Sergio Berlato risponde a Renzo Rizzi

Renzo Rizzi, portavoce Coordinamento Protezionista Veneto - In una lettera il sig. Gianni Tecchio invoca una mia presa di posizione. In particolare il sig. Tecchio contesta la presenza di uno striscione che definisce “provocatorio e offensivo” nella manifestazione contro la pratica dell’uccellagione svoltasi al Tretto di Schio il dieci di novembre.
Premesso che quale portavoce del Coordinamento Protezionista Veneto ero presente, nel momento in cui il corteo si è trovato in sosta di fronte al roccolo Rossi e i toni si stavano alzando, ho preso il microfono ed ho chiesto di non proferire offese nei confronti di terzi e il ritorno alla normalità, concludendo ho aggiunto che il rispetto delle regole si ottiene non tramite atteggiamenti sconclusionati ma esigendo in ogni modo che le istituzioni facciano rispettare leggi e direttive .
Ribadisco oggi lo stesso concetto espresso in quell’occasione; per abbattere questo malcostume tipicamente Italiano ma specificatamente Veneto, c’è una sola strada da percorrere, pretendere in ogni modo e a qualsiasi costo che regole e leggi vadano rispettate, lavorando congiuntamente per questo non vi è dubbio che si arrivi ai risultati.
Detto questo però, non posso biasimare chi è veramente stanco di vedere quello che gli accade intorno e dimostra una certa intolleranza, un esempio per tutti, le cacce in deroga, leggi e delibere illegittime volute da politici nostrani legati a doppio filo alla lobby venatoria, un vero cancro che nascosto fra le diverse pieghe delle istituzioni ha permesso in un decennio in Veneto l’uccisione di almeno cinquanta milioni di animali protetti in tutta Europa e nelle regioni confinanti.
Di esempi negativi intorno a questo discusso hobby se ne possono fare un’infinità, se analizziamo cosa capita in provincia di Vicenza credo ci si possa fare un’idea di massima; si può spaziare dalla bufala sui nocivi, ai falsi allevamenti di richiami vivi, alla gestione demenziale e fallimentare della caccia alla fauna selvatica autoctona, al finanziamento di attività completamente diverse da quelle previste per legge con uno spreco enorme e incontrollato di danaro pubblico, alla mancanza di un centro recupero fauna selvatica, alla mancanza del rimborso per la servitù venatoria, alla vigilanza venatoria controllata dalla politica, all’uccellagione in deroga, all’immissione sconsiderata in ambiente di centinaia di migliaia di animali pronta caccia, alla mancanza quasi totale di aree protette per il rifugio degli animali selvatici..ecc…
D’altronde la provincia di Vicenza che da un quarto di secolo vive sotto l’egida della lobby venatoria più estremista cosa altro poteva produrre?
Sullo striscione contestato, mi è stato spiegato che quella è la figura del cacciatore vista dall’occhio animalista, (che come è noto prevede il rispetto di tutti gli animali, uomo compreso); ovvero, .
Per cui ritengo che quanto riportato nello striscione segnalato si possa definire come lo è agli occhi dei più, di dubbio gusto, sicuramente provocatorio come però solito per questo tipo di messaggi, ma non offensivo.
Va ricordato comunque che in Italia negli ultimi 25 anni si sono svolti migliaia di cortei e manifestazioni per sostenere anche i diritti degli altri animali, a quanto mi risulta non hanno mai portato un incidente degno di nota. Questo dimostra un grande senso civico e il rispetto per gli altri, diversamente ogni annata venatoria in Italia, i cacciatori con le loro armi oltre a mietere almeno duecento milioni di animali, avvelenano la terra con milleduecento tonnellate di piombo, ma lasciano sul terreno anche un centinaio di esseri umani tra morti e feriti.
Per cui questi sono i fatti, ritengo ci sia poco da dire…. Si sa, i fucili non hanno mai fatto bene a nessuno, andrebbero aboliti oggi più che mai per il bene di tutti.

fonte:vicenzapiu.com

.....dobbiamo far colletta e internarlo in qualche istituto ZOOPROFILATTICO......sicuramente è afflitto da aviaria o come minimo dal virus della mucca pazza !

Ciao,Paolo.
 

