La Lav sui cinghiali: la caccia non serve a niente, anzi li rende più forti.

Quindi ricapitolando, secondo la LAV se ce ne sono pochi la colpa è dei cacciatori, se ce ne sono troppi anche, se sono presenti nel nostro paese è perchè li hanno introdotti i cacciatori. E se non ci fossero? Anche colpa del cacciatore sarebbe? Quale sarebbe il numero giusto? Quindi secondo loro il cacciatore dovrebbe farsi da parte e lasciare spazio alla LAV che con i medicinali risolverebbe tutti i problemi della fauna italiana ..... Perchè il governo non incomincia a tassare un poco tutte queste associazioni anticaccia ?
 
io che non sono un genio, se avessi potere decisionale in merito, credo che al massimo in tre mesi, risolverei il problema cinghiali come del resto chiunque, se solo ne avesse un minimo di interesse.
purtroppo su questa materia siamo sempre in torto e LAV, WWF, LAC e tutti gli altri cialtroni animalambientalisti hanno gioco facile, fortunatamente per noi e sfortunatamente per loro, per gli agricoltori e per chi se li trova davanti in strada dietro ad una curva, nessuno li caca.
 

prete

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[h=1]La Lav sui cinghiali: la caccia non serve a niente, anzi li rende più forti [/h]La Lav (Lega antivivisezione) di Bergamo risponde alla Coldiretti che nei giorni scorsi aveva lanciato un allarme cinghiali
di Redazione - 01 agosto 2016 - 5:00







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La Lav (Lega antivivisezione) di Bergamo risponde alla Coldiretti che nei giorni scorsi aveva lanciato un allarme cinghiali (leggi). E sottolinea come l’eradicazione violenta non paghi.


Questi animali, spiega la Lav, introdotti furbescamente e fraudolentemente nel nostro Paese dai cacciatori e poi incrociati con specie molto più prolifiche, sono indicati quali responsabili di incalcolabili danni all’agricoltura i cui risarcimenti incombono però sulle tasche di tutti i cittadini e non dei soli responsabili; ma anche prima causa di incidenti stradali, in cui i cinghiali assumono addirittura il ruolo di “assassini”.
Eppure, la difesa delle colture attraverso recinzioni elettrificate ha portato risultati positivi in oltre il 90% dei casi: impedendo l’accesso alle coltivazioni gradite dal cinghiale, si riducono le disponibilità alimentari della specie e si contribuisce alla riduzione numerica delle popolazioni.
Anche la presunta pericolosità della specie è stata smentita e i casi rari di aggressione verso le persone sono tutti riconducibili a comportamenti scorretti o imprudenti dei soggetti coinvolti. Molto più pericolosa è l’attività venatoria cui si ricorre per eradicare l’ungulato a causa delle armi utilizzate – si vedano i numeri di incidenti mortali a 2 o 3 cifre che ogni anno si registrano per incidenti di caccia e che coinvolgono anche ignari passanti.
L’avanzata impetuosa dei cinghiali annunciata è quindi il preambolo propedeutico alla formulazione del postulato per cui i cinghiali devono essere sterminati.
E gli amministratori, siamo pronti a scommetterci, saranno ben felici di dare il loro fattivo contributo al clima di velato terrorismo che sottende tutta la questione cinghiali. Mai nessuno di loro in passato si è soffermato sul fallimento della gestione venatoria della fauna selvatica e dei cinghiali in particolare!
E’ evidente, sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo, proseguendo lungo una strada fallimentare, senza comprendere che uccidere gli animali non risolve affatto il problema. Da anni, da decenni i cacciatori ammazzano milioni di animali, ungulati e cinghiali compresi. Le quote di abbattimento crescono ogni anno, eppure i danni non diminuiscono, ma nessuno se ne vuole accorgere. Nessuno prendeatto che ammazzare gli animali non porta alla riduzione dei danni, tutt’altro. Né diminuisce il numero di animali. Ed i politici, gli agricoltori, i cacciatori, continuano a meravigliarsi!
E se, leggendo queste note, vi chiedeste perché il numero di ungulati aumenta nonostante gli abbattimenti, vi diciamo quello che normalmente viene omesso, più o meno consapevolmente da chi ha interesse a impugnare i fucili e, cioè, che l’attività venatoria disgrega i gruppi consolidati e contribuisce ad aumentare la fertilità della specie, venendo meno il fenomeno della simultaneità dell’estro delle femmine – lo spiega bene la LAC che a suffragare le proprie dichiarazioni ci mette la biologia: “Il cinghiale è un animale che vive in branchi a gerarchia matriarcale. Le femmine dominanti, che si riproducono in natura una sola volta l’anno, grazie alla sincronizzazione dell’estro, lo condizionano anche nelle altre femmine del branco… in questo modo tutte le femmine avranno un solo estro. Ma, si sa, l’istinto degli animali ha come fine quello della riproduzione e così la persecuzione venatoria, messa in atto contro gli ungulati, determinano il totale sfasamento del branco. Le femmine finiscono per andare in estro più volte l’anno ed anche in età meno adulta e spesso i parti diventano plurigemellari. Insomma, dove l’uomo cerca di distruggere i branchi, l’istinto di conservazione ne modifica la struttura, rendendoli più prolifici… a dispetto dei proiettili (questo per quanto riguarda le specie comuni di cui i cinghiali fanno parte)”
Un contributo concreto alla gestione degli animali selvatici in ottica di una migliore convivenza con gli umani, conclude Lav, potrà venire solo da un pensiero nuovo, aperto a nuove prospettive, che abbandoni la vecchia, crudele, fallimentare strada delle fucilazioni generalizzate. Solo attraverso lo sviluppo e l’implementazione dei farmaci che controllano la fertilità, che già esistono, possiamo configurare un futuro migliore per gli animali, l’agricoltura, l’ambiente, l’uomo.

