La ridicola statistica della Lac

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La conta dei morti e dei feriti in ambito venatorio è una delle attività preferite dalla Lac, l'associazione anticaccia per antonomasia, che già nel nome ha chiara la sua mission principale: l'abolizione della caccia. Come ogni anno, già ad inizio stagione venatoria la Lac apre uno spazio sul proprio sito ("Di caccia si muore") in cui comincia a raccogliere i macabri dati. Cosa che servirebbe, dice l'associazione, ad evidenziare “come l'attività venatoria sia pericolosa anche per gli esseri umani”.

Come al solito nel calderone, per fare numero, ci finisce di tutto, compresi gli infarti, che possono capitare ovunque, e le cadute accidentali, che in realtà a caccia sono pochissime se confrontate a quelle che capitano durante attività come l'alpinismo, lo sci, il trekking e perfino la raccolta funghi, che nessuno si sogna di sindacare. Utilizzando questo stratagemma la Lac a caccia ad oggi conta già 12 morti (Intendiamoci, anche un solo incidente per noi è un incidente di troppo. L'impegno che Associazioni venatorie e CNCN dedicano alla prevenzione ne è la migliore riprova).

Nel dettaglio della Lac troviamo 6 infarti, 5 cadute o altro genere di incidenti e 1 morte per arma da fuoco. La classifica, a differenza di altre annate (nella scorsa tra i cacciatori si sono contati in tutto 13 morti per sparo, 9 per incidenti di pulizia arma e cadute con sparo, 11 per cadute senza sparo e 21 malori), quest'anno non sta avendo alcuna attenzione da parte dei giornali.

Probabilmente la Lac se ne guarda bene dal fare comunicati che porterebbero in evidenza più che la pericolosità della caccia, al contrario il successo delle campagne per una maggiore responsabilizzazione dei cacciatori italiani. Il calo di incidenti, assodato almeno fino ad oggi, costringerebbe chiunque ne parlasse, Lac compresa, ad ammettere il salto di qualità sul fronte della sicurezza a caccia, visto che l'unico morto per arma da fuoco, per il momento, si deve ad un'attività di bracconaggio, quindi di caccia illegale, avvenuta al di fuori delle regole imposte agli abilitati ad esercitare l'attività venatoria. Che il bracconaggio sia un'attività pericolosa, lo sanno tutti. Ecco perchè esistono delle regole che educano i cacciatori anche alla sicurezza.

Visti i risultati di questo inizio stagione, rivolgiamo l'invito ai cacciatori che ci leggono ad adoperarsi il più possibile affinchè questa tendenza positiva possa consolidarsi nel tempo.
 
Numeri falsi ed inventati o no....questi sono i dati che giungono alle orecchie dell'opinione pubblica. E su questi dati (falsi) siamo giudicati e condannati da un pubblico che, solamente in questo paese, non ha alcuna nozione di cosa sia la caccia!!
Finche' nessuno oserà contrastare queste menzogne (leggete pure tutte le AAVV).....mi viene da dire : ma de che stamo a parla'??
Ognuno faccia il proprio lavoro, non pensi solo alle tessere e ai cappellini e la caccia in Italia acquisirà nuova luce e nuovo rispetto. Ma mi sembra che "qualcuno" abbia altri interessi....
 
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