Alberto 69

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Venerdì 03/12/2013

Ritengo opportuno intervenire in merito alle dichiarazioni rilasciate dal sig. Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento protezionista Veneto il quale, assai goffamente, ha tentato di giustificare lo striscione apparso nel corso di una delle tante manifestazioni animal-ambientaliste che vengono periodicamente organizzate in Veneto.
Sullo striscione incriminato era stata riportata la scritta” l’unico cacciatore buono e’ il cacciatore morto“. Se non fosse per la scadente qualita’ e la scarsa credibilita’ di molti dei manifestanti, si potrebbe interpretare questa scritta come una palese minaccia ed una chiara istigazione a delinquere.
Non sorprende certo l’approccio culturale di molti animal-ambientalisti, disposti a neutralizzare in ogni modo chiunque non si dimostri allineato con le loro malsane convinzioni.
L’ultimo esempio, solo in ordine di tempo, di dove possa arrivare l’integralismo animal-ambientalista ci e’ stato offerto in occasione di quanto accaduto aCaterina Simonsen, una ragazza affetta da quattro gravi malattiela quale, solo per aver ringraziato gli scienziati che le hanno permesso di vivere grazie all’utilizzo di farmaci prodotti anche attraverso la ricerca e la sperimentazione sugli animali, e’ stata oggetto di una raffica di offese e di minacce di morte da parte di numerose centinaia di appartenenti al frastagliato arcipelago animal-ambientalista. Esprimendo immediata solidarieta’ e convinto sostegno alla povera Caterina, sono stato reso oggetto anch’io di una serie di “apprezzamenti” da parte di molti animal- ambientalisti che ritengono che la vita di un topo non possa in nessun modo essere sacrificata per salvare la vita di un essere umano.
Del resto chi, per giustificare la propria fobia, afferma che la vita di un essere umano merita meno rispetto della vita di un topo o di uno scarafaggio, qualche riflessione dovrebbe suscitarla tra coloro che ancora hanno la testa attaccata al collo…
Con questo non voglio giudicare quelle “persone” che si sentono piu’ vicini ad una nutria o ad uno scarafaggio piuttosto che agli esseri umani: ognuno e’ giusto che su schieri dalla parte dei propri simili.
Contesto pero’ l’approccio culturale di chi, per imporre le proprie malsane convinzioni, vorrebbe annientare ( anche fisicamente ) chi ha convinzioni diverse dalle sue.
Io non contesto la scelta di chi, coerentemente, rifiuta di assumere medicinali prodotti anche attraverso la ricerca e la sperimentazione sugli animali, cosi come non contesto,la scelta di chi, altrettanto coerentemente, decide di sottoporsi egli stesso alla sperimentazione di alcuni farmaci per impedire, in questo modo, che la sperimentazione venga fatta su qualche adorabile topolino.
Contesto invece chi, dimostrando di avere estremo bisogno di cure, vuole impedire ad altri di curarsi utilizzando farmaci prodotti anche attraverso la ricerca e la sperimentazione su qualche topo.
Non contesto chi, coerentemente, sceglie autonomamente di essere vegetariano o vegano.
Contesto pero’ chi, avendo fatto questa scelta, vorrebbe costringere tutti gli altri a mangiare solo barbabietole e lattuga.
Da appassionato cacciatore non ho mai auspicato la morte di nessuna persona, neppure se pervasa dall’integralismo animal-ambientalista, pur constatando quotidianamente la siderale distanza che mi divide dalla loro pericolosa ideologia.
Perche’ allora questi talebani dell’animal-ambientalismo scrivono sui loro striscioni che “l’unico cacciatore buono e’ il cacciatore morto” ?
Perche’ questi fanatici gioiscono ogniqualvolta succede un incidente di caccia, pur sapendo che la caccia e’ statisticamente almeno dieci volte piu’ sicura rispetto a qualsiasi altra attivita’ sportiva esercitata dagli esseri umani?
Perche’ Caterina Simonsen e’ stata ripetutamente minacciata di morte solo per aver ringraziato coloro che le avevano permesso di vivere?

