E l'abnorme aumento dei caprioli (ma anche dei daini e dei cervi) da cosa è causato? Dall'eccessiva pressione venatoria? No, perché non mi si venga a dire che la caccia di selezione è praticata in modo eccessivo... e poi: anche i caprioli sono stati introdotti a scopo venatorio? Certa gente quando apre bocca farebbe meglio a parlare di Walt Disney.
 
questa corrieri è pericolosa, perchè scrive idiozie, ma le scrive bene, ammantate persino da un'aura di pseudo imparzialità e pseudo documentazione scientifica.
purtroppo non tutti hanno le conoscenze per capire e per riconoscere le falsità che ci stanno dietro.
dovremmo cercare di prendere esempio da lei e far giungere all'opinione pubblica gli adeguati criteri di valutazione.
 
Siamo alle solite, questi "illustri" conoscitori della natura ma solo sui libri, credendo a quello che scrivono (sempre anticaccia) supportati da convinzioni deleterie e di parte. Il fatto è che li scrivono talmente bene che chi non sa e difficile che non creda.
E' veramente l'ora di combatterli con le loro stesse armi, ma apportando argomentazioni scientifiche provate.
 

Alberto 69

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Venerdì 14 Agosto 2015

Gentili giornalisti,
scrivono i quotidiani: "continuamente si leggono notizie che hanno per protagonisti i cinghiali". Aggressioni, incidenti stradali, danni all'agricoltura (tutte situazioni che scaturiscono dall'invasione antropica, dal fatto che i cinghiali non trovano nel bosco le risorse alimentari e le condizioni etologiche necessarie).

Ma sono i quotidiani che scrivono e scelgono di scrivere ciò che si legge e si legge solo di un argomento: animali che aggrediscono gli uomini (raramente) e non di uomini che uccidono miliardi di animali ogni anno......"La novella dello stento che dura tanto tempo....."

Facile capire come i potenti cacciatori premano a ogni porta con tutta la loro capacità impositiva, per risolvere il problema cinghiali fucilandoli, mentre i cinghiali e l'80% dei cittadini siano impotenti. Costoro non hanno voce, non hanno sovranità in una società che si inchina ai poteri forti e dimentica la democrazia tanto da emanare continuamente norme e disposizioni a favore di quel misero plotone di circa 700.000 su 60 milioni di cittadini.
I cinghiali vanno uccisi e i valori di pace, armonia, non violenza che l'umanità persegue tanto faticosamente, possono andare a farsi friggere. La frase di Ovidio "la violenza contro gli animali è il tirocinio della violenza contro gli uomini" non ci scuote minimamente.

D'altra parte sono anche milioni gli umani uccisi, stuprati, seviziati, torturati, affamati, schiavizzati da altri umani. Per questa carneficina, secondo il principio dei cacciatori e loro amici si dovrebbe sopprimere l'umanità colpevole. No, certo. Ci consideriamo al di sopra di tutto e tutti anche se nessuno, a parte noi stessi, ci ha mai onorato del titolo di specie superiore.

Perché avvengono questi rarissimi assalti di cinghiali se il cinghiale è un animale altamente tranquillo e intelligente? "Nomade e amante del quieto vivere la sua presenza è incompatibile con un sovraffollamento umano", "se non è provocato o ferito non aggredisce l'uomo ma, continuamente attaccato o costretto a fuggire dai cani ha aquisito una tale avversione verso questi animali da attaccare tutti quelli che gli capitano a tiro", "l'attaccamento della madre ai figli è notevole; essa non esita ad affrontare qualsiasi avversario". (Da "Il cinghiale" del Prof. Franco Nobile, cacciatore ed esperto di cinghiali). Probabilmente perchè numerosi sono gli ostacoli al nomadismo del cinghiale che ama variare il luogo del suo foraggiamento, il deterioramento dei boschi, i limiti ambientali.

Ma se l'uomo ha sempre cacciato i cinghiali tanto da estinguere quello autoctono maremmano, domandiamo: com'è che dopo 30 anni di calendario venatorio, caccia di selezione, caccia in deroga, caccia di ogni tipo... i cinghiali proliferano?