Intanto la Lav suggerisce a Coldiretti di chiedere i risarcimenti alle associazioni venatorie, colpendo così i veri responsabili dei citati danni all’agricoltura.

Bgnews
 
[h=2]LA CCT SULL’”EMERGENZA” UNGULATI: NON SONO I CACCIATORI A FARE LE LEGGI[/h]Pubblicato: Mercoledì, 03 Agosto 2016 09:57 | Stampa | Email
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Il Tirreno on line del 2 agosto riporta la notizia della manifestazione della Coldiretti sull’emergenza cinghiali e, virgolettate, le dichiarazioni attribuite all’Assessore regionale Marco Remaschi: “Ammetto che in questi giorni ci sono state troppe resistenze da parte dei cacciatori, ma la Giunta regionale si è riunita – ha detto l’Assessore – e ha modificato la delibera che semplifica tutte le procedure di intervento per contenere e abbattere gli ungulati. Da ora in poi sarà sufficiente un’autocertificazione da parte dell’agricoltore per far scattare l’intervento di abbattimento in poche ore”.
“Se la dichiarazione di Remaschi fosse vera “afferma Marco Romagnoli Segretario della Confederazione Cacciatori Toscani che riunisce Federcaccia, Arcicaccia ed Anuu“ saremmo di fronte all’incredibile. Vogliamo ricordare che i cacciatori non fanno le leggi; che i cacciatori non fanno le delibere attuative; che i cacciatori non sono responsabili del lavoro degli uffici.
I cacciatori hanno opinioni e le esprimono in modo civile e responsabile; e in questa materia hanno per mesi presentato proposte puntuali mirate proprio alla soluzione del problema: costantemente inascoltati. E un’opinione chiara la esprimiamo di nuovo: mai in Toscana la gestione della fauna selvatica è stata così confusa e inconcludente; mai in Toscana si è governato questa materia senza o contro i principali protagonisti, cacciatori e agricoltori.”
Firenze, 2 agosto 2016
Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)

 
Io pure chiederei i danni alle aavv. Comunque stì mentecatti cominciassero a recintare con reti elettrificate tutti i parchi. Calcolando che il 90% del territorio invaso dai cinghiali è off limits per le doppiette ... tutta la teoria dell'estro e delli mejomortacciloro, và a farsi benedire
 
io proporrei la sterilizzazione di certa gente, almeno siamo sicuri che non fanno più danni. sono sempre più convinto che non sanno nemmeno dove stanno di casa i cinghiali. mi fermo che è meglio
 
Come al solito questa gente parla a sproposito col solo intento di demonizzare ulteriormente la caccia e i cacciatori. Per quanto riguarda gli incidenti durante le battute al cinghiale sono, anche se sempre troppi, 2 o 3. Ma quanti incidenti mortali ci sono al mare e in montagna tra vacanzieri, rocciatori e sciatori? A quanto ho letto sono più di 100 ogni anno. Però questi imbecilli alzano il dito contro i cacciatori come se le vittime durante le battute sono più importanti di tutte le altre. Questi loro scritti testimoniano solo la loro malafede.
Che poi la caccia "fortifichi" i cinghiali mi sembra un'emerita cretinata, considerando che la maggior parte dei cinghiali vive nei parchi ove la caccia è assolutamente proibita, e da questi escono solo per incursioni alimentari se all'interno del parco ove vivono non trovano di che mangiare cosa peraltro strana in quanto, ho visto io stesso, cinghiali mangiare corteccia di alberi nel periodo tra agosto e i primi settembre quando non ci sono frutti selvatici, funghi o tartufi. Questi della LAV pur di colpire la caccia sono pronti a scrivere ogni stupidaggine che gli viene in mente senza curarsi minimamente di provare ciò che dicono tanto chi gli risponderà?
 
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