Prendiamo atto dell’abissale differenza culturale che divide i portatori della cultura rurale ( tra i quali si annoverano a pieno titolo i cacciatori ) ed i portatori dell’ideologia e dell’integralismo animal-ambientalista.
Caterina Simonsen l’ha scoperta suo malgrado. Ci auguriamo che anche la rimanente parte sana dell’opinione pubblica si renda conto della pericolosita’ di questi integralisti, prima che sia troppo tardi.

Thiene, li 2 gennaio 2014


on.Sergio Berlato
Deputato al Parlamento europeo
 
Renzo Rizzi, portavoce Coordinamento Protezionista Veneto - In una lettera il sig. Gianni Tecchio invoca una mia presa di posizione. In particolare il sig. Tecchio contesta la presenza di uno striscione che definisce “provocatorio e offensivo” nella manifestazione contro la pratica dell’uccellagione svoltasi al Tretto di Schio il dieci di novembre.
Premesso che quale portavoce del Coordinamento Protezionista Veneto ero presente, nel momento in cui il corteo si è trovato in sosta di fronte al roccolo Rossi e i toni si stavano alzando, ho preso il microfono ed ho chiesto di non proferire offese nei confronti di terzi e il ritorno alla normalità, concludendo ho aggiunto che il rispetto delle regole si ottiene non tramite atteggiamenti sconclusionati ma esigendo in ogni modo che le istituzioni facciano rispettare leggi e direttive .
Ribadisco oggi lo stesso concetto espresso in quell’occasione; per abbattere questo malcostume tipicamente Italiano ma specificatamente Veneto, c’è una sola strada da percorrere, pretendere in ogni modo e a qualsiasi costo che regole e leggi vadano rispettate, lavorando congiuntamente per questo non vi è dubbio che si arrivi ai risultati.
Detto questo però, non posso biasimare chi è veramente stanco di vedere quello che gli accade intorno e dimostra una certa intolleranza, un esempio per tutti, le cacce in deroga, leggi e delibere illegittime volute da politici nostrani legati a doppio filo alla lobby venatoria, un vero cancro che nascosto fra le diverse pieghe delle istituzioni ha permesso in un decennio in Veneto l’uccisione di almeno cinquanta milioni di animali protetti in tutta Europa e nelle regioni confinanti.
Di esempi negativi intorno a questo discusso hobby se ne possono fare un’infinità, se analizziamo cosa capita in provincia di Vicenza credo ci si possa fare un’idea di massima; si può spaziare dalla bufala sui nocivi, ai falsi allevamenti di richiami vivi, alla gestione demenziale e fallimentare della caccia alla fauna selvatica autoctona, al finanziamento di attività completamente diverse da quelle previste per legge con uno spreco enorme e incontrollato di danaro pubblico, alla mancanza di un centro recupero fauna selvatica, alla mancanza del rimborso per la servitù venatoria, alla vigilanza venatoria controllata dalla politica, all’uccellagione in deroga, all’immissione sconsiderata in ambiente di centinaia di migliaia di animali pronta caccia, alla mancanza quasi totale di aree protette per il rifugio degli animali selvatici..ecc…
D’altronde la provincia di Vicenza che da un quarto di secolo vive sotto l’egida della lobby venatoria più estremista cosa altro poteva produrre?
Sullo striscione contestato, mi è stato spiegato che quella è la figura del cacciatore vista dall’occhio animalista, (che come è noto prevede il rispetto di tutti gli animali, uomo compreso); ovvero, .
Per cui ritengo che quanto riportato nello striscione segnalato si possa definire come lo è agli occhi dei più, di dubbio gusto, sicuramente provocatorio come però solito per questo tipo di messaggi, ma non offensivo.
Va ricordato comunque che in Italia negli ultimi 25 anni si sono svolti migliaia di cortei e manifestazioni per sostenere anche i diritti degli altri animali, a quanto mi risulta non hanno mai portato un incidente degno di nota. Questo dimostra un grande senso civico e il rispetto per gli altri, diversamente ogni annata venatoria in Italia, i cacciatori con le loro armi oltre a mietere almeno duecento milioni di animali, avvelenano la terra con milleduecento tonnellate di piombo, ma lasciano sul terreno anche un centinaio di esseri umani tra morti e feriti.
Per cui questi sono i fatti, ritengo ci sia poco da dire…. Si sa, i fucili non hanno mai fatto bene a nessuno, andrebbero aboliti oggi più che mai per il bene di tutti.

fonte:vicenzapiu.com


Ahahahahah................Paolo...sui padre doveva usa il profilattico.............altro che internarlo.........
 
