[h=1]Richiami vivi, la politica si piega a cacciatori e lobby delle armi[/h]Campagne e petizioni per abolire l'utilizzo l'uso di questa pratica venatoria non hanno sortito l'effetto sperato. Il Senato ha votato per il mantenimento ma ora rischia di incorrere in sanzioni europee
di MARGHERITA D'AMICO
24 luglio 2014
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FORSE, INDEFINITIVA siamo richiami vivi anche noi. Costretti nella buia gabbia dell'arretratezza da politici tanto poco indipendenti, così sordi alle esplicite richieste della gente, da compiacere con il voto l'
aberrante pratica dei richiami vivi. Così infatti ieri sera si è regolato il Senato, capobanda il Pd (un solo voto contrario, quello di Laura Puppato) in spregio agli animali e alla società civile, per compiacere i capricci dei seicentomila cacciatori superstiti in Italia e, per tramite loro, gli interessi della lobby dei fabbricanti di armi.
L'opinione pubblica contraria all'orrore dei richiami vivi, uccellini selvatici catturati (quando non allevati), spesso accecati e costretti a malvagia reclusione per attrarre in trappola col canto i propri simili, illegalmente secondo l'UE che ha aperto contro il nostro Paese una procedura d'infrazione, è stata calpestata. Un'eccezionale
campagna lanciata dalla Lipu-Birdlife Italia e sostenuta attivamente da associazioni (Enpa, Cabs, Lac, WWF, Oipa, Lav, Animalisti Italiani onlus e tante altre) oltre che da un buon numero di parlamentari ragionanti, chiedeva l'abolizione di questa pratica violenta, raccogliendo 50.000 sottoscrizioni iniziali e simboliche, pari al numero dei migratori strappati ogni anno alla libertà in Italia. Quindi Avaaz, rete di mobilitazione civica globale, lanciava con l'Enpa una petizione che contava
in tre giorni oltre 140.000 firme.
Ma grazie soprattutto alle disperate pressioni delle associazioni venatorie, che trovavano degno alleato nel senatore Massimo Caleo, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, tramontavano nelle ultime ore le aspirazioni abolizioniste. Si cercava di difendere il testo del Governo, che conteneva perlomeno alcune restrizioni richieste dall'Europa, che lo stesso Governo all'ultimo modificava radicalmente.
"Il nostro biglietto d'ingresso nel semestre di presidenza europea è una procedura d'infrazione aggravata, un processo in Corte di Giustizia sempre più vicino", dice Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu-Birdlife Italia, "e l'imbarazzante fardello della tortura legalizzata ai piccoli uccelli migratori". "Sono certa che l'Italia andrà in infrazione durante il semestre di presidenza", concorda la senatrice Pd Monica Cirinnà, firmataria di un emendamento abolizionista non sostenuto dal suo partito, mentre l'analoga iniziativa di Loredana De Petris era stata indicata da Sel fra le priorità "perché la formulazione votata stanotte dimostra un'irresponsabilità gravissima su un tema che ci vede già messi in mora dall'UE".
Ma non è tutto. Sono anche passati, ieri, gli emendamenti firmati da Caleo, Tomaselli e Vaccari che tolgono ogni tutela alle nutrie, escludendole dalla fauna selvatica e rendendole perseguitabili come i ratti, permettono la caccia nella neve e aumentano il numero consentito delle pallottole in canna. Impossibile, ieri, ottenere dichiarazioni da Renato Grimaldi, direttore generale Conservazione Natura del Ministero dell'Ambiente, come pure ricevere una spiegazione da Luigi Zanda in merito all'atteggiamento così ciecamente filo venatorio del Pd, di cui egli è capogruppo in Senato.
Alla fine il testo sui richiami vivi passava con 22 voti favorevoli di Pd, Fi e Ncd e 18 contrari di M5s, Sel e per ragioni opposte, trovando la soluzione non ancora ideale a favore del mondo venatorio, Lega. "Siamo sconvolti e sdegnati da questo voto", dice Annamaria Procacci, consigliere nazionale Enpa, "con cui si cerca di salvare una pratica che ripugna alla coscienza di questo Paese, in nome della leggenda metropolitana del consenso dei cacciatori. È lo squallido trionfo di una vecchia politica lontana e ostile alla nostra nuova cultura". "È scandaloso come i politici si siano piegati all'ultimo minuto al volere dei cacciatori", commenta Luis Morago, direttore campagne di Avaaz. "È una vergogna che il Governo e la maggioranza dei senatori abbiano ignorato le richieste dei cittadini e le direttive europee per obbedire ai capricci di una piccola lobby. Ieri è stata scritta una bruttissima pagina per la democrazia nel nostro Paese, e di questo dobbiamo ringraziare proprio un partito che si dice 'democratico'. Se non possiamo più contare sui nostri rappresentanti nazionali, porteremo la nostra battaglia a Bruxelles chiedendo all'Unione europea di intervenire contro tanta inciviltà".
L'incredibile decisione è rivelatrice di quanto la nostra classe politica persegua obiettivi opposti al pubblico interesse, avallando, in questo caso, il crudele extra (la stessa Commissione Europea ha dichiarato i richiami vivi non indispensabili) di una minoranza ricattatrice. Dalla sua, difendendo unguibus et rostris la propria abitudine più arcaica, il mondo venatorio ha dimostrato di non avere alcuna disponibilità al progresso e al compromesso. Oggi i nostri parlamentari, a favore dell'hobby sparatorio, negano i diritti degli animali, rischiando di far condannare l'Italia dall'UE. Pagheranno
loro, con detrazione dagli stipendi, la multa che pioverà addosso ai contribuenti?
Vedremo come si comporteranno domani - la notizia già trapela dai corridoi delle associazioni protezionistiche - quando a tutela delle persone si richiederà l'abolizione dell'articolo 842 del Codice civile, che consente solo ai cacciatori di entrare nei terreni privati, quando non costosamente recintati a norma, e sparare con armi potentissime fino a 150 metri dalle case.
Repubblica.it
Va be dai .................