuzione di questi selvatici in Italia.
Poi vorrei dire al Sig. Cretti che anche chi non riesce a realizzare buoni carnieri e' un Cacciatore vero come lo e' Lui che va all'estero. Anzi chi va tutto il giorno dietro ad una tortora ( magari senza spararla nemmeno ) e' piu' cacciatore di chi va ad ammazzarne 40 in Bulgaria. . . .
 
Re: L'erba del vicino...

Armando, ad ogni modo Marco merita rispetto per la tenacia con cui difende un suo ideale di fondo, quello della lealtà verso le ns stesse prede, almeno per come lo intende in base al suo vissuto!
 
Re: L'erba del vicino...

Ora io chiedo al mio cacciatore protezionista, nel senso di protezione del “suo” carniere”: e se un brutto giorno arrivasse la richiesta, da parte dei cacciatori che praticano la caccia alla regina del bosco in questi “altri” Paesi, di chiudere, o se preferite ridimensionare la caccia alla beccaccia in Francia e in Italia?
Che fai amico mio, non rispondi?

Ti rispondo io .Son popolazioni diverse,con rotte di migrazione che interessano il bacino del mediterraneo,del tutto ininfluenti le uccisioni Italiche, sulle popolazioni nordiche,che hanno ben altre rotte di migrazione e siti di svernamento.Come da te, oltretutto affermato.....Magari in Italia se ne accoppano troppe,che e ben diverso...Allora.
 
Re: L'erba del vicino...

Chiedere un pare re sulla cacia all'estero a Cretti è il massimo della competenza obiettiva che si possa avere oggi...................................Io sono un frustrato cacciatoretto italiano limitato dal mio esiguo carniere e me ne vanto.
Vogliamo negare che per qualcuno la caccia sia anche un lavoro?
 
Re: L'erba del vicino...

...se mi è permesso, sintetizzo il mio di pensiero:

CIROMENOTTI [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif]

GRILLAIA [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif]

ECOHUNTER [eusa_clap.gif]

GRIFONENERO [eusa_clap.gif]

Un abbraccio a voi tutti

Mimmo Tursi
 
Re: L'erba del vicino...

cipolla ha scritto:
Il Sig. Cretti dice delle cose giuste. Pero' cerchi di scrivere con un po' meno arroganza. Sembra che lui sia chissa' chi. Molti Cacciatori, come me, non criticano la Caccia all'estero in generale. Ma solo quella a determinati tipi di selvaggina ed in certi periodi. Sparare tortore o quaglie durante la fase finale del periodo riproduttivo e' uno schifo. Ed incide eccome sulla drastica diminuzione di questi selvatici in Italia.
Poi vorrei dire al Sig. Cretti che anche chi non riesce a realizzare buoni carnieri e' un Cacciatore vero come lo e' Lui che va all'estero. Anzi chi va tutto il giorno dietro ad una tortora ( magari senza spararla nemmeno ) e' piu' cacciatore di chi va ad ammazzarne 40 in Bulgaria. . . .



Dimostri completamnete di non conoscere nè Cretti nè l'argomento di cui striamo trattando.
Ci sono troppi errori da matita blu in quello che hai scritto.
Fosse stata una versione di latino in 10 righe non avresti raggiunto il 2
 
Re: L'erba del vicino...

X CONOSCENZA


Biografia Giacomo Cretti :

Giacomo Cretti è nato a Roma il 25.1.1958
Collabora attivamente con tutte le riviste del settore venatorio ed in particolare con Sentieri di Caccia, di cui è stato coordinatore ed attualmente editorialista.
E’ autore di un catalogo dedicato alla narrativa venatoria italiana del ‘900.
Possiede una collezione di circa 500 volumi di narrativa venatoria italiana, da cui spesso trae spunto per i suoi articoli.
Ha pubblicato per Editrice Innocenti il libro “Emozioni di caccia”.
Autore di documentari e conduttore televisivo.
Presidente della Sezione provinciale di Roma dell’Unione Enalcaccia P.T.
Va a caccia da sempre anche ma ufficialmente dal 1976
Ha una particolare predilezione per i cani da ferma, in particolare per i bracchi italiani ed i pointer. Attualmente caccia con due setter.
Ama la caccia al beccaccino, alla beccaccia ed alla coturnice, ma non disdegna la quaglia e la stanziale…di qualità.
Appassionato viaggiatore, ha visitato, per scopi venatori e non, buona parte del Sud America, dell'Africa, della Asia, dell'Europa ed India.
E’ affetto da tutte le passioni che possono far disperare una moglie: caccia, pesca a mosca, micologia.
Vive a Roma con la moglie e i due figli.

I testi di Giacomo Cretti:

- Beata Inesperienza
- Catalogo di Narrativa Venatoria
- Compagni di caccia
- Emozione caccia
- Fondi, 22 Febbraio 1965
- Il bacio del Beccaccino
- Natale
- Notturno
 
Re: L'erba del vicino...

grifonenero ha scritto:
cipolla ha scritto:
Il Sig. Cretti dice delle cose giuste. Pero' cerchi di scrivere con un po' meno arroganza. Sembra che lui sia chissa' chi. Molti Cacciatori, come me, non criticano la Caccia all'estero in generale. Ma solo quella a determinati tipi di selvaggina ed in certi periodi. Sparare tortore o quaglie durante la fase finale del periodo riproduttivo e' uno schifo. Ed incide eccome sulla drastica diminuzione di questi selvatici in Italia.
Poi vorrei dire al Sig. Cretti che anche chi non riesce a realizzare buoni carnieri e' un Cacciatore vero come lo e' Lui che va all'estero. Anzi chi va tutto il giorno dietro ad una tortora ( magari senza spararla nemmeno ) e' piu' cacciatore di chi va ad ammazzarne 40 in Bulgaria. . . .



Dimostri completamnete di non conoscere nè Cretti nè l'argomento di cui striamo trattando.
Ci sono troppi errori da matita blu in quello che hai scritto.
Fosse stata una versione di latino in 10 righe non avresti raggiunto il 2

Posso anche sbagliarmi ma e me e' sembrato un tantino troppo pieno di se' quando dice che chi non e' buono a cacciare in Italia, automaticamente da la colpa alla Caccia all'estero. Ma ripeto, posso anche sbagliarmi. Se qualcun'atro legge cio' che hai scritto qui sopra vedrai che la pensera' come me.
A parte questo, il Sig. Cretti e' ovvio che sia contro quei cacciatori che non vedono tanto bene la caccia all'estero . . . ma comunque e' uno dei Nostri e va bene cosi' !
 
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