Renzo Rizzi, portavoce Coordinamento Protezionista Veneto - In una lettera il sig. Gianni Tecchio invoca una mia presa di posizione. In particolare il sig. Tecchio contesta la presenza di uno striscione che definisce “provocatorio e offensivo” nella manifestazione contro la pratica dell’uccellagione svoltasi al Tretto di Schio il dieci di novembre.
Premesso che quale portavoce del Coordinamento Protezionista Veneto ero presente, nel momento in cui il corteo si è trovato in sosta di fronte al roccolo Rossi e i toni si stavano alzando, ho preso il microfono ed ho chiesto di non proferire offese nei confronti di terzi e il ritorno alla normalità, concludendo ho aggiunto che il rispetto delle regole si ottiene non tramite atteggiamenti sconclusionati ma esigendo in ogni modo che le istituzioni facciano rispettare leggi e direttive .
Ribadisco oggi lo stesso concetto espresso in quell’occasione; per abbattere questo malcostume tipicamente Italiano ma specificatamente Veneto, c’è una sola strada da percorrere, pretendere in ogni modo e a qualsiasi costo che regole e leggi vadano rispettate, lavorando congiuntamente per questo non vi è dubbio che si arrivi ai risultati.
Detto questo però, non posso biasimare chi è veramente stanco di vedere quello che gli accade intorno e dimostra una certa intolleranza, un esempio per tutti, le cacce in deroga, leggi e delibere illegittime volute da politici nostrani legati a doppio filo alla lobby venatoria, un vero cancro che nascosto fra le diverse pieghe delle istituzioni ha permesso in un decennio in Veneto l’uccisione di almeno cinquanta milioni di animali protetti in tutta Europa e nelle regioni confinanti.
Di esempi negativi intorno a questo discusso hobby se ne possono fare un’infinità, se analizziamo cosa capita in provincia di Vicenza credo ci si possa fare un’idea di massima; si può spaziare dalla bufala sui nocivi, ai falsi allevamenti di richiami vivi, alla gestione demenziale e fallimentare della caccia alla fauna selvatica autoctona, al finanziamento di attività completamente diverse da quelle previste per legge con uno spreco enorme e incontrollato di danaro pubblico, alla mancanza di un centro recupero fauna selvatica, alla mancanza del rimborso per la servitù venatoria, alla vigilanza venatoria controllata dalla politica, all’uccellagione in deroga, all’immissione sconsiderata in ambiente di centinaia di migliaia di animali pronta caccia, alla mancanza quasi totale di aree protette per il rifugio degli animali selvatici..ecc…
D’altronde la provincia di Vicenza che da un quarto di secolo vive sotto l’egida della lobby venatoria più estremista cosa altro poteva produrre?
Sullo striscione contestato, mi è stato spiegato che quella è la figura del cacciatore vista dall’occhio animalista, (che come è noto prevede il rispetto di tutti gli animali, uomo compreso); ovvero, .
Per cui ritengo che quanto riportato nello striscione segnalato si possa definire come lo è agli occhi dei più, di dubbio gusto, sicuramente provocatorio come però solito per questo tipo di messaggi, ma non offensivo.
Va ricordato comunque che in Italia negli ultimi 25 anni si sono svolti migliaia di cortei e manifestazioni per sostenere anche i diritti degli altri animali, a quanto mi risulta non hanno mai portato un incidente degno di nota. Questo dimostra un grande senso civico e il rispetto per gli altri, diversamente ogni annata venatoria in Italia, i cacciatori con le loro armi oltre a mietere almeno duecento milioni di animali, avvelenano la terra con milleduecento tonnellate di piombo, ma lasciano sul terreno anche un centinaio di esseri umani tra morti e feriti.
Per cui questi sono i fatti, ritengo ci sia poco da dire…. Si sa, i fucili non hanno mai fatto bene a nessuno, andrebbero aboliti oggi più che mai per il bene di tutti.

fonte:vicenzapiu.com
 
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