Da molti studi scientifici tedeschi e francesi condotti da ricercatori cacciatori sappiamo che la fertilità dei cinghiali è notevolmente più alta quando sono sottoposti a pressione venatoria elevata. Gli animali selvatici hanno meccanismi di autoregolazione secondo la legge della "capacità portante" legata a spazio e cibo disponibile; gli interventi umani, come quelli legati alla caccia, sono causa di squilibri. Uccidere animali non risolve il "problema", quelli che rimangono diventano più prolifici, o hanno maggior probabilità di raggiungere l'età adulta, cosicché in breve tempo si raggiunge lo stesso numero iniziale.

Anche i cacciatori toscani, come quelli di altre regioni, prendono spunto dall'aggressione di Cefalù (ma chi li ha portati i cinghialai in Sicilia dove non esistevano? certo non sono arrivati a nuoto) per denunciare una "situazione fuori controllo" e, purtropppo per loro, "ostacoli di natura ideologica" . Chi pretende il rispetto delle leggi per loro è un ideologo.

Ma i cacciatori, con il rigore intellettuale possibile anche se improbabile, abbandonando la contraddizione palese nel dichiararsi tutori della natura mentre la distruggono, dovrebbero conoscere e riconoscere quanto la proliferazione dei cinghiali e degli altri ungulati dipenda unicamente da loro.

Dovrebbero perciò intervenire.

Come? Semplice. Basta allevamenti, basta ripopolamenti, basta foraggiamenti.

Allevamenti. Il cinghiale viene prodotto in allevamenti intensivi, semi-intensivi ed estensivi principalmente per ripopolamenti venatori e per scopi alimentari. Le condizioni di vita in un recinto sono spesso aberranti per nutrimento artificiale, sovrappopolazione, struttura sociale anormale e ostacolo al nomadismo. Creano un animale disturbato.
Ripopolamenti. I cacciatori li chiedono e le istituzioni sono sempre pronte e disponibili ad accontentarli; i cinghiali si diffondono. Esiste in Parlamento un esemplare Disegno di legge presentato nel 2009 dai senatori Donatella Poretti e Marco Perduca: "All'art. 21 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, è aggiunto il seguente comma: 4. E' sempre vietato a chiunque immettere in libertà sul territorio nazionale, sia a fini di ripopolamento sia ad ogni altro fine, esemplari di cinghiale di qualunque sottospecie o razza. Per la violazione del divieto di cui al presente comma, si applica la sanzione amministrativa da euro 500 ad euro 1500 per ciascun esemplare".
Foraggiamento. Rompe l'equilibrio biologico rendendo i cinghiali meno soggetti alla selezione naturale operata dai rigori invernali anche se il tasso di mortalità dei porchetti è piuttosto elevato e nei primi otto mesi di vita può raggiungere il 30-40%.

In conclusione la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni degli ungulati, anzi, attraverso la perdita della sincronizzazione dell'estro e l'aumento della fecondità, potrebbe essere considerata come una causa dei danni stessi. L'uso di metodi alternativi di controllo sembrano al contrario molto efficaci. Senza considerare il rimedio principe: blocco dei ripopolamenti.

Si spera in una riflessione. Possibilmente razionale.



Mariangela Corrieri - Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenz
e



Fonte:merateonline.it
 
Che dite ci mettiamo Mariangela Corrieri in gabbia? O la mandiamo a passeggiare in qualche bosco ben abitato da cinghiali? Non ne posso più di questa gente che, non avendo la minima idea su animali selvatici, pontifica contro la caccia. Poi non è vero che nei boschi i cinghiali non trovano da mangiare ho visto personalmente staccare anche la corteccia degli alberi e nutrirsene, oltre a mangiare tartufi e funghi, chiocciole, e la carogna di qualche animale morto. Certo andare su terreni coltivati è più facile e meno faticoso, si trovano patate, uva, frutta caduta dagli alberi, olive in terra e tante altre cose, i cinghiali non sono stupidi come la maggior parte degli animalari!
 
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