Brambilla, dichiarata fallita l’azienda dell’ex ministro!!!!!

Quello che più mi fa imbestialire non è che la sua azienda abbia fallito....perché potrebbe succedere a tutti per svariati motivi.....ma è che il fallimento è stato, in termini economici, mostruoso per via degli affidamenti che le banche hanno elargito a questa ex-ministro, solamente perché inserita in un contesto politico.
Se le banche facessero bene i loro affari concedendo soldi in base all'andamento dell'azienda e non perché..."mi manda picone" non ci sarebbero fallimenti pilotati....operai senza lavoro...e la cosa più importante ...soldi che presumo la famiglia abbia messo da parte, distratti all'azienda!
Qui lo dico e qui lo nego......ma spero ci sia un approfondito controllo da parte del giudice e del curatore fallimentare.
 
Sarebbe ora, che mettessero le mani sui beni personali, per vedere come e quando li hanno ottenuti. Oggi e ieri la signora era a Milano, a combattere i senza tetto che hanno un cane e che chiedono la carità. Dice che usano i cani per intenerire le persone, come se i cani poi non mangiano. Chi baderebbe a loro! Invece di aiutare queste persone che sono in mezzo alla strada, pensa a come levargli magari l'unico amico che hanno.
Ha scritto bene giambi, si sentiva "protetta" e faceva quello che voleva e glielo facevano fare!
Mi sa che siamo arrivati alla fine......
 
la vergogna sta gente non sa nemmeno cosa sia spero che capiscano anche i suoi cani che è una fallita e la abbandonino pure loro sta .........
 
E' già un'eccezione che non si vede in Tv da qualche settimana (strano), ma non ci siamo liberati.....ha la faccia troppo "Tosta".
Saluti


No Sasa oggi è apparsa in tv per difendere i gatti e i cani sfruttati dai senza tetto per chiedere l'elemosina[banghead.gif]
 
Il problema e' per i lavoratori licenziati e le loro famiglie, lei e' caduta in piedi avendo un vitalizio da parlamentare , ricordiamo che dopo che la fiat e' stata bombardata in tempo di guerra gli Agnelli hanno avuto ancora piu' potere il problema e' solo per gli operai
 
Questo è il risultato ottenuto dedicando la propria vita a proteggere gli animali piuttosto che amministrare bene la propria azienda, mentre ora lascia per strada e in difficoltà molte famiglie ma purtroppo a loro non viene dato lo stesso sostegno e aiuto come farebbe per un cane abbandonato.
 
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Michela Brambilla, dichiarata fallita l’azienda dell’ex ministro
Troppo elevato l’indebitamento, con insolvenze per diversi milioni di euro, per continuare a dare una speranza ai 73 lavoratori delle Trafilerie di Calolziocorte. Gli operai e impiegati non varcavano i cancelli dello stabilimento che produceva fili di acciaio ormai da quasi un anno, da quando erano finiti tutti in cassa integrazione
E pensare che nemmeno due anni fa Michela Vittoria Brambilla parlava con ostentato orgoglio di un’azienda “sana e florida”. Eppure nei numeri dei bilanci c’erano già i segni di una grave crisi che ora ha avuto il suo epilogo: il tribunale di Lecco ha dichiarato il fallimento delle Trafilerie della famiglia dell’ex ministro. Troppo elevato l’indebitamento, con insolvenze per diversi milioni di euro, per continuare a dare una speranza ai 73 lavoratori rimasti. Loro, i cancelli dello storico stabilimento di Calolziocorte che produceva fili di acciaio, non lo varcavano ormai da quasi un anno, da quando erano finiti tutti in cassa integrazione, operai e impiegati.
Da mesi le bandiere dei sindacati metalmeccanici sventolavano fuori dalle Trafilerie Brambilla, fondate nel 1920 da Giuseppe, bisnonno di Michela Vittoria. “Sin da bambina vivo questo stabilimento – amava ricordare lei -. I nostri collaboratori, i nostri operai, i nostri impiegati sono la nostra forza”. Lavoratori ormai a casa da un pezzo, ma fiduciosi che la procedura di concordato preventivo potesse portare alla salvezza dell’azienda. Impresa ardua a dire il vero, visto che nel 2012 le perdite sfioravano i 17 milioni di euro. Lo scorso aprile il tribunale di Lecco aveva avviato una procedura concorsuale e l’industriale turco Aylin Dogan aveva presentato una proposta d’acquisto, imponendo condizioni piuttosto pesanti: riduzione del personale a una cinquantina di unità e tagli del 40% sugli stipendi. Alla fine l’intesa con i sindacati era arrivata lo stesso: una 20 di lavoratori avrebbero rinunciato al posto in cambio di un incentivo. Tutto inutile, però: lunedì scorso è giunta la sentenza dei giudici. Tra le cause del fallimento, oltre all’indebitamento eccessivo, c’è stato secondo Wolfgango Pirelli, segretario generale della Cgil di Lecco, “il mancato assenso della società di leasing sui capannoni che la famiglia avrebbe dovuto trasferire ai turchi”.
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Nessun risultato concreto è dunque uscito dal tavolo delle trattative attorno a cui si erano seduti i sindacati, l’imprenditore turco e l’azienda dell’ex ministro. Una tramonto, quello delle Trafilerie Brambilla, che è andato di pari passo con il calare del peso politico della rossa di Calolziocorte.
È lontano quel 2010 in cui l’azienda aveva potuto contare su sovvenzioni da un milione, di cui 450mila euro a fondo perduto,(mentre la gente non arriva a fine mese) da parte della regione.
Lontano il periodo dei crediti facili ottenuti dalla Bpm di Massimo Ponzellini.
Ormai le cose erano cambiate, difficile resistere alla crisi. Quel che resta è in mano al commissario giudiziario Luigi Bolis, che dovrà valutare l’offerta di Dogan, l’unico acquirente tuttora in pista. A vendere però non saranno più i Brambilla, ma il tribunale di Lecco, che dovrà poi rimborsare il più possibile i creditori della famiglia dell’ex ministro.
E gli operai? Per ora la speranza è che una nuova procedura di cassa integrazione venga attivata il prima possibile. Poi si vedrà.
di Luigi Franco
http://www.ilfattoquotidiano.it
 
VERGOGNA.............davvero una persona vergognosa e ce ne sono parecchie soprattutto fra i vari politici passati e presenti............ d'altronde mio nonno lo diceva sempre piu' sono brutte, sono cattive e dunque ignoranti...........e non vado oltre, bravo Rudy articolo a doc.........che leggano pure ......
 
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